martedì 19 dicembre 2017

Classifica Film 2017 : il resto del mondo

Dopo la novità delle migliori serie tv e quella tradizionale del cinema italiano, ecco la classifica dei miglior film stranieri visti in sala nel 2017
Ps: Non far mai più affidamento sulle mie capacità mnemoniche! Mi sa che dimenticherò qualche titolo per strada ma non temete,  MOONLIGHT c'è e combatte insieme a noi!


- Jackie


Opera di assoluta e dolente pulcretudine, profonda e toccante senza mai scivolare nelle lacrime facili o , peggio ancora, "trattenersi".
La morte che colpisce una vita all'improvviso, l'elaborazione del lutto, la fatica per ritornare a vivere. Questo è il film. Definirlo solo cinema è poco, a mio avviso, perché riesce ad abbattere la divisione schermo e spettatori, rendendo umanissima la sofferenza di una donna che non vive sicuramente una vita come tanti comuni esseri mortali
Smitizza Kennedy e Jacquiline per darci una donna distrutta dal dolore e la sua faticosa rinascita
Qui la recensione: http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/02/jackie-di-p-larrain.html
l



-Silence



Non è facile portare Dio, il suo mistero e il suo silenzio, sullo schermo. Questo film ci riesce totalmente. Cinema d'autore nel senso vero e reale del termine, tra le opere migliori di Scorsese.
Qui la recensione: http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/01/silence-di-martin-scorsese.html


-Detroit


Il film più duro, violento, crudele, doloroso del 2017.  Una storia vera portata sullo schermo con grande forza morale ed etica per denunciare la violenza del sistema e la repressione poliziesca.
Potremmo definirlo anche un horror urbano, visto l'alto tasso di inquietudine messa in scena in ogni inquadratura. Invece è solo L'America
Qui la recensione: http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/12/detroit-di-kathryn-bigelow.html

- L'altro volto della speranza


Una glaciale, surreale, caustica, commedia sulla speranza e sulla solidarietà nei confronti di chi vive sulla propria pelle le barbarie della guerra
Kaurismaki mette in scena il suo consueto universo fatto di personaggi e situazioni paradossali e stralunati, eppure umanissimi e - a modo loro- commoventi.

-Ritratto di famiglia con tempesta



Questo è un classico esempio di cinema che amo alla follia: storie comuni, personaggi radicati nel vivere quotidiano, profonda e reale presenza dei sentimenti.
Kore- eda torna a parlare di nuclei famigliari non del tutto pacificati, lo fa attraverso il suo riconoscibile stile: asciutto, equilibrato, empatico e umanissimo.
Qui la recensione : http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/06/ritratto-di-famiglia-con-tempesta-di-h.html

- Sette minuti dopo mezzanotte


Il cinema di genere alla massima potenza, quando non è solo un stanco ripetere stereotipi e luoghi comuni per intrattenere il pubblico ma usa le regole per parlarci di altro.
In questo caso si narra il triste romanzo di formazione di un ragazzino che deve affrontare una cosa troppo grande e pesante per lui: la morte
Una morte sempre presente, quotidiana, la quale piano piano porta via la madre al ragazzino ( lei è malata terminale di cancro).  Come riuscire a superare tutto questo soffocante dolore? La fantasia, l'immaginazione, un amico mostruoso ed immaginario, forse possono essere d'aiuto
Qui la recensione:http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/05/7-minuti-dopo-mezzanotte-di-juan.html

-Moonlight


 Film tanto detestato e odiato da moltissime persone. In realtà è un bellissimo film che mostra l'umanità dove meno te l'aspetti o dovrebbe trovarsi.  Ruffiano? Furbo? Non rimarrà nulla di questo film tra qualche anno? Forse sì.
Ma cosa diceva Clark Gable nel finale di Via col Vento: " Francamente me ne infischio"
Qui la recensione: http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/03/moonlight-di-benny-jenkins.html

-Blade Runner 2049


Potrei azzardare dicendo che forse è il miglior film del 2017. Per quanto mi riguarda una pellicola epocale, leggendaria, capace di confrontarsi col primo capitolo senza uscirne ridicolizzata.
L'agente K , un immenso Ryan Gosling, è uno di quei personaggi indimenticabili e memorabili che fanno la storia del cinema
"Eh, ma è lento!" Mucala Pirla!
Con questo abbiamo anche risolto il problema degli spettatori precoci
Qui la recensionehttp://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/10/blade-runner-2049-di-denis-villeneuve.html

-Florence
Io amo le commedie. In particolare quelle che trattano di relazioni sentimentali e umane. Questa pellicola, basata sulla storia autentica della vera Florence, mi ha conquistato per la credibilità del rapporto tra la protagonista e il marito.
Il quale, nonostante sappia che ella è priva di qualsiasi talento canoro, cerca di renderla felice organizzando i suoi concerti.
Tra le righe si avverte l'amarezza,  la follia di non riconoscere i propri limiti, però Frears non calca mai la mano, ed è un bene.  Non dobbiamo ridere di una donna che si rende ridicola, ma empatizzare con lei.
Direi che l'opera ci riesce benissimo
Meryl Streep eccellente come sempre, Hugh Grant è la vera sorpresa. O meglio la conferma che in questo tipo di cinema, sia tra i migliori
Qui la recensisone :http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/01/florence-di-stephen-frears.html
- Paddington 2

Può un sequel essere migliore di un già ottimo primo capitolo? Sì! Paddington 2 ne è la dimostrazione
Puro, incontaminato film per famiglie, diverte grandi e piccini, lasciando incantati per gli ottimi effetti di computer grafica.
Ottimo anche il cast in carne ed ossa, su tutti il cattivo interpretato da un ottimo Hugh Grant

Qui la recensione :http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/11/paddington-2-di-paul-king.html

-Split

  Questo film nasce come un horror che vede tre ragazzine rapite da un folle e finisce come un comic movie più oscuro e feroce. Una vera gioia per occhi e cuore di qualsiasi cinefilo. Non vedo l'ora di veder il seguito! Una sorta di mash up tra questo meraviglioso primo capitolo e il leggendario Unbreakable

-Patty Cakes
Riuscire a commuovermi, divertirmi, farmi tifare per i personaggi, mettendo in scena un "musical Hip Hop". è impresa pressoché impossibile; visto che non amo affatto il genere
Eppure questo bellissimo film ci è riuscito! Grazie a una sceneggiatura ben scritta, ai suoi personaggi descritti con attenzione alle loro psicologie.
Opera dolce e amara, celebra la possibilità di concretizzare i sogni, ma non in modo troppo banale

-Baby Driver

" Mi esalta!" Ecco come commenterebbe questa pellicola il mai fin troppo compianto Guido Nicheli
E avrebbe ragione!

Qui la recensione: http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/09/in-questa-scena-ce-tutta-lanima-di-un.html



E anche questo anno abbiamo concluso! Non temete le classifiche tornano ogni anno.. Al 2018!


lunedì 18 dicembre 2017

Classifica 2017 : ITALIA OH DOLCE ITALIA

Se dovessi esser sincero dovrei ammettere che fino a qualche mese fa, ero convinto che non avrei trovato materiale per una classifica dedicata a un mio grande amore cinematografico: il cinema italiano.
Non è iniziata benissimo questa stagione cinematografica, per un certo periodo ho faticato a trovar dei titoli. Per fortuna le cose sono nettamente migliorate in seguito e così abbiamo la lista!
Eccola!

 A Ciambra


Opera meravigliosa sospesa tra indagine sociale e formazione personale. Il passaggio di un ragazzino, appartenente alla comunità degli zingari, da un'adolescenza fatta di piccoli furti al diventare "uomo" e partecipare alle azioni degli adulti
Qui la recensione che scrissi quando andai a vederlo
http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/09/a-ciamabra-di-jonas-carpignano.html

-Una Famiglia


Opera controversa che ha il grossissimo merito di aver fatto infuriare i moralisti dell'anti moralismo. Melodramma spinto, feroce, crudo che parla di bambini venduti, gente disposta a tutto pur di aver un figlio- quasi fosse un oggetto da mostrare agli altri- . Ho amato tantissimo questo film sia per la cura con cui è girato, che per i personaggi .

