giovedì 28 giugno 2012

LA FORESTA DI SMERALDO di JOHN BOORMAN

Ci sono registi che hanno avuto una carriera certamente altelenante,ma assolutamente importante e suggestiva..Uno di questi,a mio avviso,è :John Boorman
Basti rammentare alcune sue pellicole come Zardoz o il leggendario Un tranquillo week-end di paura.Autore che ha sempre avuto un occhio di riguardo per le tensioni e dinamiche sociali,(vedi il poco conosciuto,bizzarro,radicale:Leone,l'ultimo),attento analizzatore del rapporto uomo-natura,romantico cantore del mondo perduto,polemista con la civiltà occidentale,ma fino a un certo punto.
Temi che ritroviamo anche in questa pellicola,che sinceramente a mio discutibilissimo gusto non è tra le migliori epperò è pur sempre cinema di altissimo livello,un altro cult amatissimo da molti cinefili.Sul tema uomo e natura io preferisco un'opera più cupa e spietata come Mosquito Coast,ma è impossibile non rimane affascinati dalla potenza travolgente delle immagini.Dalla suggestione del sonoro,che par trasportarci dentro la giungla,della sensibilità severa con cui vengono descritti gli indigeni.Selvaggi,ma anche saggi e misteriosi.Una vera civiltà,un mondo reale .Proprio questi due mondi-quello che va perdendosi delle tribù ammazzoniche e quello del progresso capitalistico-si scontrano e incontrano attraverso il rapimento del piccolo Tommy da parte della tribù del Popolo degli Invisibili.Il bambino cresce all'interno di quella cultura,diventa grande,trova moglie,poi l'arrivo rocambolesco del padre .Il rapimento ad opera di una tribù rivale-che da primitiva diventa talmente moderna da fare affari con dei delinquenti locali-l'assalto alla base dei cattivi per liberare le donne.Il rifiuto di tornare con il padre e infine la forza della natura che travolge e distrugge la diga -costruzione del padre occidentale-come rivalsa della vita naturale  e del suo mistero contro l'invasione del mondo occidentale.
Film suggestivo,possente,di ampio respiro e di scivolate clamorose.La parte action per me è forzatissima,Powers Boothe è mediocre come attore e non trasmette nessuna empatia,altri registi in questo campo hanno fatto di meglio-Herzog ad esempio,l'avesse girato lui sarebbe davvero il capolavoro definitivo-ma va dato merito a Boorman di avere girato sul luogo,riportando l'incanto assoluto della foresta,di aver dato spazio alla cultura primitiva con un certo pudore e trasporto filmico.E di averci regalato un film imperfetto,ma che per alcune brevi suggestioni,rimarrà sempre nella nostra memoria

giovedì 21 giugno 2012

L'UOMO DELLA STRADA FA GIUSTIZIA di UMBERTO LENZI

Negli anni settanta era fortissimo lo scontento delle masse borghesi,in particolare quelle medio basse,verso l'efficenza ed efficacia della giustizia.Cosa che si ripete ancora ai nostri giorni,a essere sinceri.Il poliziottesco è nato per portare sullo schermo queste situazioni,questo malcontento,spesso utilizzando però punti di vista reazionari e qualunquisti.Negli anni del revisionismo a cazzo di cane,vi diranno che non è mica vero,ma fatevi il piacere di non dar retta .Era un genere reazionario,poi a me piace tantissimo e questo è altro discorso.
Però a suo modo metteva in scena una realtà oggettivamente presente e il borghese vedendo sbirri fare a pezzi i malviventi si entusiasmava.Tutti felici e contenti.Certo non mancano pellicol progressiste,di protesta e denuncia di possibili golpe fascisti.Non mancano nemmeno una piccola manciata di capolavori.
Cosa diciamo di questa pellicola?Nasce durante gli anni che videro trionfare "Il giustiziere della notte", e i successivi prodotti sulla giustizia privata.
In Italia però vi furono delle pellicole che smontarono pezzo dopo pezzo la coglioneria reazionaria e fascista che componeva la filosofia originaria del filone.Parlo di capolavori come IL Giocattolo di Montaldo e di Un Borghese Piccolo Piccolo di Monicelli.Nel quale il borghese in rivolta si mostra un assassino intrappolato nelle convenzioni sociali,ma feroce e letale ancor di più degli altri.

