venerdì 20 aprile 2012

HANA -BI di TAKESHI KITANO

Il Festival di Venezia è da sempre la kermesse che seguo con più attenzione.Non è un :tu vo fa l'ammmeregggano come quello del tutto pleonastico di Roma,è in poche parole il vero festival del cinema della nostra nazione.Ha avuto anche esso momenti bui e tempestosi,scivolate grossolane,errori tragici,ma è comunque rispettabilissimo come evento culturale-che il cinema è anche questo.Altrimenti fate bulloni,come mia madre,che è meglio-tra i tanti film premiati con il Leone d'oro,c'è anche questo sublime capolavoro diretto da uno dei miei registi preferiti:Takeshi Kitano.
La storia è assai semplice ed è più che altro la rappresentazione dell'idea base di ogni noir/poliziesco che si ripeti:Nishi è un ex sbirro.Traumatizzato per la morte di un collega,della figlia,e per la malattia della moglie.Indebitato con la yakuza , è l'unico amico rimasto a un suo collega.Rimasto paralizzato e abbandonato da tutti,ma non da quel poliziotto solitario,malinconico,violento.Nishi decide di rapinare una banca e poi con la moglie si prende una lunghissima vacanza.Un viaggio tenerissimo verso la fine.
Fiori di fuoco ,ma è anche un riferimento ai fuochi d'artificio,questo significa Hana-Bi.Un film che colpisce profondamente per la sua profondissima malinconia e dolcezza seppure in un contesto decisamente violento,crudele,disumano.Notare ad esempio i dialoghi ,quasi sempre usati in situazione di insulti e litigi.Come se la parola avesse perso ogni significato e allora Nishi non può che starsene in silenzio accanto alla moglie e al suo amico.Immagine speculare del personaggio interpretato da Kitano,procede su una strada contraria.Dopo essere stato abbandonato dalla moglie e dalla figlia, lo sbirro paralizzato tenta il suicidio.Poi grazie all'aiuto discreto di Nishi,che gli dona materiale per disegnare ,l'uomo si riprende.Almeno in parte.Mentre per Kitano inizia un viaggio verso la fine.Segnata da una tenerezza che sconvolge perchè non enfatizzata come capita nei film ammmmeregggani,con stucchevoli mossettine e dialoghi insulsi,ma attraverso la fisicità dei due personaggi.Che non si toccano,ma rimangono vicini.La spiritualità orientale dimostrata nella quotidianità.Ci si commuove veramente,in modo sottile e penetrante.Non è la commozione esteriore,precotta,basata su facili meccanismi e ricatti morali.Il regista ci mostra quello che in quelle condizioni molti di noi farebbero,cercare un aggancio non con l'anormalità e l'esagerazione-tipico delle culture occidentali dove da frustrati,complessati,cerchiamo nel grande gesto e nel frastuono delle trasgressioni casinare e facili un  modo piccolo borghese per andarcene-ma con i gesti più semplici,normali,quotidiani.Questa parte è meravigliosa,e non è avulsa rispetto al film.Perchè di scene liriche e dolci ce ne sono,legate alla natura:il mare,i fiori,all'arte-attraverso la pittura-e a un'umanità sconfitta,ma non perdente.La violenza riempie lo schermo ed è quasi sempre presente.Veloce,esplosiva,crudele.Nessun fottutissimo monologo alla tarantino-grazie Kitano-nessuna coreografia sfida forza della gravità,niente di questo.La violenza è un elemento naturale,l'essere umano non può fare altro che usarla,come si abbandona all'amore per i propri cari.Un mondo quindi ambiguo:violentissimo,feroce,con momenti di struggente dolcezza.
Ecco un altro elemento straordinario:non è monocorde.Non è una di quelle opere che testardamente vuole metterti in testa che tutto faccia schifo e nemmeno una di quelle che ti mente dicendo che vabbè,alla fine tutto si sistema.Sono queste due cose miscelate insieme.Romanticismo altissimo e cinismo pungente.Opera imperdibile anche per questo.

4 commenti:

akio ha detto...

bella recensione! te la twitto su a video spento (twitter) e la re twitto su a video spento blog

babordo76 ha detto...

Grazie mille!^_^

MonsieurVerdoux ha detto...

Molto bello questo post dedicato ad uno dei grandi registi del nostro tempo. Hana-Bi è un film che proprio come dici tu riesce a commuovere senza i classici trucchetti del cinema ammmmericano (musiche sdolcinate, pianti inutili) ma solo con la sua storia e gli sguardi (nemmeno tanto le parole, come sempre nei film di Kitano) dei suoi personaggi. Bellissimo anche Sonatine, che punta più sui temi dell'amicizia e del ritorno all'infanzia, e che con Hana-Bi resta l'apice del cinema Kitaniano. Peccato negli ultimi tempi si sia un pò perso per strada.

babordo76 ha detto...

Sonatine è un altro grande capolavoro.
Mi piace questo modo di commuovere attraverso piccoli gesti e silenzi.Certo anche i melodrammoni non mi dispiacciono,ma questo metodo è quello che preferisco