Cuori Puri
Questo anno, al cinema, sono usciti diversi film piccoli e coraggiosi. L'indagine sociale, la rappresentazione di realtà difficili, pur filtrate da un alto senso del cinema  e della personalità dei suoi giovani autori. Chi come me ama i film che affrontano la realtà e i personaggi presi dal vivere quotidiano, non potrà che gioire per questi film
"Cuori Puri" è tra i migliori di questa categoria. Assolutamente da non perdere e recitato benissimo da tutto il cast.
In particolare i due giovanissimi protagonisti
Qui la recensione 
http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/07/cuori-puri-di-roberto-de-paolis.html


- Orecchie

Commedia originale e divertentissima, la quale si distacca dal solito metodo di intendere il genere e proporre i personaggi. Azzardando potremmo definirlo un incrocio tra i primissimi film di Moretti e certe opere "leggere" di Woody Allen.  Per quanto mi riguarda la commedia "alternativa" dell'anno.
Qui la recensione
http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/08/orecchie-di-alessandro-aronadio.html

-Sicilian Ghost Story


Una favola macabra e vera, lo scontro tra la scoperta dell'amore e un mondo criminale e squallido. Una terra tanto magica, quanto oppressa dalla mafia. Surreale, commovente, durissimo. Un grande e necessario film
Qui la recensione
http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/05/sicilian-ghost-story-di-antonio-piazza.html

-Sole Cuore Amore
Per quanto mi riguarda il miglior film italiano di questo 2017. Ma come? L'hai messo a metà classifica? Si.  Per ribadire che a me non frega dire il numero uno o dieci, ma far conoscere pellicole che magari sono passate inosservate. Questo film narra la vita vera di migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici nel mondo dorato di chi si occupa delle fake news su facebook ad opera di quattro cretini, ma non ha nulla da dire sulla situazione del lavoro e dei lavoratori.
Un mondo disgustoso il nostro, che consideriamo bello perché compriamo, scriviamo quello che ci pare, siamo liberi
Senza comprendere che se il lavoro ti porta via tutto il giorno e ti incatena ai suoi ritmi, per una paga risibile, non sei per nulla libero.
Qui la recensione
http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/05/sole-cuore-amore-di-daniele-vicari.html


Ammore e malavita


Il vero e unico Musical di codesto anno cinematografico. Opera di grande bellezza che usa benissimo i classici difetti del cinema dei fratelli Manetti- per me assai sopravvalutati-  creando un film decisamente riuscito e interessante. Ottimo il cast, in particolare  Raiz.

Qui la recensione
http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/10/ammore-e-malavita-de-manetti-bros.html

- L'intrusa
Le colpe dei criminali devono cadere su mogli e figlie? La difesa delle vite oneste è più importante dell'accoglienza di qualsiasi persona in difficoltà? Il film facendo leva sui personaggi, le loro azioni  e relazioni, ci induce in riflessioni non banali e schematiche. 




-Gli sdraiati


Alcuni film non hanno la forza visionaria o il tema scottante da proporre agli spettatori. Alcune opere descrivono cose normalissime, forse scontate e banali, come il rapporto padre e figli. Qualcuno di questi film possiedono un tocco lieve e preciso e una descrizione della gioventù partecipata e attenta, da meritarsi un plauso 
Ottimo ritorno alla regia di Francesca Archibugi

http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/12/gli-sdraiati-di-francesca-archibugi.html

-Tutto quello che vuoi


Questa opera di Bruni andrebbe vista insieme al film della Archibugi. Entrambe parlano di rapporti generazionali, portano in scena giovani credibili con un tocco leggero ma non paternalista. Il protagonista di questo film è un ragazzo che spreca le sue giornate al bar con i suoi amici. Giovani un po' coatti, un po' tamarri. Costoro sono facilissimi da condannare e indicare come classico esempio di gioventù senza valori e ideali.
Alessandro, questo il nome del protagonista, per punizione è costretto a lavorare a stretto contatto con un uomo anziano, malato di alzheimer. Il vecchio è un poeta che da giovane ha partecipato alla resistenza e che quanto pare nasconde un tesoro da qualche parte in Toscana. I giovani pensano bene di partire per impossessarsi di quel ricco bottino e sistemarsi per bene
Torneranno maturati,  cambiati, perché a questo servono gli altri: farci crescere
 Film molto amato in casa Viganò (l'abbiamo visto due volte al cinema) ha la sua forza nell'interpretazione diretta ed entusiasta di tutto il cast. Bravissimi i ragazzi, splendido e memorabile Giuliano Montaldo




-The Place


Paolo Genovese ha preso la strada del cambiamento e ci sta riuscendo. Dopo il bellissimo " Perfetti Sconosciuti", con questa pellicola- tratta da una serie tv- riscrive e rielabora il suo cinema offrendo una visione del tutto inedita e decisamente drammatica.

Qui la recensione
http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/11/the-place-di-paolo-genovese.html

- Il colore nascosto delle cose


Silvio Soldini torna alla fiction con un film toccante per quanto sobrio ed equilibrato. Opera che può esser vista come "romanzo di formazione" di un eterno giovane, il quale maturerà grazie all'amore, o come classico film sentimentale rivelatore di una verità spesso dimenticata:  quando amiamo possiamo superare ostacoli e barriere.
Adriano Giannini è bravissimo nel ruolo del classico uomo immaturo ma Valeria Golino è davvero eccezionale per intensità ed equilibrio nel dar vita al suo personaggio : una non vedente che non si arrende e vive con forza ogni giorno.



- Fortunata
Un melodramma sottoproletario di grandissima forza e potenza. Cinema popolare nel senso alto del termine, che non teme neppure di essere ridicolo. Opera potente, forte, estremamente passionale, usa la periferia e i suoi abitanti, ma non vuol essere realistico o documentaristico. Attenzione! Attenzione! Si possono far film ambientati nelle periferie e non essere pasoliniani, ma dover tanto a quel grande genio di Raffaele Matarazzo.
Bravissima Jasmine Trinca, straordinaria protagonista di questo ottimo film assolutamente ed orgogliosamente imperfetto.





venerdì 15 dicembre 2017

Classifica 2017 : serie tv viste 2016-2017

Lo so, per medici, dotti e sapienti le classifiche sono stupidi passatempi, una terribile perdita di tempo e sopratutto il monumento al " E che cazzo ce ne frega".
Scegliete o classifiche o il domandone finale: " Cosa fai per capodanno?".
A me esse divertono assai.  Le faccio più che volentieri e le leggo con attenzione, Perchè è da questi piccoli particolari che puoi farti un'idea delle persone.
Non sottovalutare le conseguenze delle classifiche di fine anno. Questo lo diceva il mio amico Titta.
Fare classifiche non salva il mondo. Nemmeno ci rende più intelligenti o migliorI, però ci aiuta a conoscere opere che magari abbiamo tralasciato e a sentirci meno soli quando un film che tanto abbiamo amato, piace anche ad altri. Piccole cose ma per me assai importanti.
Per cui diamo il via alle nostre indisciplinate opinioni su le serie tv e i film migliori di questo 2017. Non credo parlerò dei prodotti brutti  . In fin dei conti cazzo frega a me di dar spazio a cose che non mi sono piaciute affatto.
Meglio spender parole per serie tv e  film che ci hanno commosso, emozionato, divertito,  Io penso che una persona tu la possa conoscere meglio quando mette in scena i suoi sentimenti positivi verso gli altri o l'arte.
Un pensiero buonista che ho voluto scrivere solo per una mia lotta personale contro il buonismo borghese di Gramellini. Sì; vorrei tanto aver una mia rubrica sul Corriere Della Sera.
"Pucciosità d'Italia. "Ho già il titolo della rubrica e molti articoli svenevoli e sdolcinati, proprio come piacciono a me.
Vabbè...

Si comincia!
ps: alcune serie sono di fine 2016, le ho messe in questa classifica perché l'anno scorso ne ho viste poche e non avevo voglia di scrivere su di esse.

- Crazy  Ex Girlfriend





Volete che non apra una classifica colla serie televisiva  dell'anno? Cioè una serial tv dove l'elemento  Musical è parte fondamentale nel descrivere i sentimenti, sogni, sopratutto follie dei personaggi? Commedia di grana grossa alla Apatow,ma con elementi di malinconia nel descrivere il bisogno d'amore dei vari esseri umani coinvolti. La forza di questa serie è quella di metter in scena dei personaggi ben scritti, ricchi di difetti tanto comuni. A parte la protagonista che è una splendida stalker.
Attendiamo la terza stagione.
Le prime due potete vederle su Netflix.




