domenica 28 agosto 2016

IL CLAN di PABLO TRAPERO

La dittatura è nemica dell'umanità, invece la democrazia è la sua unica salvezza, l'amica di ogni essere vivente. Tutti vogliono vivere in un paese democratico. Non ti pare giusto? Anzi nobile e quasi commovente. Niente soldati per le strade, polizia che ti prende nel cuore della notte, ma in Argentina pure nel bel mezzo della giornata. Torni a casa e non ti manca nessun figliolo e nemmeno il marito, ecco la democrazia è tornare a casa ed esser pur felici di ritrovare tuo marito, tua moglie, va esageriamo:  pure tua suocera. E puoi scrivere insulti di tutti i tipi su magistrati, esercito, politici, chiesa, cazzo che bello esser democratici. La stampa è libera di informare, anche attraverso le telefonate fatte dalle vittime dei terremoti, qualche attimo prima di morire. Cazzo come è bella questa libertà di informare, anzi tutti- ma proprio tutti- dobbiamo, altro che possiamo, dobbiamo, esprimere noi stessi.
Insomma come capirai è troppo bella la democrazia, per questo la esportiamo con l'esercito e le missioni di pace, oppure con rivoluzioni colorate, terroristi che si fingono bravi ribelli. Perché, e te lo voglio far ricordare bene: " meglio una pessima democrazia, che un'ottima dittatura"
Perché la dittatura è corpo estraneo che non ci appartiene, non è "umana", vedi che i dittatori sono rettiliani, poiché ogni uomo aspira ad essere libero.
Libero.

Io, invece, sono alquanto sicuro che non sia proprio così.


La dittatura non finisce con la liberazione, con un cambio avvertito e considerato come radicale, non avviene che un giorno ci sono persone che scompaiono e poi improvvisamente sei libero di fare quello che vuoi,  la democrazia non sarà mai qualcosa che riguarda il popolo, ma semmai l'economia, una classe ormai tranquillizzata di aver ben saldo potere economico, sociale, politico, può chiedere ai suoi cani di farsi da parte. Poi ci mettiamo d'accordo. Qualcuno dovrà pagare, ad altri si garantisce un minimo e anche un massimo di sicurezza.
La caduta del fascismo, non ha portato alla fine del fascismo. Tanto che oggi accettiamo che simile feccia sia in mezzo a noi, casa pound e forza nuova, o i discorsi degli italiani al bar.  Non ci sono condizioni politiche ed economiche perché si rifaccia uso di codesti esseri, tanto il capitale ha vinto e l'avversario è diviso, ridotto a gente che beve qualsiasi cazzata complottara, che sogna di esser rivoluzionaria, ma sta ferma in un angolo della stanza piena di bandiere e guuuulag, come gli altri ti urlano : ruuuuspaaa! Non c'è nessun pericolo per affari,  quindi la democrazia, che poi è il capitalismo e niente altro, può far il suo lavoro di prestigiatore: libertà individuali, ma ti portiamo via quelle sociali. Tanto importa sega a ciascuno di noi.
Detto questo: forse è vero che una pessima democrazia vada bene. Non mi sequestrano, torturano, ho abbastanza "merce nei polmoni", per vivacchiare infelice e contento.
Ma torniamo alla dittatura, dopo la dittatura. Prima di tutto: come è possibile che tanti- o comunque un gruppo di persone- si faccia abbindolare da generali dementi e tizi con baaffi ridicoli? ( Parlo dell'imbianchino austriaco).  Fascino del leader? Desiderio di ordine e disciplina? Negazione del sé di fronte allo stato, all'autorità? Certo, ma da dove nasce questa cosa? Ecco, io vedendo questo bellissimo film argentino, pensavo: " Ha ragione Alice Miller" la persecuzione del bambino, soffocare attraverso rigide repressioni spacciate e ritenute educative, distrugge il bimbo gioioso e "autonomo" rendendolo un bravissimo bambino che obbedisce al papà e alla mamma. La teoria della psicoterapeuta tedesca è molto più profonda, ma parte da qui.
Questo ti spiega perché un figliolo debba dar retta a un padre criminale, non solo lui, ma tutta la famiglia.
Perché la dittatura rispecchia la famiglia. Ci sentiamo più sicuri con essa che in una democrazia pronta a farci magnifici regali, ma che è immagine e somiglianza di un potere economico estraneo, di una classe portata a salvarsi sempre, peggio della chiesa, in quanto nemmeno ci promette paradisi o " pulizia"
Moltissime persone con un'infanzia di abbandoni, violenze più o meno pesanti, costrizioni, annullamento di sé, non possono che ritrovarsi in un sistema dittatoriale e tirannico, in più la debolezza delle forze democratiche fa il suo. Il governo Facta, ha aperto al fascismo impedendo di recidere questa erbaccia cattiva dal sano sistema liberale, d'altronde i liberali di destra avevano bisogno di qualcuno che difendesse le loro ricchezze e possedimenti. Poi si fa sempre in tempo a sostenere una parte democratica.

