lunedì 15 novembre 2010

FESTIVAL di PUPI AVATI

Senza ombra di dubbio il film poteva essere girato meglio,vi sono delle parti deboli e appena abbozzate.Però rimane un film decente che tenta di mostrare il dietro le quinte di un festival importantissimo-non come quello posticcio,pleonastico e insulso romano-che questo anno purtroppo non è stato fatto,al suo posto una vaccata colonialista amerikana con tanto di nani e ballerine cioè gli ascari italioti in giuria,bè rimane in tutto e per tutto un momento fondamentale per la cultura cinematografica e non solo.
Il film è la storia di un attore comico di successo,dimenticato dopo il giusto declino che dovrebbe colpire la categoria-altrimenti come fa avati a trasformarli in ottimi attori seri?-,il quale si ritrova a concorrere al festival di venezia.L'illusione di una vittoria non è proprio una dolce chimera.

Nella sostanza è buono il ritratto di un certo ambiente cinematografico,votato all'egoismo più squallificante e alla mignotteria non solo fisica,ma anche morale e intellettuale.
E per un Gianni Cavina-lo dico forte e chiaro:egli è un grandissimo attore che meriterebbe massima attenzione- vi sono decine e decine di figli di puttana clamorosi.

Un film amarissimo,spietata -seppure non urlata- rappresentazione senza eroi-Melis non ispira pietà o particolare simpatia,perchè non appena pensa di tornare alla grande non esita ad avere comportamenti ignobili e ingrati.
Ottimo Cavina,dicevo,ma da non sottovalutare anche la buonissima interpretazione di Massimo Boldi.Dimostra che per fortuna non è solo materia da cinepanettone

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