lunedì 31 ottobre 2011

UN URLO NELLA NOTTE di F.BALDI

"Pronto?Aho a Ferdinà!Te posseno,so io Marietto tuo!"
"Ciao Marietto,dimmi.."
"Gnente,te volevo chiede se per caso sabbato nun c'hai un cazzo da 'ffa"
"No,non mi pare perchè?"
"Ti va di venì a vvede la mia casetta nuova ar mare?"
"Boh,si perchè no?"
"E perchè no...Perchè devi 'ffa un filme,aho ma robba bbona mica..."
"Un film,ma cioè sabato lo giriamo tutto?"
"Eh,certo che è di mio fratello la casa,quanno che torna dar suo viaggio nun deve trovà nulla,me so spiegato?E poi te basteno dammi retta a me,Sabato..Ma che dico sabato il pomeriggio dalle 12,30 alle 18,30 l'hai già girato tutto."
"Ma che roba?Me stai a cojonà?"
"Si..No!Scherzo,ma guarda che nun farei tanto lo schizzinoso perchè hai fatto er filmetto con il bacarazzo de liverpuulee,te dico:vieni,fai sta robba e poi vai via,regolare no?"
"Eh,regolare un paio di cojoni anvedi questo!Aho,io ho girato un film con Ringo Starr ,un altro con Ben Gazzara e mo.."
"C'hai Venantino Venantini,Arthure Kennedy..Mo dico Kennedy!Ah,Baldì t'ho pure trovato er nonno der bei capelli che janno sparato a dallase,che vuoi di più?"

Così cari lettori ,incomincia l'odissea di un povero regista.Non parliamo di un grandissimo autore,di un nome imprescendibile,ma comunque uno di quelli che fa orgasmà e mica poco i tanti intellettuali occhialuti nell'anima che sborrano di felicità per ogni minchiatona del cinema ,che loro i tipetti fini,chiamano bis:per noi cinema alla cazzo di cane.Roba che prendete due attori per caso,un po' di figa e ci fate un filmatino capace di vincere a Paperissima,e invece no!Lo chiamate film e pensate bene di distribuirlo per il mondo.Più roba c'è di quel genere che va di moda,più soldi facciamo tutti.Sbrighiamoci a girarlo,mancano i soldi il nostro genio ci salverà.Dolche chimera,in realtà mancano i soldi e l'arrangiamoci con genialità si trasforma nella disperata ricerca di portare a casa qualcosa di decente.Poche volte riesce.Comunque troppi film e i generi muoiono.Perchè ci vuole cura anche nel fare un filmetto di genere
Comunque niente paura qualcuno lo rivaluterà,che fa figo e a morte chi si danna per darvi un vero giallo,horror,poliziesco,come cazzo si deve.
Cosa vuole da noi questo film?Niente.Bè,forse darvi indicazioni su dove passare lietamente le vacanze,i paesaggi sono belli gli attori no.
Dunque:una coppia amoreggia,ma 4 manigoldi non amando codesta attività all'aperto-lei è biotta,ma lui se la monta con i calzoni.Oh,quando mancano i soldi per i preservativi:ecco un problema forte fatto notare dal film-e immancabilmente prendono a fucilate lui,che pare vivo epperò...
Stacco e ci troviamo a conoscere i più pirla e le più troie tra i personaggi detestabili di detestabili film,roba che nemmeno al Grande Fratello farebbero entrare dei pirla e delle troiette così.
Vanno in vacanza,sono una insopportabile famiglia borghese che chiaramente verrà sterminata,il comunista in me è felicissimo e subito parte il pugno chiuso e bandiera rossa a mo di canto funebre per questi stronzi.
Immancabilmente scatta il momento comico,para che nun ce fossero le piotte per pagà Bombolo e allora si è improvvisato accusì:come?Mo ve lo dico:c'è una tipa isterica che così senza nemmeno un violino in sottofondo-la colonna sonora l'hanno registrata per me in un tragico night club stile quello dove finì il povero fantozzi con carboni e filini- incomincia a dire che la morte di qui ,il sangue di là.Domanda:ma cazzo in tutti questi film alla dick of dog c'è sempre una portasfiga urlacchiante,mai possibile che quanno nun urlano ste befanotte parlano normale e pure con orrori ortografici,quanno che delireno li mortè,sono tutte erudite ,parlano per metafore..E vabbè,questa ci dà sotto tutto il tempo a portar sfiga e ad andare giro nuda
Perchè più della metà del filmetto è così:donne nude senza motivo,un po' di sesso per il ragioniere che se arrapa,problematiche famigliari che nemmeno beutifull e poi i delitti.
Una noia terribile e disumana,che peraltro ho pure scaricato io sbagliando clamorosamente.Volevo Urlo nella notte di Martin Ritt,mica sta cazzatona.Vabbè alla fine ci stanno due donne,una è la portasfiga mi pare,che se la devono vedere con un tipo antipatico rimasto vivo,ma muoiono tutti e amen.
Fatevi un piacere:guardate Blindman di Baldi,è altro..è cinema!

