mercoledì 29 novembre 2017

Riflessione indisciplinata: Personaggi che io reputo persone reali

Eh, una volta qui era tutta campagna, e la gente sapeva distinguere il vero dal falso! Bei tempi quelli, madama cara!
Oggi viviamo tempi molto strani. Il confine tra vero, verosimile, inventato ma basato su fatti veri, e tutta quella miriade di horror tratti da storie vere, come è vera la merce falsa venduta a Napoli, è sempre più incerto e sottile.
Il che mi permette di scrivere un post, che un tempo sarebbe stato classificato come "prova di malattia mentale", ma ora è allegramente weird.
No, magari! Questo post è solo un altro delirio da occhialuto

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Tutti abbiamo avuto un'infanzia (sai quella cosa del tutto implausibile e campata in aria che alcuni malviventi di Holywood si ostinano a rubarvi)ecco, par strano, ma tutti abbiamo vissuto quel periodo.
Rammento con gioia quando pensavo che ero ormai abbastanza grandicello per potermi gustare un bel Complesso d'Edipo, starmene rinchiuso in un appartamento - altro che le corse di un bambino col suo amico più sincero , un coniglio dal volto bianco e nero. Rubentino maledetto- ed essere istruito dalla versione sadica della signorina Rottenmeier.
Non ero un bimbo particolarmente vivace, prova sia che per tutto il primo anno di scuola non ho parlato quasi mai. No, no, aspetta! Togli il quasi.
Proprio in quei brillanti giorni ho costruito una specie di muro invisibile tra me e il resto del mondo. Osservavo, guardavo, m'incuriosivo. Però a distanza.
Il distacco tra un ambiente famigliare come la cascina, dove stavo coi miei nonni, e quel mondo così grigio, chiuso in sé stesso che era il condominio,  di fatto mi ha  portato a chiudermi in me stesso
Questa è la versione cut, il director's cut lo riservo alla mia psicologa eh!
Dunque a quella età un bambino si riconosce in qualche figura paterna. Meglio se entusiasta ed entusiasmante, meglio se vincente. Quella è l'età in cui i nostri padri, diciamo la verità, se lo prosciugano a manate quel cafone di Acquaman. Così mentre tutti i bambini crescevano inneggiando ed immedesimandosi in eroi e affini, io , a sei anni, ero l'amico del cuore di  

-Charlie Brown
Quel bimbo così sfortunato, che non eccelle in nessun campo,  depresso eppure molto profondo e arguto, mi piacque subito. Lui e Lucy, di quel cartone animato erano i mie personaggi preferiti. In lui però trasferivo tutti i miei giorni di bronchiti, stupidi giochi in cui perdevo sempre o arrivavo ultimo, o cazzo (come nel caso di nascondino) mi scoprivano immediatamente. Tutte quelle delusioni della vita, che un bimbo percepisce, ma non sa come spiegare Sopratutto lo ritenevo, e lo ritengo ancora oggi, un personaggio tenerissimo. Per compensare a volte ero convinto che Lucy fosse mia sorella, o simile. Perché, piano piano, si faceva strada in me il super potere del sarcasmo.