Dardano Sacchetti e Umberto Lenzi si avvicinano a questi due ultimi capitoli.Però non raggiungono minimamente lo stesso risultato.

Davide Valdacchi è un tizio che lavora nel mondo dell'edilizia,separato,vede poco la figlia,ma è profondamente legato alla bambina.Un giorno,durante una rapina,alcuni malviventi l'ammazzano.L'uomo entra in crisi da una parte cerca di fare affidamento alla polizia,ma è profondamente deluso.Il dolore troppo grande e forte,per attendere e aspettare,dall'altra comincia a indagare da solo,anche se viene avvicinato da un avvocato di Maggioranza Silenziosa-dei fasci da antologia eh!-e da un ex tenente dei carabinieri che lo vorrebbero reclutare in una squadra di giustizia privata.
Il film dovrebbe dare spazio a questo senso di smarrimento,di difficoltà,l'ambiguità della giustizia sommaria,ci dovrebbero essere momenti di grande malinconia,un senso pesante della morte e della sconfitta umana,cose che c'erano nei due film citati prima.Qui ci sono ottime intenzioni e intuizioni,ma non il film.Che talora gira a vuoto,con scene di violenza didascaliche  e stucchevolissime,passaggi a vuoto,incertezze.Non è il miglior Lenzi,che rimane in questo genere quello di :Milano Odia e di Milano Rovente.
Qui alcune sciatterie ne inficiano l'originalità e anche una certa importanza e chiarezza nel denunciare le destre .Ottimo il pre finale con l'uomo che compie una vendetta inutile perchè uccide gente che non c'entrava un cazzo.Bravissimo Raymond Pellegrin nel ruolo di un commissario amareggiato,sfinito,ma anche capace di lottare.Decente Henry Silva,in una parte complessa di buono.Film medio,con ambizioni non del tutto realizzate

venerdì 15 giugno 2012

SENSO di LUCHINO VISCONTI

Ora ti potrà sembrare strano,ma credimi c'è stato un periodo in cui l'industria cinematografica ,(e anche musicale),era floridissima e ritenuta importante.Tanto che persino Tenesee Williams,era talmente affascinato dai nostri registi  da accettare di lavorare alla sceneggiatura di Senso,seppure non entusiasta del progetto,ma solo perchè a dirigere l'opera c'era il maestro Visconti.Tanto che c'era portò anche un giovane scrittore Paul Bowels,il loro compito era tradurre in inglese i dialoghi del film-che infatti è stato girato in quella lingua.
Dunque 1954:un anno.Io non c'ero e sicuramente anche molti di voi,tuttavia in quel preciso anno Rossellini e Visconti,tra i padri ed autori di punta del Neorealismo,portarono sullo schermo due capolavori che molti vissero come la fine del Neorealismo,(d'altronde altrove si colorava di sentimenti e risate,come in Pane,amore,fantasia),perchè incentrati più sulla storia che la cronaca ,come nel caso di Visconti,o perchè chiuso in un privato esistenziale come nel caso di Rossellini per Viaggio in Italia
Un melodramma ,questo era Senso per il regista milanese,tanto che al film cambiò l'inizio:Non una colonna di soldati,la battaglia,ma una sera a teatro.Durante il Trovatore alcuni patrioti interrompono lo spettacolo e ineggiano all'Italia libera e al generale La Marmora.In questo posto avverrà il primo incontro tra la contessa Livia Serperi e il tenente Franz Mahler.La donna vorrebbe aiutare il cugino patriota,ma poi scoppia forte la passione tra i due.Talmente ella ne è travolta che non comprende di essere usata dall'astuto dongiovanni da strapazzo.Fino allo svelamento di questo inganno e la decisione della donna di denunciare l'amante e farlo fucilare.
Due personaggi corrotti e destinati a un finale amarissimo.Una condanna che Visconti fa all'aristocrazia:tanto avventurista,romantica,spontaneista,quanto codarda ed egoista.Infatti la donna prima ciarla da vera patriota e poi dona i soldi necessari anche a finanziare la rivolta al tenentino austriaco e alla vendetta popolare,cede la delazione per ripicca ,una bassissima e volgare vendetta femminile contro l'amante.Il privato  e le sue miserie predominano sull'importanza politica e storica del momento,la donna e il suo amante diventano da personaggi storici e tragici,a squallide figure grette in balia dei desideri e degli istinti più bassi.
Il film nacque per caso,quasi, suso cecchi d'amico e Visconti eran intenzionati a portare sullo schermo:marcia nuziale,film in favore al divorzio.L'idea non piacque,così il Maestro decise di proporre questa storia sul risorgimento.Tratta da una novella di Camillo Boito,fratello del celeberrimo Arrigo,come protagonisti voleva Marlon Brando e Ingrid Bergman.Però Rosellini era gelosissimo e quindi niente Ingrid,per altri motivi nemmeno Brando.Vennero scelti Alida Valli,bellissima e bravissima,e Farley Granger,doppiato da Enrico Maria Salerno,che diedero delle straordinarie prestazioni.Senso avrebbe dovuto intitolarsi Custoza,ma il ricordo della disastrosa sconfitta militare subita dagli italiani non piacque ai produttori.Così cambiarono il titolo.