- Young Pope


Una nuova riflessione sul potere da parte di Sorrentino, questa volta si tocca il Vaticano . Opera di assoluta bellezza visiva e con un pugno di personaggi memorabili. Su tutti regna e domina il Papa conservatore e titanico Pio XIII, un memorabile Jude Law
Serie Sky.-The Crown
Gli inglesi sono bravissimi nel romanzare e portare tanto sul piccolo quanto sul grande schermo, la loro storia. In particolare le biografie di re e regine.
Questa serie è tra le migliori in assoluto per precisione storica e interpretazione del cast. La prima stagione verte quasi tutta sulla giovane Elisabetta alle prese colla responsabilità di governare un grande paese scontando il fatto della giovane età. Memorabili gli incontri/scontri tra la giovane regnante e quella vecchia volpe di Churchill.  La seconda stagione è appena cominciata, ma promette molto bene. Mi garba in modo particolare l'equilibrio nel mettere in scena la vita pubblica e privata della regina, umanizzandola ma senza troppa agiografia. Bravissima  Claire Foy
Serie Netflix.

- Broadchurch





Un paese della costa inglese è sconvolto per l'omicidio di un ragazzino. Sul caso indagano una poliziotta locale e il suo superiore: un poliziotto dal carattere non facile, finito in quel paese dopo aver fallito le indagini su un caso a Londra
I due investigando portano a galla tutto il male e le debolezze dei concittadini.  Queste miserie e relativi segreti avranno conseguenze tragiche - il suicidio di un uomo tormentato ingiustamente come pedofilo- e pesanti per tutti. In particolare per la poliziotta.
Tre ottime stagioni, la seconda è forse la migliore. Essa si collega direttamente colla prima e analizza meglio le conseguenze della morte del ragazzino, non tanto sul paese, quanto sui  nuclei  famigliari coinvolti dal delitto Scomparsa che frantumerà queste famiglie, rovinerà per un lungo periodo l'amicizia tra due donne molto legate fra loro, il tutto descritto con grande cura per la psicologia dei personaggi e attenzione alle loro azioni. Non serve render spettacolare il dolore o condannare un singolo personaggio. Tutti hanno delle grandi debolezze e in qualche modo cercano di sopravvivere. La terza stagione affronta il tema della violenza sessuale, senza mai apparire morbosi neppure quando la violenza ci viene mostrata.
Sono tanti i personaggi a cui ci si affeziona, ma la coppia di poliziotti protagonista è senza ombra di dubbio tra le migliori portate in scena. Torneremo a parlare di questa serie in un post di confronto/scontro con un'altra ottima serie.Ma questa volta americana.
Serie Netflix.

-  The Bridge

Ancora una coppia di poliziotti composti da una donna e un uomo, questa volta però sono una svedese e un danese.  Sembra un particolare da poco ma fidatevi: non è così.
Lei è una donna con grossi problemi a relazionarsi col mondo e gli altri,.Ella vive solo di lavoro e fugaci avventure sessuali. Nella seconda stagione tenterà di instaurare una relazione seria ma diciamo che non andrà benissimo. Lui è decisamente l'opposto: più gioviale e umano. Egli ha un grosso difetto: non riesce ad essere fedele in una relazione amorosa. Sembra un piccolo particolare, una cosa da poco, invece è fondamentale per il finale sia della prima che, sconvolgente e di grande impatto, della seconda.
Nella prima stagione indagano sui crimini di un criminale che sconvolge la Svezia e la Danimarca, per questo i due collaborano insieme  L' indagine mette in luce un mondo freddo, privo di sentimenti e soffocato dall'indifferenza e dalla ferocia. Una società in cui gli esclusi sono messi ai margini. Infatti i crimini del cattivo evidenziano aspetti negativi della vita pubblica nei paesi nordici.
Il finale è una bella mazzata per quanto sia amarissimo e doloroso, sopratutto per il povero Martin.
La seconda stagione ha una trama più complessa. Parte indagando su un gruppo di fanatici eco-terroristi e si conclude con un complotto che in quanto tale rimane nell'ombra.
Visto che ci hanno rallegrato con le puntate di queste due meravigliose stagioni, come finire? Con un epilogo in cui il dovere ha la meglio sull'amicizia, dove la vendetta acceca e conduce alla fine, in un mondo perennemente grigio.
Serie Netflix.

- Mindhunter
Come funziona la mente di un serial killer? Ci sono elementi in comune tra i vari assassini? Per proteggere la società da costoro, basta il solo arresto o dovremmo prevenire (se fosse possibile) il male che fanno attraverso l'uso della psicologia e delle scienze ad essa collegate?
Basata su una storia vera, ovviamente romanzata per le esigenze di una serie tv, cioè la creazione di un reparto che cataloga, archivia e studia la follia degli assassini seriali.
Costoro ci vengono presentati durante gli interrogatori che i due agenti dell' F.B. I.  fanno per comprender le motivazioni di tanta violenza e crudeltà.
Gli interrogatori sono la parte migliore della serie, perché ci mostrano assassini sadici e disprezzabili, vittime a loro volta di rapporti pessimi colle madri., Bambini cresciuti in ambienti in cui l'affetto è bandito e vige la regola della sopraffazione sul più debole
Tuttavia la serie tv non vuol giustificare le azioni dei serial killers . Loro sono criminali ed è giusto che stiano in galera.  Per cui non c'è confusione tra bene e male, giusto e sbagliato, come va di moda di questi tempi dove se ti azzardi a dire: "Egli è malvagio, condanniamolo! "Viene visto come "moralismo"
Guardando questo telefilm (etichetta desueta e vetusta ma usiamola va) non ho provato pena per gli assassini, ma dolore e strazio per le loro vittime: seviziate, trucidate, massacrate. Per loro e le loro famiglie.
E per quei bimbi che se qualcuno avesse amato di più non si sarebbero trasformati in mostri.

Serie Netflix.

- In Treatment
Cosa succede durante una seduta di psicoanalisi? Come lavora un psicologo, in questo caso mi par un psichiatra addirittura,  con i suoi pazienti? Come li aiuta? Queste sono alcune delle domande alle quali questa serie tv cerca di rispondere. Versione italiana di una notissima serie israeliana venduta in metà mondo, In Treatment è assai utile per comprendere l'importanza di andare in terapia.
Lo so, per molti è quasi un'onta dire : " Vado dal psicologo". Non ci sono remore a dir a tutti che tradisci la moglie, sei andato colle ragazzine durante l'ultimo viaggio all'estero ma per carità: zitti se per caso dovessimo andar da un psicologo o affine.
Per questo credo che questa serie compia un gesto etico e sociale fondamentale e importante: mostrare il lavoro e l'aspetto umano dietro ogni terapia.
La seconda stagione per me è la migliore. I casi sono più interessanti e i personaggi scritti benissimo. Si perde un po' nella terza e conclusiva . Però rimane un prodotto davvero ottimo, forse non di facile visione per molti , visto che non si esce mai dallo studio del psichiatra,  in quanto è tutto basato sulla parola. Questa cosa mi piace assai: come le parole e il parlare possano sia aver funzione salvifica che generare dolore . I pazienti sono interclassisti e di ogni età, per evidenziare come tutti abbiamo bisogno di un aiuto psicologico, anche lo stesso terapeuta.
Il quale infatti va a farsi analizzare da una sua ex professoressa.  Ho amato molto questa serie tv, anche per il fatto che stimo parecchio chi dedica la sua vita e professione alla cura dei piccoli o grandi problemi dell'anima e della mente degli altri.

Serie Sky.

- 1993
"Ogni rivoluzione ha un prezzo" Figuriamoci quando è borghese e pretende di cambiare il sistema mantenendo il regime economico-sociale pressoché intatto.
"1992" parlava di Tangetopoli e della fine della Prima Repubblica. Un anno in cui pareva davvero che ci fossimo liberati dei ladri di stato e dei capitalisti.  Anno in cui la Lega faceva la parte che oggi compete ai grillini: il partito nuovo e della gente. Visti i risultati penso che vi siano problemi con i partiti nuovi e colla gente.
Comunque c'era euforia, rabbia e desiderio di cambiamento.
1993  spegne ogni entusiasmo e ti ricorda una vecchia lezione: Il Potere si sbarazza dei suoi vecchi complici e ne trova di nuovi. O lo distruggi ,come saggiamente hanno fatto i bolscevichi, o fai la fine della rivoluzione francese e di quelle che hanno subito/dato origine alla Restaurazione
D'altronde un ottimo professore "catto fascista" per alcuni, di destra per me, come Franco Cardini ha ribadito più volte di essere favorevole alle rivoluzioni perché instaurano il conservatorismo .
Per cui la serie abbandona ogni elemento di sana rabbia popolare per dar luce a quanto di nefasto si sta delineando all'orizzonte: il berlusconismo. Cioè quel ventennio che ha distrutto il paese dal punto di vista etico, morale, intellettuale. Venti anni che hanno avuto anche una forte opposizione, soffocata in alcuni anni di governo del centro sinistra.
1993 racconta la nascita di Forza Italia, gli scontri nella Lega, i suicidi eccellenti, come se tutto fosse avvolto da una nerissima notte senza fine.  Qualche cattivo pagherà duramente per i crimini fatti ma la sua scomparsa verrà sommersa dalle risate e dalla felicità degli sciacalli che ci troveremo a governare il paese.
Serie  Sky.

