lunedì 29 novembre 2010

IL MEDICO E LO STREGONE di MARIO MONICELLI

Un giovane medico condotto arriva in un paesino del profondo sud italia.Dovrà scontrarsi con un sedicente guaritore ,il quale è ben visto dai cafoni e bifolchi locali.Nel frattempo assistiamo ad alcuni problemi sentimentali dei paesani:la giovane infermiera che si innamora del dottore e cerca di averlo per sè usando un filtro d'amore che cagionerà problemi di salute all'uomo di medicina,la sorella, Mafalda, del sindaco che vive nell'attesa spasmodica di rivedere il fidanzato disperso in Russia,la nipote del mago che si innamora di un soldato settentrionale.
Gustosissima commedia scritta da Age e Scarpelli,diretta da un grande maestro del nostro cinema Mario Monicelli,affronta in modo divertente,(ma non banale), lo scontro tra scienza e superstizione,tra medicina ufficiale e rimedi della tradizione popolare,la ferrea logica della razionalità e la speranza inopprtuna nei filtri.Interpretata da Marcello Mastroianni,(perfetto nella parte del dottore che viene da fuori e che non entra mai in sintonia con il paese),e da un favoloso Vittorio De Sica, (il mago truffatore tanto ben voluto dagli abitanti),la pellicola è senza ombra di dubbio una di quelle preziose opere della nostra commedia ,ormai ridotta a una serie di cazzatelle di romanticume indigesto.
Piccola parte per Alberto Sordi,alle prese con un altro italiano mascalzone piccolo piccolo

domenica 21 novembre 2010

HACHIKO di Lasse Hallstrom

Mi pare semplice e facile elencarne i probabili difetti,che però in un'ottica decisamente industriale e di incassi sono gran pregi:un film gracile che si basa molto sul cane.Eppure me lo aspettavo ben peggiore. C'è una delicatezza reale nel rapporto tra padrone e cane,che poi è quella che tutti noi padroni di quattrozampe abbiamo con il nostro fedele amico,fratello,compagno.Si i soliti-perchè ci son sempre,che ci vuoi fare-diranno:è solo un cane e bla bla bla.Però per noi che ogni giorno li abbiamo di fianco cambia radicalmente la prospettiva.Pensate che il sottoscritto fino alla veneranda età di 29 anni aveva una paura folle e un disprezzo totale per questi animali,poi l'arrivo di Achille il mio cagnolino mi ha totalmente e profondamente cambiato.Sarà che in questi tempi non riesci a fidarti di nessuno,devastati dal cinismo spicciolo dei mediocri,sappiate che la nobilissima arte del cinismo richiede giganti,dalla trasgressione facilona,dal disimpegno nei rapporti,ecco che invece il cane è pressochè presente nella nostra vita con fedeltà e amicizia,di quelle che solo la morte può frenare.E allora come si può essere rigidamente fermi su punti di vista cinematografici,come si può giudicare un'opera sicuramente modesta ,ma anche così sinceramente coinvolgente?Ebbene sì,il sottoscritto stalinista di ferro e comunistaccio-accio-accio ,ha pianto per il finale intenso e perchè chiaramente il pensiero è corso al mio di cane.Che pirla!Si.si , assolutamente anche perchè raramente mi commuovo profondamente o forse le altre volte riesco a trattenere l'emozione forte e profonda attraverso mille barbatrucchi .Non me la sento quindi di far una critica al film,non mi interessa proprio.Lascio a chi non ha cani il lavoro di elencare i difetti,gli errori e tanto altro,lascio ai cattivisti da macdonald la lista delle ruffianerie e sdolcinatezze,per quanto mi riguarda ho solo visto un uomo,il suo cane e una grande storia di amore con la A maiuscola.
Il vostro "critico" se la cava cambiando una vocale,da cinefilo a cinofilo e come direbbero gli Skiantos:Bau bau bebi!

sabato 20 novembre 2010

AZIONE ESECUTIVA di DAVID MILLER

Il caso kennedy come si sa ha sconvolto profondamente l'america.Che prima complotta e uccide,poi come da copione-quella degli stolti ipocriti che si pensano Innocenti- frigna e si dispera.
Nella sostanza è una prassi abbastanza normale quella di eliminare i presidenti ad opera di "singoli" individui.In pratica il tanto venerato ruolo di presidente degli stati uniti non è altro che un ruolo di sgobbino per potenti lobby militari-economiche la vera ossatura della democrazia americana

Il film scritto da Dalton Trumbo-in passato coinvolto nella caccia alle streghe del senatore macharty-e diretto da un mestierante come Miller,ricostruisce l'attentato a kennedy fin nei minimi particolari.Come si è incastrato Oswald,come si è eliminati i testimoni,usando materiale di repertorio ad altro di finzione.

