martedì 22 febbraio 2011

L'UOMO CHE VERRA' di GIORGIO DRITTI

Sembra un miracolo,un fatto clamoroso,un'azione di sabotaggio,un atto dinamitardo:qualcuno che fa cinema.Cioè si prende la briga di non perdere tempo con calcoli meramente massificanti e di moda.Non tratta il pubblico come una congrega di bamboccioni idioti,ma li vuole attenti e partecipi testimoni di un ricordo,di un recuparare la memoria collettiva e storica utile per comprendere cosa è stato il nazismo e il fascismoIl pennivendolo Pansa dovrebbe rispondere a una domanda: chi nella guerra massacrava interi villaggi?I partigiani o gli altri?Essendo un pennivendolo non se lo sarà mai chiesto.Il film di Dritti parla di gente ,di contadini,in tempo di guerra.La vita nei campi e nelle cascine e l'ombra nerissima di salò stato collaborazionista e dei padroni di vita e morte,i nazisti.Marzabotto,nome che ci evoca quelle tragedie immani.Che cosa possiamo trarre come lezione politica e morale?Che sono balle,si sono balle quelle che vorrebbero i morti uguali.No.Il peso di quello che hai fatto,la parte dove hai combattuto,il tuo progetto non può essere cancellato con la falsa e idiota pietà "dopo la morte".Nessuna pacificazione,nessun perdono.La storia ha pensato lei a far affondare il nazismo e il fascismo nonostante i revisionisti imbecilli.Guardatelo questo film:ha delle cose da dire e delle cose da mostrare.Necessario,urgente,fondamentale:questo è cinema

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