Proprio per la versione che dava dei fatti storici,il film risultò assai antipatico alla Dc,che fece di tutto per non fargli vincere nulla al festival di Venezia.Ci riuscì.

Poca cosa,visto che questa pellicola è pura storia della nostra cinematografia,un classico,un capolavoro,una leggenda.

martedì 12 giugno 2012

LETTERA APERTA A GEORGE VALENTIN (ATTO D'AMORE:THE ARTIST)

Caro George,
ti scrivo questa lettera e non so nemmeno perchè.Per quale motivo,ma solo spinto da un'urgenza ,una necessità,hai presente quando succede qualcosa nella tua vita,cosa?Non so:qualcosa.Una di quelle che ti fanno ridere il sangue nelle vene,insomma una cosa così.Qualcuno potrebbe chiamarlo amore,o perlomeno la certezza che c'è del buono o anche una sorta di salvagente ,si te l'ho detto:qualcosa.Da attaccarsi con le mani e non lasciarla,perchè per quanto ruffiana,furba,è quella gioia,quella speranza,quel calore,quella specie di affetto,di voglia di amare giusto per dare una parte buona di sè,magari tenuta nascosta perchè non è che te la richiedano tutti i giorni è?,bè vederti sullo schermo mi ha dato queste buone sensazioni.Come posso spiegartele?Non lo so,potrei parlarti del secondo piano quinquennale,o magari deridere te.Facile no?
Invece ti scrivo.Ora ha finito anche di piovere,e sta tornando il sole.Qualcuno ti dirà che le cose van sempre male,che non ti puoi salvare,che la vita fa schifo e sai una cosa?Ha ragione,è proprio così,ma io sono un occhialuto sempliciotto,io nonostante i miei proclami stalinisti sono un'anima fragile e attaccata alla vita,alla bellezza del sentimento e della ricerca di una certa purezza.Si,mi hai proprio capito:sono uno sfigato e di quelli da competizione olimpionica eh!Ma va bene così:io questi tempi piccoli e mediocri di confusione politica,economica,sessuale,sociale,mica li capisco.Sono troppo indietro.Pensa se non si mettono a riscrivere la storia del cinema,tutto è bello e tutto fa schifo,così al secondo delle mode o delle cose che uno pensa di aver capito.Si nobilitano mediocri artigiani che con te non avrebbero nemmeno portato il caffè,si rubacchia e si sputtana i grandi parlando di citazioni.Parlano,scrivono,li sento intorno a me.Mi sono abituato,evidentemente son talmente convinti che sia io il pirla che nemmeno voglio disturbarli.Vivo nel mio mondo di inutili e splendide cose vecchie,un po' come te.Come fanno a capirti,ad aprezzarti ora?Le donne e le ragazzine impazziscono per tamarri grossolani,maledetti da passarella,non c'è più attenzione per la grazia,lo stile,la raffinatezza.Non possono comprendere un grande uomo come te.Quello che ogni occhialuto,ogni ragazzo vorrebbe essere almeno una volta nella vita:ho guardato come tieni la sigaretta tra le dita,il tuo mezzo sorriso disincantato nella bellissima sequenza che ti vede protagonista in una delle scene più commoventi e toccanti di questo superbo dono,di questo piccolo e maestoso miracolo:cioè quando tu al cinema stai vedendo la fine della tua carriera,nella sala mezza vuota.Con tu sullo schermo che vieni risucchiato nelle sabbie