Un buon film che precede JFK,ben interpretato da Burt Lancaster e robert ryan

demoni del fuoco di terence fisher

Giustamente riconosciuto come nome fondamentale del genere Horror della perfida albione durante gli anni 50 e 60, Fisher ci delizia ancora con questo buon prodotto di sci-fi,che ha tra le sue carti migliori la caratterizzazione dei personaggi e le location.

Su un'isola al largo dell'inghilettara alcuni strani fenomeni mettono in allarme la popolazione.
Un caldo infernale del tutto fuori posto e alcune strani morti.Uno scrittore, con l'aiuto di uno strano individuo suo ospite alla locanda che gestisce con la moglie, scopre che si tratta di creature arrivate dallo spazio per una invasione letale
Il film è interessante anche per le dinamiche tra soggetti sopratutto la segretaria -amante ricattatrice e lo scrittore.Fisher ha da sempre dato spazio alla sessualità come motore delle situazioni nei suoi film,qui in modo anche esplicito.

Un film che non delude

il grande coltello di robert aldrich

Charlie attore holywoodiano è in rottura con la moglie e con il suo produttore ,un ciarlatano megalomane assistito da un perfido braccio destro-smiley
L'attore ha nel suo passato un segreto ingombrante:ubriaco e in compagnia di una ragazza facile,ha investito e ucciso un bimbo.Per lui ha pagato Buddy,suo amico del cuore,che si sacrifica per salvare Charlie.
Questa storia e la sua crisi avranno un risvolto violento e tragico.

Un bellissimo film di Aldrich sulla macchina stritola persona Hollyowood,diretto con polso è una pellicola amarissima ,memorabile Palance e grandioso Steiger

IL MATRIMONIO DI LORNA dei fratelli DARDENNE

Fra i nomi più importanti del cinema necessario e non addomesticato alle regole del democretinismo dei sentimenti e dei sentimentalismi,vi son senza dubbio di sorta i fratelli Dardenne.Notevole e sempre interessante la loro filmografia,che attraverso personaggi comuni descrivono la società belga-ma con temi universali nel campo occidentale-anche con questa loro opera proseguono un discorso rigoroso e senza evitabili compromessi.Lorna è una ragazza albanese che sposa un giovane tossico belga per aver la cittadinanza.La banda gestita da un tassista italiano,Fabio,a cui lei appartiene le commissiona un nuovo matrimonio per dar la cittadinanza a un russo.Per questo il simpatico italiano pensa di ucciderle il "marito"....Un ottimo film,che senza risultare didascalico e retorico narra dal dentro le vicissitudini che devono sopportare chi ha venduto la migliore realtà del paese socialista con le libertà democratiche di altri paesi.Merce umana da usare e stritolare senza pietà,in mano a mafiosi e all'indifferenza del resto della societàUn grande ritratto femminile che seppure non arrivando ai vertici di Rosetta,rimane a lungo nella mente nostra

I CAVALLIERI DALLE LUNGHE OMBRE di WALTER HILL

Cosa c'è di meglio della musica southern?Niente!Ok,sacrosanta verità ci puoi scommettere,ma subito dopo cosa arriva:una storia southern.
Il sud sconfitto nella guerra civile,dei piccoli paesini,della gente rozza,ma a tratti così ingenua e naif.Quel sud,che poi è la chiave di lettura dell'America.Certo meglio l'intellighenzia di Boston,illuminati e progressisti,ma se vuoi narrare il lato profondo e talora disturbante di una nazione c'è il buon caro vecchio sud a portata di mano e di dileggio.

Trovando pressochè perfetti per star appoggiati a un muro in attesa di fucilazione gli anarchici,non ho grosse simpatie per le teorie sul brigantaggio di bakunin,ma questo vale in una grande nazione faro illuminante del mondo,quale l'unione sovietica.,cosa che non vale per quell'aborto di nazione e di popolo che son gli stati uniti e gli americani.
Per questo la figura del bandito diventa la cartina tornasole che smaschera il vero lato reazionario,bigotto,coglione su cui si basa questa nazione -impero sul viale ,finalmente,del tramonto
Quindi ecco che la lotta di individualismo collettivo-perchè agiscono staccati da altri gruppi,ma con una vera gerarchia sociale al loro interno-delle bande di outlaws è significativa,importante e sostenibile.Non per un romanticismo letterario comunque fondamentale e primo motore dell'interesse,ma perchè smascherano clamorosamente lo spirito americano e le sue contraddizioni.