-   Stranger Things
 La mania nostalgica per i pleonastici anni 80  è il marchio indelebile e di fabbrica dei nostri tempi. Uomini e donne che si lamentano perché gli rubano l'infanzia causa qualche remake di un film del periodo.
Che i miei coetanei considerino la loro infanzia solo una serie di film e prodotti assolutamente discutibili e non una giornata coi genitori, gli amici, corse e giochi coi coetanei, insomma la vita reale di ogni bambino, è un dato assai preoccupante. Tuttavia non mi interessa più di tanto. Non amo la mia generazione.
Ovvio che tutta questa voglia di anni 80 porti cinema e tv a sfornare prodotti per quel vasto pubblico d tristi peter pan.
Tra i vari prodotti questa serie è tra le cose migliori. Perché sembra un vero film anni 80 senza gridartelo in faccia ogni due secondi, è ricco di citazioni ma non si ferma alla lista della spesa dei film citati, li rielabora per il buon proseguimento della trama. Sopratutto è un prodotto Kinghiano dall'inizio alla fine, con una piccola spruzzata di Spielberg.
La forza reale di questa serie è nella rappresentazione del mondo dei ragazzini. Vi è rispetto per essi, sono descritti come amici che insieme cercano un loro spazio nel mondo. Il quale non par voglia accettarli con gioia e calore.
Nel cast anche una rediviva e ottima Winona Ryder. Non aggiunge nulla di nuovo, non fa nessuna rivoluzione ma si lascia seguire con immenso piacere.
Devo ancora veder le seconda stagione, speriamo bene!

Serie Netflix.

-Tredici




Ancora adolescenti protagonisti ma questa volta la serie è ambientata ai giorni nostri. Una ragazza si toglie la vita,  prima di farlo regista tredici cassette nelle quali accusa i suoi compagni di averla portata all'insano gesto. L'ascolto di queste audiocassette genera scontri e porta alla luce un mondo a dir poco orribile.
Ne parlo più approfonditamente qui
http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2017/06/tredici-13-reasons-why.html


Serie netflix.

- Sense 8
Opera più unica che rara nella storia delle serie tv, si perde un po' nel mettere in scena i cattivi e tutti i complotti pseudoscientifici ma ha un grande punto di forza: i personaggi.  Ognuno è descritto al meglio delle proprie potenzialità pur restando nel terreno del genere. C'è tanta umanità, tenerezza, e in un mondo sempre più arido ci ricorda quanto siano fondamentali i rapporti e le relazioni con gli altri esseri viventi.
Aspettando il puntatone finale, girato anche a Napoli, il quale sicuramente donerà gioia infinita ai nostri occhi.

Serie Netflix.

- Downton Abbey 
Questo anno io e mia moglie abbiamo ripreso a veder questo classico della tv inglese. Lo avevamo lasciato alla terza stagione e complice Netflix abbiamo deciso di riprendere da capo la visione.
Pur con tutti i limiti di un prodotto liberal-conservatore rimane sempre tra le migliori serie tv mai fatte da quando c'è la televisione .
Serie Netflix.

Colle serie tv abbiamo finito. Le prossime riguarderanno come sempre il cinema italiano e quello straniero.

martedì 12 dicembre 2017

GLI SDRAIATI di FRANCESCA ARCHIBUGI

Francesca Archibugi torna dopo due anni dall'ultima pellicola girata come regista.  Nel frattempo ha collaborato alle sceneggiature di due film dell'amico Paolo Virzi.
Questo ritorno dietro la macchina presa è un felice e gradito ritorno alle atmosfere malinconiche, delicate, soffuse, di quasi tutte le sue opere. Il cinema della Archibugi non è trattenuto, non si vergogna di mostrare l'essere umano e sopratutto i sentimenti. I suoi film indagano il tema difficile delle relazioni umane, in particolare l'universo giovanile. La regista romana è davvero bravissima nel mettere in scena il mondo degli adolescenti e dei bambini, senza eccessiva retorica o trasformandoli in bambolotti senza personalità.
I suoi ragazzi e bambini non sono buoni o cattivi. Loro sono veri, forti, sinceri.  Nelle pellicole di Francesca Archibugi, i giovani non vengono mai giudicati o vezzeggiati attraverso lo spirito paternalista di molte pellicole americane e italiane.  Costoro sono anche terribili, compiono stupidaggini, ma senza che vi sia per forza una svolta tragica; come non è detto che la loro bontà venga premiata o sia ipocrita e calcolata.
I ragazzi e i bambini fanno, agiscono, per questo motivo spesso creano situazioni di scontro cogli adulti.
Perché una volta superata una certa età,  preferiamo essere maturi e non creare problemi. A volte questa è una scusa per non affrontare le crisi che abbiamo durante la nostra vita.
In questa commedia dolceamara che è la vita, Francesca Archibugi sta con i giovani. Sono loro che hanno la forza per metter in gioco la pacifica vita borghese, oppure ne sono le vittime. Quelli che escono sempre con le ossa spezzate sono sempre gli adulti.
"Gli Sdraiati" trae origine dal romanzo di Michele Serra. Io non ho letto il libro e penso non lo farò mai, per cui togliamoci subito il discorso: "Meglio il libro o il film?" 
La pellicola affronta la storia quotidiana di un popolare conduttore televisivo,  Giorgio Selva,  alle prese con l'educazione del figlio Tito. L'uomo è preciso, ordinato e pretende dal figlio le stesse cose. Egli non è un padre assente però la sua presenza è legata a un ruolo di puro educatore, quando parla col figliolo lo fa solo per rimproverarlo di qualche mancanza. 
Il ragazzo non obbedisce e non considera i richiami del padre. Per me fa bene a non dar peso alle parole paterne
Quando un figliolo adolescente non ascolta o un bambino " fa i capricci", vuol dire che stiamo errando del tutto la nostra comunicazione con loro. 
Non preoccupiamoci troppo: capita a tantissimi di noi. Quasi una legge naturale, dalla quale è impossibile sfuggire
A loro volta quando i figli diventeranno genitori ripeteranno gesti e parole subite in gioventù.

Guardando la pellicola balza all'occhio come adulti e ragazzi, pur vivendo nelle stesse case e città, siano come due tribù diverse. Ognuna di esse coi suoi riti, codici, regole, tensioni. 
Il gruppo di adolescenti va in crisi quando Tito si fidanza, perché a 17 anni, in modo particolare per i maschi,  l'amicizia è tutto. Una ragazza pone altre regole, altera i rapporti," è tutto un altro tipo di organizzazione""-
Archibugi e Piccolo, in fase di sceneggiatura, si mostrano brillanti e attenti nel dar peso ai piccoli problemi legati all'adolescenza.  Tanto si mostrano partecipi e solidali nei confronti dei ragazzi, quanto sono più pungenti nel metter in scena i limiti degli adulti.
Giorgio è un uomo infedele, che non riesce a vivere una relazione sentimentale seria, i suoi amici rappresentano quella borghesia illuminata ma che si parla fin troppo addosso. L'unico che par aver un minimo di buon senso, anche se a modo suo, è Pinin, il suocero di Giorgio e nonno di Tito.
Cochi Ponzoni è davvero ottimo in questo ruolo.
Tra i cinfeili va di moda criticare il cinema della Archibugi: buonista, radical chic, borghese. Sono le classiche cazzate di chi parla e scrive perché, purtroppo, ad essi hanno dato bocca e mani. Ella in realtà ha un tocco leggero e profondo, non cerca la provocazione o lo scandalo a tutti i costi,  sopratutto, proprio come me, prova una forte empatia nei confronti del genere umano. 
Per questo motivo anche in questa pellicola non aspettatevi ragazzi drogati e devastati, ma sempre fichissimi che siamo occidentali, o colpi bassi pur di suscitare clamore intorno al film.
In scena va la storia di un uomo, suo figlio e il rapporto sempre teso ma capace di tenerezze improvvise tra individui di generazioni differenti.
Le debolezze dei personaggi non vengono mai nascoste, però non si avverte nemmeno il bisogno di insistere sui loro difetti e trasformarli in esseri cinici e insensibili. Giorgio compie grossi errori, sopratutto colle donne ma non diventa mai la figura negativa del genere maschile.
Anche perché le donne e madri non sono migliori degli uomini e padri. 
Gli Sdraiati è un film, in un mondo di vecchi che pensano ancor di esser nel 77, che sta dalla parte dei ragazzi, smitizza le leggende più truci sul loro conto, li descrive come sono
Avviso agli adulti che in qualche modo di occupano di giovani ( genitori e insegnanti in modo particolare):  guardate questo film insieme ai ragazzi. Si riconosceranno e voi avrete modo di dialogare con loro seguendo i loro discorsi, non le vostre idee su di essi



lunedì 4 dicembre 2017

Liebster

L'amica di blog Arwen Lynch ha segnalato questo blog, per il premio che io apprezzo maggiormente: il Liebster.
Quanto pare questa segnalazione è legata all'ultima volte che il premio è stato messo a disposizione in rete. Per cui ho già segnalato e fatto domande a tutti i blogs che meritano maggiore visibilità.
Allora perché scrivo un nuovo post? Perché le domande sono interessanti e meritano una risposta pubblica.
Per aprire un confronto fra lettori di questo diario pubblico.

