lunedì 8 giugno 2015

MAD MAX FURY ROAD di GEORGE MILLER.

A volte uno sente il bisogno di dire due paroline. Ma si! Hai presente quando i tamarri arrivano in città e a furia di "minchia zio", pensano di esser i meglio der tufello quando c'è di mezzo l'action? Ecco, a quel punto deve intervenire un grande regista e spiegare alcune cose: non bastano i botti, le mazzate, non basta la spacconata Ci vuole cinema. Anzi: ci vuole IL CINEMA  E qui ne abbiamo a tonnellate 

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George Miller  torna a riprendersi quello che è suo. Tutto l'immaginario collettivo post-atomico, dai fumetti ai libri ai films, è tutta farina del suo sacco. Lui il primo a dar una struttura precisa, regole, costumi, macchine e moto a loro volta protagoniste con tanto di caratteri precisi, insomma: Ammiro!

Mad Max è un infernale, apocalittico, epico che in confronto i Manowar suonano liscio -e non è detto che in verità non  sia così- film della madonna. Non hai un attimo di respiro tra agguati, zuffe, esplosioni, eppure non è mai una pacchianata. MAI

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Merito del cast: un grande e immenso Tom Hardy,  una dolorosa e intensa Charlize Theron. I loro personaggi sono perseguitati da un passato che non li lascia liberi, stupende le immagini della gente che Max non è riuscito a salvare, entrambi si ritrovano a dover salvare altre vite: quelle di giovani donne da riproduzione. Ragazze usate dal cattivo di turno, Immortal Joe,  per generare figli sani. 
E qui entra in gioco il grande regista. Perché non è da tutti farti comprendere benissimo non tanto i personaggi principali, ma anche quelli di contorno, senza aggiungere nulla. Un tamarro e un mestierante crollerebbero miseramente, Miller invece ti mette in scena un universo e interi popoli. Solo filmandoli, solo facendo cinema. Dando alle immagini la forza di spiegare, motivare, farci anche commuovere, il sacrificio finale di uno dei personaggi è talmente potente ed efficace da commuovermi molto.

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Ora, tutti sanno che tipo di cinema mi piaccia. Tutti sanno che la mia magica triade è: Moretti, Von Trier, Bergman. Menzione speciale: Allen. Per cui non dirò che è il film definitivo. Non lo è per la mia formazione di magnifico spettatore indisciplinato. Però vi dirò una cosa: è un filmone di devastante bellezza. Cinema al suo grado zero e per questo riempibile di ogni idea, ogni trovata. Un film libertario.
Perché dopo la fine del mondo è tutto un : minchia zio, bordello! Eppure Furiosa, la vecchia con le sue piantine, le giovani donne, il figlio della guerra redento, sono personaggi che rimangono nel nostro cuore. Non figurine dozzinali. Questo perché Miller è un grandissimo regista. Che riprende la sua creatura, fa finta - giustamente- che il terzo capitolo non esista, e riporta tutto nel suo stato naturale: polvere, sudore, sangue, desolazione e una speranza che in realtà vale meno della lotta per vederla nascere e impadronirsi di un mondo allo sbando.
Un film bellissimo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bravo viga, stimo molto miller, è un film che vedrò presto.

il militante

babordo76 ha detto...

Miller è un grande regista perché spazia da una bellissima pellicola intimista e dolorosa come L'olio di Lorenzo, a un film spettacolare, ma con l'anima, come questo nuovo capitolo di Mad Max
Quanto pare però non sta andando benissimo dal punto di vista economica, mah! Rimane il fatto che sia cinema allo stato puro ed è bellissimo