Questo capolavoro western di inizi anni 80,quando ancora si facevano grandi film con storie compatte e solide,narra le geste del mitico Jesse James e della sua banda.Banditi o vendicatori?Bè,meglio dell'fbi dell'epoca i pinkerton.
Il film li dipinge come uomini,anzi cavallieri destinati alla capitolazione e alla fine misera per mano di un codardo-quel figlio di puttana di ford.
Una grande ballata country,per chiarire i miei gusti musicali:ascolto l'aor,ma sento che mi entra nelle ossa e mi vibra sulla pelle la musica folk country e southern rock, di quelle senza tempo e amarissime.Girata benissimo da un grande maestro del cinema come Walter Hill-la sacra triade:Hill,Mann,Peckinpah- che sa dare peso e sostanza alla violenza e alla costruzione dei personaggi.
Il film è particolare perchè interpretata da una banda di attori e fratelli:i carradine,i keach-che ne son protagonisti nel ruolo di Jesse e Frank James,oltre che produttori esecutivi e co-sceneggiatori-i quaid,i guest.Tra i capolavori western di tutti i tempi!

LO SPAVENTAPASSERI di JERRY SCHARTZBERG

max e francis sono due vagabondi che uniscono le proprie forze per raggiungere i loro scopi.Il primo vuole aprire un autolavaggio a Pittsburg e il secondo vedere il figlio che non ha mai visto.
Lungo il viaggio incontreranno molta gente e passeranno diversi guai,fino a quando..

Jerry Schartzberg è un regista pressochè dimenticato al giorno di oggi,ma negli anni 70 aveva diretto almeno due pellicole notevoli:questa e sopratutto panico a needle park.
Film che vedono la presenza di un giovane e come sempre bravissimo Al Pacino.
Questa pellicola è abbastanza bizzarra:i due protagonisti sembrano dei vagabondi da film sulla depressione degli anni 30 e invece la storia si svolge nei 70.Film a corrente alternata ,pieno di luci e ombre,ma che ha nei due protagonisti -Gene Hackman e Al Pacino-due punti di forza e sopratutto una parte finale straziante e amarissima
Film e regista son da recuperare

LA VIA DEGLI ANGELI di PUPI AVATI

Avati ha una carriera ricca e interessante,certo sfornando un film all'anno è anche assai discontinua,ma è lo stesso identico caso di Woody Allen.Partendo dai suoi primissimi film surreali,grotteschi,folli,passando per il genere horror,il racconto storico medioevale,fino alla narrazione "magica" del passato emiliano.Quasi sempre circondato da collaboratori fissi,che creano una sana atmosfera di Famiglia,Continuità,Insieme.Questo film segue due strade che dovrebbero sfociare in un unico grande affresco.Cioè una tradizione degli anni 30 ,sulle montagne emiliane.Infatti una volta all'anno si tiene una festa danezereccia dove i maschi e le femmine della specie umana si cercano,forse si trovano,ma spesso non succede nulla.Una dattilografa in vacanza presso la famiglia trova lavoro da una donna ricca che vive con la cognata-la campagnola farà da dattilografa per questa ultima e scoprirà che ella cova una profonda gelosia e forte rancore contro la cognata per via del fratello.-questa parte è forse la più debole con colpi di scena tirati via e una recitazione rovinata da Libero De Rienzo,ma questo è un classico.La seconda ,che è decisamente migliore,parla dell'uomo che si occupa di girare per trovare i "ballerini" della manifestazione.Un racconto tenero e dolente sul viaggio verso la morta,senza nessun tipo di retorica e consolazione.Grandissimi come sempre Gianni Cavina e Carlo Delle Piane,due straordinari attori,che regalano ai loro personaggi e alla loro storia una grande atmosfera da buon cinemaUn film quindi diseguale,ma buonissimo

I GIORNI CONTATI

Cesare è un idraulico che si avvia verso la vecchiaia-parliamo di inizi anni 60 e lui ha 54 anni-un giorno sul tram vede un uomo,un suo coetaneo morire.Per questo decide -capendo che ha i giorni contati- di non lavorare più e di "godersi la vita",ma tutti i suoi esperimenti-tentativo di ritornare con una vecchia fiamma,di tornare al paese di origine e altro-falliscono brutalmente e amaramente.Tornerà a lavorare,fino a quando...

