lunedì 8 agosto 2016

A GIRL WALKS HOME ALONE AT NIGHT di ANA LILLY AMIRPOUR

Tutto il mondo è paese, ti verrebbe da citare codesto motto vedendo questa meraviglia di pellicola.  In quanto la povertà, la miseria, l'esclusione sociale, la divisione classista,  in modelli di sviluppo più o meno capitalisti, ci rendono persone sole e in perenne compagnia della morte. Iran come un sobborgo di los angeles, o certe zone malfamate delle nostre città.  Con i suoi mezzi di produzione, qui ci viene mostrata la lavorazione del petrolio, le raffinerie, e i suoi abitanti avvolti e devastati da tanta bruttezza. Non sfigura certo una vampira, che ascolta musica pop occidentale, ha i posters dei suoi musicisti preferiti in camera, e cammina nella notte solitaria, in cerca di vittime, in cerca di contatto umano.


Non c'è, se non nei veli e in altri particolari, un elemento di riconoscibilità che ci possa portare a dire: eh, ma va come vivono di merda sti iraniani. in quanto il nostro tempo è una sola variazione di unico modello distorto applicato a diverse realtà. Come saggiamente scrive Franco Cardini, in un suo bellissimo libro sull'islam e i luoghi comuni di cui è vittima recentamente.
Opera meticcia, certamente, questa. Tra occidente e Persia, il tutto è ben omologato e messo su pellicola. Suggestivo il bianco e nero che marca ancora di più lo squallore, grigiore delle vite dei protagonisti, ma dona anche momenti di profonda e tenerissima malinconia.
L'amore può nascere anche in posti dove par si possa solo drogarsi, prostituirsi, rubare, ammazzare? si, può. Questa è la risposta.
Perché "A girl..." è un horror, per via della presenza della vampira protagonista, ma è anche una bellissima storia d'amore. Tra lei, creatura della notte, e un ragazzo del luogo. Vittime entrambe della solitudine, esclusione sociale, abbandono. Intorno: un volgare spacciatore di droga, una prostituta ormai senza sogni e che mette via i soldi per un viaggio all'estero che non farà mai, un padre schiavo della droga, e un bambino che terrorizzato guarda la vita intorno a sé. E sopratutto lei: una vampira che cerca in qualche modo un contatto umano, forse una sorta di giustiziera che vorrebbe colpire i " cattivi", ma non si nota molto la differenza fra un esser spregevole e uno imbruttito dalla vita. Gente che vivacchia, prede perfette.
In questo contesto, in questo territorio di caccia desolato, arriva l'amore. Che stupisce, sorprende. Un piccolo grande amore che non esplode in un tripudio di sax in sottofondo e vestiti che volano, strappati, dopo un solo incontro. Per fortuna non siamo in un film americano, potremmo dire: diciamolo! Che non fa mai male.
Qui invece esso si manifesta in piccoli gesti impacciati, pudici, ma allo stesso tempo carichi di significato e profondità.
Perché l'amore è un fatto che supera identità sessuale, colore della pelle, idee politiche, figurati se non possa sbocciare tra una vampira e un essere umano. Direi: ma perché no?

Opera, dunque, che alla bellezza assoluta della parte tecnica coniuga anche un'anima dolente, malinconica, ma votata a una piccola speranza. Film che sceglie la contaminazione di generi e mondi, con l'intento di narrarci la possibilità di un cambiamento. Da vedere, insieme all'ottimo " a dragon arrives". Segno che in Iran, con diversi metodi di produzione e intenti, sia possibile maneggiare il genere, meglio che in un paese di nostalgici degli anni 70 e dei suoi prodotti - quasi sempre- di mera imitazione. Godiamoci codeste perle!

Nessun commento: