domenica 21 dicembre 2008

NON E' UN PAESE PER VECCHI dei FRATELLI COEN

Una ballata macabra di morte e perdizione,che partendo da una storia abusatissima e tradizionale-un tizio che prende una borsa di soldi sporchi e i cattivi che lo cercano-diventa emblema dei tempi crudeli nelle terre perse di un america spersonalizzata.Un paese che non rispetta tradizioni-o le enfatizza ma dal lato meramente conservatore,come paura e non risorsa di conquiste-che velocizza la corsa alla bella vita con ogni mezzo.Un paese menefreghista sulla vita umana e che non rispetta più nulla,per questo il killer implacabile è quasi meglio delle sue vittime,perchè disinteressato al denaro,al successo,a una bella e comoda vita.Lui è a suo modo un purificatore che punisce i stolti,i ladri,immagine con le fattezze umane del Male.
Mentre lo sceriffo ormai anziano e logorato,sorpassato non ce la fa nemmeno a portare la giustzia per i morti e fermare l'inferno che cammina con la sua bombola dell'ossigeno.Un paese che non è per vecchi e per persone normali,ma che è vittima di sogni di gloria e di ricchezza.Alla fine la coppia che si è appropriata del danaro non può che trovare la sua giusta punizione,perchè il male non lo puoi fermare.
Un film bellissimo,anche se ho preferito l'epica visionaria e rabbiosa di Anderson e de IL PETROLIERE

LE CONSEGUENZE DELL'AMORE di PAOLO SORRENTINO

Seconda opera di Sorrentino,presentata al festival di Berlino,opera moderna e d'autore capace di coniugare temi da film alla antonioni con elementi di gangster-movie.Film raffinatissimo,che punta più che su una storia ad ampio respiro , al ritratto di un singolo personaggio e gli altri sono funzionali alla sua esistenza e azione.
Un grandissimo Servillo, è mattatore di grande bravura nel ruolo di Titta Di Girolamo:ex commercialista divorziato e costretto da oltre 20 anni a vivere in un albergo in Svizzera per riciclare nella banche il danaro sporco della mafia.La sua vita è monotona,sempre uguale senza mai un guizzo di passione ,di vitalità.Ha un fratello scansafatiche che è molto diverso da lui, e passa le serate giocando a carte con un conte decaduto per i troppi debiti ,costretto con la moglie a vivere da ospite all'interno del suo stesso hotel.La sua vita cambia quando si innamora di una ragazza che fa la barista e per lei prenderà una decisione che potrebbe rivelarsi fatale
Il titolo non è dei migliori,perchè potrebbe farci credere di assistere all'ennesima cretinata stile Muccino.In realtà è un'opera sofisticata e intensa,dal ritmo lento affinchè nulla delle espressioni di Servillo vada persa.Perchè si può affrontare il tema della solitudine amorosa ,della ricerca di un grande amore anche senza cadere su terreni ampiamente battuti e popolani.Il film è pressochè perfetto,offre una meravigliosa interpretazione di Raffaele Pisu nel ruolo del conte decaduto e baro,ma frana in parte sulla presenza scialba interpretazione di Olivia Magnani,l'oggetto del desiderio di Titta e che gli fa cambiare la vita,e quella mediocre di Adriano Giannini.

OSPITI di MATTEO GARRONE

Uno dei migliori registi italiani ,insieme a Sorrentino,autore di opere importanti che indagano a fondo sul malessere del genere umano e della società.Questa pellicola ,uno dei primi film di Garrone, è un'opera assai strana.Un film girato come fosse un documentario,narra la storia di due fratelli albanesi ospitati in casa di un presunto artista perdigiorno e del rapporto di amicizia che uno di loro costruisce con un anziano vicino di casa,il quale ha perso la moglie malata di alzheimer, alla fermata del bus.
Vite fragili che cercano di rimanere a galla,messe agli angoli eppure protagoniste e al centro di una narrazione robusta e vigorosa, di indagine zavattiana
D'altronde la nostra società tende ad allontanare le persone anziane,ormai hanno lavorato e prodotto una volta a casa sono un peso per il nostro mondo capitalista.Gli stranieri che lasciano casa e famiglia per una nuova vita e si scontrano con una realtà di sacrifici-anche umani sul posto di lavoro-di leggi xenofobe,di sottile razzismo quotidiano.Infine la generazione mia che è nata e cresciuta durante il trionfo della morte delle idee e si ritrova impreparata ad affrontrare tempi feroci e crudeli come questi.Insomma siamo tutti ospiti precari di un mondo impazzito

domenica 14 dicembre 2008

STORIA DI VITA E MALAVITA di CARLO LIZZANI

Il tema della prostituzione è da sempre materia assai complicata nel suo essere affrontata,perchè è fattibile scivolare in moralismi o sottovalutare il problema
Lizzani,un grande regista sempre attento alla società e ai suoi problemi, dirige questo film sul finire dei 70.Mettendo al centro dell'azione una serie di storie legate al racket della prostituzione minorile.
Ragazze che per problemi di povertà,miseria,durissime condizioni famigliari,o per la scoperta di quanto una famiglia dabbene e ricchissima sia nella sostanza un luogo di meschinità,sono finite nelle mani di organizzazioni criminali le quali poi usano i loro corpi per fare soldi.
Film scabroso e durissimo,che Lizzani essendo un buon regista e con una robustissima coscienza politica riesce a salvare dal diventare populista,alla zampa.Però,vi è anche da dire che certe soluzioni scadono nella quasi pornografia e che spesso si ha la sensazione di una ricerca forte del "sensazionalismo" il quale potrebbe rivolgersi proprio contro alla pellicola e alla sua denuncia.
Ne esce però un'opera dura,disturbante,che attacca lo spettatore e lo fa partecipare al dolore e disperazione delle ragazze.Un pugno nello stomaco,non del tutto riuscito,ma importante e che merita la visione.

EHI ,AMICO! C'E' SABATA...HAI CHIUSO!di GIANFRANCO PAROLINI

l'impatto visivo e di scrittura che il genere "spaghetti western" ha avuto sulla cinematografia mondiale è sotto gli occhi-del cuore- di tutti.
Ha portato una sostanziale differenza rispetto ai classi western americani,dove c'è un eroe ben distinguibile -spesso l'insopportabile John Wayne- una storia robusta e lineare, divisione ben marcata tra loschi figuri ed eroi.
Lo spaghetti invece trascende queste regole e le mischia tutte:personaggi del tutto buoni non ci sono,spesso arrivano ammazzano e se ne vanno.I personaggi poi si muovono nelle scene come se fossero delle rockstar.offrendo uno spettacolo memorabile agli spettatori,grazie a ritmo,battute grottesche e personaggi debordanti.All'interno della scena possiamo riconoscere i film western rivoluzionari di Corbucci e Sollima,il lugubre e splatter Questi,la rivoluzione e la vendetta di Petroni,il classico epicismo di Leone.
Parolini,fa a sè:grande divertimento,spettacolari trovate registiche e personaggi bizzarri ed eccentrici.Cult,ma meritatamente perchè dotato di ottime capacità di regia e formazione di una storia.
In questo film un personaggio misterioso Sabàta arriva in un paese dove alcuni uomini potenti della zona hanno organizzato una rapina ai danni della cassaforte dell'esercito nordista.Il pistolero con l'aiuto di Garrincha,un petulante messicano fanfarone e micidiale con il coltello,Gatto Mammone , un indiano muto e che è abilissimo nel saltare da un tetto all'altro, e di Banjio un pistolero che usa il suo strumento musicale a mo di fucile,combatterà contro questa banda di criminali
Geniale nelle trovate-la morte del cattivo ne è un esempio-fantasioso nei personaggi-gatto mammone,banjio ne sono la prova- un film bellissimo western appassionante e divertente ,ricco di azione e spettacolo..Da vedere!
Ottimo Lee van cleef ,protagonista della pellicola

I MAGLIARI DI FRANCESCO ROSI

Quando eravamo noi italiani,costretti ad abbandonare la Patria e a subire lo sfruttamento e il razzismo di altri popoli.Quando vivevamo ammucchiati in luride baraccopoli,con la paura che la polizia ci beccasse e ci rispedisse indietro.
Quante storie di miseria e fatica,quanti dolori hanno vissuto milioni e milioni di italiani in tutto il mondo,quanti morti sul lavoro per fare grandi altre nazioni.
Questo film di Rosi affronta l'argomento parlando di una categoria particolare :i magliari.Mezzi imbroglioni,mezzi venditori.Questi nostri connazionali giravano in lungo e largo la Germania vendendo stoffe di dubbia provvenienza.
In particolare la storia si concentra su due personaggi:Mario,umile e onesto lavoratore che per una serie di coincidenze si trova a dover collaborare con Totò,un magliaro dalle grandi ambizioni.Tanto che convince un noto industriale tedesco ad affidare a lui la scelta delle stoffe,questo scatena l'ira di altri concorrenti-polacchi- e del suo ex capo ,un camorrista di nome don Raffaele.Un film amarissimo,che scava nella profondità della questione politica e sociale,offre ritratti veritieri e taglienti dei protagonisti
Giganteggiano Salvatori e Sordi,davvero bravissimi.

