domenica 15 novembre 2015

GLI ULTIMI SARANNO GLI ULTIMI di MASSIMILIANO BRUNO

Io ho delle regole. Si, nulla di troppo schematico e ferreo, ma non sono uno di quelli che vanno a zonzo nel verde prato delle idee, della vita, do cojo cojo. Io scelgo. E ...no, ma che faccio? Sto citando di nuovo Moretti? Scusate, è più forte di me.
Dico: ho delle regole. Una di queste è : i film che hanno come protagonisti nel cast artistico o tecnico, persone che vengono da Boris, sono decisamente brutti.
Regola infallibile, che non ha mai sbagliato, fino a quando....

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Fino a quando venerdì, dopo il corso pre matrimoniale, siamo andati a veder codesto film. Si, lo so, non è un film perfetto e già vi vedo a dire: preferisco ***** che è meno ricattatorio, rispetto a questa pellicola.
Meno Ricattatorio: la scusa ridicola e patetica di chi non sa gestire le emozioni quando sono torrenziali e potenti. Che poi non devi gestire nulla. D'altronde come puoi rimanere distaccato quando parli di una donna che perde il lavoro perché incinta, di una società divisa profondamente in classi e piena di contraddizioni, di relazioni sempre più precarie, di persone che si ritrovano a far un lavoro in un contesto ostile, di accettazione dell'altro, quando vivi con pensieri reazionari per inerzia? Sopratutto quando queste cose non le vuoi dire a chi, per militanza politica o altro, codeste cose le sa già , ma alle masse . Sempre più amorfe, rancorose, perse e isolate?

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Questa opera è tratta da un'opera teatrale, mi dicono una sorta di monologo dove Paola Cortellesi, interpretava tutti i personaggi. Parla di una donna, lavoratrice in una fabbrica locale, che perde il lavoro perché incinta. Ha una relazione con un uomo che vive alla giornata, che non vuole lavorare sotto padrone e pensa di sistemarsi grazie ad affari campati in aria. Parallela alla sua storia c'è quella di un poliziotto, trasferito dal nord con infamia e il macigno di non esser stato in grado di salvare un suo collega. L'uomo isolato e devastato da quel dolore, conosce una parrucchiera, si affeziona, ma.....

Gli ultimi saranno ultimi Ã¨ una commedia drammatica che si fonda con il melodramma sociale, per narrarci di vite assolutamente vere. Certo interviene il cinema, intervengono i trucchi e le regole del genere, i rimandi ad altre opere, ma è la vita. Ve lo devo ripetere? Non sono i mostri giganti, le terre lontane, i cavalieri senza macchia e paura, lo spettacolo più grande del mondo. Ma le vostre vite. Ogni essere umano è letteratura, musica, cinema, ogni singola vita e ogni singolo giorno. Potete essere una bellissima storia d'amore, una tragica storia moderna, un furioso film di denuncia civile, tantissime cose.
Perché i personaggi interpretati benissimo dalla Cortellesi, Alessandro Gassman, Fabrizio Bentivoglio,  sono persone comuni. Che potremmo incontrare.

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D'altronde questo è il nostro mondo: fatto di un capitalismo che ci disumanizza, ci rende macchine da usare per la produzione, lavoratori in perenne stato di ricatto, che "visto la crisi prendi quello che c'è", di una classe lavoratrice allo sbando e indebolita, ma che , come i capponi di Renzo, si beccano tra di loro mentre vanno al macello. Un film che ti fa sentire tutta la solitudine che colpisce chi perde un lavoro, o si ritrova ai margini della società.  Te lo dice con la giusta dose di dramma, mitigata un po' da un certo senso dell'umorismo che a noi italiani non manca mai. E per fortuna direi. Ognuno è figlio della sua tradizione: ai francesi viene bene copiare i Dardenne, noi no. Noi sappiamo che è tutto una tragicommedia. Che buffo e tragico non vanno mai separati, ma convivono. Noi ridiamo anche all'inferno e piangiamo in paradiso.
Così, da subito, ti senti al fianco di questi personaggi e gli vuoi bene. Ti viene da dire al poliziotto, che le cose andranno bene, ti commuovi quando passa un triste capodanno in compagnia di una sua collega solitaria come lui, si si quella scena mi ha fatto lacrimare di brutto ma vabbè io mi commuovo spesso eh, ti viene da dirgli che i suoi pensieri idioti e reazionari è meglio che se li tenga per lui, perché quella parrucchiera è l'unica persona a volergli bene. E poi c'è la coppia formata dalla Cortellesi e Gassman. Quante vivono come loro? Barcamenandosi, chiacchierati alle spalle, divisi tra di loro, perché l'amore a volte non basta a salvarti.
Ecco: Paola Cortellisi, qui è straordinaria.  Che personaggio memorabile il suo, al pari di tutti gli altri ognuno scritto e interpretato benissimo, come si fa a rimanere indifferenti nei suoi riguardi? Come fai a non pensare che dal 1989 le cose sono solo peggiorate. Come fai a non pensare che il capitalismo è il vero e unico problema del mondo: per lui si fanno guerre, che poi diciamo di portare la democrazia eh, per lui si fa bassa macelleria sociale sul corpo della classe lavoratrice. Per lui siamo diventati merce che chiamano persone, come cantava Gianfranco Manfredi, per lui e il sistema liberale ci siamo convinti di essere singoli che da soli possono esser felici, e come stronzi continuiamo a vivacchiare nel relativismo più pesante. Mai veramente felici.
Non so quanto di questo vi sia in codesta pellicola, forse è solo una ottima commedia popolare, robusta, solida, con ottimi personaggi
So solo che quando un film mi commuove e mi fa riflettere, mi fa sentire vicino a quei personaggi, bè per me quello è cinema.

2 commenti:

Francesca (CineFatti) ha detto...

Ho deciso di dargli una chance! Bellissima recensione, compagno :)

babordo76 ha detto...

Fai benissimo Francesca! Per me è un godibilissimo melodramma sociale travestito da commedia popolare.