Bando alle ciance! Ecco le domande!

1- Ammettetelo, avete mai scaricato film o serie tv illegalmente?
Emule è illegale? Qualora la risposta fosse sì: allora ho usato parecchie volte Emule per scaricare vecchissimi film, cercare opere dimenticate o rare. Per tutto il resto c'è la sala cinematografica2- Pensi che si dovrebbero cambiare le sale cinematografiche affinché tutti potessero guardare film?
In generale, almeno parlo di Firenze, le sale cinematografiche vanno bene così come sono. Gli unici cambiamenti fondamentali sono le sedie, se per caso fossero scomode. Potremmo anche analizzare il discorso sul prezzo dei biglietti, però se uno ama profondamente il cinema risparmia su altre cose, alfin di poter andare al cinema più volte durante la settimana. Questo è il metodo di casa Viganò-Nencini3- Un attore o attrice che hai sopravvalutato e poi ti sei pentito di averlo fatto?
Nessuno. Invece ammetto di aver sottovalutato alcuni attori, uno fra tutti Elio Germano, e di essermene pentito amaramente.4- Primo regista preferito e perché?
Woody Allen. Era occhialuto e logorroico come me.5- Blockbusters o cinema d'autore cosa preferisci?
Cinema d'autore. Però non mi pongo nessun limite di genere e altro. Ci sono film commerciali bellissimi, che meritano di esser visti.6- ti abboneresti a netflix?
Siamo già abbonati e ci troviamo bene!7- Piatto preferito?
Questa domanda meriterebbe un post a parte. Sono una buonissima forchetta! Però direi le lasagne o un piatto di pasta al sugo di carne/ pesto.8- Pensi che Meryl Streep abbia avuto nomination all'oscar immeritate oppure siccome è brava è giusto che gliele diano?
Lei è fenomenale. A volte forse i film che ha fatto non sono memorabili come la sua interpretazione, ma penso che se le meriti le nomination9- Pensi che ci sono attori sopravvalutati che lavorano immeritatamente nel mondo del cinema? Se si quali?
Bradley Cooper e Matthew McCounaghey. Non mi piacciono per nulla. Non penso che lavorino immeritatamente, diciamo è solo una mera questione soggettiva. 10- L'oscar a Jim Carrey glielo daresti?
Assolutamente si11- Come ti approcci alla visione di un film?
 In modo totalmente emotivo. Per me un film non è mai una questione solo tecnica, per quanto mi piacciano molto i registi che fanno della mdp una vera e assoluta protagonista delle loro opere. Devo entrare in profonda empatia con i personaggi e perdermi nella storia. Superare la barriera del "veder un film", per viverlo.

Ringrazio Arwen per il premio e le domande. 
Mi raccomando andate a dar un'occhiata al suo blog
https://lafabricadeisogni.blogspot.it/

venerdì 1 dicembre 2017

DETROIT di Kathryn Bigelow

La violenza è alla base degli Stati Uniti d'America. Una nazione nata anche attraverso il genocidio dei pellerossa, che ha prosperato usando lo schiavismo, ed ha costruito una società con regole feroci e rigide, nella quale la distanza e differenza fra popolari ed esclusi è forte e netta.
Domenico Losurdo, in un suo libro assolutamente da leggere intitolato : "Democrazia o Bonapartismo", edizione Bollati Berlinghieri, pone gli U.S.A. nella seconda categoria ( quella del bonapartismo). Il filosofo critica molti aspetti della vita politica americana, soffermandosi in modo particolare sulla dinamica delle elezioni.
Certo l'America, in questo saggio politico, non è la sola nazione a esser criticata svelando la contraddizione tra democrazia e una pratica che devia da essa,; d'altronde il sottotitolo è: trionfo e decadenza del suffragio universale. Per cui è un discorso che riguarda l'Occidente tutto.
Una parte di mondo che si basa su tante libertà ma allo stesso tempo soffoca e reprime minoranze, classi meno abbienti e crea ampi luoghi di isolamento ed esclusione sociale.
Io penso che negli Stati Uniti questo modello sia espresso in modo più spietato e limpido.
Il libro da me citato all'inizio di questo post, prende in considerazione come nella campagna elettorale ogni voce indipendente faccia fatica ad emergere per colpa di un sistema che esclude l'outsider ( pochissimo spazio in tv,  poco danaro da poter spender per la propria visibilità in campagna elettorale) .
Dovrei rileggerlo perché molto interessante sotto vari punti di vista.
Ritornando più specificatamente al tema della violenza nella società americana, si potrebbe citare anche il cinema, come mezzo che veicola certi modi di gestire i conflitti. In quello più classico l'eroe è un perfetto americano che spazza via la marmaglia dei nemici  di turno,  simbolo dei coloni che riuscirono a piegare alle loro esigenze le terre più inospitali. Gran parte del cinema classico (peraltro  pellicole spesso avvincenti e memorabili) propone questa figura dell'Eroe, o per dirla alla maniera di mio padre:  quel fort  ( quello forte).
La forza è l'elemento che distingue un buon americano dal resto del mondo che magari rifiuta il modello yankee.
Tutto cambia colla stagione brevissima ed intensa della New Hollywood.  La figura dell'eroe si trasforma in quello di distruttore e la violenza edulcorata del cinema classico esplode con prepotenza, ferocia, lucida crudeltà. La nazione è stata costruita ed è popolata da mostri.
Questa atroce verità può essere accettata dal Grande Paese? No. Tanto che si è dovuto creare una leggenda da esportazione e che avesse anche il ruolo di educare il proprio popolo: Il sogno americano
L'idea che ognuno fosse libero e avesse pari opportunità, spesso strumentalizzando pochi casi in cui questa convinzione è diventata reale,  è la grande bugia che ci hanno e si sono raccontata.
Tutto questo discorso si basa anche sull'idea bizzarra che una Nazione possa essere innocente, come se si parlasse di un essere umano.
Ovviamente nell'umanizzazione di uno stato e una società come quelle americane,  loro sono sempre il vicino di casa affabile, simpatico, alla mano.
Peccato che questo vicino abbia l'inclinazione a usare in modo eccessivo e disinvolto le armi, che imponga colla scusa della democrazia da esportare il proprio sistema economico-sociale e che non sia bastato un presidente degli Stati Uniti afro americano per impedire alla polizia di sparare a cuor leggero contro ogni nero in circolazione.