Colpo di culo: l'infanzia finisce! E sai che ti capita? Comincia l'adolescenza! Wow! In quel preciso istante della tua vita, ti ritrovi a vivere le cosiddette "CRISI"
Un piccolissimo momento delle nostre vite che vanno da quando hai 14 anni fino al giorno della tua morte. Casomai ci fosse il paradiso... Niente paura: ti becchi il remake delle tue crisi. Per l'eternità.
Diciamo che un bimbo simile non è che improvvisamente, da adolescente, ti diventa un figo pazzesco, di quelli che lo vedi subito, hanno il destino segnato: Venditore porta a porta di farlocchi contratti Eni. Li noti, questi piccoli imperatori delle scuole e dei bus italici, che sono diretti ad alta velocità verso l'unica frase che impareranno in tutta la loro vita: "Me la fa vedere la bolletta?"
Io, però, avevo imparato una cosa: il tuo ruolo è quello di simpatica macchietta, di straordinaria sagoma.Ho ricordo di quanto m'impegnassi a essere spiritoso e divertente.
Sempre timido, sempre scazzato, sempre colla passione per la musica, il cinema e la letteratura.
Mi fa piacere che molti abbiano avuto un'infanzia e adolescenza di merda, che rivendicano con ostinata felicità anche oggi che siamo in coda verso l'ingorgo della Vecchia e Morte. Quelli che " ti ricordi che belli i film.." e tirano fuori terrificanti titoli di robe brutte brutte in modo assurdo. Io, con coerenza, sono sempre stato un isolato, allontanato, sfollato, daje de idrante aho, occhialuto amante del cinema d'autore.
Eh, mentre voi vi trombavate le più belle della scuola, poracci, io - lo dico con umiltà e tatto, non voglio risvegliare in voi sentimenti di inferiorità che avete fatto fatica a lasciarvi alle spalle-  mi guardavo le opere di Bergman, tanto per dire! E mentre voi (ma veramente, cioè ce le avete tutte ma proprio tutte le sfighe di questo mondo) passavate una meravigliosa infanzia a giocare spensierati e a far le maratone col Vic 20, io alla veneranda età di dieci anni, mi commuovevo per il finale di Paris, Texas.
Giusto per dirvi quanto sia magnifica la vita di un occhialuto, rispetto a il resto del mondo
In questa età, così delicata hai bisogno di trovar qualcuno in cui riconoscerti. Qualcuno che ti sia d'aiuto.
Molti hanno gli amici del gruppo, tantissimi qualche atleta o rockstar.
Io mi rivedevo in questi personaggi:
Michele Apicella e Don Giulio
Michele Apicella, è stato come il fratello maggiore, o una versione più adulta di me. Io capisco ogni sua parola e gesto, comprendo il suo dolore così radicato da esser parte della quotidianità, la voglia di essere felici e la fiducia negli altri che si scontra pesantemente col naturale fallire degli esseri umani. Il disprezzo per le bugie banali, piccole tanto quanto per quelli che non rispettano l'assoluta bellezza e giustezza dell'amore.
Se Dante per il suo viaggio no alpitour nell'Inferno, aveva come guida Virgilio io, in quel inferno mediocre e senza scossoni  che è l'adolescenza degli occhialuti, avevo come  Sommo Maestro lui: Michele Apicella.
Forse, sarebbe stato il caso di chiamare il team di Mindhunter


Don Giulio invece era l'amico fedelissimo  e capace di apprezzare la mia cieca fiducia nella gioia, negli esseri umani, ma che non soccombeva al pessimismo e alla sofferenza come Michele. Rivedevo in lui un maestro di etica e morale, uno che come me ha o ambisce ad aver la coscienza immacolata. Uno che vuol far del bene e il bene degli altri, ma è incapace di cambiare le cose
Incapace, come lo sono io in diversi campi dell'esistenza umana.


Visto che anche l'adolescenza, in un modo o nell'altro, l'abbiamo lasciata alle spalle ( io sono un'enciclopedia di difetti umani alcuni anche marziani vivente, ma non ho la sindrome di Peter Pan) si entra in quella fase della vita in cui sei adulto e maggiorenne ma fondamentalmente sei ancora un ragazzino delle superiori, insomma: i venti anni.
Proprio a quell'età, non so se come penso nel 96 o 97 , vidi un film che mi sconvolse sia come spettatore che come piacente e sbarazzino giovin uomo brianzolo: Le Onde Del Destino
Fulminazione! Illuminazione sulla strada per Damasco: io sono
  Bess
Non vi ho mai detto che ero un campione nella disciplina della " gola bruciata"? No? Ecco, questa disciplina consiste nel trattenere e spegnere dentro di sé ogni emozione che trascini al pianto. E quando questo si presenta, sempre mai invitato e senza portare nemmeno una bottiglia di vino, cancellarlo. La gola brucia, perché il pianto vorrebbe uscire, ma tratteniamo va! Si, anche questo è uno dei classici della mia terapia. 
Vedendo questo film ho fatto fatica a trattenermi. Tanto era l'identificazione con lei, da una parte, quanto era la rabbia contro gli altri. Contro quel mondo che distrugge una persona splendida come Bess. Tutte le volte che vedo questo immenso capolavoro, questo film della mia vita, vorrei salvarla.Questo è il sentimento più forte: la protezione. Perché la comprendo, capisco, so quanto sia giusto sacrificarsi perché la felicità degli altri è più giusta e forte della mia. 
Per anni ho pensato questa cosa, oggi grazie anche a un matrimonio più fortunato di quello rappresentato in questo film, riesco a vivere un rapporto affettivo e sentimentale con maggior equilibrio. 
L'incontro con Bess, però è stato forte e profondo. Mi risulta ancora oggi difficile spiegare in modo chiaro cosa mi colpisse, cosa mi facesse partecipare con tanta forza a quel suo sacrificio.  Commozione e rabbia, totale coinvolgimento empatico e rabbia feroce, incontrollabile contro tutti i responsabili della sua rovina.

