mercoledì 17 dicembre 2014

LA SEDIA DELLA FELICITA' DI CARLO MAZZACURATI

In fin dei conti non tutto è male dalle mie parti. C'è ad esempio un buon cineforum, ogni martedì viene proiettato un film di particolare interesse, bellezza,importanza della stagione passata o anche in corso,( ma raramente),tra le tante pellicole viste, ieri sera ho avuto modo di visionare questa: La Sedia Della Felicità.



Difficile parlare dell'ultimo film di un regista che , ( come hai scritto più volte), ha avuto un suo ruolo nella tua formazione di cinefilo. Perché entrano in campo troppe cose: ricordi,sentimenti,voglia di parlare bene a tutti i costi di una persona che ci ha lasciato troppo presto.
Chissà come avrebbe narrato i tempi a venire, quale altra storia ambientata nel suo Veneto,( così simile alla mia Brianza,sopratutto nelle cose peggiori),e insomma mentre vedi il film pensi a lui. Ai suoi eroi senza gloria,ma nemmeno bastardi. Solo delle persone normali. Colpite dalla vita, ma mai affondate.




Non manca anche in questa opera la sua proverbiale attenzione, partecipazione, tenerezza nei confronti dei suoi personaggi.  Mazzacurati , come altri registi , un nome su tutti: Virzì, ama l'umanità e non ha mai un atteggiamento da giudice, non condanna. Mostra i limiti, i difetti, e il tentativo eterno di riscatto.
Come capita anche ai personaggi di questo film

Bruna è una giovane estetista a cui gli affari non vanno benissimo e a ben vedere nemmeno la vita . Il suo uomo la tradisce, gli affari sono pochi, è vessata dal rifornitore che un giorno sì e l'altro pure gli pignola i suoi attrezzi di lavoro. Un giorno,mentre si reca come di consueto al carcera a fare lavori di manicure a una anziana detenuta, la sua vita cambia! La donna in punta di morte rivela a Bruna di aver nascosto gioielli e oro in una sedia, situata nel soggiorno di casa.



Per tutta una serie di eventi e disgrazie si ritrova a dar la caccia a questa sedia in compagnia di Dino,suo vicino di negozio, un tatutatore sull'orlo della crisi economica e affettiva, e del prete del carcere.
Durante questa ricerca affannosa passano personaggi strambi,stravaganti,farseschi, da un volgare mago a due strani fratelli montanari.
Non è una pellicola del tutto riuscita, non sempre centra il bersaglio, talora i personaggi sono legati a bozzetti e macchiette,ma nel suo insieme è una pellicola godibilissima. Come lasciandoci , Mazzacurati,voglia dirci che alla fine è tutta una commedia buffa e sgangherata la nostra vita. Seppure con un fondo e retrogusto di assoluta malinconia e tristezza.
Come sempre sono i personaggi a fare il film, la totale empatia che si prova per loro,la partecipazione affettiva. Ottimi Isabella Ragonese, ( la mia attrice italiana preferita..no vabbè ci sono sempre Margherita e Alba,ma lei è sempre bravissima e mi piace quel suo modo di essere una donna comune,normale,piacevolissima), e Valerio Mastrandrea, il quale si conferma tra i migliori italiani di questi ultimi 20 anni.
Un ultimo saluto gioioso,con somma speranza e certezza nell'amore, nell'umanità,un'ultima carezza ai suoi personaggi così perdenti e forti insieme, questo è il film in questione.
In perfetta linea con la tematica,poetica, di una vita d'artista, da grande uomo di cinema. I toni da favola, l'atmosfera apparentemente scanzonata e leggera sembrano quasi messi come per rassicurare il suo pubblico che dopo tutto la vita è senza ombra di dubbio piena di spiacevolezze e drammi,ma ancora più forte sono le gioie di aver un obbiettivo , una missione,credere in qualcosa,ma sopratutto, alla fine del viaggio, trovare una persona, un amore.

Così anche se il film in sé forse non è un'opera memorabile , non è il Toro o La lingua del Santo,quello che ci rimane è l'allegra disperazione, la determinazione di farcela ,di questi personaggi. Ed è questo l'insegnamento finale di tutta l'opera di Mazzacurati.
Non possiamo che ringraziarlo


4 commenti:

Kris Kelvin ha detto...

Mi unisco ai ringraziamenti. Mi è sempre piaciuto Mazzacurati, proprio perchè portava sempre sullo schermo personaggi umanissimi e profondi, spesso ai margini della società, tratteggiandoli con un'ironia e una leggerezza che ti metteva sempre a tuo agio. Mi è dispiaciuto moltissimo quando ho saputo della sua morte. E riguardando questo film, che lui ha diretto già consapevole che sarebbe stato l'ultimo (e per questo ha voluto la presenza - piccola o grande - di tutti i suoi amici) ti prende davvero una fitta al cuore.
Grazie anche a te per averlo rispolverato :)

babordo76 ha detto...

è un film che trasuda amore per l'umanità. Come tutta la sua filmografia e quel finale,quell'inno all'amore quanto è commovente.
Certo,alcune morti sono leggere come piume altre pesanti come rocce e questa di Mazzacurati ,rientra nella seconda categoria

Simone Corà ha detto...

Non posso dire che mi sia piaciuto (l'umorismo un po' teatrale e scemotto mi ha lasciato freddino, eh), però considerando la consapevolezza con cui è stato girato un po' il parere cambia. Mi sono rimasti comunque impressi dei personaggi grandiosi con un Mastandrea come sempre gigantesco, e qualche battuta proprio simpatica (su tutto i fratelli montanari) :)

babordo76 ha detto...

è un film che ha evidenti cedimenti proprio nel campo sottolineato da te. Ma lo reputo comunque speciale,perché è il testamento di Mazzacurati e ci lascia con un messaggio di fiducia e amor nell'umanità che poi è quello in cui credo anche io.
E alla fine ero commosso proprio per questo. In più l'affetto dei suoi attori che si son prestati a fare piccolissime parti,ci ho visto tanto affetto,dolcezza e la cosa mi ha garbato assai. Mastrandrea è un grandissimo,davvero. Ragonese bravissima...