Io penso che per comprendere fino in fondo questo bellissimo e meraviglioso film, si debba aver chiaro la situazione della popolazione afro-americana. Per questo motivo potrebbe essere d'aiuto la visione e la lettura di opere che trattino il tema della questione afro-americana. Noi avremmo maggiori informazioni sul tema presente nel film e potremmo comprender meglio cosa abbia scatenato la rivolta e la successiva repressione
Grazie a Netflix ho avuto modo di vedere un ottimo documentario intitolato  XIII Emendamento. 
In questa opera si spiega come dopo la Guerra di Secessione, il Sud degliStati Uniti fosse devastato economicamente e colpito a fondo. La nazione non poteva permettersi questa situazione che minava lo sviluppo economico e la stabilità sociale. Per arginare e risolvere questo aspetto negativo della fine del conflitto si prese una parte del XIII emendamento ( ogni cittadino è libero tranne chi commette atti criminali, questo più o meno il succo)  per far arresti di massa tra i maschi afroamericani. Questi vennero usati per i lavori forzati e adoperati nella ricostruzione del Sud. Queste deportazioni pesarono moltissimo su quella parte della popolazione americana, creando e aumentando i conflitti razziali. Durante tutta la storia degli Stati Uniti si son create emergenze sociali che hanno colpito a fondo , in primis, la popolazione afro americana.
Ho letto un libro molto interessante su questo argomento:  Tra me e il mondo  di Ta- Nehisi Coates .
Questo libro è una lunga lettera scritta dall'autore al figliolo, nella quale egli spiega al suo bambino, cosa voglia dire esser neri in America.
Voi sapete che vuol dire? Principalmente che il tuo corpo non ti appartiene. Esso è di proprietà della polizia, delle bande, di una violenza sempre presente anche nei rapporti famigliari. Perché l'oppressione rende le vittime oppressori di altri esseri umani.  Un padre represso e umiliato da una società razzista e classista tenderà a prendersela col figlio piccolo.
L'autore in un brano di questa lettera spiega benissimo i modi che usa la sbirraglia americana per aver un pretesto, basta uno solo, come scusa per sparare a un nero.
Questa parte del libro la noti benissimo nel film della Bigelow e del suo fidato sceneggiatore Mark Boal. Mi riferisco alla sequenza dove due neri inscenano davanti ai loro amici e a due ragazze bianche quello che di solito succede tra sbirri e afroamericani.
Un modo per spiegare come stanno le cose: veloce e di grande impatto.
Io ho voluto iniziare questo post da lontano e non parlando dettagliatamente del film, perché ci tengo che si sappia e capisca una cosa importante: non è stato un caso.
Detroit non è stato un caso isolato, l'improvvisa esplosione di follia che ha colpito gli abitanti dei quartieri poveri della città Come non sono casi isolati o dettati dalla violenza di pochi criminali, le altre rivolte della popolazione afro americana . Da Detroit a Los Angeles,  ricordiamo il caso Rodney king, fino alle ultime di qualche anno fa. Tutto si basa sulla repressione e oppressione poliziesca abbinata al degrado sociale, in cui spesso sono abbandonati i neri.
Poi dici che Spike Lee esagera...

Detroit è cinema etico e morale alla massima potenza ed è un lucido trattato su cosa sia la guerriglia.
Noi non dovremmo mai scordare che il cinema -tutta l'opera- di  Kathryn Bigelow ha come tema il conflitto e la guerra. Meglio ancora di come gli esseri umani si accostino e subiscano essa, in tutte le forme possibili e immaginabili. La questione del conflitto razziale, in particolare la violenza della polizia bianca contro i neri, era presente seppur in modo marginale, anche in Strange Days
Nelle ultime opere è venuto ad aggiungersi uno stile secco e preciso, da cronaca, conributo del suo sceneggiatore Mark Boal. Lo ripeto perchè ci tengo a precisare che alla base di un buon film vi è sempre una buona sceneggiatura. In questi ultimi tempi ,mi pare che codesta professione sia alquanto dimenticata.
Alcuni criticano il modo in cui la regista ha messo in scena questa tragedia americana.  La colpa sarebbe quella di una certa ambiguità morbosa, nel descrivere la violenza.
A mio avviso è un giudizio fallace, poiché è ben chiaro e preciso il bersaglio delle critiche da parte di regista e sceneggiatore: la polizia di Detroit.
L'opera si svolge per più della metà della sua durata, all'interno di un motel. Anzi in un corridoio di quel motel.
Qui esplode la lucidissima violenza "sbirresca".  La violenza è in primo piano perché non poteva essere altrimenti, visto i continui soprusi messi in atto dalle forze dell'ordine contro gli abitanti afro-americani
Il film, senza troppi peli sulla lingua spiega in modo preciso cosa succede a tirar troppo la corda: si spezza e una volta che accade questo nascono rivolte, sommosse, atti di guerriglia.
Il che non vuol dire condannare chi si ribella, ma semmai il metodo che può esser controproducente.
Questa è un'analisi e riflessione matura. Non c'è bisogno di far apparire i neri come vittime, perché anche se saccheggiano e bruciano le loro case, anche se vi sono dei cecchini che sparano contro la polizia, sono gli afro americani ad essere vittime del sistema. La loro reazione, per quanto scomposta, è legittimata da tutto quello che hanno patito, vissuto, nella più totale esclusione.
Bigelow e Boal non giudicano negativamente nemmeno i ragazzi del motel. Si uno di loro non ha colto da subito la pericolosità della situazione.Il giovane non ha avuto una brillante idea sparando a salve dalla finestra del motel contro gli agenti della polizia..
Però questo gesto è superato dalla reazione degli agenti. Il problema sono questi poliziotti esaltati, questi razzisti in uniforme.
La violenza insostenibile messa in scena dalla regista, non è fine a sé stessa ma al contrario crea una fortissima empatia colle vittime.
Larry Cleveland e amici sono quelli che pagano ad alto prezzo una serata come tante, in una situazione non normale. Però sono giovani e vogliono vivere, divertirsi, questo è il loro unico crimine.
Al contrario i poliziotti sono dei macellai. Forti del fatto che nessuno si metterà contro di loro, semmai se la prenderanno con quei "negri fuori controllo".
Rammento che la polizia americana è intervenuta spesso con maniere forti contro le minoranze etniche, sociali, sessuali. Tanto che , in questo ottimo film, a farne le spese sono pure due ragazze bianche.
La loro colpa? Spassarsela con dei "fratelli".
Opera etica e morale, come scritto all'inizio di questo post, ribadisco il concetto: Detroit è cinema civile, di denuncia, memoria, rabbia e dolore.
Il finale accenna un minimo di umana consolazione ma allo stesso tempo la nega poiché ci spinge a chiederci: " Come si può sopravvivere a una notte simile? Come hanno fatto tutte le vittime della repressione poliziesca?"
Il gospel finale tenta di darci un po' di sollievo ma noi sappiamo che le cose continuano ad andar male per i "dannati della terra".
 Io consiglio di vedere questo film, i motivi li ho spiegati in questo post.
Per chi volesse approfondire il tema della questione razziale, o conoscere meglio le dinamiche all'interno della comunità afro-americana consiglio questi due bellissimi libri:  Ragazzo Negro di Richard Wright edizione Enauidi e Piccola America Negra di Langston Hughes ed Longanesi.

Proprio con una poesia di questo ultimo, vorrei concludere questo post

I, Too


I, too, sing America.

I am the darker brother.
They send me to eat in the kitchen
When company comes,
But I laugh,
And eat well,
And grow strong.

Tomorrow,
I’ll be at the table
When company comes.
Nobody’ll dare
Say to me,
“Eat in the kitchen,"
Then.

Besides, 
They’ll see how beautiful I am
And be ashamed—

I, too, am America.
Io, anche io, canto America

Sono il fratello più scuro
Loro mi mandano a mangiare in cucina
Quando viene gente,
Ma io rido,
e mangio bene
e cresco forte.

Domani
Sarò seduto a tavola
Quando viene gente
Nessuno allora ci proverà
A dirmi
“Vai a mangiare in cucina”

Per giunta
Loro vedranno quanto sono meraviglioso
E dovranno vergognarsi.

Io, anche io, sono America.

mercoledì 29 novembre 2017

Riflessione indisciplinata: Personaggi che io reputo persone reali

Eh, una volta qui era tutta campagna, e la gente sapeva distinguere il vero dal falso! Bei tempi quelli, madama cara!
Oggi viviamo tempi molto strani. Il confine tra vero, verosimile, inventato ma basato su fatti veri, e tutta quella miriade di horror tratti da storie vere, come è vera la merce falsa venduta a Napoli, è sempre più incerto e sottile.
Il che mi permette di scrivere un post, che un tempo sarebbe stato classificato come "prova di malattia mentale", ma ora è allegramente weird.
No, magari! Questo post è solo un altro delirio da occhialuto