mobili.Che classe!Come un vero uomo accetta la fine,anche se è dura.Qui parlano tanto di sognare,ma sono fondi di magazzino.Tanto rumore,sangue,violenza,tante risate,tante cose che non servono a nulla.Ai tuoi tempi si che si sognava alla grande:un'evasione esotica,un'esplosione di ingenuità,grandezza,miseria e pulcretudine che ti toglie la luce negli occhi.Tu sei tutto questo:il cinema nudo e crudo,quello che ti afferra l'anima ,un'anima trasandata e malconcia come la mia per darle un vestito nuovo di tenerissime emozioni,e un biglietto per un mondo falso,costruito,calcolato certo e allora?Ma cosa cazzo me ne frega,come se poi quelli che ti criticano abbiano visioni migliori da proporre e non la solita soluzione del cattivismo da happy hour.Guarda non esiste cosa peggiore al mondo dei cinici.Un vizio borghese,un tentativo pacchiano di autotutelarsi.Un momento anche necessario se vuoi,ma è un momento ..Una difesa.Ne so qualcosa anche io eh!Spesso mi nascondo dietro di esso,come un pirla quale sono.Poi arrivi tu con il tuo cagnolino e insomma:si ,sono un sempliciotto che si emoziona con poco.Gravissima colpa?E ma almeno io questa cosa che voi chiamate anima,questo muscolo che a me ha portato solo qualche delusione e poi ho scordato di avere che chiamate cuore,non ho paura di lasciarli liberi ,quando mi trovo di fronte a un film simile e a un personaggio come te.Quante cose vorrei dirti,scriverti,ma non so..Non sono abituato,che poi mi tutelo dietro alla battuta,alla cazzata,a certe figure da macchietta.Boh,la gioia del cinema.Ecco,tu in questa splendida pellicola mi hai donato questo:la gioia di perdermi in un film.Ci sono almeno un paio di persone che giustamente mi diranno;pirla,ma non vedi che è una buffonata,un'operazione falsissima per gonzi.Si,ma capita tutti nella vita di essere irrazionali una volta ogni tanto e a me capita con il cinema.Mi è capitato di fronte a Bess de Le onde del destino,a Rosetta dei Dardenne,e mi capita con il vecchio Walt di Gran Torino,o con la mia amatissima DDR in Goodbye Lenin.Ora ci sei anche tu:ho lacrimato non poco seguendo le tue vicissitudini,la tua fine misera e ingiusta,l'abbandono,la fine del rapporto con il tuo fidatissimo autista.L'esplosione di fragile felicità della fama,in un tempo in cui essere divi era qualcosa di diverso che fare la sgualdrinella o essere una testa di cazzo,ma era qualcosa che aveva a che fare con il fascino,la raffinatezza,la classe.Ti ho seguito con l'affetto e l'amore che si dedica a un grandissimo amico.E son state lacrime di gioia quelle che ho sprecato per te  e per la bellissima,straordinaria,miss Poppy Miller.Con quel finale,quel musical che tutti dovrebbero avere almeno una volta nella vita.Non credo nemmeno di averti scritto quello che volevo scrivere,non credo che nemmeno ce la farò.Tieni presente che è da anni che devo scrivere su le onde del destino e niente...Bè,si sono stato davvero smielato ed esagerato.Non importa,era un semplice,tenero ringraziamento.
Grazie perchè The Artist è qualcosa di più di un semplice film.Per me.