mercoledì 10 dicembre 2008

BRONTE di FLORESTANO VANCINI

La storia è la materia più importante tra quelle studiate a scuola.Perchè senza di essa,senza conoscerla,impararla,difenderla,si rischia di credere a un Pansa qualsiasi,cedere al revisionismo,essere arrogantemente ignoranti,come succede spesso da noi.
Questo film scritto da Vancini con Leonardo Sciascia,Nicola Balducco ,Fabio Carpi,racconta un vero e ignobile fatto legato all'unità di italia:la strage di Bronte.
In questo paese il popolo eccitato aspetta l'arrivo di Garibaldi,i contadini finalmente potranno avere le terre per loro ed essere liberi.Basta vicerè,basta sfruttatori,basta punizioni e umiliazioni.
L'avvocato liberale Nicola Lombardo si occupa di mantenere la calma e di far passare la linea di un cambiamento politico.Dalle montagne però scende Calogero Gasparazzo,un carbonaro che insieme ai suoi e ad alcuni contadini stermina i padroni del paese.Ovviamente questo segna una distanza tra i metodi feroci e di giustizia proletaria del carbonaro e quelli di affidarsi alle leggi,allo stato dell'avvocato liberale.Se dovessimo pensare alla storia d'italia,vedremmo che non esiste legge di stato e democrazia borghese che manifesti l'intenzione di fare giustizia per i torti subiti dai proletari e dalle classi più emarginati.Non credere a questo tipo di giustizia è una cosa a mio avviso giusta e quasi doverosa,lascio ad altri il mito della legge che tanto piace a travaglio o di pietro.
L'arrivo di Bixio però sconvolge la cittadinanza,manifestando disprezzo e incomprensione per il popolo e preso solo dai suoi piani di conquistatore,questo pirlone crea in fretta e furia una commissione che porterà ,usando metodi cari ai borboni,alla fucilazione in paese di cinque innocenti.Più le pene contro 150 villici a catania.
La rivoluzione e la libertà come vengono viste e capite dal popolo,e come invece vengono usate dai conquistatori per far passare un nuovo potere repressivo per sotituire uno vecchio e obsoleto.
A rimetterci i contadini,il popolo,mentre una nuova colonizzazione dal nord porterà effetti devastanti sulla popolazione del sud.Nascosta dietro alla lotta contro i briganti,nata dall'incomprensione di una falsa rivoluzione,di un cambiamento parziale,classica storiaccia italiana

NUOVO CINEMA PARADISO di GIUSEPPE TORNATORE

Film premiato con l'Oscar e non poteva non essere altrimenti,in quanto è costruito ,pensato,ragionato per piacere al vasto pubblico e per appassionare gli americani.Una pellicola ruffinissima,allora?Certo!Ma con grande gusto e girata davvero bene.La storia del piccolo Totò che stringe amicizia con Alfredo proiezionista del cinema parrocchiale Paradiso,è ben scritta e diretta.Tocca temi importanti come l'amicizia e l'amore per il cinema.Un amore inspiegabile a volte,spesso mal corrisposto,ma che quando ci colpisce difficilmente si perde.Oggi non è che stia benissimo:le mocciate,il sentimentalismo borghese,il tarantinismo,i blockbuster senza personalità,eppure da qualche parte c'è sempre un regista o un film che colpiscono perchè fanno altro e qualche volta raggiungono persino un oltre.Certo le sale sono diventate "multisala",cambiando profondamente il modo di porsi come spettatore nei confronti del cinema.Non più i chiassosi,ingenui,partecipanti spettatori del film di Tornatore,ma posti prenotati,nn si entra più all'inizio del film,una visione passiva e subita,senza intervento e commozione nella scoperta o nella polemica contro o a favore di questo o altro autore.Un pubblico disciplinato,spento,che si accontenta e gode di pieraccionate,cinepanettonismo,di sbobba sentimentalista,di maledettismo con i dollaroni e senza reale perdizione.Per non parlare dei critici improvvisati,di chi a tutti i costi vuo, difendere il trash,il b-movie anche quando il giochino ha ormai stancato e da quella parte ormai il meglio è stato rivalutato e non ci rimane che l'amarissima riscoperta del genere che più di altri ha manifestato la fine del cinema in italia:la commedia scollaciata.Così tra chi è passivo e chi si improvvisa critico,lo spettatore ha subito una trasformazione verso il peggio di grande rilevanza,segno anche dei nostri tempi cafonissimi e ignoranti.
Il film di Tornatore in questo senso è una boccata di ossigeno, di dolci ricordi e tenere nostalgie,il finale quando demoliscono il cinema è assolutamente commovente e straziante.Il film lanciò la breve carriera di Totò Cascio-molto bravo in questo film,peccato che successivamente interpretò quella cazzata letale di Jackpot con Celentano,un film a dir poco non riuscito-un grandissimo Noiret,e un toccante Cannavale.
Film che merita di essere visto,perchè pone delle riflessioni sul cinema e sul fatto di essere spettatori

COLLATERAL di MICHEAL MANN

Micheal Mann è un regista che chissà per quale motivo non è riconosciuto come dovrebbe.Certo i cinefili lo conoscono,ma nonostante abbia creato opere legate ai generi di una certa sostanza tecnica e artistica, non ha mai avuto la conclamanzione a maestro quale effettivamente egli è.
Questo film è tra i suoi migliori,insieme a mio avviso a Manhunter,perchè nella semplicità della trama manifesta l'intenzione di toccare temi non sempre presenti in film di questo tipo.
Max è un taxista di L.A. che conduce una vita come tante altre:un lavoro che dovrebbe servirgli solo per pagarsi il progetto della sua vita-ma che non lascerà mai perchè forse non vuole rendere reale quel progetto-un futuro di soldi e successo e un ritiro sulla solita isola caraibica.Una persona normale,mediocre,con sogni minimi,seppure ambiziosi.Un giorno carica sul suo taxi un uomo che gli cambierà totalmente la vita:Vincent.Uomo raffinato e pericoloso in quanto killer,anche se al contrario del tassista egli ha momenti di pensieri più profondi sul mondo e sulla solitudine inutilità della vita umana
Perchè questo è il tema del film:la solitudine nelle grandi città,come nel resto della società.Uomini che vivono,ammazzano,sperano nell'ombra ,dimenticati e dimenticabili.Il tutto travolto dall'indifferenza e dai rumori della città,inghiottiti dal nulla di esistenza senza futuro.Il finale è speranzoso per Max,ma la strada per arrivarci è un viaggio nella morte e nel terrore
Un film bellissimo che attraversa il genere ,per diventare un simbolico atto di accusa all'alienazione,solitudine,violenza della nostra società
Ottimi i protagonisti:un cattivissimo Tom Cruise, e un credibile Jamie Foxx

MIAMI VICE di MICHEAL MANN

Una serie a dir poco mitica quella di Miami Vice:come non ricordare le ferrari ,i vestiti di armani,l'imbarcazione con l'alligatore e una serie di storie tra glamour e cupezza segno identificativo di questo telefilm.
Una visione nera dell'era reaganiana seppure non fortemente in contrasto,ma dalla sua ha sicuramente delle storie avvincenti e una buona confezione.
Il film è una rilettura,una rielaborazione più che una vera trasposizione cinematografica.Più o meno ci sono tutti i personaggi,tranne Castillo il capo interpretato da Edward James Olmos,per uno spettacolo tuttosommato buono.
Mann è un grande regista,un vero autore di opere metropolitane.Non è affetto da tarantinismo quindi zero grado di idiozia da cattivisti alternativi trendy,ma un ritratto duro del mondo e delle leggi del narcotraffico.I due eroi protagonisti dovranno smantellare una rete di spacciatori che vede uniti i paramilitari di estrema destra colombiana-gli amici di Uribe,l'amico degli states-e i nazisti americani.Una critica che colpisce con precisione il bersaglio.Il film ha un ritmo non velocissimo,e questo è un bene.Nulla è lasciato al caso nei film di Mann e se si sofferma su un viso per lungo tempo è perchè vuole mostrarci la disperazione o lo smarrimento.Buona la colonna sonora,e le interpretazione-pure Farrel è decente-forse c'è fin troppo erotismo ,cosa che spinge a una certa scelata un po' patinata e che sicuramente non aggiunge niente alla pellicola.
Insomma un gradevolissimo poliziesco,degno di essere visto

domenica 7 dicembre 2008

IL SUO NOME E' TSOTSI

Ritratto durissimo e feroce delle periferie sudafricane,il film manifesta come le problematiche reali non siano mai collegati a fenomeni di "razze",ma di classi.
In quanto è dimostrato che dopo l'ignobile regime xenofobo che per decenni ha colpito la nazione di Biko e Mandela,la situazione per i poveri non sia affatto cambiata.
Neri arricchiti,neri che fanno i poliziotti e sono più duri loro con i propri "fratelli" rispetto al poliziotto bianco, e neri che non avranno mai un minimo di libertà e prospettive migliori,travolti da una miseria che si tramanda di generazione in generazione.
Il protagonista è un delinquente che vede la sua terribile vita,cambiare quando durante una rapina ai danni di una giovane appartenente alla medio-alta borghesia,scopre che sulla macchina rubata c'è un bimbo di pochi mesi.
Da quel momento riflette sulla sua vita,gli errori,le crudeltà e cerca seppure utilizzando metodi non proprio convenzionali e ortodossi di uscire dalla sua situazione e posizione sociale.