SPLENDOR di ETTORE SCOLA

Il finale,ecco sta tutto in quel finale che i poveri di spirito e i cattivisti frustrati di ogni classe e latitudine troverà smielato.Non capendo un cazzo,è un delicato atto di dolore sul cinema e la sua morte,l'addio che avrebbe meritato invece che la lenta agonia e la riduzione a svago individuale.Colpa grave che abbiamo anche noi scaricatori di film alla cazzo di cane,nonostante tutte le scuse.Nemmeno quattro passi a prendere un dvd e parlare,confrontarci con il proprietario del negozio.Ecco,ad esempio se vivessi a livorno andrei dal caro amico Federico solo per il gusto,oltre che prendere dvd rigorosamente porno,anche per discutere sulla materia che tanto ci piace.In una sala l'emozione della visione si divideva tra tutti quelli che vedevano la pellicola,e ognuno le viveva intensamente e scambiava all'uscita la sua impressione.C'erano le colonne sonore dei morricone,cipriani,trovajoli,e si fischiettavano,il cinema di impegno politico e denuncia dei rosi e petri,il western,il poliziesco .L'arte e l'avanguardia per i più intellettuali.Insomma il cinema come si vede e come dovrebbe essere.
Troppa produzione di genere sfruttando fino alla nausea un filone puntando sempre più sul basso,la televisione con la sua omologazione e l'individualismo massificante,forse un fatto naturale,doveva finire così.
Sta di fatto che vedendo questa pellicola ci si commuove in punta di piedi,delicatamente.C'è la fine di un qualcosa che andava oltre lo schermo,di intere popolazioni,sogni,speranze,di una nazione,incapace ormai di narrarsi e narrare se non in modo convenzionale,(parlo anche del cosidetto cinema democratico nostrano,di stanca rappresentazione sociale,pleonastico come i vari germano),non molto capito quando uscì-parlo di me- ora invece lo reputo un grande film,migliore di nuovo cinema paradiso.Meno ruffiano,come lo è il cinema mediasettiano di tornatore,e più nostalgicamente e malinconicamente urgente
Bravissimi Mastroianni e Troisi
La storia è assai semplice:il cinema splendor sta chiudendo.Dopo che per anni ha fatto da seconda casa dei cittadini.Il proprietario e il proiezionista cercano di resistere alla chiusura

domenica 30 ottobre 2011

IL VENTO E IL LEONE di JOHN MILLIUS

Chissà oggi che potrebbero pensare di un film come Il Vento e Il Leone,un classico del cinema avventuroso con forti ed evidenti venature politiche.Una lezione geopolitica di strategia imperiale,nascosto sotto il grande spettacolo di orgogliosi guerrieri berberi e predoni del deserto.Il cinema di genere come mezzo per parlare allo spettatore di fatti storici e che in un modo o nell'altro hanno poi dato una svolta al mondo,alle relazioni tra paesi,alle vite di milioni di persone.No,per carità! Oggi vogliono solo sparatorie e smargiassate,che il cinema deve intrattenere se no è roba da intellettuali,'ste brutte bestie della malora. Per questo è meglio recuperare questa stupenda pellicola,gustarsela con calma,ascoltare e sentire bene i dialoghi perchè sono piccoli frammenti di politica for dummies and dumbs. Millius ha l'epica nel sangue e a parte un film assolutamente infame e squallido come Red Dawn,è stato a lungo un grande maestro sia come sceneggiatore che come regista. Una sola inquadratura di qualsiasi sua pellicola,vabbè anche red dawn,spazza via tutta la robaccia di chi abusivamente si occupa di cinema,(vorrei fare il nome ad esempio di anderson,non metto il nome ce ne è solo uno che è scemo!^_^ihihihiho!),c'è azione trascinante e si partecipa alle peripizie dei protagonisti.Poi arriva anche il momento della riflessione sulla figura del leader,(Roosvelt e il re dei berberi interpretato magnificamente da Sean Connery sono pressochè speculari,nonostante molte differenze.Il presidente americano si sente un eletto con una grande missione ,che poi sarebbe l'imperialismo americano, da compiere in solitudine.Perchè come dice il buon Theodore:i grandi uomini prendono strade oscure,raramente illuminate e quella luce è quella dei loro nemici.Sottolineando anche una certa attrazione per il re dei predoni e del deserto.),sulla storia con la S maiuscola.
Da sottolineare come i rapitori non siano descritti come gentaglia,ma persone con una loro solida cultura e un loro stile di vita,forse violento,ma non lo sono anche gli europei e poi il colonialismo euroatlantista?Lo si vede anche oggi quali orribili coglionerie facciano e portino a termine.

Candice Bergen dopo Soldato Blu,torna ancora a far la parte della donna rapita o dispersa,ma forte e caparbia.Bè,era anche il tempo del femminismo,suppongo,nondimeno è assai brava nel suo ruolo .
Un film quindi non solo di sceneggiatura e regia,ma anche di attori. Connery memorabile re del deserto è un grande guerriero capace,da perdente,di dar una grandissima lezione al presidente u.s.a.
Brian Keith ,celebre attore e caratterista yankee morto suicida qualche anno fa, è un maestro di grande recitazione nel ruolo del presidente Roosvelt. Uomo forte e grintoso,eppure triste e solitario come nel finale al museo.
Bè,non rimane che guardarlo ,non c'è altro da fare!

venerdì 28 ottobre 2011

CACCIA SELVAGGIA di PETER HUNT

Eh,no!Purtroppo non è il titolo di un documentario sulla caccia ai simpaticissimi inviati di Striscia la Notizia,per quello dovremmo attendere ancora per molto. Lo so ne siete profondamente dispiaciuti,ma che ci volete fare?Accontentatevi quindi di un sano,robusto,onesto,film di avventure con il leggendario Lee Marvin e il granitico Charles Bronson.Un tempo,ma pensate un po', gli attori non erano damerini froceschi con i capelli a posto anche sotto un uragano di merda e agente orange,no!Erano rudi mascoli che bastava inquadrarli per sentirsi al centro del grande cinema popolare.Certo non che tutti fossero campioni di recitazioni,ma cazzo se avevi bisogno di un giustiziere cazzuto,bè che problema c'era?Citofona a Bronson o a Eastwood orari pasti.Personalmente non li confonderei con i derivati reaganiani degli anni 80,(stallone e company),anche perchè Marvin ,ad esempio, era quel tipo di duro credibilissimo anche fuori dallo schermo,come Eastwood.Non hanno bisogno di fare casini o di essere arroganti come i loro colleghi del periodo maccartista reaganiano,no!Basta un'occhiata,cazzo chi sarebbe così stupido di litigare con l'ispettore callaghan?Chi non darebbe ragione subito a Bronson?Sono i capi branco e non perchè menano duro,ma perchè lo sono e basta.Hai capito Jeanclauduccio?
Ma sapete perchè mi piace assai codesto film?Semplicemente per la genialata dei produttori,non avete notato nulla?Vabbè,pazienza,allora bambini :leggete titolo del film e cognome del regista ok?Mmm..quindi?Ci siete arrivati?Si!Far girare un film che si chiama Caccia Selvaggia a un regista di cognome Hunt-caccia- è davvero una gag esilarante,alla faccia del Zelig di sto cazzo-mi fa schifo da decenni lui e i suoi comici della minchia.

