martedì 2 dicembre 2008

IL PETROLIERE di PAUL ANDERSON

Paul Anderson è, a mio modesto avviso, il miglior autore cinematografico americano di questi ultimi dieci e passa anni.Sicuramente meglio dello strombazzatissimo tarantino,per stile ed efficacia.
Ha descritto in modo superbo il periodo d'oro e il declino del mondo controverso ed affascinante della pornografia, "Boogie Nights", ha diretto il capolavoro degli anni 90 "Magnolia"-splendido affresco pre e post apocalittico sul genere umano,le miserie e la nobiltà che ci portiamo dentro-e ora arriva con questa pellicola rigorosa ed epica.Votata a una cattiveria non fanciullesca e piccolo borghese come le opere di Tarantino,ma trascinata da una visione etica e morale assai tagliente e combattiva
La storia è di per sè semplice: un uomo che si costruisce da solo il suo successo come petroliere si scontra,in una sperduta regione americana, con un giovane ciarlatano invasato
Capitalismo e religione,due piaghe che spesso viaggiano insieme e che da secoli rendono prigioniere le classi meno abbienti
Non solo questo,è la pazzia del potere,la solitudine mostruosa e assassina di chi crede di avere nelle mani vite e realtà altrui.Un assassino senza pietà,un padre disastroso,che si rovina in una lucidissima pazzia
Questo ,pare dirci lo sceneggiatore e regista, è la via del capitalismo e del fondamentalismo religioso,alla base di crimini e stermini in giro per il mondo
Una società in mano a folli omicidi e cialtroni che blaterano di paradisi ,ma solo per ingannare i poveri di spirito
Questa storia nella sua potentissima allegoria ,è certamente un monito sul come vadano le cose e in che mani siamo.
Daniel day Lewis giganteggia nel ruolo del protagonista,tanto che da semplice personaggio inziale-con limiti e pregi- mano mano che la storia avanza diventa sempre più un simbolo satanico di perdizione e sconfitta etica.

Da vedere assolutamente!

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