Un film che talora sembra manieristico,ma che ha momenti davvero coinvolgenti e toccanti,dove si mostra l'altra faccia di democratiche e civili rivoluzioni,rapporti di classe,disperazione del sottoproletariato-ben denunciato dal professore,uno dei giovani delinquenti.Anima politica e di denuncia del sudicio quartiere criminale-paternità e riscatto.
Un buon film,che merita di essere visto!

PICCOLO MONDO ANTICO di MARIO SOLDATI

Tratto dal romanzo di Fogazzaro,questa sublime opera dello scrittore e regista torinese si può iscrivere nel calderone dei melodrammi storici.
Genere che attraverso lo schema rigido e ripetitivo dell'amore contrastato -tra un personaggio nobile e l'altro no- mostra particolari scenari storici:rivoluzionari o di cambiamento
Qui ci sono i "patrioti" che vorrebbero l'Italia unita e libera dagli invasori o dai stati papali.Un nobile Franco,vittima di una cattivissima nonna -donna avida di denaro e ben voluta dai potenti,quanto dal compiacente prete-che si innamora di una donna del popolo.Lotteranno contro le brame della vecchia e supereranno la tragedia di una figlia persa,perchè per loro c'è la speranza di una nuova terra e di libertà.Così lui con la simpatica ottusità degli idealisti parte per combattere e lei lo saluta con commozione dal porticciolo.
Un bellissimo esempio di cinema letterario e di costume,certo un po'datato in alcune interpretazioni,ma gustoso.
Ottimo l'uso del montaggio nella scena dell'incubo della marchesa,non mancano frecciate contro un certo mondo clericale e si sospetta che il film sia stato usato in modo anti-fascista.La polizia del periodo e certe parti di dialogo della contessa e dei suoi amici paiono essere collegabili al fascismo.
Film di altri tempi che vale la visione

Certo che l'Italia poi è stata completamente modificata rispetto ai presupposti iniziali,governi liberali deboli e tenetazioni guerresche e imperiali-la libia- che hanno minato la credibilità del paese che migliaia di patrioti hanno voluto far nascere.Dopodiche il fascismo,la gloriosa stagione della resistenza-checchè ne pensi un pansa qualsiasi-i democristiani e grigi anni 50,la celere di scelba,i morti di reggio emilia,il 68,l'autunno caldo...momenti di grande entusiasmo,spazzati via dalla reazione dello stato dei suoi servizi e dai criminali fascisti:piazza fontana e le altre stragi.
I rivoluzionari rossi troppo pochi per una guerra folle,il riflusso,quella rivoluzione profondamente borghese di tangentopoli,l'arrivo del berlusconismo ormai maturo per rovinare il paese,genova e un movimento debole che si credeva forte,la fragile e risibile parentesi prodiana,l'inutile nascita del pd, il populismo orribile di Grillo e il giustizialismo idiota di di pietro e company,le aggressioni e uccisioni razziste-fasciste,le morti bianche ,l'onda studentesca che non diventa mai tsunami,la crisi economica.
Povera patria,direbbe Battiato

UNDERGROUND di EMIR KUSTRICA

Tranne qualche sprovveduto,qualche disciplinatissimo e presuntuoso spettatore dal gusto medio e mediocre,è umanamente impossibile non rimanere affascinato da questo gioiello del regista serbo.
Accusato di pseudo-fellinismo,critica superficiale in quanto Kustrica è un regista visionario che tende a rendere assai personali le sue visioni ,seppure l'influenza di Fellini esista essa è trattata in modo assai personale.Uno stile proprio ben riconoscibile
La cifra artistica che ci permette di comprendere l'opera di questo straordinario regista è sicuramente:la tragicommedia.
Imbastardita dalla cultura jugoslava e che fonde:umorismo grottesco esasperato,tragedia tagliente,poesia urticante nel suo essere così necessaria e urgente.
Questo film è la summa della poetica kustrichiana:umorismo travolgente,tragedia che brucia il sangue e le lacrime e poesia che farebbe piangere anche il demonio-se esistesse.
La storia di due amici :Marco e Nero.Comunisti e partigiani dai caratteri travolgenti e non sempre moralmente disciplinati -puttanieri,ladri,ubriachi di vino e libertà- i quali durante la seconda guerra mondiale sono uniti da amicizia fraterna.Di contorno vediamo altri personaggi,come il dolce ragazzo balbuziente dello zoo e altre figure tra grottesco e lirismo.
Durante un attacco nazista molta gente trova rifugio sotto uno scantinato.Questo posto darà a Marco un'idea assai crudele per poter vivere il suo amore con Natalia,attrice di cui Nero è follemente innamorato-tanto che la sposa dopo averla sequestrata al teatro.
Ossia:terrà chiuso sotto questo scantinato per oltre quarantanni il povero Nero e le altre persone,convintissime di essere sempre nella seconda guerra mondiale.Così nasce un mondo parallelo:vivace e organizzato.Mentre sopra la coppia marco e natalia diventano potenti espressioni del partito comunista.C'è un set cinematografico che viene scambiato da Nero e il figlio come una sorta di postazione tedesca e sparano uccidendo gli attori,il figlio morirà annegato poco dopo.Di tragedia in tragedia fino alla conclusione durante il conflitto che ha visto smembrare una terra unita,anche grazie ad interventi vergognosi delle potenze europee.Finale di struggente bellezza e profonda commozione,dove il regista mette tutto il suo dolore per la situazione in jugoslavia.Dove gran parte delle brave persone di altri paesi hanno sostenuto i fascisti croati fregandosene o colpevolizzando i serbi,come è successo anche a Kustrica per questo suo straordinario e bellissimo film
Terra martoriata e ingiuriata:dalle fandonie dei revisionisti sul fenomeno delle foibe-senza mai citare in alcun modo il campo di concentramento italiano di Arbe e i massacri sulla popolazione e la cancellazione di quella gente e quel popolo attraverso l'italianizzazione -distrutta da una guerra infame come quella in Kosovo-usata per eliminare Milosevic,aiutando i mafiosi albanesi nel portare avanti il piano della Grande Albania-terra che per questo amo profondamente-tranne gli ustacia croati.

Per una vera informazione su quelle terre evitare Tommaso Di Francesco del Manifesto,e leggere Fulvio Grimaldi

Oppure vedetevi i meravigliosi film di Kustrica

venerdì 5 dicembre 2008

IL RESTO DI NIENTE di ANTONIETTA DE LILLO

La storia vera di Eleonora Fonsceca, una nobile di secondo piano che rimane coinvolta durante la rivoluzione e la fondazione della Repubblica Napoletana.
Ritratto di un personaggio che nella sua fragilità e trasparenza è simbolo perfetto dello spirito democratico e/o rivoluzionario.
Il film studia attentamente come i grandi ideali e speranze messe in atto sono costretti a soccombere nei confronti della restaurazione.Lo stile raffinato e la bravura degli attori,trasforma quindi una normale apparentemente storia "in costume" e di genere "letterario", in una vibrante considerazione e lezione sulla politica e la rivoluzione.Interessante e credibile lo scollegamento tra il pensiero rivoluzionario e la costruzione di una società diversa o migliore e le mancanze popolane .Tanto che la stessa Eleonora capisce che si deve fare qualcosa insieme al popolo,tanto che si circonda di donne con una morale assai dubbia e popolani.
Oggi con la classe operaia che vota a destra,il popolino che sostiene con ignoranza arrogante piena di sè le tesi reazionari,vediamo in atto che il romanticismo borghese sul popolo deve essere rivisto.Per questo dobbiamo puntare molto sulla trasformazione popolare usando l'istruzione e la cultura,affinchè possano spezzare le catene di cui vanno fieri.Frantumare e dividere il proletariato a suo agio nel tempo dello sfruttamento precario e riporlo su punti di sovversione .
Si,ma va bene anche una pizza in compagnia!

