martedì 14 gennaio 2014

QUALCOSA E' CAMBIATO di JAMES L. BROOKS

Fra le tante abitudini che abbiamo noi uomini, quella di cercare protezione nei-dai nostri guai,disturbi,sfiducie nei confronti del mondo, è la più incomprensibile. Non nego che partano da robuste e sanissime motivazioni, ma spesso siamo troppo occupati a star male, a rimpiangere le occasioni perse, a maledire schiere vastissime di nemici,che escludiamo a prescindere le possibilità di cambiamento.
Cambiare..Ecco, fin dalla tua nascita ti parlano di questa maledizione e divinità oscura: il cambiamento. Ci scrivono canzoni, fanno film, la gente usa questa parola,poi lo dimentichiamo.  O accettiamo quella parte sufficiente per metterci la coscienza a posto, sperando di vederlo fallire sto cazzo di cambiamento,che poi andiamo fieri di tornare indietro. Tornare nella comoda casa delle nostre lamentele . Te lo dico perchè ero un esperto clamoroso di queste cose. Ho eliminato ogni possibile via di fuga da una vita fatta di me,poi ci sono io,poi ci sono le mie fisse e così via. Come tanti,e come tanti un giorno scopri che forse vale la pena cambiare.  Magari c'è una donna, magari ne hai abbastanza, magari vuoi vedere come si sta fuori dagli abissi delle tue menate. Menate reali,vere, che non prendo alla leggera,ma altrettanto vere sono le possibilità che dovremmo giocarci.




Visto che molti ne parlavano, ho avuto la bella idea di vedermi Il Lato Positivo. Quanto mai: filmetto cretino e criminale nel suo prendere sotto gamba le problematiche legate alla malattia o disagio mentale e comportamentale. L'esempio massimo della coglioneria a stelle e strisce secondo cui: dai si ottimista e tutto si sistema. Giustificando anche la violenza del protagonista  e la sua natura da stalker e coglione. Far credere che medicine e aiuti medici non siano necessari è una clamorosa buffonata,sopratutto per problemi comportamentali seri. Poi è scritto male,ha personaggi miseri,e insomma..La mia amica Valentina mi parla di questo film con Nicholson: qualcosa è cambiato.
L'avevo visto tempo fa, non mi era dispiaciuto. Lei mi ricorda la scena quando sono al ristorante e lei si lamenta perchè lui non è capace di far complimenti. Lui ci pensa un po' e poi le dice: anche se odio prendere le pillole,da quando ti conosco le prendo. Perchè voglio guarire ed essere un uomo migliore.

Ecco la differenza sostanziale e profonda fra un film scritto con il pensiero,il sentimento,la voglia di narrare personaggi e situazioni e uno che scimmiotta l'irriverenza ottimista sfrontata,la superficialità a mano armata

Cosa racconta questo ottimo e bellissimo film di Brooks? Di tre persone in una grande città. Melvin è uno scrittore di romanzi sentimentali che ha serissimi problemi comportamentali e di relazionarsi con gli altri, di nevrosi,ossessioni,vive solo contro tutti, in prima contro sè stesso e quindi l'universo tutto. Odia il suo vicino di casa , Simon, pittore gay che vive in simbiosi con il suo cane. Tanto che Mel gli rende la vita difficile con inutili e pesanti cattiverie. L'uomo va da anni nel solito ristorante,dove è odiato da tutti perchè in quel posto c'è una cameriera a cui si è affezionato tanto,anche se tutto questo è ben nascosto dal suo modo di fare che offende spesso la donna.



Carol è una giovane mamma che da sola sta cercando di crescere un figlio perennemente malato,ma il suo magro stipendio non gli permette di procurare cure migliori al bimbo. Una donna sola,come lo sono gli altri due
Qui la solitudine è percepita,soffusa, Brooks non è certamente un regista danese- uno dei miei amatissimi registi danesi- sicuramente pensa al film come intrattenimento serio e quindi dice le cose ,ma con un tono comunque accettabile da tutti. Limite del film, forse,ma che non pesa perchè i personaggi funzionano benissimo.

Il cambiamento arriva. Inaspettato e fulminante. Come nella vita, perchè si puoi metterti a tavolino a progettarlo, ma lui arriva da altre parti. Per Mel è l'occasione non voluta di occuparsi del cane di Simon.  Non c'è pornografia dei sentimenti in questa pellicola e tutto ci viene proposto con delicatezza,ma non superficialità. Il cane per lo scrittore diventa qualcuno di cui occuparsi. Piano piano grazie al piccolo quadrupede , si pone in modo diverso - a tratti- verso la vita e verso gli altri.



Altri che hanno difficoltà anche loro e che cercano di riempire la loro solitudine. Non è tutto acqua di rose,nemmeno tragedie fortissime,ma nel personaggio di Simon avverto una forte malinconia,dolore,è quello che più mi ha colpito durante questa seconda visione. Sopratutto quando il suo cane non lo riconosce più, ( ma già Venditti anni fa cantava sta cosa: " il tuo cane , non mi riconosce più),e perchè Gregg Kinnear  è bravissimo nel rendere umanissimo e toccante il suo personaggio. Lontano da macchiette, parodie,lontano da quel repertorio che noi etero sfoggiamo dovessimo fare la parte di un gay.
Quindi il film mostra una cosa che da anni affligge la nostra società: la difficoltà di portare avanti relazioni, aprirci agli altri, fidarci, uscire dalla gabbia soffocante e dorata del " ma quanto soffro io" o " gli altri sono tutti bastardi".
Ci narra il tentativo bellissimo di andare oltre,tentare di farlo,che non c'è nulla di buono nella solitudine.

