venerdì 3 gennaio 2014

NEW YORK ORE 3 : L'ORA DEI VIGLIACCHI di LARRY PEERCE

C'è stato un periodo, nella storia del cinema americano, che va dalla seconda metà degli anni 50 fino ai primissimi anni 80,  prima del 1984, dove i registi e sceneggiatori  sperimentavano un modello cinematografico libero dalle regole assolutiste del prodotto carino e per tutti ad ogni fottutissimo costo. Anni in cui gli americani stessi si chiedevano che razza di posto fosse la loro nazione e indagavano le contraddizioni della borghesia, il malessere di vivere, la discriminazione e tanto altro.  Poi la crisi del vietnam e di Watergate hanno alzato il tiro. Fino a quando non si ritorna nell'ovile,per colpa principalmente di due..che va nun me ce fa penzà eh!
Figlio di quei tempi tumultuosi e formidabili , è anche codesta pellicola: The Incident. Nota dalle nostre parti con il titolo New York ore tre: l'ora dei vigliacchi.
Piccolo classico dimenticato, opera destabilizzante e perturbante, avo nobile dei torture porn, cosa è questa stupenda pellicola? Un 'analisi spietata e senza compassione del peggio che gli uomini possano tirare fuori sotto pericolo.



Il film narra di un gruppo di persone che una domenica notte si ritrova riunita all'interno di un vagone di un treno della metropolitana, che rimangono vittime delle violenze da parte di un duo di sbandati. Ostaggi di pressioni psichiche, violenza fisica, praticata dai due come fosse una sorta di macabro divertimento, pura cattiveria da bassa manovalanza,ma che in sostanza smaschera le ipocrisie,vigliaccherie,lontananze dei bravi cittadini coinvolti




Genitori anziani che si sentono abbandonati dai figli, una coppia di neri alle prese con la discriminazione, un omosessuale , un ex alcolizzato, una coppia con problemi economici, un bulletto alle prese con la sua ragazzina,un insegnante mediocre con la moglie ambiziosa,due soldati amici,e un vagabondo forse morto. Questa è l'umanità rinchiusa nel vagone e queste sono le vittime del dinamico duo di teppisti interpretati divinamente e impeccabilmente da Tony Musante e Martin Sheen, al loro esordio si presume.
La gente chiusa nella paura, nell'indifferenza, nella speranza di non esser toccata, rimane invece coinvolta dalla furia spietata dei due.
Lo stile documentaristico, profondamente ancorato al realismo più aspro e militante , aumenta il senso di claustrofobia , di annientamento delle personalità, di devastazione umana



Sono durissime le pressioni psicologiche che i delinquenti operano sui cittadini. Molto dure,e si avverte tutta l'impotenza, la codardia, e la tensione che aumenta pronta ad esplodere. Così anche quando gli aguzzini verranno sistemati, non c'è trionfo assoluto. Non c'è nessun lieto fine. Solo l'amarezza di aver toccato il fondo come essere umani, di ritrovarsi stranieri anche nella coppia oltre che in società

Temi ancora attuali, perchè la società nel frattempo ha dimenticato le istanze rivoluzionarie e si è adagiata su una nervosa  e diffusa alienazione dei rapporti tra persone e all'interno del Paese.  Il modernismo ci rende tecnologici,ma talora anche poco propensi allo scambio,condivisione,solidarietà umana.

Io non sono  un disfattista o un cinico,credo nell'Umanità. Sono convinto che il collettivismo e la solidarietà umana poi alla fine trionfino sempre, non so con che metodo - violento o ultra violento- ma alla fine siamo divisi in gruppi,classi,tribù.  L'unica nota assolutamente stonata è l'individualismo e gli individualisti,ecco li rinchiuderei su un vagone con questi due va!

Opera di assoluta bellezza, dimenticata ingiustamente,va rivista. Assolutamente

2 commenti:

Napoleone Wilson ha detto...

Lo volevo ri-trattare in occasione di un omaggio per la scomparsa di Tony Musante, poi ho optato per il parimenti eccellente "Goodbye & Amen -L'Uomo della CIA"(1977) di Damiano Damiani. Larry Peerce era uno sceneggiatore e regista molto interessante degli anni sessanta e settanta. Abile ritrattista di psicosi e nevrosi urbane,solitudini dei protagonisti nelle loro professioni di supersbirri S.W.A.T. o meno, e nei toni angosciosi del thriller concentrazionario come questo, o d'assedio declinato nel catastrofico con l'altrettanto splendido "Panico nello Stadio"(Two Minute Warning)(1976).

babordo76 ha detto...

panico nello stadio è un altro filmone che da bambino amavo tanto. Insieme a questo film.
Penso che The Incident sia il suo lavoro migliore,la seconda parte è un incubo crudele e atroce che ancora oggi colpisce duramente