giovedì 29 agosto 2019

THE NEST- Il Nido di ROBERTO DE FEO.

Andare al cinema per veder un film da cui non ti aspetti tanto e rimanere positivamente impressionato dopo pochi minuti, per giungere alla fine pensando di annotarsi il nome del regista perché ha un enorme talento e ci regalerà grandi soddisfazioni.
Peraltro è una stagione, questa del 2019 , in cui il genere horror ci ha deliziato con pellicole assai diverse tra di loro, ma tutte ben fatte. Capaci di inquietare e far riflettere ( come Us o Midsommar) o di intrattenerci rimanendo ancorati nel puro genere ( Crawl) ennesimo caso dello stato di ottima salute del genere.
The Nest opera prima di De Feo è un horror che usa molto bene lo spazio e il tempo. La casa è forse la vera protagonista, con i suoi corridoi e le camere in cui si nascondono segreti e azioni terribili..
Il tempo non viene sprecato con un senso del ritmo tanto vorticoso quanto inconsistente, ma al contrario ogni scena si adatta all'atmosfera immobile, cupa, claustrofobica della storia.
Dico questo per  avvisare quelli che rompono le palle contro i film lenti, considerandoli noiosi. Ripeto il film ha un ritmo compassato ma sempre con una sottile tensione capace di trasmettere disagio e paura nello spettatore.
Però il tempo è un elemento fondamentale non solo per un discorso tecnico, di regia, ma proprio all'interno della storia e per i personaggi.
Guardandolo ti chiedi in che epoca sia ambientato, per via degli oggetti un po' vintage, tuttavia altri elementi ci suggeriscono che la storia sta avvenendo ai nostri giorni. Tutto questo crea spaesamento nello spettatore. Una trovata di sceneggiatura davvero ottima.
Dove la regia tocca livelli davvero alti e nell'uso  dello spazio , ci si sente persi nelle riprese all'aperto e soffocare in quelle al chiuso.  Il tutto usando solo la macchina da presa e le inquadrature giuste.
A me ha fatto pensare ad alcuni drammi gotici degli anni 70, dove le espressioni degli attori, i costumi, la scenografia, giocano dei ruoli importanti e fondamentali.
Il film è anche una bellissima riflessione sull'amore. Quello materno che vuole proteggere il figlio e quello che a un certo punto entra prepotente nelle nostre vite, durante l'adolescenza, sconvolgendo ogni cosa e portandoci alla ribellione contro le regole della famiglia,  della società in cui viviamo. Cosa siamo disposti a fare per il bene delle persone che amiamo?  La libertà ha un suo prezzo anche molto amaro da pagare?
Queste domande sono quelle che rimangono nella mente di chi vede questa opera davvero notevole. Perché è indubbio che da genitori si tende a proteggere con mezzi spesso autoritari la prole. Si compie l'errore di creder che sappiamo cosa sia giusto per loro, pecchiamo di presunzione nel essere certi che conosciamo il bene e per far in modo che nessuno possa provar dolore, sofferenza, pericolo, creiamo un mondo soffocante, crudele, feroce.
L'amore che fa male, che avvelena i cuori.
E poi arriva l'amore della nostra vita. Il primo. Le emozioni che proviamo sono contrastanti e fortissime. Vanno dal timore di essere respinti al desiderio di passare la vita con l'oggetto del nostro innamoramento.
Non siamo ancora diventati i quarantenni confusi, vigliacchi, che fuggono dalle relazioni perché "troppo serie" e quindi tutto è perfetto, assoluto, meraviglioso, contro l'oppressione dei grandi, del loro mondo chiuso fatto di regole assurde.
Tuttavia l'amore che non guarda alla realtà del contesto sociale, quanto può durare e proteggere i ragazzi che dovranno affrontare il mondo esterno?
Ecco,  The Nest  ti porta a riflettere su queste cose. Lo fa rimanendo un horror. Senza diventare un saggio sui sentimenti.
Peraltro è bello vedere che il cinema di Shyamalan ha influenzato l'opera prima di De Feo. Infatti il finale spiazzante è una chicca degna del regista indiano- americano.
Per cui non perdete l'occasione di veder un film dell'orrore italiano girato benissimo, con una trama interessante e ricca di colpi di scena non messi a cazzo di cane, ma con una logica  e una coerenza non facile da trovare, sopratutto nelle opere prime.  Una parola infine sul cast, a mio avviso tutti assai bravi.
Molto bravi i due ragazzini,  che portano sullo schermo un ragazzo e una ragazza credibili, reali, anche nelle ingenuità. Ci si affeziona subito a loro. Ma a rubar la scena sono una straordinaria Francesca Cavallin che dona al personaggio della madre un giusto equilibrio tra crudeltà e amore, e Maurizio Lombardi, nel ruolo del dottore, una specie di Mengele, davvero terrorizzante.
The Nest è la prova che si possa ancora fare ottimo film di genere senza rompere le palle con le citazioni, o con una povertà di idee e mezzi spacciate per cinema indipendente. Questa pellicola è davvero ben fatta, un ottimo esempio di come il nostro cinema horror possa aver un ruolo importante nell'industria nazionale cinematografica.

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