sabato 15 marzo 2014

PRISONERS di DENNIS VILLENUEVE

Prigionieri. Ecco come ci si sente durante la visione di codesta pellicola. Perchè tutto dipende sempre da come scrivi una storia e da come la giri. Non è tanto quello che filmi o sceneggi,ma come,con quale idea, intenzione, motivazione.
Quando lessi di questo progetto , sulle prime non feci salti di gioia. Pensai che fosse la solita storia: un tizio, un bravo padre di famiglia che decide di farsi giustizia da solo dando la caccia ai rapitori della figlia.
E a ben vedere, il film è proprio questo. Ma a questo punto ,come regista o sceneggiatore hai davanti a te due strade: una pellicola piena di azione,dinamica,muscolare, con una bella morale reazionaria sul cittadino che se non si fa giustizia da solo è un pirla,e dividere il tutto tra buoni che devono compiere cose brutte ,ma non tanto e cattivoni che meritano la morte. Montaggio frenetico, musica rap - che fa tanto urbano-e sicuramente hai un buon risultato in termine di spettatori disciplinati,le masse amorfe celebreranno la tua opera.
Questo è un modo. Poi c'è l'altro. Quale altro? Quello che Villenueve ha deciso di usare.


Prisoners (film 2013).png

Villenueve non è un regista che si accontenta di girare un "prodotto" , professionale,vuoto,seguendo le regole del genere e incassando facile. Non è un mestierante, non è uno che fa film onesti, spacconate gagliarde, non è uno che si accontenta di seguire le istruzioni del produttore pirla di turno.
Lui è Un Autore. E visto che tempo fa , una a cui youtube ha dato una breve gloria immeritata, si è detta certa che non esista il cinema d'autore,la inviterei a guardare questo film dove tutto è rigorosamente scelto e diretto dal regista. Perchè? Semplice: ha dei temi ricorrenti, uno stile ben preciso,una visione d'insieme lineare e compatta che sicuramente indica  una forte personalità al comando
Così dopo quel capolavoro assoluto che risponde al nome de : " La donna che canta", il regista canadese debutta in america e con un cast di stelle,sbattendosene di girare all'americana, di commercializzarsi, di piegarsi alle logiche industriali e ci dona un viaggio all'inferno.  Cupo,sadico,spietato,feroce,dolente.

Locandina italiana Prisoners

Due famiglie medio borghesi,amiche da sempre , si ritrovano per festeggiare il giorno del ringraziamento . Quando le loro due bambine scompaiono. Ci va di mezzo un ragazzo strambo,subito fermato dalla polizia ,ma ritenuto innocente.
Il padre di una delle due , impazzito per il dolore, sequestra il presunto rapitore e lo sottopone ad atroci torture. L'inizio di una storia terrificante di gente rapita,infanzia violata, follia omicida.

Ecco,anche in questo caso. Si poteva girare un torture porn con la solita foto finta sporca , le immagini tremolanti e sfocate e invece no.
La regia è minimale,essenziale,classica, molto tradizionale. Volutamente invisibile,per non togliere l'attenzione sul motore di ogni opera artistica- libro o film non ha importanza- i personaggi.
Che qui sono titanici,grandiosi, scritti benissimo e recitati con immensa dedizione. Non ci sono i buoni,ognuno ha un errore anche grave sulla coscienza, non ci sono cattivi, tutti hanno un dolore fortissimo sulla coscienza.  C'è il Male, e le sue sfumature, c'è il Bene e la difficoltà di metterlo in pratica.

Una riflessione amarissima sulla prigionia: lo sono le bambine, il presunto rapitore, il presunto aiutante del sequestratore, lo è il padre che è accecato dal senso di vendetta. Lo sono tutti. Chi materialmente , chi moralmente.
Un film di desolante amarezza. Non aspettatevi il buono di turno o il cattivo stereotipato, Villenueve agisce come piace a me: disintegra il genere. Mi avete affidato un revenge movie? Ecco guarda come ti smonto e rimonto una storia già sentita, e francamente anche del cazzo.
Poster Prisoners  n. 1

