giovedì 26 febbraio 2015

STASERA HO VINTO ANCHE IO di ROBERT WISE

Il mondo del pugilato ha un rapporto privilegiato con il cinema. Sono tantissimi i film che sono ambientati sul ring o comunque trattano l'argomento. Un vero e proprio genere.
Io amo molto questo tipo di film,perché spesso affrontano anche drammi umani, miserie,debolezze, corruzioni, disfatta e faticosa risalita
I miei preferiti sono : Città Amara di John Huston, Rocky e questo piccolo,( solo settantadue minuti), stupendo film: The Set Up- stasera ho vinto anche io

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Tratto da un poema di Joseph Moncure March, come dai titoli di testa, è un 'opera piena di dolente crudeltà e profonda compassione per i suoi reietti,solitari,dimenticati , protagonisti. Pugili in cerca sempiterna di gloria, del momento giusto, persi nel loro meccanico: domani sarà il giorno giusto. Per qualcuno forse questa cosa sarà vera,pochissimi e il regista li coglie nel momento del loro primo incontro, dell'illusione forsennata e sacrosanta dei giovani che hanno una vita e carriera davanti,ma non sono loro a interessare e interessarci.
Sono gli altri,quelli come Stoker. Un pugile a fine carriera, un dinosauro che sente una strana brezza e un leggero freddo, prima della glaciazione. Uno che viene venduto dal suo manager.

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Stoker però ha la dignità dei perdenti, dell'uomo giusto,che ha coscienza di aver sprecato occasioni,perso treni per la celebrità, di essere sulla lista di quelli che non ce la faranno,ma non sa che altro fare. A parte attaccarsi all'amore della sua donna. Un rapporto fragile , sul punto di rompersi,ma dove l'amore è presente e cerca di rimanere in piedi.
Così mentre si prepara per il suo incontro , conosciamo una serie di personaggi tra il patetico, il sadico, l'ignobile,ma non manca mai una compassione umana, una piccolissima luce che illumina per poco quelle vite.
Mentre fuori ci sta il pubblico che vuole il sangue, che esprime attraverso questi combattenti in disarmo e traballanti, le loro repressioni e frustrazioni. Potentissima metafora sul Pubblico che al cinema chiede sangue e violenza, per scatenare le frustrazioni quotidiane. Come ai tempi degli scontri nel Colosseo. Non cambia nulla.

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E poi c'è in tutto questo mondo disgraziato e terribile,la grande lezione di onestà e dignità di Stoker ,che si rifiuta di perdere,viene vigliaccamente abbandonato dal manager,e subisce un duro pestaggio, ( il fatto che Stoker abbia paura del gangster Sullivan, ce lo rende umanissimo e noi non possiamo che commuoverci per la sua fine),e anche se il finale è forse un po' consolatorio,diciamo : va bene così. Te lo meriti , vecchio amico mio.

Wise dirige con mano sicura,un prodotto solido e robusto, un film memorabile che partendo dalla boxe ci parla di noi, del nostro mondo disumanizzato, dei tanti splendidi  ,anche nella loro mediocrità, perdenti. Ci commuove e ci fa tifare per un uomo onesto , un uomo probo. Non poco, se ci pensate.

martedì 24 febbraio 2015

PIETA' PER I GIUSTI di WILLIAM WYLER

Per quanto mi riguarda amo quel cinema che sfrutta gli ambienti chiusi, ( una casa, un commissariato, un bar, un cinema o teatro), per il semplice fatto che in cotal guisa si possa sfruttare al massimo gli scontri/incontri tra personaggi.
La riconoscibilità di luoghi reali e che si trovano anche nelle nostre città, fa in modo che i personaggi siano facilmente riscontrabili anche nel nostro vissuto. Si crea empatia tra loro e noi, non sono selvaggi cowboys  o esploratori folli,ma uomini comuni in situazioni drammatiche, spesso, ad alto tasso di credibilità e realtà, seppure , ovviamente, filtrati dal cinema e dalle sue regole.

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Hollywood è sempre stata più progressista e portata a procedere,ad adattarsi ai tempi ,rispetto a certi suoi cantori, vittime di un nostalgismo immobilista,tanto da mettere in scena anche la sua morte, se questo dovesse servire a riportarla in vita.
Preso atto di questo , è obbligatorio per tutti i cinefili ,ed aspiranti tali, riscoprire certi film fatti da firme prestigiose della hollywood classica,quando i tempi permettevano a loro di girare film meno "impostati" o di mero "intrattenimento"
Ecco , quindi, una pellicola come "Dectetive Story", da noi uscita con il titolo : Pietà per i giusti. Che a un attento esame , e dopo la visione, debbo dire ha un suo fascino ambiguo.
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In un commissariato di polizia, a New York, nell'arco di una giornata si sviluppa il dramma di un uomo, uno sbirro, ossessionato dalla giustizia,dalla lotta al male. Uomo inflessibile, di altissima coscienza immacolata, vittima di una folle idea di guerra alle brutture del mondo .  Intorno si muovono i colleghi, più umani, gente che vede ogni giorno uomini e donne travolte dalle loro scelte sbagliate e in un certo senso provano pietà e compassione per essi, non il nostro protagonista che si muove e si crede un cavaliere senza macchia e paura , paladino dei cittadini onesti, giustiziere , legge e sentenza.

Il caso che sta seguendo è quello di un medico abortista , colpevole di diverse operazione finite malissimo. Persona abietta e squallida, che in un certo senso ricatta l'onesto e retto poliziotto. D'altronde la purezza e l'innocenza assoluta non esistono e anche nel passato del tutore della legge esiste qualche ombra.

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Il film usa la figura stereotipata dello sbirro poco ortodosso, alla callaghan, che tanto piace al pubblico e ai giustizialisti da tastiera, per affrontare temi profondi come la compassione umana, la capacità di saper veder sempre la persona prima che il criminale, valutare gli errori che ognuno di noi è portato a fare, il perdono, tanto che il vero sconfitto del film non sono tanto i criminali,quanto il poliziotto interpretato benissimo da Kirk Douglas .
Interessante assai il suo evolversi da eroe hollywoodiano e da film di genere, in maschera tragica di uomo debole che si nasconde dietro lo scudo dei saldi principi morali.
Perché questa è l'opera in questione: una tragedia.
Film da recuperare per i temi che tratta, per le riflessioni che ci porta a sostenere ed affrontare. Nessun uomo è senza macchia e nessun uomo è il crimine che compie, o meglio quasi nessuno, ricercare anche in un commissariato e anche tra la feccia, i ladri, i criminali, quel briciolo di umanità , è un discorso assai alto e nobile, anche troppo per me,ma degno di nota e apprezzamento.