Splendido è dir poco,e allora diciamo splenido elevato alla potenza di due, film del mai fin troppo compianto elio Petri..Che dirige benissimo con uno stile ora secco e stringato,quasi documentaristico,ora visionario-il finale- un ottimo film sulla morte ,la vecchiaia,la vita in generale.Asciugando le possibile derive retoriche e sentimentaliste,ma con un linguaggio tagliente e preciso ci porta a diretto contatto con l'amarezza di vivere e il dolore di morire.
Bravissimo salvo randone

giovedì 18 novembre 2010

GENTE DI ROMA di ETTORE SCOLA

film diseguale e imperfetto,che non piacque molto alla sua uscita,ma che a mio parere andrebbe sicuramente meglio valutato.
ci troviamo in ogni caso a confrontarci con un'opera che sperimentando un linguaggio cinematografico più libero ed economico-il digitale- mischia diverse storie brevissime,accennate per narrare una città e il suo popolo nella quotidianità di affetti,lavoro,vita vera.
Non comprendo le critiche alla pellicola di un grande regista come Scola,che qui gira un film piccolo,ma non un piccolo film.Piccolo perchè vorrebbe narrarci la vita del popolo,ma anche grande nelle sue intuizioni surreali-l'episodio con Ravello- o nella sua feroce vena documentaristica-gli anziani sottoposti all'esame per verificare la malattia più crudele e spietata di tutte:l'alzheimer-e che commuove profondamente con una grande scena come quella recitata da Arnoldo Foa e Fabio Ferrari.Un padre che sta finendo all'ospizio e si lascia andare a una disperata rabbia che è rivalsa quasi infantile e disperazione umana.
Il film quindi ha diversi momenti commoventi e altri sottilmente ironici,ingiustamente criticato merita una visione

lunedì 15 novembre 2010

LA MALA ORDINA di FERDINANDO DI LEO

Non è un film sulle attività del centrodestra in questi ultimi 20 anni,ma un buon poliziesco che ha certamente influenzato gran parte del poliziesco a venire.
Trama ridotta all'osso,basilare,dialoghi scarnificati ,caratterizzazioni semplici,ma non semplicistiche-o no?- un buon ritmo che vede nel finale violento e amaro-mica ci vedo l'happy end,tuttaltro- una visione nera dell'esistenza umana .Non c'è traccia di polizia,di commissario de fero,nessun pistolotto sulla legge e l'ordine,ma solo la violenza e la morte di gente che vive sulla parte sbagliata e giustamente non può finire in gloria i suoi giorni
Luca Canali è un magnaccia di Milano,un delinquente di mezza tacca che si trova coinvolto in una brutta storia di sgarri e truffa ai danni di una potente famiglia mafiosa americana ,che intende risolvere la questione inviando sul posto due killers.
Braccato dagli yankees e da mafiosotti locali-i veri colpevoli della truffa- l'uomo sarà travolto dalla violenza e dalla morte.

A suo modo è un classico,certamente inferiore a Milano calibro 9 e anche al Boss,ma una di quelle pellicole poliziesche che vanno viste assolutamente
Grande Mario Ardoff,mitici Stroode e Silva-pochissime espressioni,anzi zero...una faticaccia!-gustoso il piccolo ruolo di Franco Fabrizi e sublime Adolfo Celi
Ricordiamo Di Leo i suoi polizieschi son sempre notevoli e migliori rispetto ai suoi colleghi

FESTIVAL di PUPI AVATI

Senza ombra di dubbio il film poteva essere girato meglio,vi sono delle parti deboli e appena abbozzate.Però rimane un film decente che tenta di mostrare il dietro le quinte di un festival importantissimo-non come quello posticcio,pleonastico e insulso romano-che questo anno purtroppo non è stato fatto,al suo posto una vaccata colonialista amerikana con tanto di nani e ballerine cioè gli ascari italioti in giuria,bè rimane in tutto e per tutto un momento fondamentale per la cultura cinematografica e non solo.
Il film è la storia di un attore comico di successo,dimenticato dopo il giusto declino che dovrebbe colpire la categoria-altrimenti come fa avati a trasformarli in ottimi attori seri?-,il quale si ritrova a concorrere al festival di venezia.L'illusione di una vittoria non è proprio una dolce chimera.

Nella sostanza è buono il ritratto di un certo ambiente cinematografico,votato all'egoismo più squallificante e alla mignotteria non solo fisica,ma anche morale e intellettuale.
E per un Gianni Cavina-lo dico forte e chiaro:egli è un grandissimo attore che meriterebbe massima attenzione- vi sono decine e decine di figli di puttana clamorosi.

Un film amarissimo,spietata -seppure non urlata- rappresentazione senza eroi-Melis non ispira pietà o particolare simpatia,perchè non appena pensa di tornare alla grande non esita ad avere comportamenti ignobili e ingrati.
Ottimo Cavina,dicevo,ma da non sottovalutare anche la buonissima interpretazione di Massimo Boldi.Dimostra che per fortuna non è solo materia da cinepanettone