Pablo Trapero ci fa respirare questa atmosfera avvelenata, questa resurrezione della dittatura in questa pellicola, che comincia nel periodo finale delle repressione fascista e si conclude con l'arrivo della democrazia.
La famiglia Puccio sembra una famiglia felice e normale. Sono più o meno benestanti, a tavola chiacchierano tranquillamente, hanno un figlio Alex, che è campione di rugby. Insomma una famiglia come tante. Solo che il padre è un uomo del regime. E come tale continua a vivere sia la fine della dittatura che l'arrivo del nuovo governo, perché non si diventa democratici. Non è una cosa che ti accade, come una chiamata divina, non è una cosa che impari, tipo vai a lezione di democrazia. Le persone coinvolte a tutti i livelli, e per anni, in un sistema repressivo ci stanno perché si sentono libere, perché da bravi figlioli eseguono il volere del padre. Dopotutto spesso i dittatori ci vengono presentati come "padre della nazione". Codeste persone si sentono orfane, e come tali vivono nel ricordo del padre e cercheranno, laddove possibile, di mantenere un certo contatto con quella che era la loro vita. Lo ripeto: la loro vita. La democrazia a queste persone porta la perdita di un famigliare, di una famiglia, della loro identità e posto nella società. In più il sistema democratico ne manterrà molti nel loro nuovo mondo, alcuni si adattano, non perché hanno compreso il loro errore, non per pentimento, ma per necessità e perché "obbediscono agli ordini"

E la famiglia Puccio che fa? Sequestra persone.  Gente ricca, che conoscono grazie al loro inserimento nel sistema, grazie al figlio campione sportivo, o a qualche zelante cittadino che ha un conto in sospeso con qualche ricco o benestante che sia.
Il sequestrato viene tenuto in casa Puccio e questi ci vivono più o meno tranquillamente. Chi all'oscuro, come la figlia minore, chi accettando in silenzio come la madre e l'altra figlia, chi non riuscendo a ribellarsi, come Alex, chi scappando lontano, ma poi tornando a casa e ad obbedire al padre, solo un figliolo riesce a spezzare le catene e a non tornare.
Verrà visto come l'ingrato. Ecco, pensateci bene. Quante volte come genitori, quando vogliamo qualcosa dai figli tiriamo in ballo: "quello che faccio per te, se non ci fossi io," e menate simili. Una cosa normale e naturale, che nella figliola o figliolo porta sensi di colpa profondi e quindi a non disturbare, ad accettare ogni cosa dai genitori, che non si sentiranno mai e poi mai in colpa, se funzioni male è colpa tua e non nostra La maggior parte delle famiglie funziona così
Vuoi che la famiglia Puccio sia diversa? No. La famiglia è il regime seduto intorno a un tavolo e con la tv accesa. Per questo la democrazia non spezza la dittatura, ne prende il posto economicamente e in certe politiche, ma non la distrugge perché il sistema repressivo entra nel nostro profondo, nel vissuto e nella formazione del bimbo. Il sostegno è totale e libero.
Per questo Puccio continuerà nei suoi sequestri e a comportarsi come sempre ha fatto. Non capendo come mai il Commodoro non voglia parlarci, ma avendo da lui un avvertimento sul fatto di fermarsi per un po'.
Ammettiamolo, o almeno lo ammetto io: sono stato ammaliato dall'interpretazione di Guillermo Francella, la possanza del male, ma quello quotidiano, lo zelo da bravo lavoratore, il potere di prendere delle persone, di vita o di morte. Poi arriva il disgusto e la paura di esser cattivi e quindi lo allontaniamo, ma ha un suo perverso e pericoloso fascino il personaggio del capo famiglia. Fa paura, lo odi, gli vorresti rendere raddoppiandole , ogni sofferenza che ha causato, eppure è un personaggio che ti cattura, e ti rimane addosso per tanto.
Tanto è cristallina la sua naturale perfidia quanto vorresti distruggerla per la pace, la democrazia, la giustizia, ma usando i suoi di metodi. Perché sai come è finita. Non tanto o solo per la famiglia Puccio, ma anche per altri casi. Un processo, un po' di indignazione, un po' di galera e poi a casa. Come se uno potesse cambiare, e non parlo di delinquenti comuni che potrebbero redimersi, ma di uomini che sono la dittatura, non vittima di essa. Il torturatore così può abitare libero e felice a pochi passi di una famiglia a cui magari ha ucciso e torturato un figlio o un fratello. D'altronde la democrazia è un sistema complesso e complicato, che garantisce una vita libera più o meno a tutti, sicché è comprensibile anche questa cosa.
Per quanto riguarda i Puccio , che fine hanno fatto? Vi lascio leggere le didascalie alla fine. In alcuni casi è da non crederci
Il problema politico è: dar inizio a una mattanza al contrario lasciando il paese in balìa di violenze e repressioni per altri anni, o cercare un compromesso anche al ribasso, ma evitare una guerra civile? Pensateci.
Nel frattempo andate a veder questo ottimo film

2 commenti:

Babol ha detto...

Bellissima analisi, complimenti! Anche io sono rimasta ipnotizzata dalla bravura del protagonista, con quegli occhi freddi che sembrano prosciugare sentimenti e felicità da tutti quelli che lo circondano.

babordo76 ha detto...

Grazie! Il protagonista del fil è magnifico, rende benissimo il volto nero eppur quotidiano di questo torturatore di regime, del regime e di come la violenza sia elemento del tutto naturale nelle dinamiche tra persone. Ottima anche la tua recensione