La storia:Johnson interviene durante una brutale lotta di cani,prende uno di essi e se lo porta a casa per curarlo.La banda di dementi cacciatori di sta cippa non gradisce questo umanissimo gesto.Così prima chiedono l'intervento del sergente delle giubbe rosse,siamo in Canada,Edgar e subito dopo danno l'attacco alla casa di Johnson uccidendo il cane e cercando di ammazzare l'uomo.Il quale reagisce uccidendo uno dei cacciatori.Ed ecco che comincia prima l'assalto,a ridajie, alla casa del Bronson e poi via a piedi sulle montagne .Alla fine Marvin comprende che spesso chi è inseguito è meglio dei suoi inseguitori e prende una giusta decisione

Un film tipicamente anni 80,prodotto medio,niente di eccezionale.Però è puro cinema.Non offende troppo la nostra intelligenza,non ci sono personaggi strambi che fa figo,non si copia facendo passare il tutto per "citazione",i tarantiniani rodreguiziani per fortuna non erano ancora nati,e quindi ecco un tradizionale,classico,film di sparatorie,azione,personaggi.

Non male!

giovedì 27 ottobre 2011

I PILASTRI DEL CINEMA:FRANCO SOLINAS

Parte oggi una rubrica dedicata agli sceneggiatori cinematografici italiani,colonna portante del cinema talora poco considerati.Vi viene facile dire , e lo dico sempre io per primo,quello è un film di Risi,Monicelli,Visconti, oppure "è con Sordi,Tognazzi,Pacino"quasi non tenendo conto che un film oltre a delle belle immagini e inquadrature,oltre alla prova di attore,è pur sempre STORIA.Un racconto popolare o colto,ma pur sempre racconto e quindi per me la sceneggiatura è importante,(tranne pochissimi casi),altrimenti è un piacere a metà,esattamente come un atto onanistico,(so che i miei lettori son tutti maestri di rocco siffredi,quindi non parlavo di loro,ma al massimo di me!),per cui è mia intenzione farvi conoscere meglio certe figure,certi personaggi.
Vista la mia grande e perpetua passione per la Politica,anche la mia formazione cinematografica tiene assai in considerazione questo modo di fare cinema.Non mancheranno speciali su Vincenzo Mannino e Dardano Sacchetti,probabilmente mancherà Montefiori.Questo però lo scopriremo solo vivendo.
Bè,siete pronti?
SIGNORI E SIGNORE,UNA LEGGENDA DEL CINEMA ITALIANO:FRANCO SOLINAS!

Dove nasce e in che condizioni sociali il nostro protagonista?Bè,vediamo...Ecco:Cagliari nell'anno di grazia 1927 e muore a Fregene nel 1982. La sua famiglia era composta dal padre un nobile sardo colonnello dell'esercito italiano, Pietro, e la madre Maddalena, una donna di origini genovesi,( lo era il padre di lei).
La sua infanzia la passa come molti altri bambini i cui padri lavorano per lo Stato,di città in città con la sorellina Licia e la madre a presso.Rimasto orfano di padre nei primi anni 30,torna brevemente sull'isola della Maddalena,ma poi -proprio mentre il mondo incomincia una nuova e sciagurata guerra-si trasferisce seguendo la madre vedova in quel di Roma.
Il rapporto di Solinas con la sua terra di origine è assai stretto e molto sentito.Indivisibile l'uomo,ormai laureato in giurisprudenza e cittadino nella capitale,con la sua terra natìa.Un legame fortissimo e dove oltre ad incontrare i cari e vecchi amici per dedicarsi alla caccia- che rammentiamo è contro l'ammore- e la pesca ,è anche luogo di raccolta dei pensieri che diverranno poi racconti,(e che racconti visto i film poi da egli sceneggiati),proprio uno di questi il romanzo Squarciò diventerà un film diretto da un maestro del cinema politico italiano:Gillo Pontecorvo,con il titolo:La grande strada azzurra.Il film è la storia di un pescatore sardo che fa uso di bombe per pescare,dei rapporti tesi con i suoi colleghi e della sua tristissima fine.Nel cast attori come Yves Montand e Francisco Rabal, non meno importante la presenza di Alida Valli.
Solinas oltre che romanziere è anche un critico cinematografico per Paese sera e vice critico all'Unità
Come sceneggiatore deve molto a due padri storici della nostra industria cinematografica Age e Scarpelli,i quali credendo nelle sue potenzialità lo assumono e lo fanno lavorare in quella che usando un linguaggio da "lavoratori",potremmo definire:bottega.
Pratica anche lui l'antica arte del "nero o negro" che dir si voglia,quindi scrivere sceneggiature che però risultano firmate da altri,tuttavia è con PERSIANE CHIUSE che vedrà il suo nome comparire tra gli autori.Altro soggettista è Sergio Sollima.
Un uomo, lo sappiamo, lo si giudica o meglio si comprende conoscendo le sue compagnie.Chi erano gli amici di Solinas?Basterebbe un nome:Ugo Pirro. I due stringono una forte e profonda amicizia,scrivendo storie che vengono firmate da altri.Si divideranno professionalmente,ma rimarranno amici a lungo.Altro rapporto che credo vada segnalato è quello con Pontecorvo,il film della svolta per entrambi è Kapò.Brutale,commovente,rigorosa storia ambientata in un lager nazista nella sezione femminile.Il film non cerca assolutamente la lacrima facile o l'indignazione immediata dello spettatore,è un ottimo viaggio all'interno di un inferno e descrive personaggi completi,mai banali.Il film è stato un grande successo internazionale-pensa un po' come erano messi bene un tempo- e raggiunge il traguardo della nomination agli oscar.
Collabora alla sceneggiatura di un capolavoro assoluto come Salvatore Giuliano,uno dei migliori film di Francesco Rosi- dimenticare la cagata di Cimino,please-una delle opere più suggestive sul tema della collaborazione banditismo e Stato demoliberale.
Un grande appassionato di cinema western come me non può che benedire e ringraziare Solinas per essere il creatore di una serie di capolavori del genere western rivoluzionario:Quien Sabe?Il miglior Damiano Damiani con un gigantesco Gian Maria Volontè capo rivoluzionario messicano,Lou Castel killer americano maneggione e cinico,Klaus Kinski frate guerrigliero.Seguiranno La resa dei conti,film diretto dal suo amico Sergio Sollima, che riprende un po' la coppia killer-rivoluzionario con ben altro finale e sopratutto lancia il personaggio di Cuchillo,interpretato da un magnifico Tomas Milian. Si occuperà anche del soggetto di Il Mercenario,un bellissimo spaghetti western con Musante,Nero,Palance,regia di Corbucci.Tre grandi opere che usano il cinema di genere per parlare ai proletari italiani e spiegare a loro come si fa una rivoluzione.Erano altri tempi,poi le stragi di stato e del terrorismo avrebbero spezzato le istanze rivoluzionarie dei proletari,lasciando spazio alla paura di noi piccoli e frustrati borghesi piccoli piccoli,necessaria la cura del poliziottesco
Il vero riconoscimento mondiale e l'entrata nell'Olimpo della leggenda cinematografica è con il capolavoro LA BATTAGLIA DI ALGERI,cioè la massima lezione su come funziona il colonialismo e l'imperialismo delle democrazie occidentali e liberali,i peggiori regimi mondiali e sicuramente i più ipocrati abbiamo visto anche l'ultima squallida guerra contro la LIBIA di GHEDDAFI.Film che andrebbe visto e studiato,è stato ostacolato e censurato dal governo francese e da un gruppo di pirlastri dell'estrema sinistra dei tempi,pseudocritici capitanati da Ferrini.
Solinas è forse l'unico che usa il cinema per denunciare il colonialismo e l'imperialismo con gusto della documentazione,verità,lezione politica e sociale.Altri film da vedere per il proprio bene e formazione personale sono:Quaemada con un memorabile Brando e uno dei migliori film di Costa-Gravas "L'Amerikano",con Montand sul sequestro in Perù di un agenet cia.La descrizione dei regimi sudamericani,il terrorismo,le grosse responsabilità occidentali,un capolavoro.
Dopo Il Sospetto per la regia di Maselli ,ottima pellicola sul glorioso Pci clandestino durante il periodo fascista.Solinas ha un incontro fortunato con il grande regista Joseph Losey,il quale prendendo in mano un progetto che è passato nelle mani sia di Costa Gravas e Pontecorvo,nella realizzazione di Mr Klein.Storia di un ebreo sfruttatore di altri ebrei e della brutta piega che prenderà la sua vita quando scoprirà di avere un sosia.
L'ultimo film scritto dallo scrittore sardo è Hanna K. di Costa Gravas che parla del conflitto israeliano-palestinese attraverso la storia di una avvocatessa e della sua presa di posizione
Alla sua morte Volontè e Laudadio hanno istituzionalizzato un premio alla sua memoria.
Per noi amanti del cinema impegnato e militante rimarrà sempre un compagno e uno scrittore di prima grandezza.
La sua filmografia

Persiane Chiuse di l.comencini
Gli eroi della domenica di Camerini - non firmata-
Cinque poveri in automobile di Mastrocinque -non firmata-
Cavalleria Rusticana-non firmata-
La donna più bella del mondo di Leonard -collaborazione-
Giovanna di Pontecorvo
La grande strada azzurra di Pontecorvo
Ombre Bianche di Ray
Kapò di Pontecorvo
Salvatore Giuliano-collaborazione-
Una vita violenta di Heusch
Vanina Vanini di Rossellini
Madame Sans -Genè di jacque
Le soldatesse di zurlini
la battaglia di algeri di pontecorvo
la resa dei conti di sollima
quien sabe?di damiano damiani
il mercenario-soggetto-
tepepa-collaborazione con IVAN DELLA MEA e Patroni
Queimada di pontecorvo
L'amerikano di Costa Gravas
Il Sospetto di Maselli
Mr Klein di Losey
Hanna K di Costa Gravas

mercoledì 26 ottobre 2011

IL PAPA' DI GIOVANNA di PUPI AVATI

Durante il fascismo,un modesto professore ha un rapporto assai solido e forte con la figlia,ragazza forse troppo timida e in un certo senso diversa dalle altre.Quando viene uccisa una sua compagna di scuola per il povero uomo cambierà la vita.Rimarrà accanto alla figlia,verrà abbandonato dalla moglie,scoprirà che l'amico poliziotto è innamorato ricambiato dalla sua consorte,si attaccherà alla figlia custodendola e aiutandola.

Ottimo film,una grande opera degna di un vero autore come Avati.Talora incline a scrivere e dirigere troppe cose,per questo in un certo senso discontinuo,ma questa pellicola meritatamente presente a Venezia dove si è presa la coppa volpi consegnata a un magnifico e memorabile Orlando,è davvero una delle sue migliori prove dell'ultimo periodo.Un toccante film sul rapporto padre e figlia ,mentre l'italia attraversa il fascismo e la liberazione,in sottofondo quasi fossero due cose diverse e separate,il declino della dittatura e l'isolamento del professore.Avati descrive personaggi che non paiono mera finzione:Francesca Neri è una donna incapace di essere madre,ma non è sgradevole come personaggio,si comprende il suo dramma,Silvio Orlando è possente e commovente nella sua figura paterna del tutto normale,piccola,eppure gigantesca nel suo stare vicino alla figlia folle e omicida.Sottolineo persino come Ezio Greggio abbia dato un buon contributo ,il suo sbirro fascista giustamente fucilato alla fine è un buon personaggio che il comico televisivo-perchè al cinema non mi ha mai fatto ridere- sa descrivere e interpretare molto bene.
Questo è Avati come mi piace e vorrei che si mantenesse sempre a questo livello,magari calibrando uscite e sceneggiature.Comunque sia uno degli ultimi autori di cinema,di quello classico e solido.Cosa davvero rara nell'epoca dei fighetti da happy hour alternativo

PER IL RE E PER LA PATRIA di JOSEPH LOSEY

Un soldato inglese,persona a suo modo buona e non molto sveglia,finisce in cella con l'accusa di diserzione.
Un ufficiale si occupa della sua difesa,ma sembra che il verdetto di morte sia già stato deciso prima dai capoccioni bellibuoniecoglioni dell'esercito britannico.Nel mentre i commiltoni del prigioniero scherzano tra loro,cercando di allontanare lo spettro della morte in battaglia.

