venerdì 3 marzo 2017

MOONLIGHT di BENNY JENKINS

A volte capita, ci sono opere che fanno tanto arrabbiare gli "espertissimi di rete 4", ah no! Di Facebook. Improvvisamente un film diventa il Male Assoluto, manco fosse il Fascismo o la Democrazia Liberale-Capitalista. Diventa un modo anche di esporre il proprio peso all'interno della comunità di tantissimi napalm 51,  oppure il mezzo per farsi accettare da nuovi amici, grazie a battute e altre facezie sull'opera.
Tutto questo è giusto e normale, fa parte di un modo ben radicato di vivere questi esaltanti, palpitanti, selvaggi, non ancora del tutto regolati, anni di scoperta della comunicazione vera virtuale. Amplifica quello che coviamo dentro, esaspera i toni di chi parla a bassa voce.
Va bene, va bene, va bene, così - come canterebbe mr eh! ehhhhhhhhhh!

Però non è detto che un modo scomposto di parlare di un'opera sia sbagliato, ci sta che quel film sia brutto. Il motivo? Per quanto il cinema sia un linguaggio tecnico non si esaurisce in sé stesso, ma gioca profondamente con numerosi fattori :io ed es, ne sapete qualcosa? Ecco chi scrive le nostre recensioni. Per cui una pellicola al di là di come sia girata, ha un valore assai diverso rispetto a chi vede.  Uno spettatore passionale, si lascerà travolgere dai personaggi, dalla storia, e dal messaggio, sono quelli fichissimi come me, altri che son trattenuti anche nella vita reale, punteranno su qualcosa di più rigoroso, ferreo, che è "oggettivo", giusto per dar un contributo professionale, ma non dirvi nulla di essi. Metodo che comprendo e rispetto tantissimo, assolutamente lontano da me , io voglio sempre conoscere l'umano - anche contraddittorio e fallibile, piuttosto che la perfezione di chi ha imparato una lezione o un mestiere.
Per cui, ecco una mia riflessione su Moonlight




Chi disse: " Ogni essere umano è importante?" Mi pare Spielberg, in quell'opera di rara bellezza che è "Il ponte delle spie", certo vi è una visione rozza della nostra amata Ddr, ma i personaggi ribadiscono un fatto che spesso scordiamo: siamo tutti esseri umani. Non siamo in un film dozzinale dove o siamo buoni o cattivi, 24 h su 24. Questo non significa giustificare un mascalzone o un marrano di ogni risma, perché è tenerissimo con un cucciolo di cane, oppure è un buon padre. No, semplicemente ci ricorda che gli esseri umani sono troppo complessi e ricchi di contraddizioni: eroi e figli di puttana sputati dall'inferno, inflessibili sostenitori di pene severe e garantisti occasionali, questo ci rende meravigliosi (piccolo consiglio : leggete codesta recensione canticchiando Meraviglioso di Modugno, non la cazzo di cover di Negroamaro. Un saluto al salento! ) e odiosi allo stesso tempo.
Non dico che le storie debbano evitare di portare sullo schermo buoni o cattivi a tutto campo, dipende dall'idea della vita dell'autore. Forse ci vien in aiuto il cosa e come stiamo narrando/ filmando

Voglio essere chiaro: non ha senso criticare la sceneggiatura di un film di formazione, tesi, o radicato in un genere. Io ti posso girare l'ennesima opera su un gruppo di persone che stanno a tavola e piano piano si mettono a litigare,  idea abusata, e portarti sullo schermo un bellissimo film. Posso raccontarti l'ennesima storia di un ragazzino che cresce in un brutto posto, eppure emozionarti perchè sullo schermo c'è qualcosa che partendo da quelle basi, ci parla di altro e oltre.
Sicché, la baggianata sulle storie originali lasciatale a quelli che orgasmano per cose come "Smetto quando voglio",  a noi che apprezziamo il cinema delle relazioni umane, ci basta un Moonlight



Il film è tratto da un'opera teatrale " Moonlight black boys look blue". di Tarrel Alvin McCraney.  Non è facile portare un testo nato per esser realizzato su un palco, con un numero di attori e di scene statiche, un 'opera che sia Cinema in ogni sua inquadratura.  Jenkins cura molto le sue scene e l'aspetto visivo.  Ci dona log take vorticosi e mai messi lì alla cazzo, o abusandone come, per esempio Innarritu in Birdman, Hanno quasi sempre una funzione emotiva, sottolineano la tensione che muove corpi, gesti e parole. Basti vedere quando Chiron/Black, entra in classe per vendicarsi contro un coglione e testina di cazzo che..ah, no ! Scusate mi stavo lasciando prender la mano da Charles Bronson. Comunque in quel caso avverti prepotente la tensione che monta, non solo segui Chiron, ma sei lui.  Altre volte invece ci dona la delicatezza di una giornata normale, in una vita fatta di droga e violenza, come quella che vivono Juan e Chiron al mare. Tutto questo, ripeto, portando su uno schermo un'opera teatrale.