Ciao,
davide

giovedì 7 giugno 2012

LA CASA DEI VAMPIRI di DAN CURTIS

Mentre nella sale furoreggia-si fa per dire-il film Dark Shadows,ultima opera del tanto discusso Tim Burton,(autore che ha il pregio di dividere il pubblico tra detrattori ed estimatori,facendo sì che la discussione sul cinema e i suoi mezzi non finisca in un Mi piace e morta lì),io sono andato a recuperare questa pellicola di ben quarantadue anni fa.L'originale diciamo,più che altro il film tratto dalla celebre soap opera gotica e a suo modo macabra,sempre ideata dal regista Dan Curtis.Non ho visto l'opera di Burton,il quale quanto pare ha fatto di nuovo un mezzo passo falso,e ha cambiato comunque molte cose.Sia il contesto che i personaggi.Curtis è sicuramente un amante del vecchio e tradizionale modo di fare horror seppure ambientato in ambienti contemporanei.Così la storia è situata negli anni 70,in una dimora isolata appartenente a una ricca famiglia del Maine.Qui giunge Barnaba Collins,parente alla lontana della padrona di casa,in realtà l'uomo è un feroce e pericoloso vampiro il quale rivede nella cameriera di casa una sua vecchia fiamma morta in circostanze drammatiche ,per colpa della natura demoniaca del soggetto.Il film sicuramente apparirà datato e non proprio dotato di ritmo,ma questo almeno per me dipenda anche dal fatto che avevo appena finito di mangiare eh!Nondimeno il regista si dimostra assai abile a descrivere l'orrore,a creare situazioni assolutamente classiche e già viste,ma che tengono decentemente l'attenzione dello spettatore.
Mi piacerebbe ricordare la figura di Dan Curtis,spesso sottovalutato o magari anche poco concosciuto dagli spettatori più giovani o sbadati.Egli è stato un grande maestro della televisione americana portando sul piccolo schermo quella che per molti è la più celebre,vista,premiata,mini serie di tutti i tempi,parlo di:Venti di guerra.Prodotto del 1983 a carattere bellico-storico,con la partecipazione di una leggenda come Robert Mitchum.Ebbe molte soddisfazioni per questa sua "fatica",e anche diversi premi.
Curtis è anche l'uomo responsabile della nascita di altre serie e relativi film di notevole successo,rammentiamo anche Night Stalker ,sempre su tematiche legate al mistero e  a lor modo all'orrorifico,e appunto Dark Shadows.
Mi piace anche rimembrarlo per due piccoli ,grandi,classici del genere:Trilogia del Terrore,con una straordinaria prova di Karen Black,e per Ballata Macabra,storia di una casa maledetta che si "mantiene bene"grazie al sacrificio dei suoi abitanti.
Ha diretto anche un valido film sul conte Dracula con Jack Palance,se non ricordo male.
Nato il 12-8-1928 , è morto per un tumore al cervello il 27 marzo 2006.Pochi giorni prima,il 7 marzo se ne era andata la moglie per complicazioni cardiache.
Il cinema o la tv,può continuare a catturare l'attenzione degli spettatori grazie anche agli artigiani come Curtis ,che lavorano seriamente e con passione.Grazie Dan!

