La storia di Gerri , un tossicodipendente romano.Le sue giornate passate a gironzolare, i suoi incontri,i rapporti con il padre,con il figlio e la compagna che non vede più da molto tempo,la quotidianità alienante dell'emarginato e del tossico
Non ci sono scene madri-nemmeno quando gerri è legato al letto di un ospedale o quando è sotto effetto della droga- non ci sono moralismi e romanticismi,ma solo la sua vita.Che finisce-perlomeno il film si interrompe lì- quando un gruppo di onesti cittadini lo branca per un misero furto- si mangia il panino di un autista di bus-
Il tutto fotografato in un magnifico bianco e nero in una roma che banalmente potrei definire pasoliniana,ma che mantiene una sua originalità.
Il film descrive bene quella generazione falciata dal problema della tossicodipendenza ,arma usata dal sistema per togliere dalle palle i ragazzi dei movimenti e della ribellione.Non è la sola e unica causa,ma una delle tante.Attraverso la rappresentazione senza filtri della realtà , D'Alessandria filma un capolavoro della nostra cinematografia e sopratutto un'opera che al di là di spettacolarizzazioni inutili,di moralismi e giustificazionismi filma la vita o non vita di una persona,certamente non eroica e nemmeno un buon esempio,ma una persona ...come noi.
lunedì 25 ottobre 2010
l'imperatore di roma di nico d'alessandria
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