Il film che mi ha fatto conoscere Lars. Un legame fortissimo quello col cinema del regista danese, esattamente con la stessa intensità e partecipazione emotiva che ho per le opere di Moretti, che continua anche se ora sono molto più disneyano-buonista-virzianiano .
Sono anni in cui adoro i film tragici e radicali. Perché, si andava costruendo, una mia spiccata predisposizione per le sceneggiate e l'ira iraconda, che trasformavano i litigi in opere degne di una combinazione tra Merola e Von Trier.
A parte l'arte, l'unica cosa che mi dava un senso, mi dava delle regole precise e mi dava anche una identità precisa, era la politica.
In quegli anni mi impegnavo molto politicamente, anche ora, e se dovessi pensare ai momenti in cui davvero mi sentivo vivo e utile, erano proprio quelli delle manifestazioni, delle assemblee, dei direttivi. Gli anni in cui si comprende che per fortuna non sei né fascista né di sinistra giovanile che  peraltro saluto!
Per cui, potete immaginare come mi sia sentito coinvolto, come abbia perso cognizione di cosa sia vero o irreale, quando ho visto :

Rosetta


In un colpo solo, i meravigliosi fratelli Dardenne, mi hanno donato la compagna di tante lotte, di tanti giorni precari. Già nella scena iniziale quando aggredisce il suo datore di lavoro o quando si dice sorpresa: "oggi rosetta ha trovato un amico", ci trovavo tutto il furore per le condizioni di sfruttamento e isolamento praticate dalla precarietà sulla mia generazione, sia lo stupore che mi colpiva, ancora oggi mi colpisce, quando qualcuno manifestava interesse per me. 
Esattamente come  Lucy era la mia alternativa a Charlie Brown , o Don Giulio a Michele Apicella, Rosetta rappresentava benissimo me nei momenti di forza e rabbia, in alternanza a Bess.


Comunque: come arrivano, se ne vanno. Dico : i ventanni.
Mi sono ritrovato a trentanni: impegnato politicamente. tanto da distaccarmi anche da Moretti, perchè troppo borghese; precario nel magnifico mondo della promozione/vendita.  Faccio anche una piccola collezione di diplomi, che francamente, non mi serviranno a un cazzo: uno in "esperto delle politiche attive del lavoro", cioè il selezionatore in qualche agenzie interinale, l'altro come A.s.a. Bello, eh! Questo corso lo concludo con un punteggio altissimo, il più alto del corso. Però io e i lavori manuali non andiamo molto d'accordo e in più : la malattia, più la vecchiaia, più la morte, mi coinvolgono fin troppo.
Compro l'edicola, però!
In poco tempo il negozio diventa un punto d'incontro e io mi affeziono ai miei clienti.
(Si ci vuole poco per far in modo che io mi affezioni a qualcuno).
Grazie al rimandar a domani, quello che puoi far oggi, invece di occuparmi del negozio, un giorno comincio a navigare a cazzo di cane nel mondo dei blog. Finisco su uno in particolare.
Tra i tanti che commentano, c'è anche una donna particolarmente arguta e sagace.
Mia moglie

Non dimenticherò mai, la sala del Capitol, che è un po' il nostro cinema preferito in quel di Monza, quando andammo a veder Alabama Monroe
Eravamo io, lei, una coppia e il loro figliolo di tre anni.

-Didier
C'è una scena in particolare: quando, durante un concerto, lui smette di suonare e piano piano sclera contro il mondo, contro tutti, per via della morte della sua bambina e per la fine del suo matrimonio. Quella mano che cerca nell'altra la forza e non trova nulla. Questo è il classico personaggio che fa scattare il crocerossino in me, si si non è una cosa che fanno solo le donne eh. A esser sinceri, tutti i personaggi in cui mi identifico o verso cui provo una fortissima empatia li vorrei proteggere e salvare. Poi mi identifico anche nelle loro debolezze.
Didier è un peesonaggio fantastico e meraviglioso, una sorta di fratello maggiore che ha bisogno di un po' d'amore 


-George Valantine

Perché lo sapete: tanta tragedia, ma anche tantissimo Musical. Tanto impegno politico e tantissima testa fra le nuvole, perso in romantici sogni e illusioni. Per cui, è ovvio che un film come The Artist mi abbia conquistato. Ed è normale che nella parabola discendente di Valantine,  ci ho visto e provato cose che voi umani.. Forse potremmo vederlo come la faccia positiva di Didier, come sempre mi capita: star in equilibrio tra personaggi tragici e altri più positivi
La danza finale conferma quanto dico da secoli: la vita è un musical!