Un piccolo grande film anti militarista che mostra quella che per molti è la follia della guerra,dell'esercito e le sue leggi.Non manca una sottile critica classista tra soldati-proletari che stanno in prima linea da oltre tre anni di guerra,mandati a morte da colonelli e generali che la guerra sul campo non l'hanno vista mai.
Losey dirige con uno stile crudo,documentaristico e teatrale allo stesso tempo,polemico e umano.Ottimi gli attori :Dick Bogarde e il grande Tom Courtney,attore da riscoprire e amare

QUANDO L'AMORE BRUCIA L'ANIMA di JOHN MANGOLD

Si,dietro questo orribile titolo non si nasconde la solita commediola sentimentalista finanziata dall'associazione dentisti stilosi d'ammerikka,no!E allora di che parla questa pellicola,cosa dobbiamo aspettarci?
La solita biografia cinematografica d'america,rispettosa di ogni piccolo e prevedibile luogo comune del genere,ma girata assai bene e con ottimi interpreti.
Certo si deve amare la musica country e conoscere un po' di storia della musica tradizionale americana.Perchè questa non è la storia di una stellina o di una meteora o di Lady Gaga,cazzo qui si parla dell'immenso John Cash
Dalla sua povera infanzia,la perdita del fratello per un incidente di lavoro,i rapporti disastrosi con il padre,la passione per la musica,le crisi famigliari,l'amicizia solida con i ragazzi della band,i tour con Elvis Presley e Jerry Lee Lewis,l'innamoramento per June Carter,la tossicodipendenza,il declina,la rinascita e il fantastico album dal vivo a Folsom un carcere di massima sicurezza
John dopotutto era un cantore di questi disgraziati e della vita.L'uomo in nero patrimonio culturale per la musica popolare del mondo è protagonista messo in chiaro sia nelle disgrazie che nella sua figura artistica.
Fulcro centrale del film è sicuramente il rapporto tra John e June,descritto sull'orlo del precipizio del burrone dell'ovvio,ma con un buon senso del cinema e della dignità nella sceneggiatura
Non è un capolavoro,ma nemmeno una cazzata

venerdì 21 ottobre 2011

AND SOON THE DARKNESS di ROBERT FUEST

Non sono,come ho già scritto diverse volte, un estimatore ed esperto del genere horror.Tuttavia credo che per far un buon film di terrore si debba tenere in considerazione quello che per me è il tema portante:lo smarrimento e la solitudine dell'individuo non solo di fronte all'ignoto e alla morte,ma anche di fronte alla propria incapacità di agire,un certo fatalismo di base.Per questo non credo che si possa esagerare con l'ironia o l'umorismo,si parla pur sempre di morte e tra le meno piacevoli perchè l'uomo è abbandonato al proprio supplizio.Quindi la violenza non deve ammiccare,ma disturbare essere tuttosommato strisciante e reale.Sempre nella mia umile convinzione ,reputo che il massimo del strèmizi,(come si dice dalla mia parte lo spavento),lo si ottenga dopo una lunga scena di totale quotidianità,con piccoli accenni e poi venga l'apocalisse.Con calma,senza fretta.
Mi pare tutto questo si trovi nel magnifico film del regista britannico Robert Fuest:l'arrivo delle ragazze accompagnate da una bella musica rockeggiante,il rtratto delle due decisamente reale,(non la solita troiona che merita de morì e la suora di turno),i piccoli segnali tra la popolazione,la solitudine di trovarsi in una terra straniera e non sapere che fare,l'inganno che i nostri pensieri possono attuare cambiando il ruolo del carnefice con chi vorrebbe forse solo salvarci. Sopratutto :quanto deve essere pesante perdere un'amica dopo una bruttissima e futile litigata,un grosso peso e rimpianto.Ecco queste cose ci vengono in mente mentre vediamo il film
Che è semplice,non vuole stupirci con eccessi ed elementi grotteschi,ma è angosciante,disturbante,inquietante.Un piccolo classico,davvero imperdibile

L'IMPERATORE E L'ASSASSINO di CHENG KEIGE(?)

Oltre due ore e mezzo di grande cinema storico.Non frenetico o coreografico,ma sporco ed epico come la storia delle guerre tra imperi o fazioni nemiche è nella sostanza e nella realtà.

Un imperatore vuole unire la cina sotto un unico regno,per farlo dovrà combattere nemici interni ed esterni.Subirà un complotto all'interno della corte e scoprendo una verità atroce si trasformerà in un feroce aguzzino.Contro di lui viene mandato un temibile assassino,ma la storia ha in serbo molte sorprese

Il film è l'analisi della solitudine tipica di chi ha potere,della corruzione umana e politica,degli intrighi,e delle sofferenze umane. Splendide scene di battaglia,personaggi ben scritti ,buona recitazione
Un film davvero magnifico