domenica 3 giugno 2012

COMPAGNI DI SCUOLA di CARLO VERDONE

Noi del pubblico abbiamo troppe pretese,suvvia!Vogliamo sempre essere coccolati,sorpresi,pretendiamo che siccome per qualche volta un autore popolare ha sfornato una manciata di film davvero notevolissimi ,continui ogni anno a darci roba di quel genere.Così poi ci inventiamo la leggenda del tempo passato e di come si è ridotto oggi.Un comportamento sbagliato a mio avviso.L'autore di cinema o di qualsiasi altra forma industrializzata di arte-perchè lo rammento ai marchionne minchionne che gravitano intorno al mondo dello spettacolo:certo che stai a fa l'industria ma su quale materia stai a lavorà :la fantasia,la creatività-deve fare i conti con numerose cose prima di portare a termine un prodotto.Può avere lunghi periodi di "buchi",può decidere di mettere l'automatico e vivacchiare,perchè che te creo per sti coglionazzi che vogliono sentimentalismi alla matriciana scotta ?
Verdone,prendiamo lui.Uno che a me è sempre piaciuto moltissimo.Uno dei comici italiani che maggiormente stimo.Da un po' di anni non mi soddisfa decisamente più.Guardo i suoi film perchè sono abitudinario ,mi affeziono a un artista e lo seguo in ogni caso.Sicuramente poi mi vedo un Compagni di scuola e insomma..
Ma  non mi par giusto nemmeno fargli una colpa ,tormentarlo con :ma quanto eri bravo a quei tempi.Erano quei tempi,c'era quella ispirazione.
Carlo Verdone ha dato tantissimo,moltissimo,alla commedia italiana.Questo,Io e mia Sorella,Maledetto il giorno che ti ho incontrato e nelle intenzioni pure Io sono pazzo di Iris Blond,sono qualcosa di più rispetto alla commedia popolare e consolatoria italica.Ultimamente mi sembra un parlarsi addosso di un certo settore borghese moderatamente destroso ,che a me non convince,ma massimo rispetto per uno che ha scritto e diretto questo bellissimo e fondamentale film
Di cosa tratta Compagni di Scuola?Una riunione dopo una quindicina di anni tra alcuni ex alunni di una scuola romana.L'ispirazione potrebbe essere la canzone di Venditti,che trovate nell'eccelso Lilly,appunto intitolata Compagno di scuola,e che si interrogava su cosa sarebbe rimasto di quella generazione della contestazione sessantottesca.Il film sviluppa in due ore questo concetto.Il gruppo si ritrova nella bella della classe,Federica,che organizza nella sua villa una riunione.Ci sono gli arricchiti,i falliti,i belli che il tempo ha colpito duramente,e i brutti miracolati,le donne allegre e di battuta pronta ma che vivono il dramma della sterilità,quelle che fanno i figli,ma il padre chi sarà mai?La psicologa che deve sempre prendersi sul groppone il dramma altrui,ma lei chi l'ascolta,l'onorevole figlio di puttana,i buontemponi autori di uno scherzo ferocissimo,ma che si rivolgerà contro di loro.E poi c'è il personaggio verdoniano al cento per cento:buono,paccioccone,malinconico,che alla fine sarà quello completamente sconfitto.
In questo film l'autore romano offre il meglio delle sue capacità:personaggi che potrebbero sembrare macchiettistici,ma che risultano strazianti sia come vettori di comicità,sia nella triste miseria umana che rappresentano.Non è facile fare la divisione buoni o cattivi,come nella vita.Abbiamo fatto soffrire qualcuno e qualcuno ha fatto soffrire noi.Umano,troppo umano.Questa opera è un miracolo non solo per Verdone,ma anche per la nostra cinematografia,rarissimo esempio di commedia dolceamara,mai paracula,scritta benissimo e sopratutto con un cast coevo e compatto-e badate che io non so cosa significhi coevo,mi è venuto in mente e l'ho messo lì:ma che vuol dire?-dove tutti offrono prove naturali,realistiche-sopratutto i romanacci de roma eh!Mitttici-con il cantante fallito di De Sica che si esibisce nella scena più crudele-mi ha rammentato Ugo Tognazzi in Io la conoscevo bene-quando con un piattino in bocca gira tra i compagni a prender i soldi.Un film memorabile,a  mio avviso e amarissimo,feroce,ma non cinico.Un ottimo cast dicevo:verdone,de sica,benvenuti,ferrini,ghini,giorgi,brilli e tanti altri
Da rivedere e riscoprire.