Guardiamo la storia: banale, scontata? La sceneggiatura non si basa sull'intreccio, ma sui personaggi. Faccio notare che molti films sono costruiti così, alcuni vi piacciono anche molto.  Direte, ma qui è fatta male. 
Perché? In fin dei conti non è detto che Chiron alla fine viva una vita migliore di Juan o di altri spacciatori, non sappiamo nulla sul fatto che la madre riesca a trovar un'esistenza migliore dopo la cura  di disintossicazione, semplicemente, come capita vivendo, ci sono momenti di apparente stabilità e felicità, poi facilissimo che le loro vite vengano spazzate via dalla furia della violenza della strada.
Il punto è che noi diamo per vero, reale, giusto, sincero, solo l'aspetto negativo della vita. 
Se Jenkins avesse girato scene di violenza, tossici e spacciatori che parlano come in un film di Tarantino, dei tamarri tamarrosi, e giovani procaci dedite al sesso facile, si parlerebbe di opera credibile. Scontata, magari, ma cazzo quanta credibilità.
Fare altro è per forza sintomo di buonismo, politicamente corretto e le solite orribili stronzate, che non ci rendono nemmeno speciali, in quanto tutti i peggiori pirla dell'universo, pure quelli dei nuovi pianeti scoperti, dicono automaticamente da decenni.
Non c'è nessuno di più corretto di un sostenitore del pensiero scorretto.

Senza strumentalizzare un plot a rischio, senza puntare su effetti facili di stereotipi machi e bulli, Jenkins ci descrive un pezzo di storia di un bambino qualsiasi. Affronta l'omosessualità con una certa delicatezza, ma senza nascondere nulla, ci dice che anche nei posti peggiori ci sono uomini e donne, e come tutti amano o soffrono.  Juan non è un angelo, lo intuiamo da tanti piccoli particolari, basti vedere la litigata colla madre di Chiron, ma non ci serve vederlo mentre fa a pezzi un tizio e poi porta al mare Little. Sono convinto che l'avrà fatto. Eppure quello avrebbe generato un discorso rassicurante per il pubblico: vabbè, è bravo col bimbo, ma va che animale. 
Qui invece ci viene mostrato nei momenti, forse anche occasionali, di tenerezza. E allora cominci ad avere dubbi: ma io sono davvero più buono di lui? Se mi dovessero dare una pistola e il suo potere che farei? Possibile che un criminale, pianga commosso, per le parole di un bambino? Chi era prima Juan? 
Non vuol dire essere buonisti, che poi è un'accusa ormai superata e inutile, ma porti il dilemma, a te caro cinico e giustiziere da tastiera, sei davvero convinto che niente ci leghi l'un all'altro, anche quando l'altro è un criminale. 
Non giustifica nulla il film. Juan e Chiron sono spacciatori e fanno cose brutte, lo sappiamo senza bisogno di vederlo. 
Black è diventato così perché l'omosessualità , pur con tutti i telefilm e i Cameron di codesto mondo, non è ancora accettata del tutto, e in certe zone, in certi tempi, questa cosa porta a durissime rappresaglie su costoro. Non hanno forse subito bullismo e violenze dagli altri , chi è diverso rispetto alla media di teste di cazzo? Direi di si. 
Jenkins mostra bene queste cose. Cosa offende, che sia etero? Che mostri troppo, poco, non aggiunga nulla? Io, ho penato, per Kevin e Chiron, durante una bellissima scena, non altrettanto bella rispetto all'uso miglior di una sedia mai fatta al cinema, ma quanta carica emotiva, senza enfatizzare o togliere. Il dramma è forte.

Ogni personaggio brilla, ma la luce è quella della luna, che al massimo consola e promette, danza leggera in cuori rovinati, vite sbagliate, ma per un attimo le illumina.  Che sia Juan e la scoperta di una paternità, di lasciare qualcosa di buono a un bimbo che forse rammenta lui e le sue corse di notte a Cuba. che la madre sciagurata e odiosa di Chiron, quando cerca di ricordarsi di esser pur sempre una madre, e negli occhi innamorati di Kevin e Chiron, nella loro tenerezza fisica o relazionale. Non ci sono miracoli, forse Black morirà male, forse sua madre non uscirà mai dalla merda in cui si è cacciata, ma a volte la luna ci dona la forza di illuminarci d'ìmmenso. 

Lasciamo che per loro sia così.

2 commenti:

Babol ha detto...

Io sono tra quelli che lo hanno adorato questo film.
All'inizio no, sono sincera. Mi infastidivano tutti i personaggi, spacciatore di crack su tutti, ero pronta all'ennesima riproposizione modaiola dello stereotipo del ghetto.
E invece, andando avanti e poi sul finale, così trattenuto e commovente, quanta poesia e quante belle immagini. Felicissima di avergli dato una chance e ancor più felice che abbia portato a casa l'Oscar!

babordo76 ha detto...

Concordo con quanto scrivi. Ero andato al cinema pensando di veder qualcosa di mediocre e invece mi è garbato molto, per le ragioni che ho scritto nella recensione.
Quando entri nella visione del regista comprendi il suo reale significato e quindi ti par giusto quello che vedi sullo schermo