NON UNO DI MENO di ZAHNG YIMOU

Questa è una delle tante ottime pellicole del regista cinese,prima che si desse a imperatori e scontri aerei,un film che recupara la grande lezione del neorealismo e l'applica a quella che era una realtà difficile,ma non preoccupante,della cina di 12 anni fa.Ora la situazione è brillantemente migliorata,(a parte per i soliti che devono parlare male della cina a cazzo),ma è innegabile che un grande paese ,anzi la più grande e giusta potenza mondiale abbia dei problemi tra città e campagne.Ripeto ora ampiamente migliorati.
Una ragazzina deve sostituire l'insegnante del suo villaggio,il quale deve partire per un mese causa malattia della madre,lei si occuperà della scolaresca e in cambio verrà pagata.Ma nessun bimbo deve lasciare la scuola.
Purtroppo uno di loro,per bisogno di danaro,lascia il villaggio e va in città.La ragazzina lo cercherà
Un grande film che mostra i limiti e le diseguaglianze,ma che comprendendo il cammino difficoltoso del socialismo indica le vie per migliorare una situazione senza ombra di dubbio non sostenibile per una nazione degna di questo nome
Da vedere assolutamente

la città proibita di ZAHNG YIMOU

Il popolare e amatissimo regista cinese di capolavori come Lanterne Rosse e Sorgo Rosso,a un certo punto ha abbandonato il suo modo di fare cinema rigoroso,essenziale,di rara rettitudine umana e artistica,per donarsi a filmoni assai più spettacolari e legati a una visione sontuosa e ricca di azione.
Hero,La foresta dei pugnali volanti,e questo film:la città proibita.Di cosa parla codesta pellicola?Un fatto storico,almeno ambientato in un contesto storico ricostruito con attenzione e un briciolo di mera rappresentazione filmica.
Insomma c'è questo imperatore che da anni cerca di fare impazzire la moglie facendole bere dei medicinali "drogati",lei lo scopre e cerca con i figli di fargliela pagare duramente.Si scatena così una ferocissima e spietata guerra famigliare.Che delizia questi film così pieni di intrighi e loschi piani di mostri disumani,che son gli imperatori e i regnanti,gente che detesto profondamente.Eppure questo è cinema:trascinante,possente,elegante,raffinato,spettacolare e attento allo studio psicologico dei personaggi,delle loro tattiche e strategie,vendette e amori.
Su tutto svetta una meravigliosa fotografia :coloratissima e suggestiva
Nel cast è da citare un ottimo Cho Yun Fat,vabbè è uno dei miei attori preferiti!!!!!!!

martedì 18 ottobre 2011

LEVIATHAN di GEORGE PAN COSMATOS

Un piccolo kolossal,almeno per le finanze dei De Laurentis,questo film che riprende in ambientazione marina,(anzi nei profondissimi abissi),le tematiche di capolavori come ALIEN e La Cosa.
Il cast è discreto e molto anni 80,(per la precisione fine decennio),c'è Peter Weller allora molto popolare per Robocop,poi Richard Crenna,Daniel Stern,Hector Elizondo,Ernie Hudson e la meteora Amanda Pays.
Scritto da David Peoples e Jeb Stuart,entrambi con copioni interessanti alle spalle e anche nel futuro,sopratutto Peoples
Diretto da un mediocre mestierante,autore anche di due pellicole tra le più immonde mai girate-parlo di rambo 2 e cobra- George Pan Cosmatos.
La storia:un gruppo di ricercatori scopre una nave sovietica affondata misteriosamente,improvvisamente a bordo due membri si ammalono.Dall'epidemia nascono mostri che sterminano i lavoratori e seminando terrore a bordo,in più in superficie la Compagnia trama per eliminarli
Truculento,spettacolare,rozzo,seppure tecnicamente ben fatto:la mutazione,lacerazione delle carni,l'ambiente claustofobico,in mano a un regista migliore avrebbero potuto dar vita a un cult.Invece è una pura pellicola di intrattenimento

sabato 15 ottobre 2011

ROSA DI BAGHDAD di ANTON GINO DOMENIGHINI

Pellicola pionieristica,sperimentale,d'avanguardia in stretto ambito popolare,presentata anche con buon successo al Festival di Venezia del 1949.
Trattasi di una delle poche opere di animazione fatte in Italia e che a mio modesto parere nulla ha da invidiare alle più blasonate e ammirate produzioni disneyiane.
Il film infatti visivamente ha ottimi momenti-la danza delle api o dei serpenti,le apparizioni e la caratterizzazione del mago perfido e così via-tipici di un linguaggio internazionale legato al genere e al noto produttore americano.
La storia è semplicissima:una bella principessa deve sposarsi,Jaffa un cattivo sultano vuole impadronirsi della terra della fanciulla e così con il suo fido e satanico mago studia un metodo per sposarla.Amin un giovine fanciullo del popolo lo sconfiggerà
Gustoso prodotto per l'infanzia,pieno di buoni sentimenti,ha anche momenti di tensione legati alla figura del mago
Insomma,vale la pena vederlo.Come testimonianza di un genere scarsamente frequentato in italia,(bozzetto a parte)

venerdì 14 ottobre 2011

CUORI IN ATLANTIDE di SCOTT HICKS (?)

Partiamo da due elementi importanti:1)Stephen King è stato un grandissimo scrittore ed è limitante e limitato considerarlo solo dal punto di vista horror.In quanto egli ha saputo scrivere grandi romanzi americani ,riprendendo la tradizione dei narratori popolari e tragici della sua terra,assolutamente degni di nota,2)per gli americani questa pellicola è il massimo di film impegnato che possano girare..

Cosa salvare di questo film?David Morse ,un grande attore,uno di quelli che basta solo inquadrarlo ed è cinema.Sottovalutato e non usato al meglio dal cinema americano,ma a me piace.Anche qui riesce a dare tocchi di malinconia al suo personaggio,direi sufficenti.
Chiaramente Hopkins,che poi è il film ,ma son bravi anche gli altri attori a dar un certo peso,seppure seguendo regole rigide e già viste,ai loro personaggi.
La fotografia,lo stile classico della regia.Queste le cose migliori.


Cosa non funziona?Trattasi di pellicola irrisolta,dove molte cose sono sfiorate,messe a caso,c'è tutto il classico stuporismo yankee che a me fa schifo,pena,pietà,le cazzate stile "che epoca innocente era quella",quando non c'è mai stato nulla di innocente in america.
La sceneggiatura ha dei vistosi buchi,i personaggi dei bambini sono abbozzati,nel senso che si dà troppo spazio alla coppietta e non si capisce un cazzo del terzo bambino,ho come l'impressione che abbiano tagliato con il machete il libro insomma.