giovedì 4 dicembre 2008

LE IENE DI CHICAGO di RICHARD FLEISCHER

Richard Fleischer ,è un autore di cinema popolare assai ben fatto.Ha spaziato in lungo e largo attraverso tutti i generi cinematografici,spesso con a disposizione un budget ridicolo,
Questa pellicola si è guadagnata una nomination all'oscar per la sceneggiatura e rappresenta un chiaro esempio di noir americano degli anni 40
Due poliziotti devono proteggere una testimone,ma l'intervento di un ganster pone fine alla vita di uno dei due sbirri.L'altro parte con la testimone su un treno per los angeles,dove la donna-ex di un gangster-dovrà testimoniare contro una potentissima banda criminale.Sul treno salgono anche alcuni individui che vogliono la morte della donna.Inizia una battaglia dei nervi fra i malviventi e lo sbirro.Peraltro questo Brown .non è nemmeno un eroe e combina diversi guai.
Un ottimo esempio di gangester-movie,dal ritmo serrato e mozzafiato.Ottimi i colpi di scena e la caratterizzazione dei personaggi
Invece di girare il film su un set mobile l'hanno girato su uno fisso,muovendo a mano la telecamera al fine di creare la sensazione di stare su un treno
Nei 90 Peter Hyms ha diretto un remake con Gene Hackman

martedì 2 dicembre 2008

LA NEVE NEL BICCHIERE di FLORESTANO VANCINI

Florestano Vancini è stato un regista assai prezioso e importante- almeno a mio modesto avviso-per il cinema di indagine sociale e politica nazionale.
Con questa opera televisiva,lontanissima da tante fiction odierne. racconta il canto del cigno della cultura contadina-mondo e cultura narrati benissimo in film quali NOVECENTO o L'ALBERO DEGLI ZOCCOLI-attraverso le vicissitudini di una famiglia di contadini del ferrarese.
Mestieri e professioni scomparsi ormai da tanto tempo,tradizioni e valori modificati e in peggio dai decenni e dalla dittatura fascista ,la nascita delle leghe contadine e del socialismo,la rivolta proletaria e i conflitti dentro il movimento-che rimangono tali e quali ancora oggi-seguiti con un metodo assai legato alla realtà e alla sua rappresentazione,con concessioni romanzesche nei lutti e negli amori-ma anche questi assai credibili perchè ben contestualizzati,
Un'opera assai importante dal punto di vista televisivo,perchè parte di una tv che prende dal cinema e offre un servizio realmente pubblico e culturale.
La storia ha l'andamento delle saghe popolari e contadine e si pone come riflessione sociale e politca non banale

GOSTANZA DI LIBBIANO di PAOLO BENVENUTI

Paolo Benvenuti porta sullo schermo questa opera importante e fondamentale all'interno della debole scena cinematografica nazionale fatta di commedie giovanil-borghesi e patetiche ricostruzioni storiche
Usa un approccio alla materia di massima severità figurativa e interpretativa,pare a tratti di visionare un film muto stile Dreyer e una rappresentazione teatrale filmata, che non permette sbavature e incongruenze,ma solo la realtà dei fatti
Il film è infatti tratto da un episodio vero di sospetta stregoneria e si basa sugli atti processuali.
Una donna accusata di essere una strega ,Gostanza, si vede costretta a confessare per evitare le torture.Da qui un pensiero sui poteri che degradano la persona con l'uso delle sevizie e sopratutto il compiacimento gelido e sadico da parte di uomini di chiesa e convento nell'effetuarle.Come se attraverso ad esso, questi uomini si sentano protetti dal potere femminile o dei diversi.
Un femminicidio lungo secoli,penso la peggiore strage mai effettuata da uno stato o da un regime,nelle mani candide di chi parla di paradisi e beati gli ultimi.Mostrando così in modo diretto l'ipocrisia e lo schifo morale che stanno alla base del clero-non utlimo,il vaticano non riconosce la depenalizzazione del reato di omosessualità.Proprio lo stato con maggior pedofili e pervertiti,si impunta su posizioni che offendono l'intelligenza degli uomini-la condizione femminile di prigionia e terrore,le confessioni strappate con la paura.

Il film che non è per nulla semplice e di facile assimilazione,è però una tappa obbligata per chi crede in un cinema urgente e necessario.Non docile,non dabbenista,non giustificazionalista,ma un grido di denuncia profondo e tagliente

Bravissimi gli attori ,tra tutti ovviamente spicca la protagonista:Lucia Poli

IL PETROLIERE di PAUL ANDERSON

Paul Anderson è, a mio modesto avviso, il miglior autore cinematografico americano di questi ultimi dieci e passa anni.Sicuramente meglio dello strombazzatissimo tarantino,per stile ed efficacia.
Ha descritto in modo superbo il periodo d'oro e il declino del mondo controverso ed affascinante della pornografia, "Boogie Nights", ha diretto il capolavoro degli anni 90 "Magnolia"-splendido affresco pre e post apocalittico sul genere umano,le miserie e la nobiltà che ci portiamo dentro-e ora arriva con questa pellicola rigorosa ed epica.Votata a una cattiveria non fanciullesca e piccolo borghese come le opere di Tarantino,ma trascinata da una visione etica e morale assai tagliente e combattiva
La storia è di per sè semplice: un uomo che si costruisce da solo il suo successo come petroliere si scontra,in una sperduta regione americana, con un giovane ciarlatano invasato
Capitalismo e religione,due piaghe che spesso viaggiano insieme e che da secoli rendono prigioniere le classi meno abbienti
Non solo questo,è la pazzia del potere,la solitudine mostruosa e assassina di chi crede di avere nelle mani vite e realtà altrui.Un assassino senza pietà,un padre disastroso,che si rovina in una lucidissima pazzia
Questo ,pare dirci lo sceneggiatore e regista, è la via del capitalismo e del fondamentalismo religioso,alla base di crimini e stermini in giro per il mondo
Una società in mano a folli omicidi e cialtroni che blaterano di paradisi ,ma solo per ingannare i poveri di spirito
Questa storia nella sua potentissima allegoria ,è certamente un monito sul come vadano le cose e in che mani siamo.
Daniel day Lewis giganteggia nel ruolo del protagonista,tanto che da semplice personaggio inziale-con limiti e pregi- mano mano che la storia avanza diventa sempre più un simbolo satanico di perdizione e sconfitta etica.

Da vedere assolutamente!

martedì 18 novembre 2008

UNA GIORNATA PARTICOLARE di ETTORE SCOLA

Spesso per raccontare come funziona un regime ,è meglio analizzare e denunciare le distorsioni quotidiane,più che i grandi gesti degli eroi democratici.
Come avviene in questa magnifica pellicola di Scola ,che ha scritto insieme a Ruggero Maccari-nome fondamentale del cinema italiano-e con la collaborazione di Maurizio Costanzo.
Il film si svolge tutto durante una giornata "particolare" sia per il popolo , che per i due protagonisti.

Infatti la trama ambienta le vicissitudini di Antonietta e Gabriele,durante l'arrivo a Roma di Hitler.Significativo che per tutto il film la colonna sonora è assente,l'unica presenza sonora è quella di una radio ad altissimo volume che trasmette l'odiosa retorica fascista sull'incontro dei due dittatori, o grandi statisti-dipende da che punto considerate la storia,in questi tempi di negazionismo e revisionismo.

Questo per dare l'idea palpabile di come il regime fascista-ma in realtà qualsiasi regime,anche le democrazie borghesi e reazionarie moderne-non lasciano libero il cittadino nemmeno un momento ,ma lo incastrano all'interno di una rete fatta di propaganda e controllo.La presenza della radio e della voce dello speaker sono inquietanti "controllori" del metodo di vivere e rieducare all'obbedienza cieca nei confronti di una deriva autoritaria e sottilmente crudele-bè,sottilmente un paio di balle:l'olio di ricino,le manganellate,poi le torture e le uccisioni in guerra o contro i partigiani...Il regime fascista non è mai stato quell'insieme di balordi esaltati ,buffoni e sboroni che certo cinema e tv voglion farci credere,erano dei freddi e spietati assassini e aguzzini nel nome di una robusta ideologia-che avvolge i due protagonisti e li isola dal contesto

Antonietta è una donna che nonostante i sei figli,il marito,una normale vita da "fascista"-possiede un album dove ritaglia le foto del duce -è persa nella solitudine di chi è solo macchina di riproduzione e "angelo del focolare",vive disperatamente un'esistenza senza particolare significato,persa nel suo ruolo imposto e nella sua profonda ignoranza.L'altro Gabriele è un ex annunciatore della radio,omosessuale e proprio per questo allontanato dal suo posto di lavoro.
Tra i due nasce un'attenzione reciproca,un cercare di sommare due solitudini per vivere a pieno i propri desideri e una vita altra e oltre alle regole stabilite e da non trasgredire.
Un film intenso che oltre a essere un buon documento storico su quella giornata,è anche tra i pochi film che parla esplicitamente di omosessualità senza macchiettismi e birignao fastidiosi,ma donando alla figura del gay uno spessore umano e psicologico che essi hanno.
L'omosessualità spaventa e turba ancora oggi lo spirito bigotto del paese,e quando si dice che son stati accettati,dovremmo vedere in che contesto:quello di pagliacci telematici.La tv,con la collaborazione di alcuni di loro che svendono sè stessi e la loro dignità, ce li mostra squittanti,superficiali,urlanti,schiamizzanti, offrendo una visione da buffoni,piuttosto che da persone normali quali sono.Che meritano rispetto,che dovrebbero sposarsi e adottare bambini ,ma su questi punti i reazionari bigotti,l'invadente chiesa , e la debolezza dei democratici puntano fortemente per ostacolare qualsivoglia passo realmente progressista.

