martedì 29 aprile 2014

LA VITA DI ADELE cap 1 e 2 di A. KECHICHE

Cosa provoca fastidio? Come mai per un branco di imbecilli ritiene sia meglio difendere una virilità selvatica , spesso ridicola e fallimentare, che una sana convivenza con gente che è come te. Ha solo gusti sessuali diversi. E pensi che un modo di  intendere l'attrazione sessuale possa compromettere la tua ribalda vita da maschio che non deve chiedere mai? Non penso: visto che fai queste carnevalate,davvero isteriche e pessime. Dove mostri palesemente la tua deficienza retrograda, dove mostri la tua incapacità di saper riconoscere che gli altri non sono tuoi nemici,non sono appestati,
E fa parte della nostra voglia di discutere,metterci in gioco,tanto la tua forza non ha bisogno di insulti o altro,se sei sicuro di quello che sei accetti anche le ragioni altrui
Ripeto: le persone gay,lesbiche, trans, non vogliono sconvolgere la tua vita e importi un regime. Di cosa devi aver paura?
Questo lungo prologo è riferito a quei ragazzini un po' pirla e un po' coglioncelli,che hanno manifestato la loro idiota omofobia ,a Roma.

Ora: parliamo di cinema




Alla base c'è un graphic novel di buon successo,che racconta della relazione tra una studentessa delle superiori e una ragazza più grande. C'è di mezzo tutto il calvario che possono affrontare due giovani in amore, (ex gelose, rapporti scontrosi con i genitori),e un finale tragico che nella pellicola viene saggiamente evitato.
Ho letto il romanzo a fumetti e non mi è dispiaciuto,anche se l'ho trovato in alcune parti un po' ingenuo, abbastanza convenzionale nel seguire un canovaccio che pretendeva l'assoluto della tragedia,ma rimane un gran bel lavoro.
 Kechiche è un regista che ha del talento, non solo o non tanto come mezzo di trasporto,ma quanto capacità di fare ottimo cinema: " La schivata", " Tutta colpa di Voltaire", sono per me due ottimi esempi di cinema del reale. Girati con amore e passione per i suoi personaggi,per quella parte del popolo che vive realtà anche dure,ma senza strumentalizzazioni melodrammatiche e populiste.



Così eccoci al film. Da molti e molte stroncato, per molti motivi:essenzialmente per le scene di sesso.
Prima parlavo di capacità di saper discutere,temo che non sia scomparsa solo nei momenti di tensione sociale tra elementi di gruppi diversi,ma reputo scarseggi anche quando si parla di cinema o altri argomenti.
A prescindere: sono etero e sono maschio,allora che mai potrò comprendere di un film che parla di lesbiche?
Nulla! Lo vedi solo per le scene di sesso , da bravo maiale, come quel porco del regista. Notoriamente nelle relazioni,sopratutto appena conosciuti, non c'è voglia di fare sesso,di conoscere il corpo dell'altra,no! E notoriamente noi etero e maschi siamo ottusi, si tanti,ma non esiste una eccezione . Tipo uno o più che hanno amicizie tra le lesbiche o i gay,e verso le quali e i quali proviamo affetto profondo.
Ma queste critiche sono superficiali e si soffermano su un piccolo punto,un piccolo e insignificante parte di un'opera monumentale e lunghissima.



E la felicità di innamorarsi,la passione di condividere una vita , le speranze,i sogni,la noia quotidiane,le carezze, il sesso, il crescere perchè una persona ti aiuta a superare i tuoi limiti? Insomma l'amore? Non la vedete in questa magnifica pellicola.
Perchè ancora più che nel suo romanzo a fumetti di riferimento, qui c'è la Vita. Come sottolinea anche il titolo del film. Quella dei ragazzi a scuola,con le loro incertezze e il desiderio di riempire la loro vita e le loro solitudini amando e scoprendo il sesso, una crescita personale
Così il regista ci lascia conoscere Adele,che scopre la propria sessualità con i classici "titubamenti", l'insicurezza su chi siamo e cosa vogliamo, il nostro io con le sue esigenze e le esigenze che la società,in primis il nostro gruppo di amici e amiche ha e predente per/da noi.
Questa parte è descritta bene, Avvertiamo la paura di Adele,la vergogna,e il suo voler ribadire quello che è, quello che si sente di essere.

C'è freschezza, normalità, pudore e tanta empatia nel parlare e mostrare lei.



La vita cambia quando conosce Emma, che è più grande , studia belle arti,vuol fare la pittrice. Ma non ci viene presentata come una alternativa balorda, o una acida trasgressiva. Emma è donna,è persona. Non è gente,altrimenti sarebbe una patetica cittadina di grillolandia.
E l'incontro tra queste due avviene in un bar lesbo,ma senza forzature ,senza malizia,un lungo dialogo tra chi ha deciso,ma è ancora impreparata,di fare un passo importante e una donna matura che la sta iniziando rispettando i suoi passaggi. Oh,almeno io l'ho vista e capita così.




Una grande opera sull'amore e la sua universalità,per far comprendere che una relazione sia vissuta da una coppia etero o da una coppia lgbt non cambia.  Uguali i sospiri, il sangue che ti ride nelle vene quando parli o vedi o tocchi la persona che ami, stesse le paure,le delusioni. Una persona normale dovrebbe capirle.
Io credo sia questa la forza del film,fare vedere alla gente che le loro paure e le loro stupide e cattive chiacchiere sulla diversità pericolosa che portano le adele ed emma di questo mondo è immotivata
E di perderci in questa bellissima storia d'amore, vivere le loro gioie e soffrire per la rottura di un rapporto così importante.

