venerdì 8 maggio 2020

CHI LE HA VISTE MORIRE? di ALDO LADO.

La stagione selvaggia, breve, folgorante del giallo italiano ci ha donato una manciata di pellicole davvero degne di nota.  Film in cui oltre al classico meccanismo noto come "whodunit", cioè la scoperta dell'assassino solo alla fine e dopo una lunga indagine, si sposa magistralmente con elementi più horror, in quanto la violenza è messa al centro dell'azione. Nessuno in questo tipo di film muore in modo che non sia quantomeno doloroso e spettacolare.
C'è una certa urgenza estetica nella ricerca di metodi sempre più efferati di mostrare la crudeltà di cui noi umani siamo capaci.
I padri fondatori di questo genere sono Mario Bava e Dario Argento, anche se come spesso succede vi sono anche altri registi che si adoperavano a costruire le fondamenta del giallo italiano.  Infatti c'è quasi l' imbarazzo della scelta., visto l'alto numero di film che in quel periodo sperimentavano nuovi confini, spostavano sempre oltre l'asticella del dimostrabile e sostenibile.
Tra i tanti ottimi film, c'è anche questo piccolo gioiello di un ottimo artigiano del miglior cinema di genere italico: Chi le ha viste morire?
Il film narra la storia di Franco, uno scultore che vive a Venezia. Un giorno riceve la visita di sua figlia Roberta, che non vede da un po' di tempo. Dopo alcuni giorni passati in totale gioia e allegria la bambina scompare.  L'uomo comincia a cercarla nella speranza che non sia successo nulla di grave, purtroppo non è così. Roberta è stata assassinata.
Sconvolto dalla morte della figlia, lo scultore comincia un'indagine solitaria con lo scopo di trovare l'assassino. Troverà delle analogie con la morte di una bambina in Francia, scoprendo che una sua conoscente lavorava per la famiglia della piccola vittima.  Tuttavia ogni volta che avvicina qualcuno che possa dargli una nano, costoro finiscono uccisi in modi brutali per mano di una donna  vestita di nero, con il viso nascosto da un velo.
La soluzione sarà  a dir poco sconvolgente
Il film si basa su un meccanismo oliato alla perfezione. Ogni elemento è necessario e utile per far un passo in avanti nella trama, infatti non manca mai la tensione, la voglia di scoprire chi sarà mai il colpevole e quali le sue motivazioni.  Lado è straordinario nel metter in scena i vari delitti, tutti abbastanza macabri, ma senza esagerare.  Un perfetto equilibrio tra suspense e violenza.  Oltretutto, prima di far sparire la bambina, la sceneggiatura ( alla quale ha collaborato anche Francesco Barrili  regista di Pensione Paura  tra le altre sue opere) e la regia creano un'atmosfera di grande tenerezza tra il padre e la bimba. Ci affezioniamo a loro, tanto da sperare che Roberta continui a salvarsi dalle mire omicide della misteriosa signora.
I personaggi sono funzionali alla trama, che ben presto punta  a una denuncia esplicita della buona borghesia veneziana, regno di depravazioni sessuali e altro. 
Lado è un  ottimo regista, come abbiamo scritto in precedenza, qui è aiutato anche da una bellissima colonna sonora di Ennio Morricone, e da un cast valido. Protagonista troviamo quel Geroge Lazenby, chce ha interpretato 007 tra un Connery e un Moore,  qui se la cava decentemente nel ruolo di Franco, speriamo sempre che riesca a metter le mani addosso all'assassino. C'è anche un giovane e già molto bravo Alessandro Haber,  nel ruolo di un prete.
Ho trovato vaghi echi di "Non si sevizia un paperino" e altre pellicole analoghe del periodo, ma questo non è un difetto. Anzi.
L'opera la potete trovare su Youtube. Attenzione che c'è una copia in cui manca il prologo, bellissimo, controllate nei commenti che un buon samaritano ha messo una copia intera del film.
Buona visione.


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