Una cosa che sanno solo i miei animali: io canticchio sempre. Accenno anche passi di danza, di tanto in tanto. Non posso immaginare un mondo senza musica
Non è un caso quindi che, felicemente fidanzato e con un lavoro che mi rompe le palle, ma mi permette di cazzeggiare tanto, sia nelle condizioni per dire: Addio, Gola Bruciata!
Ribadire il concetto: "Ma che cazzo me ne frega a me se gli uomini non devono mai piangere!"
Ci voleva un musicaal e il suo finale, ma ero già sulla buona strada, quando ascoltando questa canzone, portandola al maschile e alla mia vita, mi sono riconosciuto nel personaggio di

- Eponine




A volte, perché non abbiamo fiducia in noi stessi, o perché non ci riteniamo degni di nota, non so.. Capita di vivere grandi amori, senza confessarli. Per paura di esser rifiutati. Col risultato di chiudersi, di ritenere normale  non esser corrisposti, ma sopratutto affinando una grande arte per il canto  e le canzoni più tragiche e tristi che si possano immaginare. Come quella di Eponine



Succedono cose anche bellissime, sopratutto quando non le cerchi con ostinazione. Par che la vita avendo un grande senso dell'umorismo, voglia dirti: " Tu eri quello che pensava di morire più solo della solitudine? Quello che era  convinto che il suo cadavere lo avrebbero scoperto dopo mesi? Quello che passava notti a immaginarsi il proprio funerale e quante persone avrebbero partecipato?"
Ecco: L'amore! Non solo, ecco: il matrimonio!  Insomma: come sempre non avevo capito un cazzo della mia vita.
Ho fatto cambiamenti notevoli e positivi, certo non posso dire di eserere la persona più equilibrata di questo mondo, che non ho ancora ben capito chi sono e via dicendo, ma dai : mi sto impegnando a ricominciare da capo.

Con mia moglie condivido l'amore per il cinema, con lei sono andato a veder per la prima volta in sala, molte pellicole di autori che piacevano solo a me.
Tra questi Paolo Virzì.

- Donatella


La sequenza del carnevale di Viareggio, ogni volta che la vedo, mi fa pianger lacrime di rabbia. Per quanto facciano schifo gli uomini, per come la vita sia feroce e crudele contro alcune persone. 
Persone come Donatella, così fragile, pronta ad amare chiunque le mostri un po' di attenzione. Una che si racconta la storia del padre tanto amorevole, quando è il contrario.  Ho visto questo film, con mia moglie, ben cinque volte al cinema. Più una tramite dvd. Sempre, rimango colpito da questo personaggio. La vedo e sento, vivo, come una sorella, un'amica, e in quel  sono nata triste"mi si spezza il cuore . Ti capisco e ti voglio tanto bene, Donatella.


Così arriviamo ai giorni nostri. Sono un uomo che vive decentemente la sua età. Non uno che va sempre alle superiori. Ma non sono nemmeno così matusa, come mi piacerebbe.  Anzi, aspetta: sono un uomo sposato. Perché questa cosa mi riempie di gioia e orgoglio: esser sposato, aver testimoniato col matrimonio, davanti a tutti, che io sono felice di appartenere a mia moglie. Che siamo una coppia.
Se fossi meno disastrino, se non rovinassi a volte le cose per mia manifesta cretineria, potrei anche vendervi la storia della coppia più felice del mondo. Lo siamo. Con alti e bassi, ma questo capita a tutti.
Vado in terapia, spesso penso che la mia dottoressa vorrebbe rammentarmi che la terapia non è il "Davide Viganò Show", ma lo spettacolo è avvincente. Così non mi dice nulla.
Abbiate pazienza: uscirà il dvd per Natale !

-Rebecca


Questa folle, incontrollabile, disastrosa stalker è l'ultimo dei personaggi femminili che vedo come se fosse mia sorella o una mia amica. 
Una sorella e amica che comprendo benissimo, visto che abbiamo delle cose in comune, e che vorrei aiutare e sostenere, perché merita di esser amata e felice. Questa cosa dell'esser amati, considerati, ricambiati, che nessuno mi/ci abbandoni, è un tema forte nel mondo tra commedia e musical del sottoscritto.  Per cui appena ho saputo che hanno fatto una serie con queste dinamiche: eccomi!
Ex Crazy Girlfriend è per me la migliore serie tv, per quanto riguarda le "commedie".
E in più hanno composto il mio inno, il modo in cui io vedo e vivo la relazione sentimentale con mia moglie e la mia idea di cosa sia l'amore

Ok, ho davvero concluso. Il potere del cinema e dei personaggi che mette in scena, è davvero forte. Talora uno sconosciuto riesce a capire chi sei e tu (ri)trovi parti di te o persone che, se fossero vere, sarebbero tuoi/ tue ottimi/e amici/che.

E voi? In quali personaggi vi rivedete o vi piacerebbe che fossero vostri amici nella vita reale?





2 commenti:

Arwen Lynch ha detto...

https://lafabricadeisogni.blogspot.it/2017/11/liebster-award-20017.html c'è un liebster award per te

babordo76 ha detto...

Grazie !