E così un giorno ti ritrovi a pensare: ok,vado al cinema da solo. Prenderò il fottutissimo treno da solo, ma ancora di più -anche se poi questa cosa non verrà letta- ma quanto sono stato coglione e cretino con una persona a cui tenevo e tengo tanto, rovinando un'amicizia importante per il mio comportamento scorbutico,le mie cazzate, il mio trattare male chi mi avvicina.Il sarcasmo acido come arma di distinzione e relazione, cose che ho intenzione di abbandonare totalmente e che posso dire ci sto riuscendo.
Come Melvin che decide di prender le sue pillole,io ho deciso di smetterla di lamentarmi tra me e me ,di avere rabbie immotivate, di veder negli altri uno sfogo per litigi o altro. E di esser più sicuro,quindi vai al cinema da solo,prendi il treno- si ci sono i dannati numeri,le file, e la gente di mezzo,ma non stai andando da molto tempo al ristorante da solo? Non hai organizzato le vacanze dell'anno scorso? Ok,ce la farai anche in questo- e ripensare pure all'amore. Tentare,cadere e ricadere, tirarsi indietro che non ce la faccio,ma insomma vivere al meglio. Come posso,come riesco.

Ecco i grandi film, ti fanno pensare anche a questo.  Vedi dei personaggi e ti immedesimi,e così mica ti metti a dire cose intelligenti sul film e l'aspetto tecnico e queste cose. Scrivi a vanvera della pellicola e di te. Si,vabbè parlo sempre di me,e amo quei blogger che mettono tanto di loro nelle cose che scrivono. Perchè a mio avviso i film ti spingono a riflettere e a voler comunicare quello che senti,provi,sei. Ma è il mio metodo.
QualcosaèCambiatoSnapshot.png

E questo film lo reputo fondamentale. Certo, è una commedia americana , la puoi anche trovare ruffiana in certi punti,ma che cazzo me ne frega. Dice cose importanti, giuste,e se ben vedi nemmeno ti vende la formuletta magica. Lui dovrà curarsi,avrà alti e bassi ,come tutti noi. Ma , come me in questi tempi,sta cercando di migliorarsi.Poi l'amico Lars e il maestro Ingmar mi ricordano che potrà finire malissimo,ma sai...Son pronto anche a quello.
Ed è il messaggio del film.

ps: inutile dire che Jack Nicholson, Helen Hunt, Gregg Kinnear,siano bravissimi e memorabili. Non solo : pure Cuba Golding jr recita bene

Ps 2: dopo tanto amore e buoni sentimenti,ci riprendiamo con tanto horror ok?

4 commenti:

hetschaap ha detto...

Credo che questo film sia bello proprio perché, pur assumendo il tono leggero della commedia, non prende alla leggera l'argomento di cui tratta ma lo affronta con il rispetto che merita. Ed è un film che tratta argomenti non facili come la diversità, la malattia e la solitudine. Lo fa amando i propri personaggi ed infondendo loro un'umanità sentita, grazie soprattutto alle ottime interpretazioni di tutti gli attori. Ed è bello che non succeda nessun miracolo in questo film, nessuno diventa perfetto, ma tutti i personaggi, in un modo o nell'altro, trovano la forza per lavorare sui loro limiti (Melvin sulla sua malattia e la sua misantropia, Carol sul senso di sconfitta e solitudine e Simon su un passato che non è riuscito ancora a rielaborare). Questo, alla fine, è il messaggio del film: il cambiamento è un processo, lento e difficile, non un miracolo che avviene in un istante per un caso fortuito, dipende solo da noi, dalla nostra forza e dalla nostra volontà ma, quando si cambia, è molto spesso in meglio.

babordo76 ha detto...

si non spaccia nessun ottimismo facilone, non è un film ipocrita. Davvero una bellissima opera,e domenica,per tante cose, l'ho sentita profondamente.Come se non l'avessi mai vista prima

Bruno ha detto...

E' un film bellissimo e splendidamente recitato.

Ti confesso che mi hanno colpito le tue parole sulla solitudine, ogni tanto faccio riflessioni simili, fra il lavoro che mi mangia quasi tutta la giornata, alcuni aspetti del mio carattere, parecchi amici che sono andati a vivere lontatno, una certa forma di timidezza che ogni tanto mi blocca (io che sono abbastanza tosto sul lavoro e in quasi tutti gli aspetti della vita), ogni tanto mi ritrovo un po' solo e non è facile cambiare questa situazione...

babordo76 ha detto...

carissimo bruno,
è che ci abituano a supportar comportamenti poco umani,a dar spazio al peggio di noi stessi,alla sfiducia nell'altro,alla sciocca guerra tra i sessi.
Viviamo nella parte ricca del mondo,ma siamo poveri di contenuti e allegria.
Però è anche un nostro limite,io in questo ultimo periodo sto cercando di cambiare...vedremo! Ciao!