Ritornando al film:bravissimi Sofia Loren e Marcello Mastroianni.Vivono intensamente i loro personaggi,ma senza gigionerie ,anzi con una pudicizia e pulizia che risaltano ancora di più lo spessore dei caratteri che interpretano.
Uno dei film migliori di Scola,un capolavoro che non andrebbe perso!

venerdì 14 novembre 2008

SPARTACUS di STANLEY KUBRICK

Nato per volontà di Kirk Douglas,che voleva portare sullo schermo una sorta di risposta al kolossal Ben Hur, questa pellicola si lascia subito amare per una certa crudeltà ed epica poca propensa a smancerie o a scappatoie pesantemente religiose.
La storia dello schiavo trace che guida la rivolta degli schiavi durante il periodo della nascita del futuro Triumvirato,è una vera e propria lezione di come nasce e fallisce una rivoluzione.Mai in una pellicola epica e storica hollywoodiana il contesto politico dello scontro tra classi,tra popoli occupati e oppressi e occupanti è stata così chiara e lucida.
Quante storie odierne si potrebbero adattare alla lezione di Spartaco?In un mondo schiavo dell'impero capitalista del libero e selvaggio mercato,dove tutto ha un costo,si dovrebbe pensare alla rivolta delle masse meno abbienti verso la distruzione dello stato attuale delle cose.Spartaco è un film sulla libertà che si conquista e sulla rigida efficacia del potere nel stroncarla,andrebbe bene per rappresentare anche la splendida storia lunga 12 anni di contestazioni operaie e studentesche in Italia,o le rivolte del popolo palestinese e iracheno contro gli occupanti sionisti e americani.
Un film che segna il distacco dallo spettacolo costoso,che si stacca pur usando mezzi comuni ad altri dalla rappresentazione del denaro usato per parlare di altro.Analizza profondamente la situazione di corruzione insita nel potere romano e offre grandissime interpretazioni di Douglas,Olivier e Laughton

Uno tra i migliori del genere-tra gli altri ricorderei con piacere anche Woody Strode e Tony Curtis.Il primo nei panni di un gladiatore ribelle che ispirerà Spartaco e il secondo nel poeta di corte che diventa un combattente per la libertà degli schiavi.

venerdì 7 novembre 2008

RIFLESSI IN UNO SPECCHIO SCURO di SIDNEY LUMET

Uno dei film più inquietanti e cupi sulla figura del "tutore dell'ordine".ma non solo:anche una riflessione seria e amara sulla violenza,sui ruoli,sul doppio ,sulla zona oscura di tutti noi.
Un sergente della polizia britannica indaga sugli omicidi e stupri al danno di alcune bambine.Coinvolto totalmente nel caso,tanto che una volta arrestato un indiziato ,il solerte sbirro strenue difensore della sicurezza cittadina e nemico di tutti i cattivi che fa?Lo ammazza di botte.
Chi è il vero colpevole?Cosa nasconde la mente distorta del poliziotto?Cosa unisce e separa un delinquente da un tutore dell'ordine?
Il film è profondamente cupo e crudele,non concede tempo alla fuga,alla speranza.Un mondo violento e feroce che alimenta e forma individui normalmente folli,macchine infernali di tortura e malattia.
Chi è l'assassino di bambine?Il poliziotto o l'indiziato?Chi innocente e colpevole.
Un'indagine profonda e amaramente cinica della società e mente umana.Grandissimo film da vedere ,bravissimo Sean Connery

martedì 4 novembre 2008

ARIZONA DREAM di EMIR KUSTRICA

Film americano di Kustrica,all' origine doveva essere un thriller di azione,ma nelle mani del geniale regista serbo è diventata una diseguale,imperfett a,ma strepitosa opera d'arteIl tema della passione che sconvolge le vite, si amalgama benissimo con il bisogno di sognare anche nel senso più comune e immediato del termine-la vita onirico e sfuggente a qualsiasi regola sociale che è il sogno,viene celebrata in questa pellicola-come anche il sogno di altre vite e possibilitàDopotutto non si parla di American Dream?Per questo il regista sceglie di girare un film non comodo con il popolino yankee riflettendo sul potere del sognare.Un film che nonostante certe incursioni nel citazionismo cinematografico- ma con un linguaggio alto e oltre che Tarantino se lo sogna-e di spiazzante ironia nel tratteggio di certe scene e personaggi,è un lungo canto funebre, una tragica escursione sulle lande meno accessibile e più difficili e pericolose dell'amore.Axel che lavora a New York catalogando i pesci viene portato in Arizona,poichè lo zio-responsabile della morte dei suoi genitori- si deve sposare con una ragazza molto più giovane di lui.Il ragazzo però rimane intrappolato in una turbolenta relazione sentimentale con una signora di mezza età ,spirito libero e con la passione del volo e sua figlia una ragazza rabbiosa e infelice.Film sul volare sopra le disperazioni della vita amorosa e del declino occidentale per approdare in terre lontane,pericolose e poco ostili,ma capaci di generare la rinascita di una nuova umanità Grande cast:johnny depp,jerry lewis,faye dunaway,vincent gallo,jessica lange. Il film fu un clamoroso insuccesso,per mille problemi avuti durante e dopo la lavorazione, ma nella sua imperfezione raggiunge livelli lirici assoluti

lunedì 3 novembre 2008

LA FAMIGLIA di ETTORE SCOLA

Quasi un secolo di vita italiana attraverso la storia di una famiglia della medio -borghesia
Professori universitari e affini,dal 1906 al 1986.Certo l'attenzione è sulla struttura famiglia,e la storia rimane assolutamente sullo sfondo. Maggiore attenzione al periodo fascista,ma sopratutto al ruolo delle persone all'interno di un'istituzione come la famiglia
Messa in discussione negli anni bellissimi e fondamentali della contestazione,resuscitata ipocriticamente ora:nei tempi della più bieca riproposta reazionaria .
Il film gioca e colpisce su piccole malinconie esistenziali e attimi di solida malinconia-il padre che dipinge il nonno morente e così via-parla della vita quotidiana delle persone che anche nel mezzo di momenti assai difficile cerca amore e passione.
Revisionista?Accomodante?Forse,rimane però una bella pellicola di quelle che coinvolgono e appassionano.
Un cast meraviglioso da un immenso Gassman.ai Dapporto padre e figlio,fino alla Sandrelli.
Un film che visto e rivisto, non delude mai.

L'UOMO DI VETRO

Leonardo Vitale è stato il primo pentito di mafia. Non solo,ha pagato questo suo pentimento attraverso l'inferno dei manicomi,quelli precedenti il 1978 e la legge Basaglia,che mettevano al centro il paziente non come oggetto da vivisezionare con ferocia scientifica,ma individuo da reinserire nel contesto sociale
I mafiosi,la legge-tranne un commissario coraggioso che gli darà piena fiducia-lui stesso attraverso crisi e sprazzi di lucidità,giocheranno contro le parole di denuncia nei confronti di questa piaga sociale che sono le mafie
Quelle forze criminali che minacciano e pongono in pericolo non solo i Saviano,ma anche tanta gente che si batte per dare la libertà a un popolo-spesso complice-dalle catene della dittatura mafiosa.
Il film racconta la sua vita,con uno stile partecipe e commosso,ma fuori da ogni retorica "piovrista", vi ritroviamo invece il rigore del cinema di denuncia anni 70.Uno stile che non diventa elemento cinematografico a sè,ma che è al servizio di una storia,di una vita

La situazione dei malati di mente non è al massimo,anche se abbiamo una legge ottima
Purtroppo per l'incompetenza degli enti,o per incapacità strutturali non sempre è al servizio del cittadino come dovrebbe essere.
Per questo uno stato democratico,invece di inneggiare ad elettroschock e altre amenità dovrebbe far funzionare quella legge
La mafia,invece, è ancora un male forte della nazione,cambia pelle e strategie e nascono nuove e feroci bande armate.
Lo stato ,quando è minacciato da elementi di lotta anti-istituzioni,chissà perchè è sempre riuscito a distruggere questa minaccia.
Non è lo stesso,con la mafia.Forse perchè anche essa facente parte di una parte grossa dello stato?

