domenica 13 marzo 2011
LA FONTANA DELLA VERGINE di INGMAR BERGMAN
Una dolente e lucidissima disamina potentemente metaforica su cristianesimo e paganismo,sulla natura della vendetta e la ricerca lancinante-che se po' scrivere codesta parola?-del perdono,l'uomo nella sua fragilità animalesca e la purezza della gioventù immacolata.Dovrebbero capire certuni che i Maestri del Cinema esistono e non si possono inventare su basi di gusti personali.Tutto il lordume scomposto del recupero e revisionismo del cinema bis alla cazzo di cane,tutti i dotti e sprezzanti idioti in piena crisi mistica trasharola,dovrebbero convertirsi alla pulcretudine inviolabile e inviolata dal tempo e dalla umana bassezza di giudizi frettolosi. Bergman è Un Maestro ,anzi è tra i Supremi insieme a Kurosawa e pochissimi altri.Con questa pellicola segna un ulteriore passaggio in avanti all'interno del suo cinema.La riflessione religiosa,sulle condizioni umane,dove regna superba una fotografia di superba beltà e la recitazione precisa e perfetta senza abbandoni a gigionerie di sorta ,(e sarebbe facilissimo),lo porterà a trionfare nel 1960 ,mi pare, agli Oscar vincendo la seconda statuetta della sua lunga e nobile carriera.La storia è assolutamente dolorosa,straziante,feroce:in una Svezia medioevale una giovane puella ancora intatta nella sua purezza virginale seppure di carattere felicemente socievole ed espansivo,viene mandata dalla madre a portare i ceri alla madonna in compagnia di una donna-sorellastra o cosa non si capisce bene- decisamente più imperfetta e votata ad Odino.Lungo la strada la giovine viene importunata da tre manigoldi la cui vita abbietta ai margini della società e le successive sventure han reso dei lestofanti di ogni risma.La sorte amara della ragazza è segnata :violentata e uccisa.Il fato però gioca un tiro mancino ai tre delinquenti:finiranno per cercare ristoro nella casa dei famigliari .Una volta scoperta la verità il padre si vendicherà ferocemente e brutalmente.Ammazzando anche il terzo,un giovane in realtà innocente del tutto estraneo al triste fatto di sangue.Come si vive dopo la vendetta?Cosa subisce la nostra anima?Quale profondo orrore e dispiacere arriva con la fredda riflessione di aver ucciso seppure con buone e lodevoli motivazioni?Il finale però vede sgorgare dal posto in cui giace la ragazzina seviziata e defunta una purissima sorgente di acqua fresca che lava mani assassine e visi segnati dalla infelicità e disperazioneDire capolavoro è poco!
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2 commenti:
No, non sono d'accordo.
Ti lascio la mia recensione su mymovies.
http://www.mymovies.it/pubblico/articolo/?id=588727
Sin
il tuo punto di vista sul silenzio criminale di Dio non è sbagliato.Anzi ci sta dentro!^_^
Nondimeno credo che il film non sia un elogio reazionario alla vendetta,ma appunto un'indagine sulla deriva bestiale dell'animo umano.Il padre si vendica ferocemente e poi soffre per questo atto,il finale è ambiguo certamente.Però lo trovo bellissimo,il film per quanto mi riguarda è un capolavoro,non l'ho trovato noioso.
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