Per questo non è un film riuscito,nemmeno sufficiente,seppure guardabile e migliore di tante cazzate che ci son in giro

RADIO WEST

Una tragedia assoluta.
Potremmo chiamarlo così questo filmetto del tutto pleonastico e irrisolto.Certo capisco la propaganda militare,la voglia di narrare la storia dei nostri soldati,ma decidete che registro e quale storia volete raccontare e fatelo anche bene.
Il livello di recitazione è poi imbarazzante, i dialoghi ,(quando si comprendono perchè il farfugliare tarriconesco è incomprensibile ),penosi.
Davvero un film da riprendere e rifare e sopratutto documentandosi seriamente sul conflitto in kosovo.

Meglio quindi il documentario Serbi da Morire di Fulvio Grimaldi

ARRIVA LA BUFERA di DANIELE LUCCHETTI

Film assolutamente sbagliato e completamente fallito.La solita banda del cinema democratico spesso autrice di ottimi film si sputtana con una pellicola davvero indecorosa e pleonastica.
Peraltro avendo tra le mani la possibilità di girare una pellicola suggestiva,simbolica,potente,malinconica,cattiva.

Ma quando mai ci si perde in una storiaccia senza capo nè coda,sciatta e penosa.
Un giudice arriva su un'isola dove regnano tre sorelle con la loro discarica.Imprigiona un losco trafficante e si innamora della sua sposa,ma vabbè non vale nemmeno la pena descriverlo
Lucchetti si mostra un grande e immenso mediocre

giovedì 13 ottobre 2011

LEON di LUC BESSON

Qui ci troviamo di fronte a una grande pellicola che in due ore di film riesce a commuovere senza eccedere in fastidiosi sentimentalismi,a eccitare con gli scontri e a presentare una catena di personaggi memorabili e ben scritti.Il livello più alto di Besson,che poi a mio parere si è disperso in operazioni ripetitive e di scarso peso,con l'americanizzazione eccessiva e fracassona di certe sue orribili produzioni
Nel 94 anno di produzione di questo capolavoro,era ancora un buon regista che sapeva girare benissimo sia una sparatoria che una scena di dialogo tra due attori.
Mi commuove sempre profondamente e mi esalta allo stesso tempo questa perfetta storia di anti eroi,malinconica e struggente in alcuni passaggi e violenta nelle sue scene di azione.

Leon è un killer che lavora da anni per un mafioso italo americano che lo ha adottato quando è giunto negli States
Un giorno si ritrova in casa una ragazzina a cui una banda di sbirri corrotti ha sterminato la sua famiglia.Prima recalcitrante e poi sempre più preso da questa ragazzina,tanto da educarla al lavoro di killer,Leon porterà a termine la vendetta contro i cattivoni

Una storia classica girata benissimo con un Reno a dir poco memorabile e una giovanissima ma bravissima Portman
Film per me mitico!

mercoledì 12 ottobre 2011

LA COLLINA DEL DISONORE di SIDNEY LUMET

Sidney Lumet è forse il mio regista americano preferito,sicuramente un grandissimo autore che ha dato al cinema pellicole leggendarie e con una tensione sociale sempre viva,ancorata certamente a una visione liberal tipicamente americana,ma in quel tipo di società è il massimo che si possa richiedere agli intellettuali.
Usando i generi,spesso il poliziesco,ha descritto l'altra america e le distorsioni delle società capitalistiche,la corruzione delle istituzioni,insomma uno che portava sullo schermo storie di un certo peso e rilevanza

Questa pellicola è ambientata in un campo di prigionia inglese,in africa mi pare,atto a punire i soldati disertori,ladri,e così via.Il metodo di rieducazione è semplice e consiste in corse su una collina di sabbia,sotto il sole cocente.
Fra i vari aguzzini del campo il più crudele è sicuramente Williams, un ometto sadico che a causa della sua cattiveria causerà la morte di un detenuto.
Questo fatto scatenerà una guerra tra lui,alcuni suoi colleghi e un gruppo di detenuti,in particolare contro Martins.
Il finale sarà assai crudele

Questo è uno dei film più sadici,feroci,crudeli e spietati sulla repressione militare e non solo.Senza musica ,ma con il rumore interminabile di uomini che marciano,è una pellicola che parla di sottomissione psicologica ,di tortura,di idea distorta del dovere e della disciplina.Ottimo il cast con un grande Sean Connery,detenuto ribelle

sabato 8 ottobre 2011

VALHALLA RISING di NICOLHAS WIDDING REFN

Un nome sicuramente da tenere in considerazione quello del regista danese,visto la capacità di fare film decisamente e squisitamente Autoriali,partendo dai terreni fertili del cinema di genere.
Questa immensa opera segna uno sguardo maturo e intenso sul materiale Epico.Ambientato durante l'inizio delle prime crociate e degli scontri tra cristiani e pagani nel cuore profondo di terre devastate dalla violenza.Il protagonista infatti è una sorta di schiavo che viene usato per incontri brutali contro altri schiavi,ma anche qui non c'è sollazzo da parte dei padroni che assistono freddamente a questi violentissimi scontri.L'uomo poi riesce a fuggire e insieme a un bimbo si aggrega a un gruppo di fetentonti che vogliono raggiungere la Terra Santa e combattere per il cristianesimo.
Persi in una nebbia foriera di cattivi presagi finiscono su un'isola abbandonata,almeno all'apparenza visto che ci sono dei misteriosi abitanti e poi non c'ho capito più un cazzo,mi son perso tra le metafore e il resto.
Non importa,mica dobbiamo sempre capire tutto?Quando hai di fronte una grande opera di purissimo cinema alto e nobile,va bene anche così