giovedì 30 ottobre 2008

LUNA ROSSA di ANTONIO CAPUANO

Film notevole seppure non del tutto riuscito.La storia del crollo di una famiglia di camorristi,dilaniata da infedeltà e torbidi piani per la presa del potere,che viene distrutta dal figlio "malato e ribelle".
Capuano sceglie una strada diversa e insolita per parlare dei mali che attaccano le famiglie e nel loro insieme la società.Meschinità ,desideri incontrollabili di piacere personale,bramosia di potere e ambizioni smodati che portano l'individuo a perdersi del tutto trascinando con sè la vita di molte altre persone
Si cerca un richiamo con la tradizione della tragedia greca,si punta in alto mischiando il genere di film camorristico /mafioso con un rigore e una ricerca sperimentale dal sapore avanguardistico e sperimentale

Il male d'italia cioè la criminalità organizzata analizzata come una famiglia allo sbando,marcia dentro.
Questo ci può fare riflettere anche sulle meschinità che si vivono quotidianamente ,i tradimenti e i calcoli per avere quella fetta di potere , di goduria da poco,ma che danno l'illusione di essere meglio di altri.

Per questo il film-seppure non del tutto riuscito e un po'confuso- mi piace,è una di quelle pellicole che cercano l'altro e l'oltre,superando la storia di crimine per arrivare a essere un apologo morale ed etico su quali sono i mali del tempo

lunedì 27 ottobre 2008

TOTO' E CAROLINA di MARIO MONICELLI

Prima della guerra preventiva,in Italia avevamo la censura preventiva:questo film è una limpida dimostrazione.
La polizia infatti trovò osceno che essa venisse descritta attraverso il personaggio di Totò,uno sbirro un po' ottuso e non molto perspicace,non furono i soli guai.Vennero censurate diverse battute-quella bellissima in cui il principe de curtis dice a Anna Maria Ferrero:il sucidio non è per i poveri,ma per i ricchi .Loro possono permettesserlo,noi no-ma anche battute come quella dell'urbe-Antonio Caccavallo agente dell'urbe- e di chiaro riferimento satirico nei confronti del fascismo.Eliminata anche una scena in cui,Totò viene interrogato da un suo collega sugli articoli inerenti ai comportamenti della celere in piazza,ovviamente il maestro della comicità partonopeo non sa rispondere.
Insomma un ritratto di sbirro che non piacque alle forze dell'oridine,andò incontro anche ad altre ire di stampo democristiano
Pensate ad esempio alla scena quando Totò sorpassando un camion di lavoratori che cantano bandiera rossa urla:buttatevi a destra.
Dopodiche a un passaggio ferroviario viene tamponato da un camioncino,Caccavallo scende furioso-convinto che siano i comunisti-invece si ritrova a che fare con un prete e un gruppo di scout,lo sbirro da incazzato diventa agnellino-segno della referenza che tutti i "poteri " hanno per la chiesa.
Oppure,quando Carolina accusa il patrigno di andare di notte nella sua camera per abusarne
Insomma un film troppo vero,troppo bello per piacere ai dorotei,alla sbirraglia e affini
Soggetto di Ennio Flaiano,sceneggiatura di age,scarpelli,sonego e lo stesso monicelli-al primo film da solo senza steno- film che è stato tagliato,ostacolato,censurato da un potere ridicolo e "coglionesco",come se non bastasse la pellicola si è dovuta fermare perchè durante una scena-quella dove totò si butta in un torrente,girata dall'attore senza controfigura- il principe si ammalò di polmonite,così le riprese si son fermate per un certo periodo.Ripresero a Torino-la ferrero era lì per fare amleto-
Dimenticavo come aiuto regista un tale Gillo Pontecorvo.

Film che oggi è possibile vedere nella sua reale formazione,alla faccia della censura.
Basta che prendiate la copia del corriere della sera-collezione dedicata a totò,oltretutto dopo pagine e pagine di critica spazzatura e cretina,che trovate in certe collane western e poliziesche- mereghetti e fofi danno lucidissime letture e spiegazioni.

Buona visione!

giovedì 23 ottobre 2008

BOB ROBERTS di TIM ROBBINS

Come sempre c'è qualcosa nei film che va oltre la pellicola,la tecnica,la pura rappresentazione filmica e diventa profezia
Vedendo questo splendido film dell'attore Tim Robbins, non possiamo notare come tutto quello menzionato in questo film di 17-18 anni fa sia ancora assai attuale ,che un film giudicato grottesco all'epoca ora sia tristissima verità.Le guerre,i candidati fieri e forti della loro ignoranza reazionaria,la violenza popolana vestita da ricerca di sicurezza,il disprezzo per i poveri ed emarginati, le associazioni sulla carta benefiche e in realtà finanziatrici di guerre e trasporto di droga,il successo economico sbandierato,la denigrazione qualunquistica e populista della politica,le banche che falliscono per colpa di un liberismo esasperato ed esasperante,la deriva fondamentalista cristiana.

Nelle vicende del cantante Bob Roberts autore di squallide canzonette fasciste, che sfruttando l'ignoranza delle masse diventa un politico importante,ci sono tutte le tragiche storie -per chi non li sopporta e supporta-dei vari berlusconi,bush,aznar e del peso che un capitalismo selvaggio e irresponsabile ha avuto sulla politica e sul sociale

Un grandissimo film,indimenticabile

ps:molto divertenti i dischi più importanti di Dylan rivisti in ottica conservatrice,non penso che Zimmerman sia dispiaciuta la cosa....guardare il doc di Scorsese per averne la conferma!

ALLA RIVOLUZIONE SULLA DUE CAVALLI di MAURIZIO SCIARRA

Rammento la sceneggiata di Laura Morante alla premiazione per il pardo d'oro di Locarno,a lei il premio dato a questo film non piacque proprio.Evidentemente la regina del cinema borghese e dabbenista con spinte isteriche non ama le commedia popolari.Cioè quei film che pur essendo leggeri raccontano episodi politici e sociali,cosa che per esempio un Ricordati di Me,non fa nemmeno di striscio
Lasciando perdere questo episodio,parliamo del film:decente,piacevole,gradevole. Non un capolavoro,ma un film dignitoso che merita proprio perchè unisce la leggerezza della commedia con intenzioni sociali e storiche appena acennate,certo,ma presenti.Un film che è utile per chi non ha vissuto quell'epoca fantastica che sono stati i 70,per chi vuol capire la storia recente europea,i regimi e la libertà dei popoli. Chiaramente la commedia prevale,ma il film in realtà non è fragile e racconta la storia di tre amici-due uomini e una donna- di nazionalità diverse che partono per assistere alla rivoluzione portoghese-nota anche come la rivoluzione dei garofani,per via del fatto che i soldati liberatori,portavan questo fiore-lungo la strada vivranno diverse avventure e peripizie,fino a quando raggingeranno Lisbona.Il finale è assai ironico e tagliente,ben fatto

Questo film dunque serve per poter aprofondire un tema importante,quello della dittatura fascista e della ricostruzione di una democrazia,ho come l'impressione che in Portogallo ,come in Spagna,Italia,Germania,alla fine siano arrivati i governi democratici rappresentazione della borghesia,quindi inutili e dannosi per il popolo.Però,il momento della liberazione quando i sogni possono concretizzarsi,quello deve essere qualcosa di indescrivibile,prima che qualcuno compri il sogno,la rivoluzione e ci dica:è il mercato baby!

martedì 21 ottobre 2008

MOBY DICK di JOHN HOUSTON

Non poteva che essere portata su schermo dal grande John Huston,questa storia classica conosciuta da milioni di persone
Si,il regista dalla personalità debordante-Eastwood l'ha celebrato nell'intenso "Cacciatore bianco,Cuore nero"- aveva già portato sugli schermi una grande storia di ossessione fatale con Il tesoro della sierra madre,la dove era l'oro a fare impazzire il protagonista ,qui è l'ossessione di Achab per la Balena Bianca,che trascinerà lui e i suoi uomini verso la morte.
Scritto con un maestro della fantascienza quale Ray Bradbury,il film entra di diritto tra i capolavori del genere e della cinematografia mondiale.
Il tema dell'ossessione,del destino segnato e della sfida che l'uomo porta contro la natura,sono ben strutturati e svolti.
Memorabile Gregory Peck,nel ruolo di Achab

In italia la balena bianca era la democrazia cristiana...ah,che tempi!