1
Tutti abbiamo avuto un'infanzia (sai quella cosa del tutto implausibile e campata in aria che alcuni malviventi di Holywood si ostinano a rubarvi)ecco, par strano, ma tutti abbiamo vissuto quel periodo.
Rammento con gioia quando pensavo che ero ormai abbastanza grandicello per potermi gustare un bel Complesso d'Edipo, starmene rinchiuso in un appartamento - altro che le corse di un bambino col suo amico più sincero , un coniglio dal volto bianco e nero. Rubentino maledetto- ed essere istruito dalla versione sadica della signorina Rottenmeier.
Non ero un bimbo particolarmente vivace, prova sia che per tutto il primo anno di scuola non ho parlato quasi mai. No, no, aspetta! Togli il quasi.
Proprio in quei brillanti giorni ho costruito una specie di muro invisibile tra me e il resto del mondo. Osservavo, guardavo, m'incuriosivo. Però a distanza.
Il distacco tra un ambiente famigliare come la cascina, dove stavo coi miei nonni, e quel mondo così grigio, chiuso in sé stesso che era il condominio,  di fatto mi ha  portato a chiudermi in me stesso
Questa è la versione cut, il director's cut lo riservo alla mia psicologa eh!
Dunque a quella età un bambino si riconosce in qualche figura paterna. Meglio se entusiasta ed entusiasmante, meglio se vincente. Quella è l'età in cui i nostri padri, diciamo la verità, se lo prosciugano a manate quel cafone di Acquaman. Così mentre tutti i bambini crescevano inneggiando ed immedesimandosi in eroi e affini, io , a sei anni, ero l'amico del cuore di  

-Charlie Brown
Quel bimbo così sfortunato, che non eccelle in nessun campo,  depresso eppure molto profondo e arguto, mi piacque subito. Lui e Lucy, di quel cartone animato erano i mie personaggi preferiti. In lui però trasferivo tutti i miei giorni di bronchiti, stupidi giochi in cui perdevo sempre o arrivavo ultimo, o cazzo (come nel caso di nascondino) mi scoprivano immediatamente. Tutte quelle delusioni della vita, che un bimbo percepisce, ma non sa come spiegare Sopratutto lo ritenevo, e lo ritengo ancora oggi, un personaggio tenerissimo. Per compensare a volte ero convinto che Lucy fosse mia sorella, o simile. Perché, piano piano, si faceva strada in me il super potere del sarcasmo.

Colpo di culo: l'infanzia finisce! E sai che ti capita? Comincia l'adolescenza! Wow! In quel preciso istante della tua vita, ti ritrovi a vivere le cosiddette "CRISI"
Un piccolissimo momento delle nostre vite che vanno da quando hai 14 anni fino al giorno della tua morte. Casomai ci fosse il paradiso... Niente paura: ti becchi il remake delle tue crisi. Per l'eternità.
Diciamo che un bimbo simile non è che improvvisamente, da adolescente, ti diventa un figo pazzesco, di quelli che lo vedi subito, hanno il destino segnato: Venditore porta a porta di farlocchi contratti Eni. Li noti, questi piccoli imperatori delle scuole e dei bus italici, che sono diretti ad alta velocità verso l'unica frase che impareranno in tutta la loro vita: "Me la fa vedere la bolletta?"
Io, però, avevo imparato una cosa: il tuo ruolo è quello di simpatica macchietta, di straordinaria sagoma.Ho ricordo di quanto m'impegnassi a essere spiritoso e divertente.
Sempre timido, sempre scazzato, sempre colla passione per la musica, il cinema e la letteratura.
Mi fa piacere che molti abbiano avuto un'infanzia e adolescenza di merda, che rivendicano con ostinata felicità anche oggi che siamo in coda verso l'ingorgo della Vecchia e Morte. Quelli che " ti ricordi che belli i film.." e tirano fuori terrificanti titoli di robe brutte brutte in modo assurdo. Io, con coerenza, sono sempre stato un isolato, allontanato, sfollato, daje de idrante aho, occhialuto amante del cinema d'autore.
Eh, mentre voi vi trombavate le più belle della scuola, poracci, io - lo dico con umiltà e tatto, non voglio risvegliare in voi sentimenti di inferiorità che avete fatto fatica a lasciarvi alle spalle-  mi guardavo le opere di Bergman, tanto per dire! E mentre voi (ma veramente, cioè ce le avete tutte ma proprio tutte le sfighe di questo mondo) passavate una meravigliosa infanzia a giocare spensierati e a far le maratone col Vic 20, io alla veneranda età di dieci anni, mi commuovevo per il finale di Paris, Texas.
Giusto per dirvi quanto sia magnifica la vita di un occhialuto, rispetto a il resto del mondo
In questa età, così delicata hai bisogno di trovar qualcuno in cui riconoscerti. Qualcuno che ti sia d'aiuto.
Molti hanno gli amici del gruppo, tantissimi qualche atleta o rockstar.
Io mi rivedevo in questi personaggi:
Michele Apicella e Don Giulio
Michele Apicella, è stato come il fratello maggiore, o una versione più adulta di me. Io capisco ogni sua parola e gesto, comprendo il suo dolore così radicato da esser parte della quotidianità, la voglia di essere felici e la fiducia negli altri che si scontra pesantemente col naturale fallire degli esseri umani. Il disprezzo per le bugie banali, piccole tanto quanto per quelli che non rispettano l'assoluta bellezza e giustezza dell'amore.
Se Dante per il suo viaggio no alpitour nell'Inferno, aveva come guida Virgilio io, in quel inferno mediocre e senza scossoni  che è l'adolescenza degli occhialuti, avevo come  Sommo Maestro lui: Michele Apicella.
Forse, sarebbe stato il caso di chiamare il team di Mindhunter


Don Giulio invece era l'amico fedelissimo  e capace di apprezzare la mia cieca fiducia nella gioia, negli esseri umani, ma che non soccombeva al pessimismo e alla sofferenza come Michele. Rivedevo in lui un maestro di etica e morale, uno che come me ha o ambisce ad aver la coscienza immacolata. Uno che vuol far del bene e il bene degli altri, ma è incapace di cambiare le cose
Incapace, come lo sono io in diversi campi dell'esistenza umana.


Visto che anche l'adolescenza, in un modo o nell'altro, l'abbiamo lasciata alle spalle ( io sono un'enciclopedia di difetti umani alcuni anche marziani vivente, ma non ho la sindrome di Peter Pan) si entra in quella fase della vita in cui sei adulto e maggiorenne ma fondamentalmente sei ancora un ragazzino delle superiori, insomma: i venti anni.
Proprio a quell'età, non so se come penso nel 96 o 97 , vidi un film che mi sconvolse sia come spettatore che come piacente e sbarazzino giovin uomo brianzolo: Le Onde Del Destino
Fulminazione! Illuminazione sulla strada per Damasco: io sono
  Bess
Non vi ho mai detto che ero un campione nella disciplina della " gola bruciata"? No? Ecco, questa disciplina consiste nel trattenere e spegnere dentro di sé ogni emozione che trascini al pianto. E quando questo si presenta, sempre mai invitato e senza portare nemmeno una bottiglia di vino, cancellarlo. La gola brucia, perché il pianto vorrebbe uscire, ma tratteniamo va! Si, anche questo è uno dei classici della mia terapia. 
Vedendo questo film ho fatto fatica a trattenermi. Tanto era l'identificazione con lei, da una parte, quanto era la rabbia contro gli altri. Contro quel mondo che distrugge una persona splendida come Bess. Tutte le volte che vedo questo immenso capolavoro, questo film della mia vita, vorrei salvarla.Questo è il sentimento più forte: la protezione. Perché la comprendo, capisco, so quanto sia giusto sacrificarsi perché la felicità degli altri è più giusta e forte della mia. 
Per anni ho pensato questa cosa, oggi grazie anche a un matrimonio più fortunato di quello rappresentato in questo film, riesco a vivere un rapporto affettivo e sentimentale con maggior equilibrio. 
L'incontro con Bess, però è stato forte e profondo. Mi risulta ancora oggi difficile spiegare in modo chiaro cosa mi colpisse, cosa mi facesse partecipare con tanta forza a quel suo sacrificio.  Commozione e rabbia, totale coinvolgimento empatico e rabbia feroce, incontrollabile contro tutti i responsabili della sua rovina.

