martedì 5 maggio 2009

BERSAGLI di PETER BAGDANOVIC

Il debutto di Peter Bagdanovic, un ottimo trhiller /dramma sul cinema e la realtà spaventosa di una società che crea alienti e assassini banalmente terrificanti.Un attore famoso,ma ormai anziano decide di ritirarsi dalle scene,nel frattempo un giovane armato semina morte e terrore in città Un omaggio affettuoso e sentito a un grande del cinema non solo horror,cioè Boris Karloff da parte del regista debuttante, che offre alla stella ormai a un passo dalla fine di carriera un grande ruolo. Un ruolo -riflessione sul lavoro di attore e sul cinema. Un film che parla anche di un'america indebolita dalla guerra in vietnam ,sull'orlo della crisi sociale che genera paranoici e modesti assassini comuni. Il confine tra una paura letteraria e artistica e quella mediocre che nasce nel quotidiano. Il modo migliore per ricordare Karloff,grande film!

YAKUZA di SIDNEY POLLACK

Un film anomalo per Sidney Pollack,ma a pensarci anche per i due ottimi sceneggiatori e a loro volta registi :Paul Schraeder e Robert Towne. Una sorta di poliziesco puro,sullo sfondo delle tradizioni giapponesi e in particolare della sua malavita.Un americano parte per il giappone,la sua missione salvare la figlia di un suo amico sequestrata da una banda di yakuza.Qui l'uomo incontra di nuovo una donna che aveva amato durante la guerra,sorella di un yakuza che non vede di buon occhio il legame della donna con lo straniero.Loro malgrado i due dovranno collaborare insieme contro dei nemici assai feroci e determinati. Un robusto dramma gangsteristico diretto con mano sicura da Pollack,lontano dai suoi classicismi romantici e dai suoi drammi sociali,un film assai interessante che si lascia vedere grazie anche a scene d'azione ben girate e una recitazione molto valida.Mitchum granitico e malinconico è una garanzia!

domenica 3 maggio 2009

IO HO PAURA di DAMIANO DAMIANI

Damiano Damiani è un regista particolare ,perchè non è sicuramente un Stelvio Massi, ma nemmeno un Rosi. Si trova a metà strada tra cinema di impegno civile e cinema spettacolare e di azione.Per questo mi piace .

Questa pellicola del 1977- l'anno del movimento che enfatizzando il lato anarcoide e situazionista delle istanze politiche e sociali, è stato uno splendido canto del cigno per l'italia della contestazione- scritta da Nicola Balducco con lo stesso Damiani, si inserisce nel filone dei polizieschi che trattano di colpi di stato e stragi impunite.

Quindi un oggetto curioso che alcuni sostengono essere l'unico poliziottesco con Volontè.io non concordo con questa definizione. Però , si può cadere in tranello su questo punto.
La regia di Damiani è solida e attenta allo sviluppo della storia e dei personaggi, la sceneggiatura ricicla situazioni forse già viste,ma lo fa con grande mestiere e competenza quindi risulta assai valida.Gli attori:ognuno offre una buona interpretazione da Erland Johnson a Mario Adorf,fino ovviamente l'indimenticabile Volontè.
Lui fa la differenza in questa pellicola che potrebbe anche essere interpretata da un Merenda qualsiasi,ma grazie alle sfumature dell'attore milanese è qualcosa di più e meglio.

La storia del brigadiere Ludovico Graziano autista di un vecchio giudice-ossessionato dalla sovversione rossa e decisamente all'antica- il quale si trova coinvolto in una storia di servizi segreti per loro natura deviati,estremisti di destra, parti dell'esercito e della difesa intenzionati a creare -e con successo,direi- il clima di terrore necessario per fermare la rivoluzione socialista nel paese,ma con questa scusa anche schiavizzare le masse lavoratrici,disintegrare il dissenso e banalizzare i tentativi di rivalsa dei meno abbienti.Cose che son avvenute e funzionano molto bene in questo paese retto da una democrazia falsata e in realtà faccia modificata dell'antico fascismo-dopotutto non ci siamo mai liberati dei funzionari fascisti,anzi subito dopo la liberazione molti di essi ricoprivano ruoli chiave nella polizia,nell'esercito,nella magistratura.

Un film che si lascia seguire e vedere,offre due ore di spettacolo e riflessione.Valido

sabato 2 maggio 2009

LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI di NANNY LOY

Strano il popolo italiano:ruffiano,meschino,menefreghista e cialtrone quasi sempre,ma ogni tanto ha un momento di grande dignità e compie gesti epici e straordinari:LA RESISTENZA.
Non importa se oggi i coglioni ne parlino male, essa è stata la liberazione del popolo nei confronti delle catene del nazi-fascismo. Questo capolavoro di Nanni Loy descrive le 4 giornate che videro la città e il popolo di napoli attaccare l'occupante tedesco e la resa di questi ultimi.

Il regista- su sceneggiatura scritta da Campanile,Franciosa,Pratolini e lo stesso Loy- offre una lezione di resistenza e rivoluzione.La sua genesi,la prassi per farla continuare,le prospettive di successo e gli errori che si possono commettere.Lo stile asciutto,senza retorica,ci porta subito al centro della rivolta. Partecipiamo con il popolo alla liberazione,comprendendo che la lotta armata è l'elemento di vera rottura schiavista contro chi sfrutta e umilia un popolo,pensate se avenisse anche oggi una cosa simile:il popolo in armi contro la camorra.Ovviamente questo non avverrà mai,per altri motivi più profondi e tragici.
Però rimane il fatto che la lezione delle 4 giornate è fondamentale per la costruzione della resistenza e del suo radicale attacco alla dittatura nazifascista.

Ottimo il cast:volontè,massari fra gli altri