Per cui ti ritrovi a vedere oltre due ore di film senza via di uscita. Perchè la violenza, anche se la pratichi per vendetta nel nome della tua bambina, non lascia liberi nessuno.  Perchè il male si annida dovunque e non c'è redenzione che tenga.
Così  Villenueve filma gli stereotipi,ma li riempie di umanità fragile e sconvolta, dà profondità  a ogni personaggio. Liberandolo, ironia voluta,da ogni catena con il suo genere di riferimento.
Nonostante questo funziona benissimo anche come giallo-poliziesco classico. Perchè la sceneggiatura è scritta benissimo. Attenta allo sviluppo di personaggi e trama , che procedono insieme fino al finale.
Una pellicola perfetta sotto ogni punto di vista dunque,imperdibile.  Il cast è composto da ottimi attori e attrici , tutti e tutte al loro meglio.
Però, come faccio spesso,devo fare autocritica.



Ho sempre considerato questo uomo un grandissimo pirla. I mutandari ,calzamagliati male,dai super poteri non fanno per me. Li odio. Poi altre pellicole davvero di poco conto ,quindi quando ho visto che egli lavorava in sto film,bè mi son detto:ma no! Non lo guardo.
E cosa è successo? Che ho preso il dvd de Les Miserables. Il musical,tratto dal romanzo di Hugo. Film bellissimo bellissimo in modo assurdo. E l'ho rivalutato
Rivisto in questa pellicola , lo ammetto: perdonami Hugh. Ho sbagliato e alla grande! Il pirla sono io!

Il suo personaggio non è gradevole, ed era facilissimo gigioneggiare inutilmente. Renderlo ridicolo,e invece ha dato una prova straziante e di assoluta bravura.



L'opera ci spinge a riflettere sul male,la violenza, su come nessuno possa dirsi al sicuro non tanto o non solo dagli altri,ma dalla propria violenza e rabbia. Un film che diventa quindi specchio della nostra società, dello smarrimento umano di fronte a fatti atroci, alla psiche debolissima e pronta a crearsi una propria verità fittizia senza sentire le ragioni di chi lavorando al caso cerca di aiutarci.
Noi siamo prigionieri dell'impotenza di fronte a tutto questo dolore troppo grande e potente.

7 commenti:

Frank M. ha detto...

Che bel film, per me uno dei migliori tra thriller e poliziesco 8che poi non è solo questo) degli ultimi anni (da Zodiac in poi)

Mari. ha detto...

All'epoca dell'uscita tutti ne avevano parlato benissimo, ora anche tu, quindi a giorni me lo sparo pure io! Olè!

babordo76 ha detto...

Frank: si è una riflessione amarissima sulla violenza che ci imprigione. E non è nè consolatorio,ma nemmeno morboso de noantri. Una grande lezione di cinena. Se non l'hai visto ti consiglio di vedere il film : la donna che canta dello stesso regista.

x Mari: guardalo che vale assolutamente la pena. E come ho scritto anche a frank: recupera la donna che canta. Altro bellissimo film del buon canadese.

bradipo ha detto...

complimenti , bellissima recensione, avrei voluta scriverla io, concordo su tutto. Per me è stato il film dell'anno 2013...

babordo76 ha detto...

grazie tantissime bradipo!
Si è un film magnifico,poi ti suggerisco , se ti fosse sfuggito, di vedere anche quel film enorme e stupendo che è: la donna che canta.
Sempre dell'ottimo Denis

hetschaap ha detto...

L'ho rivisto di recente e mi ha colpita anche più ella prima volta. Perché è proprio come dici tu: Villeneuve destruttura il genere. Perché racconta una storia già vista e sentita milioni di volte ma lo fa scavando nella coscienza dei suoi personaggi e, di conseguenza, dei suoi spettatori. Gli attori sono tutti immensi, da Paul Dano a Hug Jackman passando per Jack Gyllenhaal che recita un ruolo difficilissimo, in bilico perenne tra senso della giustizia, senso di colpa e compassione. Quando un film è tutto questo non c'è verso: il merito è del regista.

babordo76 ha detto...

si,è così: un autore è colui che prendendo un genere e ne ribalta rispettosamente le regole. Come ha fatto il grande Dennis. Poteva uscire un film d'azione,violenza e cazzate reazionarie in libera uscita o molto ambiguo come death sentence e invece è un capolavoro