Il film che mi ha fatto conoscere Lars. Un legame fortissimo quello col cinema del regista danese, esattamente con la stessa intensità e partecipazione emotiva che ho per le opere di Moretti, che continua anche se ora sono molto più disneyano-buonista-virzianiano .
Sono anni in cui adoro i film tragici e radicali. Perché, si andava costruendo, una mia spiccata predisposizione per le sceneggiate e l'ira iraconda, che trasformavano i litigi in opere degne di una combinazione tra Merola e Von Trier.
A parte l'arte, l'unica cosa che mi dava un senso, mi dava delle regole precise e mi dava anche una identità precisa, era la politica.
In quegli anni mi impegnavo molto politicamente, anche ora, e se dovessi pensare ai momenti in cui davvero mi sentivo vivo e utile, erano proprio quelli delle manifestazioni, delle assemblee, dei direttivi. Gli anni in cui si comprende che per fortuna non sei né fascista né di sinistra giovanile che  peraltro saluto!
Per cui, potete immaginare come mi sia sentito coinvolto, come abbia perso cognizione di cosa sia vero o irreale, quando ho visto :

Rosetta


In un colpo solo, i meravigliosi fratelli Dardenne, mi hanno donato la compagna di tante lotte, di tanti giorni precari. Già nella scena iniziale quando aggredisce il suo datore di lavoro o quando si dice sorpresa: "oggi rosetta ha trovato un amico", ci trovavo tutto il furore per le condizioni di sfruttamento e isolamento praticate dalla precarietà sulla mia generazione, sia lo stupore che mi colpiva, ancora oggi mi colpisce, quando qualcuno manifestava interesse per me. 
Esattamente come  Lucy era la mia alternativa a Charlie Brown , o Don Giulio a Michele Apicella, Rosetta rappresentava benissimo me nei momenti di forza e rabbia, in alternanza a Bess.


Comunque: come arrivano, se ne vanno. Dico : i ventanni.
Mi sono ritrovato a trentanni: impegnato politicamente. tanto da distaccarmi anche da Moretti, perchè troppo borghese; precario nel magnifico mondo della promozione/vendita.  Faccio anche una piccola collezione di diplomi, che francamente, non mi serviranno a un cazzo: uno in "esperto delle politiche attive del lavoro", cioè il selezionatore in qualche agenzie interinale, l'altro come A.s.a. Bello, eh! Questo corso lo concludo con un punteggio altissimo, il più alto del corso. Però io e i lavori manuali non andiamo molto d'accordo e in più : la malattia, più la vecchiaia, più la morte, mi coinvolgono fin troppo.
Compro l'edicola, però!
In poco tempo il negozio diventa un punto d'incontro e io mi affeziono ai miei clienti.
(Si ci vuole poco per far in modo che io mi affezioni a qualcuno).
Grazie al rimandar a domani, quello che puoi far oggi, invece di occuparmi del negozio, un giorno comincio a navigare a cazzo di cane nel mondo dei blog. Finisco su uno in particolare.
Tra i tanti che commentano, c'è anche una donna particolarmente arguta e sagace.
Mia moglie

Non dimenticherò mai, la sala del Capitol, che è un po' il nostro cinema preferito in quel di Monza, quando andammo a veder Alabama Monroe
Eravamo io, lei, una coppia e il loro figliolo di tre anni.

-Didier
C'è una scena in particolare: quando, durante un concerto, lui smette di suonare e piano piano sclera contro il mondo, contro tutti, per via della morte della sua bambina e per la fine del suo matrimonio. Quella mano che cerca nell'altra la forza e non trova nulla. Questo è il classico personaggio che fa scattare il crocerossino in me, si si non è una cosa che fanno solo le donne eh. A esser sinceri, tutti i personaggi in cui mi identifico o verso cui provo una fortissima empatia li vorrei proteggere e salvare. Poi mi identifico anche nelle loro debolezze.
Didier è un peesonaggio fantastico e meraviglioso, una sorta di fratello maggiore che ha bisogno di un po' d'amore 


-George Valantine

Perché lo sapete: tanta tragedia, ma anche tantissimo Musical. Tanto impegno politico e tantissima testa fra le nuvole, perso in romantici sogni e illusioni. Per cui, è ovvio che un film come The Artist mi abbia conquistato. Ed è normale che nella parabola discendente di Valantine,  ci ho visto e provato cose che voi umani.. Forse potremmo vederlo come la faccia positiva di Didier, come sempre mi capita: star in equilibrio tra personaggi tragici e altri più positivi
La danza finale conferma quanto dico da secoli: la vita è un musical!


Una cosa che sanno solo i miei animali: io canticchio sempre. Accenno anche passi di danza, di tanto in tanto. Non posso immaginare un mondo senza musica
Non è un caso quindi che, felicemente fidanzato e con un lavoro che mi rompe le palle, ma mi permette di cazzeggiare tanto, sia nelle condizioni per dire: Addio, Gola Bruciata!
Ribadire il concetto: "Ma che cazzo me ne frega a me se gli uomini non devono mai piangere!"
Ci voleva un musicaal e il suo finale, ma ero già sulla buona strada, quando ascoltando questa canzone, portandola al maschile e alla mia vita, mi sono riconosciuto nel personaggio di

- Eponine




A volte, perché non abbiamo fiducia in noi stessi, o perché non ci riteniamo degni di nota, non so.. Capita di vivere grandi amori, senza confessarli. Per paura di esser rifiutati. Col risultato di chiudersi, di ritenere normale  non esser corrisposti, ma sopratutto affinando una grande arte per il canto  e le canzoni più tragiche e tristi che si possano immaginare. Come quella di Eponine



Succedono cose anche bellissime, sopratutto quando non le cerchi con ostinazione. Par che la vita avendo un grande senso dell'umorismo, voglia dirti: " Tu eri quello che pensava di morire più solo della solitudine? Quello che era  convinto che il suo cadavere lo avrebbero scoperto dopo mesi? Quello che passava notti a immaginarsi il proprio funerale e quante persone avrebbero partecipato?"
Ecco: L'amore! Non solo, ecco: il matrimonio!  Insomma: come sempre non avevo capito un cazzo della mia vita.
Ho fatto cambiamenti notevoli e positivi, certo non posso dire di eserere la persona più equilibrata di questo mondo, che non ho ancora ben capito chi sono e via dicendo, ma dai : mi sto impegnando a ricominciare da capo.

Con mia moglie condivido l'amore per il cinema, con lei sono andato a veder per la prima volta in sala, molte pellicole di autori che piacevano solo a me.
Tra questi Paolo Virzì.

- Donatella


La sequenza del carnevale di Viareggio, ogni volta che la vedo, mi fa pianger lacrime di rabbia. Per quanto facciano schifo gli uomini, per come la vita sia feroce e crudele contro alcune persone. 
Persone come Donatella, così fragile, pronta ad amare chiunque le mostri un po' di attenzione. Una che si racconta la storia del padre tanto amorevole, quando è il contrario.  Ho visto questo film, con mia moglie, ben cinque volte al cinema. Più una tramite dvd. Sempre, rimango colpito da questo personaggio. La vedo e sento, vivo, come una sorella, un'amica, e in quel  sono nata triste"mi si spezza il cuore . Ti capisco e ti voglio tanto bene, Donatella.


Così arriviamo ai giorni nostri. Sono un uomo che vive decentemente la sua età. Non uno che va sempre alle superiori. Ma non sono nemmeno così matusa, come mi piacerebbe.  Anzi, aspetta: sono un uomo sposato. Perché questa cosa mi riempie di gioia e orgoglio: esser sposato, aver testimoniato col matrimonio, davanti a tutti, che io sono felice di appartenere a mia moglie. Che siamo una coppia.
Se fossi meno disastrino, se non rovinassi a volte le cose per mia manifesta cretineria, potrei anche vendervi la storia della coppia più felice del mondo. Lo siamo. Con alti e bassi, ma questo capita a tutti.
Vado in terapia, spesso penso che la mia dottoressa vorrebbe rammentarmi che la terapia non è il "Davide Viganò Show", ma lo spettacolo è avvincente. Così non mi dice nulla.
Abbiate pazienza: uscirà il dvd per Natale !

-Rebecca


Questa folle, incontrollabile, disastrosa stalker è l'ultimo dei personaggi femminili che vedo come se fosse mia sorella o una mia amica. 
Una sorella e amica che comprendo benissimo, visto che abbiamo delle cose in comune, e che vorrei aiutare e sostenere, perché merita di esser amata e felice. Questa cosa dell'esser amati, considerati, ricambiati, che nessuno mi/ci abbandoni, è un tema forte nel mondo tra commedia e musical del sottoscritto.  Per cui appena ho saputo che hanno fatto una serie con queste dinamiche: eccomi!
Ex Crazy Girlfriend è per me la migliore serie tv, per quanto riguarda le "commedie".
E in più hanno composto il mio inno, il modo in cui io vedo e vivo la relazione sentimentale con mia moglie e la mia idea di cosa sia l'amore

Ok, ho davvero concluso. Il potere del cinema e dei personaggi che mette in scena, è davvero forte. Talora uno sconosciuto riesce a capire chi sei e tu (ri)trovi parti di te o persone che, se fossero vere, sarebbero tuoi/ tue ottimi/e amici/che.

E voi? In quali personaggi vi rivedete o vi piacerebbe che fossero vostri amici nella vita reale?