lunedì 20 ottobre 2008

AFFLICTION di PAUL SCHRAEDER

Paul Schraeder è un grande sceneggiatore,che ha diretto anche film abbastanza significativi per il loro ruolo di ricerca della morale e dell'etica in ambientazioni dominate da follia e violenza.Lo era il suo Taxi Driver,è molto simile anche questo ottimo film sulla caduta nella follia di un uomo
Uno sceriffo divorziato dalla moglie,che cerca di avere un buon rapporto con la figlia,vede la sua vita andare a rotoli dopo che in un incidente di caccia,perde la vita un pezzo grosso del sindacato,il quale doveva testimoniare in un processo contro la mafia
Da questo momento scivola sempre più nella follia,colpa di un pessimo rapporto con un padre violento, che gli farà perdere l'amore di una donna,il lavoro e lo condurrà verso l'omicidio e la fine


Il film analizza benissimo la solitudine cui sono condannate le persone che per vari motivi non riescono a sopravvivere in questo mondo ferocemente vuoto e desolato.
L'eroe del film nonostante le sue buone intenzioni non riesce a stare a galla,a vivere e si abbandona alla violenza che da piccolo ha subito e visto
Molta compassione e tenerezza per queste vite disperate e spezzate,mentre fuori si celebra l'eroismo di affaristi poco chiari

Un grande film,sul declino dell'uomo medio e sulla violenza che genera solo esistenze devastate
Grandissimi Nick Nolte-che adoro perchè non ha applaudito il collaborazionista Kazan-e James Corburn,oscar per questa sua ultima apparizione cinematografica prima della fine

In questa pellicola non c'è il riscatto del perdente,come se il sogno americano si sia sciolto ,una balla a cui nemmeno i bimbi credono più

IL VERDETTO DI SIDNEY LUMET

Uno dei migliori film americani degli anni 80,prima della deriva reaganiana rambista e di edonismo sfrenato da due soldi
Il film potrebbe essere visto come la solita storia di riscatto di un perdente,tanto cara alla cultura americana.
In realtà è una pellicola più profonda che indaga sul limite e confine :etica e legge.
La legge è davvero sopra le parti,oppure è un metodo di giustizia legato al potere economico e politico?
Credo che non sia del tutto sbagliato questo modo di vedere la cosa:dopotutto una sostanziale lotta alle fasce più deboli è riscontrabile nella composizione e nella severità con cui viene colpita la classe proletaria.I carceri scoppiano di detenuti comuni,spesso non ancora giudicati e condannati a rimanere in prigione aspettando i tempi lunghissimi della legge borghese. Vero che i cavilli,le astuzie vengono usate per difendere clienti illustri ,a limitarne i danni.Tranne in situazione dove diventa troppo insostenibile la situazione,c'è una saturazione all'interno della gestazione del potere e quindi si può lasciare sul campo qualche nome blasonato.Un conflitto interno che deve regolarsi con l'aiuto della legge.Non mancano ovviamente avvocati e magistrati limpidi e onestissimi che cercano dall'interno di cambiare le cose,questo rappresentato benissimo nel film dallo scontro tra Frank Galvin e l'altro avvocato.La giustizia democratica e per la tutela delle zone più disagiate e meno capaci di difendersi e la Macchina affaristica-giudiziaria che protegge una classe di privilegiati,di potenti e loro tirapiedi.
Non manca un affondo molto forte contro la chiesa e la sanità privata.Notiamo come nella realtà,un caso come il Santa Rita ha svelato la distorsione privatista
Privatizzare è il motto degli italioti in libera uscita cerebrale.L'affare sulla vita umana,la competizione con tutto quello che porta di rischioso e nocivo,sono assai ben manifeste nella triste vicenda lombarda.La quale avrebbe dovuto portare un ripensamento su tutto quello che avviene nel mondo della sanità gestita da privati,ma non è stato così
Per questo il film di Lumet è prezioso e importante,punta a una giustizia vera che sia prima di tutto tutela dei deboli,questa è la vera democrazia.Un film che svela la finta carità della chiesa,i ritmi insostenibili negli ospedali e nelle strutture sanitarie,il legame fortissimo tra legge e potere economico e politico.
Un film memorabile,come un grandissimo Newman che offre una interpretazione suggestiva,che pone riflessioni importanti
Da non perdere

venerdì 17 ottobre 2008

IL GOBBO DEL QUARTICCIOLO di CARLO LIZZANI

Splendido film che narra le gesta di Alvaro Cosenza,detto Il Gobbo per via ovviamente del suo lieve difetto fisico.
Dopo una breve militanza tra i partigiani -viene cacciato perchè è uno dal grilletto facile e troppo testa calda- il protagonista del film combatte una guerra personale contro il capo della polizia fascista Moretti.
Cosenza gli violenta pure la figlia-che rimasta incinta sarà costretta ad abortire-fino alla eliminazione dello sbirro mussoliniano.
Dopo la liberazione ,mentre la ragazza finisce per diventare una prostituta-protetta dal Monco,interpretato da PierPaolo Pasolini,una buona prova di attore-il Gobbo diventa un temuto bandito.Fino allo scontro finale che vede la fine dei due giovani,vittime di un rapporto tormentato di amore e odio e di uno sradicamento all'interno della società
Due perdenti che non chiedono pietà o sconti di nessun tipo,che bruciano disperatamente le loro vite,con rabbia e dolore.

Un grandissimo film,robusto e diretto con stile tra i gangster movie degli anni 30-tipo scarface- e il rigoroso documentario.Lizzani si dimostra ancora una volta bravissimo nel descrivere un periodo storico.

La figura del bandito senza causa è al centro del film,che peraltro sfrutta anche un validissimo e rabbioso Pasolini,molto efficace in questa parte,preferibile rispetto al ruolo del predicatore rivoluzionario in Requiescant.
Film che parla anche di tanti sbandati di oggi,giudicati criminali dai bravi cittadini che ogni giorno con la loro vita di xenofobi e reazionari portano il paese verso uno stato di controllo poliziesco,di repressione e vigilanza.Mentre la figura sporca e allo stesso tempo romantica del bandito che non ha nulla da perdere distrugge forse involontariamente proprio questo schema borghese della difesa dei loro interessi di privilegiati.Mascherandosi dietro alle legge e alle forze repressive,per questo ho più simpatie verso un Bakunin che rifletteva sul ruolo del brigante,rispetto a chi enfatizza l'ordine costituito-spesso sul sangue di lavoratori e migranti-chiaramente la soluzione non è il brigantaggio e il banditismo,che sono in ogni caso involontariamente alleati con la repressione borghese come alibi per fortificare le vite e le città
Resta il fatto che la vita di Alvaro Cosenza,brilla anche di luce cattiva,quella degli altri è opaca come la mediocrità silenziosa e feroce che si nasconde dietro al rispetto di leggi classiste

martedì 14 ottobre 2008

TRE SEPOLTURE di TOMMY LEE JONES

Un film americano che parla di immigrazione messicana e di amicizia tra due uomini:un clandestino Estrada e un vecchio cowboy americano.Il messicano viene ucciso-per errore- da un agente della polizia di frontiera decisamente reazionario .
La pellicola non è solo questo,ma anche l'analisi di un paese in solitudine,dove nessuno ha una vera e personale felicità.Un paese distrutto dalla noia e da una violenza casuale
Rapporti vuoti e superficiali tra persone ,tranne nel caso di Estrada e il vecchio Pete.Il film mostra persone credibili che devono vivere il malessere quotidiano frutto di una società in decomposizione per noia e incapacità di sapere vivere e altri disperati che rincorrono un sogno ,ma finiscono sfruttati e ammazzati senza ricevere giustizia.Tranne per il messicano ammazzato dal poliziotto,perchè il vecchio cowboy lo rapirà al fine di dare una vera sepoltura al povero Estrada

Il problema dei clandestini e di come vengono sfruttati nella terra delle opportunità e promesse è un tema assai scottante per spiegare le dinamiche del capitalismo americano e mondiale.
Quanti Estrada spariscono e fanno bruttissime fini nella più totale indifferenza e menefreghismo della cittadinanza locale?
La ricchezza di un paese dipende molto spesso dalla forza lavoratrice sottopagata e sottomessa che vengono da noi. Molti reputano banale e scontato questo discorso,sarà anche così:ma le violenze poliziesche per colpa di esaltati e la dura vita del migrante sono temi da non sottovalutare
Il sogno di un popolo che cerca una vita migliore andando in un'altra nazione spesso finisce con il rivelarsi un incubo. In italia non mancano casi di lavoratori stranieri morti sul lavoro o peggio ancora uccisi dai loro padroni,il caporalato che da lavoro e pretende anche di scoparsi le donne dei poveri cristi in cerca di occupazione e altre situazioni ignobili
Purtroppo molti di loro ,nemmeno potranno conoscerlo un Pete,qualcuno che prenda a cuore la loro vita,qualcuno che capisca un fatto non trascurabile:noi siamo disperatamente soli e morenti,mentre le forze migranti sono piene di vita e speranza.La cercano in posti infernali che qualcuno malauguratamente spaccia per paradisi.Non è così

