sabato 5 ottobre 2013

MAMMUTH di BENOIT DELEPINE e GUSTAVE KERVERN

La bellezza di un film, per me , non dipende unicamente dalla perfezione tecnica o da una reale caratura artistica di tutto rispetto. Sono cose importanti,eppure credo che l'imperfezione a volte sia decisamente un pregio.
Con questo non voglio dire che dobbiamo fare le cose alla cazzo di cane, che non dobbiamo cedere al facile entusiasmo e altre scemenze che da anni imperversano tranquillamente da noi, (intesi come banda di bloghettari con scarso senso critico e fin troppo giovanile: wow che fico!), noi dobbiamo volere un cinema di alta qualità sopratutto artistica, prima che industriale. Altrimenti non saremmo quelle straordinarie creature che van sotto il nome di : indisciplinati.
Ma capita, ed è la sacrosanta verità, che pellicole sbilenche, diseguali , traballanti,abbiano una loro "magia", qualcosa di strano e inspiegabile che ci fa amare il lavoro finale
Tipo il nostro amico più strano e insostenibile,che però sentiamo il bisogno di incontrare una volta alla settimana. Anche se dovesse finire a schifio. Sarebbe una settimana vuota non vederlo

Mammuth è questo. Nè più nè meno




Serge è da anni che lavora al mattatoio e ora deve andare in pensione. Solo che ha un piccolo problema , alcuni suoi datori di lavoro , delle mansioni precedenti alla sua finale occupazione, non hanno versato i contributi per la pensione. E quindi deve farseli pagare , se vuole ottenere l'agognata pensione.
Così l'uomo si mette in viaggio a bordo della sua vecchia moto, ( la mammuth del titolo), e tenterà di recuperare i suoi bollini.

Trama semplice che pare un film dei Dardenne ,vero? Invece i due registi, amati tanto da me per Louise Michel, mescolano un sano realismo sul mondo del lavoro con sprazzi di grottesco irriverente,il tutto servito caldo su un letto di aromi malinconici e decisamente amarissimi.
Personaggi strambi,deviati,sconclusionati, che sfidano le regole del genere cinema militante e d'impegno , si fondano alla materia serissima del lavoro in nero, di una vita non vissuta e sacrificata alla fabbrica, del peso sulla coscienza per la morte di una ex, ( causata da un incidente con la moto). Ne viene fuori un mondo di enorme sciatteria umana e perversioni sessuali, ( la scena gratuita e irritante della masturbazione tra anziani e corpi deformi, ha una sua fondamentale importanza proprio perchè si palesa lo squallore dei personaggi)



il punto forte dell'opera sono proprio i personaggi:brutti e stupidi,senza redenzione o riscatto. Tranne un finale commovente dove Serge sotto forma di poesia fa autocritica su sè stesso e il modo in cui ha vissuto
Ma qui non avete come nei film ipocriti americani dei brutti che son modelli con gli occhiali, (tipo me), o degli stupidi di successo
Proprio il peso del sudiciume,dello schifo,della cretineria totale, rendono grande un film non del tutto riuscito che a volte mi par voglia cercare lo scandalo a tutti i costi,ma che nella sostanza è una pellicola piena di empatia e di umanità  per chi è veramente tagliato fuori , per colpa sua anche, dalla vita.
I tanti orribili mediocri, carne da oblio, gente che nessuno vorrebbe avere vicino
Eppure rappresentandoli per quello che sono, i due registi, riescono a toccare le corde del nostro cuore.



giganteggia un memorabile e strepitoso Deperdieu, fisico grasso e sfatto,capelli che litigano con lo shampoo da una vita, sciocco e tontolone. Eppure la sua sgradevolezza assoluta non è nulla in confronto alla miseria umana che lo circonda , rappresentata dai suoi ex datori di lavoro.

Ripeto non è un film uscito benissimo,ma c'è una sua urgenza che lo rende una visione di tutto rispetto e quasi obbligatoria..

ps:nel frattempo noi giriamo Universitari....

4 commenti:

hetschaap ha detto...

Ottima recensione! Ed è verissimo che i due registi riescono a rendere mediocri e sgradevoli indistintamente tutti i loro personaggi ma che il riscetto è dato proprio dagli sprazzi di umanità che qualcuno di loro riesce a dimostrare. Depardieu e la Moreau sono perfetti nei rispettivi ruoli!

babordo76 ha detto...

si,questa umanizzazione di corpi orripilanti e mediocrità assoluta , è il punto di forza della pellicola. Anzi è la poetica di questi due registi da tener d'occhio

Napoleone Wilson ha detto...

Peccato che Depardieu sia un personaggio di degrado morale proprio nella vita reale, e non per quello del film. Bellissima colonna sonora, per un film comunque toccante e di quella malinconia che ti uccide nella sua bellezza.
Hai ricevuto le mail? Ciao...

babordo76 ha detto...

si,ha una malinconia stravagante e umanissima

per la mail la vedo dura perchè leggo pochissimo le mail, e le cancello in blocco! ^_^

rimandala che mo che ce lo so non cancello alla cazzo di cane