sabato 26 aprile 2014

LA SCUOLA di DANIELE LUCHETTI

La frase suona più o meno così: " sono nervoso..Ho voglia di litigare con qualcuno! Devo litigare con qualcuno! A Roma Lucchetti sta girando uno spot..." Moretti cosi si presenta sullo set dello spot per litigare ,a prescindere, con il povero Lucchetti.

Ecco questa frase evidenzia benissimo il mio rapporto complesso con il cinema di questo noto regista italiano. Ho sempre preferito Mazzacurati a costui,nonostante entrambi abbiano in un qualche modo segnato la mia giovinezza cinefila.


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La Scuola si basa su due lavori dello scrittore-insegnante Domenico Starnone : Sotto banco ed Ex Cattedra, oh mi raccomando di costui non lasciatevi scappare il bellissimo romanzo Via Gemito, e presenta sotto forma umoristica le problematiche interne del sistema scolastico nazionale.
Una pellicola di enorme successo di pubblico e anche di critica, proprio per la sua freschezza, allegria e per l'abile costruzione di personaggi e dialoghi.

Tutti ci siamo passati, tutti abbiamo affrontato le ore spese tra gli ingranaggi del sistema scolastico. Interrogazioni,compiti in classe,primi amori, amicizie che dovevano durare una vita, professori da odiare e altri che erano quasi delle leggende, e io che scrivevo temi per me e per le compagne. L'unica cosa che mi riusciva  e mi piaceva fare a scuola.
Come era cominciata la mia avventura? Alle elementari con una severissima maestra ,ex suora, con le preghiere prima di cominciare la lezione, le braccia conserte,il grembiule . Mi sentivo prigioniero,io che ero abituato a correre per i cortili della cascina donde ero cresciuto in libertà.

Poi : alle superiori il disastro,ma lasciamo perdere va .


  

L'opera di Luchetti vista da studente delle superiori,pareva un piccolo e meraviglioso miracolo. Ti rivedevi e riconoscevi i tuoi compagni e le tue compagne. Le piccole beghe, le gite eccetera eccetera
Il merito principale di questo film è però la descrizione dei personaggi che spesso sono macchiette,ma umanizzate,rese quasi credibili ,a far da contorno all'ottimo trio di protagonisti: Silvio Orlando, Anna Galiena, Fabrizio Bentivoglio.
I primi due sono professori progressisti che pensano agli alunni come persone,con le loro problematiche e cercano di aiutarli a superare momenti difficili della loro vita. Quindi una scuola atta all'educazione e alla comprensione del soggetto non tanto quanto alunno da valutare , ma di persona da sostenere e aiutare , da far crescere con erudizione e non solo.

Questo scontro si paleserà totalmente durante la riunione per lo scrutinio finale. Dove vengono fuori le miserie umane,la stanchezza, la disillusione,le piccole e innocue meschinità, sullo sfondo l'Italia degli anni 90 che si preparava a diventare il paese in difficoltà che è oggi.

Il mestiere del professore è fondamentale,importante e io li sostengo. Gli imbecilli parlano male di questa classe di lavoratori che devono far il loro lavoro spesso in situazioni di degrado voluto dalla incapacità di qualche ministra o ministro.
L'istruzione deve essere rigorosamente pubblica,nazionalizzata e statale. Tutti devono istruirsi, la cultura non è solo sapere a memoria date e formule,per un buon voto,ma crescita personale. Chi sa non si lascia inculare da 4 slogan gentisti volgari e  populisti,ma comprende il tempo e il contesto storico in cui vive,ne valuta le risorse e gli ostacoli.
Non commette errori di pensiero.

Per questo credo che la scuola meriti sempre massima attenzione e vada aiutata a migliorare. E che i professori ,professoresse ,vengano valorizzati per il loro costante impegno,per il lavoro più complesso,difficile e bello che si possa fare.

Il film di Luchetti ne denuncia i limiti,ma c'è un umorismo che tende ad umanizzare ogni situazione. C'è empatia ed affetto per gli alunni, per chi cerca di rendere migliore quel luogo. Ci dice che dietro a un alunno pessimo che fa la mosca,c'è un essere umano. Come dietro a dei professori stressati,disincantati,ci sono degli idealisti,progressisti.

Non solo: ci rammenta che un tempo la commedia aveva cose da dire, mostrava aspetti reali -seppure enfatizzati- del paese. Si rideva amaro,si rifletteva un po'. Poi le tenebre ...

4 commenti:

hetschaap ha detto...

Credo che sia difficilissimo fare un film sulla scuola senza indulgere nei due rischi opposti: quello del macchiettismo e quello dell'eccessiva drammaticità. Luchetti ci riesce e ci regala un film che, pur mantenendo il tono leggero, dice cose importanti e racconta esperienze in cui tutti noi possiamo riconoscerci, dal momento che dalla scuola ci siamo passati tutti. A vederlo oggi appare un po' datato, troppo legato al mondo e alla società degli anni Novanta, ma conserva, comunque, la forza espressiva di chi fa dell'insegnamento qualcosa di più di un semplice lavoro. Oggi come ieri.

babordo76 ha detto...

è testimonianza di quel periodo. Offre uno spaccato ironico e interessante della società italiana,attraverso la rappresentazione di un microcosmo. Recitato benissimo,evita gli errori che Milani invece farà nel mediocre: auguri professore

Kris Kelvin ha detto...

Per me è uno dei migliori film sull'argomento, e sono d'accordo con Valentina nel trovarlo equilibrato (tutto il contrario, ad esempio, di un altro presunto 'capolavoro' quale 'La Classe' di Cantet, che scippò la Palma d'Oro a Gomorra). Certi personaggi (tipo il professore di francese - 'La scuola una gguerra è!! - straordinario) sono indimenticabili.
Io non lo trovo affatto datato: i problemi di allora erano gli stessi di oggi, e quel soffitto che, non solo metaforicamente, crolla nella biblioteca è l'emblema della nostra scuola (e del paese in generale)

babordo76 ha detto...

si,ma datato nelle piccole cose,ma sempre urgente
Per me La Classe è un film di bellezza devastante. Ma tanto