Questo film merita la visione:un film dal volto umano e necessario,per capire l'importanza della vita degli Estrada di questo mondo,perchè solo la responsabilità dei nostri gesti e la ricerca di un reale perdono e pentimento, l'amicizia vera e profonda ,potranno salvarci

lunedì 13 ottobre 2008

TODO MODO di ELIO PETRI

Lo spettatore indisciplinato, non ama le serate di regime -dove al pubblico viene concesso il privilegio di seguire le gesta di vipparoli su isole lontane. Non si abbandona nemmeno all'umorismo borghese e facilone dei comici del vuoto.Per questo si è scelta la visione di questo film assolutamente imperdibile e di grande importanza artistica.
Petri si ispira a Sciascia e scrive/dirige un film assai inquietante ,un vero e proprio horror sulla società italiana e specificatamente quello che era il Partito che per 50 anni ha sommerso l'Italia in clientelismi,sostegni mafiosi,malgoverni e altre infamità,cioè la Democrazia Cristiana.Il film però va oltre a questo e diventa l'agghiacciante fine di un mondo politico e religioso per mano di uno o più misteriosi assassini.Una punizione che si abbatte su i membri di un partito ed esponenti di rilievo della nazione,i quali durante lo scoppio di un epidemia si rintanano in un lugubre luogo di culto per esercizi spirituali.Un film apocalittico,feroce,crudele. Grottesco misurato e simbolismi graffianti,un'apocalisse desiderata da chi vive amaramente questi tempi morti e infetti.
I fascisti al potere attualmente,i peggiori razzisti,e i grandi ladroni della nostra attuale società,non meritano forse una punizione simile?Dopo tutto loro hanno assassinato la meglio gioventù e affogato le istanze migliori di questa nazione,dopo tutto anche essi sono infetti dal male che colpisce classe dirigente e popolino che li segue,quello di una arroganza cialtrona e del malaffare come esempio di carriera.Todo Modo,dunque , è un film ancora attuale.Perchè i collegamenti con quel periodo non sono del tutto finiti,le responsabilità della dc e del mondo clericale nel costruire un paese debosciato,corrotto,volgare e assassino non mancano.Omicidi politici ,quindi senza colpi di pistola,ma distruggendo nella nazione lo spirito critico e l'ideologia di un cambiamento culturale prima di tutto e poi politico e sociale.L'italia non è cambiata dal tempo trascorso dalla realizzazione e visione nelle sale del film ,ad oggi.La faccia di un potere infetto e da condurre verso una fine senza concessione di pentimenti è ancora attuale.
Memorabile Volontè che rifà Moro,(il presunto martire e padre della repubblica-ma lo spettatore indisciplinato preferisce rimanere orfano ,piuttosto che avere un padre legatissimo a un partito che ha portato una morbida e soffocante dittatura nel paese per oltre 40 anni,), è a dir poco perfetto nella rappresentazione ipocrita e melliflua del Potere. La distruzione di una classe dirigente minata da assassini invisibili e letali,rappresenta il suicidio collettivo dovuto a un uso distorto della politica e del potere,inevitabile punizione che nulla ha di celestiale e divino,nulla ha che fare con il presunto Megadirettore delle nostre anime,ma è la fine ,la condanna di chi troppo si è spinto nell'affarismo e nel sudicio mondo della corruzione.
Un film indimenticabile ,simbolico e "dannato".Petri dimostra di essere stato un grandissimo autore , straordinario inventore e costruttore di "racconti" morali e politici ancora capaci di colpire nel segno,la pellicola ha a disposizione un grande cast.Oltre a Volontè,Mastroianni,Melato, citerei un bravissimo Ciccio Ingrassia,Franco Citti,Renato Salvatori,tutti bravissimi .
Un film che narra dell'auto-cannibalismo del potere corrotto e distorto,chissà se dallo sterminio di una classe dominante e da una misteriosa epidemia possa nascere un mondo diverso,o forse quella era la Fine,senza possibilità di salvezza?

L'INGORGO di LUIGI COMENCINI

Film assai strano e diseguale,non perfettamente riuscito eppure" doveroso ".Certo il disfattismo realista e veritiero è anche alla base di certe scivolate populiste tipiche di un non popolo,come quello italiano.Vi è da dire ,in difesa della pellicola,che proprio denunciando la vera situazione italica si possono evidenziare metodi altri e alti di cambiamento sociale e politico(la piazza di un grillo,non avrà mai la forza e lo spessore politico della piazza dell'11 ottobre.Partendo da punti che si potrebbero ritenere uguali,in realtà si approda su posizioni del tutto diverse.)La commedia italiana è stata anche questo:attraverso ironia e simbolismi si denuncia il male che da anni infetta lo stato italiano,puntando non solo sulla sua classe dominante,ma anche su quelle fette di cittadinanza che con il loro squallido comportamento portano il paese verso un ingorgo di cialtronerie pericolose e mal assortite.Non è cambiato molto da ieri ad oggi,la sostanza del paese denunciata in questa pellicola è pur sempre identica,se non peggiorata da una forte mancanza di sinistra non codardamente pacifista,ma come deve essere guerrigliera e anti compromessi.Così la scena disgustosa e insostenibile dello stupro illuminato con i fari della macchina,da quattro schifosi padri di famiglia reazionari è ancora oggi il simbolo forte e possente del paese.Illuminano con eccitazione da farabutti le violenze atroci su persone che vengono da altri paesi,ad esempio.O il pacifismo inutile del tizio che ha l'opportunità di fare l'unica azione valida,cioè bruciare la feccia fascista e invece colto da ripensamento- potrebbe forse coinvolgere altre macchine- lascia che i malfattori stupratori possano vivere in pace.Si chiude questo episodio con la ragazza violentata che cerca la mano e la trova del ragazzo.Una fine sentimentale e di comodo,che pesca nel peggior "tirem inanz",pecca pesante del film.Un film che offre ruoli e spunti interessanti non ai soliti grandi nomi del cinema italiano,che peraltro non mancano:sordi, mastroianni, tognazzi, ma che punta invece su storie interpretate da validissimi attori non famosissimi o di richiamo.Le storie del padre napoletano,dei 4 padri di famiglia,la donna con il bimbo affetto da una malattia che lo condanna a un sonno senza sogni.Piccoli e strazianti passaggi di lacerante urgenza.Meno convincenti invece i nomi di richiamo,chiamati a fare loro stessi,bravi epperò non memorabili.Soggettivamente ho trovato molto toccante la partecipazione di Ingrassia,quel suo essere un disperato poveraccio in punto di morte che spera in un ribaltamento della sua assistenza,quella sua solitudine così "reale" fanno del suo piccolo ruolo un grande momento di riflessione sulla vita umana Queste son le commedie sociali,quelle che pongono dibattiti e riflessioni e che denunciano attraverso amarissimi simbolismi la fine infinita del nostro paese Mi piange il cuore quando leggo le puttanate di un Giusti su Salemme.Da ferocissimo anti democratico lo spedirei in siberia,condannando lo a visionare solo vecchi film sovietici Ricostruire una critica non modaiola,giovanilis ta,revisionista,è una cosa assolutamente necessariaSi è confuso il salvare dall'anonimato alcune pellicole e alcuni nomi di settore,con l'assoluzione dei peccati generalizzata del cinema di genere e di tutti i suoi autori. Il tempo del film di comenicini aveva la ricerca attraverso il linguaggio popolare,anche se non lo era nemmeno per un po' considerando il simbolismo forte di questa imperfetta pellicola-di un metodo di condanna del potereOra ci accontentiamo di sbiadite risatine reazionarie, si vede che a Giusti piace questo

inizio proiezioni

Un blog sul cinema,ma non solo.Perchè l'arte e la cultura sono da sempre rivoluzionarie,attente alla società e a denunciarne i limiti e le distorsioni.
Per questo cercherò di parlare di cinema alternandole a visioni "altre", non solo -anzi mai- il cast o le trame,ma le sensazioni e le riflessioni che esso impone allo spettatore
Oggi lo spettatore è pressochè passivo,inerte,senza momenti di analisi e dibattito sul "visionato",un pubblico di pecore che applaude a comando,che sostiene la carriera di una presunta star fino a quando non arriva qualche altro idolo delle folle .Compito di questo blog,invece sarà la riflessione sul cinema,sui film visti. Con il limite di chi non è un critico e non cerco nemmeno di spacciarmi per tale,ma piuttosto uno spettatore indisciplinato agli applausi altrui,alla moda,alla visione apolitica e qualunquista .

Questa è la semplice presentazione,da domani avremo le recensioni e le riflessioni.

saluti da davide "viga " viganò,per gli amici di blogspot:Babordo 76