lunedì 12 gennaio 2015

UNA SQUILLO PER L'ISPETTORE KLUTE di ALAN J. PAKULA

A volte anche un film che all'apparenza sembrerebbe un classico poliziesco,potrebbe rivelarsi utile per analizzare la società, i suoi cambiamenti, limiti, e le debolezze della sua popolazione.
Klute,per me , è un caso lampante: solido giallo-thriller, che però attraverso i suoi due indimenticabili protagonisti e relativi personaggi, ( Jane Fonda in stato di grazia e vincitrice di un Oscar, e un validissimo Donald Sutherland),ci si interroga sulla deriva nei rapporti umani, sull'autodeterminazione dell'uso del proprio corpo come facciata di dolori e mancanze mai affrontati o temuti, sulla solitudine umana e il bisogno di avere qualcuno,credere in un rapporto sentimentale che metta in crisi le nostre certezze nate da abitudini sbagliate o fobie degli altri,peggio ancora : della vita.



La storia segue un percorso che più classico di così non si può: un ricco industriale scompare improvvisamente. Lascia delle inquietanti lettere che fanno presumere a una sua relazione clandestina con una professionista del sesso a pagamento. Un suo amico,ex poliziotto e ora investigatore privato, Klute indaga su sostegno e spinta della famiglia e del socio dello scomparso. Questa indagine gli fa conoscere la squillo con la quale il ricco uomo d'affari si sarebbe incontrato più volte. Lei è nel mirino di un misterioso individuo,potrebbe essere l'amico di Klute? Nel frattempo nasce un rapporto d'affetto,amore,e bisogno che viene cercato e respinto dalla donna,la quale - per fare la sua professione- si è del tutto estraniata dai sentimenti e dalla fragilità che ci mettono a nudo nei confronti del mondo e degli altri . Lei pensa di aver il massimo controllo della sua vita, dei clienti,ma scoprirà che non è così.


Troppo grande la città per due che come noi, si stanno cercando. Potrebbe essere questo il titolo adatto per rappresentare i due personaggi. Lui chiuso nel suo lavoro, come lei, distaccato dal resto del mondo. Un uomo solo, che cerca nella legge e nella sua professione lo scopo della sua vita. Lei è una prostituta, una donna oggetto , da uso e via, che pensa di avere una sua dignità,addirittura di essere padrona assoluta della sua vita e della vita dei suoi clienti. Pensa di essere lei a usare loro, che ognuno abbia diritto di essere felice e che codesta felicità sia nel fare sempre e solo quello che ognuno vuole. Senza nessuna morale, etica, critica, nessun pensiero. Libertàààà! Olè.
Entrambi si stanno mentendo. L'amore che nasce tra di loro , indicherà la vera strada da percorrere.



D'altronde è vero che esso sia il lavoro più antico del mondo,ma nasce come sfruttamento di donne schiave e il pensiero dominante occidentale del piacere a ogni costo,del tanto che sarà mai,del ogni cosa ha un suo prezzo,l'ha resa una professione quasi da donne libere ed emancipate,padrone del loro corpo e della loro vita
Se una ha deciso...Cosa vuol dire? Questa frase mi fa incazzare come l'altra: è umano, è naturale. Certo che ci saranno cose "umani e naturali", ma ciò non toglie che spesso siano anche sbagliate. Una scusa per vivacchiare dentro un dolore conosciuto,a cui diamo del tu. Piuttosto che accettare di superare questa situazione. Tutto è normale, naturale, giusto, altrimenti ledi l'autodeterminazione dell'individuo. Le sue singole scelte. Invece di veder quel deserto di umanità , di sentimenti veri e profondi, vivere gli alti e i bassi di una relazione,aprirsi agli altri e condividere l'esistenza, si preferiscono le bugie e l'acida partecipazione indifferente di una donna "costretta" a vender il suo corpo. Una donna che si ama così poco, si considera così poco,da vedersi come un corpo da monta e danaro. Un sintomo del nostro mondo completamente disabituato a vivere le relazioni, di qualsiasi tipo,e che preferisce dei comodi surrogati,delle piccole e tranquille gratificazioni fasulle.



Klute è anche un ottimo thriller, ( con delle musiche "argentiane" decisamente suggestive) e Pakula ,servito da una sceneggiatura eccellente, confeziona un film teso,inquietante, ricco di suggestioni e colpi di scene ben calibrati.
In perfetto equilibrio tra cinema di genere e tensione e ottima analisi sociale e del disagio umano .

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