FOXY BROWN di JACK HILL

Negli anni 70 il cinema popolare di consumazione periferica era assai gagliardo,insomma certe tarantinate erano già state dette e fatte con i pantaloni a zampa d'elefante,la pettinatura afro stile 30 piani di ricciume e robe simili.C'era la verità e l'urgenza di un modo di fare prodotti per certi spettatori che poi si è trasformato nella mera rappresentazione del genere.Fatto da accaniti studiosi che però non vivono quel periodo storico e le naturali ispirazioni.
C'era questo genere blaxploitation,cosa era?Un modo di fare cinema per afroamericani da parte di afroamericani,dubito che Hill fosse nero ma chi se ne frega.
Questo tipo di opere parlavano di "fratelli e sorelle" sbirri o tossici o vendicatori della loro gente.Film coloratissimi ,molto pop,veloci e con agganci non secondari con la politica rivoluzionaria dei black panther e simili gruppi.
Foxy Brown è la storia di questa tipa che ha un fratello pirla.Il quale così tanto per fare una cazzata telefona a una banda di bianchi criminali,sfruttatori della prostituzione,e masnadieri di ogni risma per denunciare il fidanzato della sorella,un agente fbi che ha dovuto ricorrere a un intervento chirurgico per aver salva la pelle.Intervento davvero del cazzo,visto che gli sparano subito
La ragazza si incazza come una bestia e medita vendetta.
Spettacolare,violento,smargiasso,geniuno,sincero,appassionato filmaccio che non va tanto per il sottile

giovedì 6 ottobre 2011

MICHEAL COLLINS di NEIL JORDAN

Ho una simpatia spiccata per l'irlanda,si in particolare quella del nord e sopratutto per l'i.r.a..
Appena esce un film irlandese o che parla di codesto grande popolo,quindi anni fa andai al cinema e mi vidi questo Micheal Collins.
La storia vera di un combattente per la libertà politica e sociale dell'irlanda,tra i fondatori dell'esercito repubblicano irlandese,grande stratega della guerriglia,che poi si è sputtanato con l'errore madornale di accettare un trattato che dava sì una certa libertà agli irlandesi-parlamento,governo-ma il tutto doveva essere sotto controllo dei britannici.
Da qui la sua fine come guida politica,perdita della credibilità e infine la giusta e inevitabile eliminazione.

Ora io non sopporto i rivoluzionari perenni,le teste calde ,sono stalinista con momenti di togliattismo clamoroso.Però non sono nemmeno per farsi infinocchiare con dei trattati farsa
Questo fatto portò l'irlanda alla guerra civile,era quello che volevano e si aspettavano gli inglesi.

Neil Jordan dirige un classico prodotto biografico in salsa hollywoodiana,puntando su una umanità di Collins che a mio avviso è del tutto assente nei grandi condottieri.L'amicizia con un suo compagno che poi finisce in lotta aperta anche per via del fatto che Micheal gli frega la donna,e tante altre trovate tipiche della produzione per masse.
Nota dolente anche il doppiaggio di Neeson che ci posso fare?Ward non mi piace,bravo quanto vuoi ma a differenza di un Pannofino mi sembra doppiatore e sopratutto attore assai monocorde Incomprensibile la presenza della Roberts che non riesce a tenere il personaggio.
I pregi che sono molti riguardano gli altri attori davvero bravi,Neeson riesce a dar l'idea-cinematografica-di un uomo in declino,la regia di Jordan regala anche grandi momenti di cinema

Da vedere insieme al film:il vento accarezza l'erba di Loach ,il quale chiaramente e a differenza del moderato conservatore jORDAN, prende le difese dei rivoluzionari.Questa volta con qualche ragione,altrove Terra e libertà con tonnellate di cazzatone anti staliniste,ma che ci volete fare?Loach va preso così

mercoledì 5 ottobre 2011

SWITCHBLADE SISTERS di JACK HILL

Questo è il film preferito da Tarantino,ehm...Quale dei 123456789 film preferiti di Tarantino ?Sapevo che ultimamente nelle feste dei nerds alternativi e delle malefattrici della musica rebelde,il buon Quentin straparla benissimo del filmino della prima comunione di mia cugina,anzi "a mia cugggina".
Tornando al film,che dire?Ci sono :coltelli,scontri e botte da orbi-quelli che ci vedono preferiscono una diplomatica sfanculata verbale-donne tostissime che fanno cose molto trash e moooolto cool,(linguaggio per attirare la simpatia dei bloggers giovani e moderni anche a 49 anni),una società violenta e matriarcale in cui i maschietti hanno poco spazio se non come uomini di fatica,anche uditiva perchè le americane hanno delle voci da gallina che Rosa Russo Jervolino sembra una con la voce suadente,capito?
Una banda di ragazze si trova coinvolta in scontri con altre bande,alla fine con quella di un cattivone a cui fanno giustamente un culo tanto.Il problema è che la sorellanza la dura minga e infatti al di là delle teorie femministe sull'unità femminile si scatena una guerra tra le due cape:una dura e proletaria ,per cui sadica, e l'altra che è una dura ma più american woman magara pure di periferia,ma carina.
La carina si trasforma in una bestia,tanto da vantarsi di essere la più forte di tutte anche con i poliziotti che la portano via.
Film in lingua originale con sottotitoli,sentendo come parlano e recitano le americane:doppiaggio salvaci tu!

RAGAZZO DEL MACELLAIO di NEIL JORDAN

Film che è passato alquanto inosservato ,questo del regista irlandese,almeno questo è un mio pensiero dovuto al fatto che non venga citato tra le opere significative di Jordan.Nondimeno reputo codesta pellicola assai ben fatta e tra le migliori di un direttore troppo discontinuo. La storia ha tonalità di commedia, ma racconta una tragedia:la vita violenta e catastrofica del giovane Francis.Ragazzino dell'Irlanda inizi anni 60,(infatti si parla e sparla della crisi sovietica e americana sui missili a cuba,ah se fossero ancora lì...Invece c'è l'america),emarginato e violento:madre suicida e padre alcolizzato.Ha un solo amico Joe e come nemici tutto il mondo,ma in particolare una famiglia benestante e snob.Il viaggio nella follia del ragazzo e della sua inesorabile fine è descritta con toni ironici e amarissimi.Un giusto equilibrio che rende particolare il film.Recitato assai bene, è uno di quei film da vedere anche per il personaggio principale capace di suscitare odio e tenerezza.Un personaggio memorabile,che nel finale ormai adulto e solo commuove profondame