Io ho amato questo film. Si,possiamo amarle le pellicole! Quando ci emozionano,ci addolorano,ci fanno partecipare alla vita dei personaggi,come fossero amici nostri.

Sono tre ore che per me passano senza nessun problema di tedio, sono tre ore di vita di Adele che mi hanno emozionato e colpito.

Adèle Exarchopoulos: e Léa Seydoux,sono a dir poco straordinarie.

6 commenti:

Kris Kelvin ha detto...

Mi dispiace 'rovinare' il tuo idillio :) ma sono d'accordo a metà con quello che hai scritto. Per me, come ho scritto anche dalle mie parti, è uno dei film più sopravvalutati del secolo...
O meglio, è come se fossero due film diversi, talmente è tanta la differenza tra i due spezzoni di cui è composto: e dico subito che, come mi è piaciuta tantissimo la seconda parte (quando Adele ed Emma ormai sono una coppia a tutti gli effetti e il film diventa profondamente umano, analizzando bene le difficoltà di amare e relazionarsi ai nostri tempi) ho trovato davvero incompiuta e inconcludente la prima, oltre che abbastanza pesante. Proprio a causa delle famigerate scene di sesso (ebbene sì, chiamatemi pure bacchettone) che appesantiscono il ritmo e impoveriscono la sceneggiatura. Che bisogno c'era, mi chiedo, di farle durare complessivamente quasi mezz'ora? Più che 'disturbare' direi che stancano, e soprattutto non spiegano nulla: il film rimane con degli interrogativi importanti e buchi di sceneggiatura clamorosi (vediamo le compagne di classe di Adele sospettare della sua omosessualità e scaricarla dal gruppo. E poi? Vediamo Adele portare Emma a casa sua senza dire nulla della loro relazione ai genitori. E poi? E, soprattutto, all'inizio della seconda parte si vede Adele insegnare tranquilla e felice ai bambini dell'asilo... siamo sicuri che le malelingue, le voci che corrono, la sua vita privata non inficino nemmeno un po' un mestiere così delicato? Siamo sicuri che tutto fili via liscio?). Ecco, personalmente avrei preferito vedere un quarto d'ora di amplessi in meno (che tanto il risultato sarebbe stato lo stesso) e un quarto d'ora di sceneggiatura in più dove si affrontavano queste questioni. Penso che la fruibilità ne avrebbe giovato.
Ma non è solo questo: personalmente non amo Kechiche, lo trovo un regista assolutamente incapace di trattare certi temi proprio a causa della sua 'mascolinità' che viene sempre fuori... aveva fatto altrettanto con 'Venere Nera', il film precedente, dove alcune scene erano davvero al limite della sopportazione. Insomma, un argomento come questo richiederebbe un punto di vista più delicato e femminile (adesso uccidimi pure, ma sono convinto che se questo film l'avesse diretto Sofia Coppola sarebbe diventato davvero un capolavoro). Kechiche si muove come un elefante in un negozio di cristalli e la sua (in)sensibilità nell'affrontare certi argomenti è palese. Non a caso le due protagoniste del film hanno giurato, dopo le riprese, di voler avere più nulla a che fare con lui ed escludendo da parte loro ogni possibilità di un sequel.
Film, tra l'altro, molto 'furbetto' e Palma d'oro clamorosamente 'politica' (come spesso accade a Cannes): guardacaso, è uscito in Francia proprio durante le manifestazioni di piazza sui matrimoni gay :)

babordo76 ha detto...

ma guarda queste cose le hanno viste anche altre persone
Ma ognuno vede quel che vuole vedere. Io personalmente l'ho trovato un bellissimo e importante film su come nasce e si evolve un amore.E finisce,con tutto quello che consegue.
Le scene di sesso, boh..Io ho trovato che in questo caso ci stiano benissimo e sono anche molto naturali. Quando conosci una persona hai voglia di toccarla,assaggiarla e questo viene mostrato,senza nessuna intenzione pruriginosa.Sono scene necessarie e funzionali, ne ho viste di ben peggio e più inopportune.
Nel fumetto viene spiegato meglio alcuni elementi,ma non è fondamentale per me nell'armonia della storia. Ti basti capire te, e ci arrivi,quanto sia difficile vivere una relazione di quel tipo,ma Kechiche,il grande Kechiche,vuole raccontare l'amore universale,vuole dire a te -non a te Sauro,ma a te come persona- che le dinamiche sono uguali e identiche.
A monte noi decidiamo che un uomo non può raccontare,come se la Coppola..ma nemmeno la favola di pollicino ,(sarcasmo,ironia eh ^_^ )invece io non ci ho visto nulla di così poco delicato,e basti vedere nella prima parte come sono state presentate le ragazze e il mondo lgbt.
Delicatezza presente ad esempio in quel bellissimo film che è La schivata.

Mi sembra che si stia a discutere su una parte 30 minuti davvero normali e accettabili e non si dia uno sguardo ampio al film. Non mi riferisco alla tua critica,ma a tante critiche lette su facebook
Ma che vuol dire: questo è un film che merita una regia femminile o maschile? Ma che pregiudizio è? Io credo che esistano ottimi o pessimi registi e che le storie non stiano a vedere di che sesso tu sia !

Ma non temere,io non uccido nessuno-tranne i fascisti-e quindi comprendo anche il tuo punto di vista.

Kris Kelvin ha detto...

Non voglio dire che ci siano film 'da uomini' o 'da donne', però ritengo che certe storie possano essere trattate più facilmente dalle donne rispetto che dagli uomini, e viceversa. Ti faccio l'esempio opposto: prendiamo 'Un mercoledì da leoni', per me straordinario esempio di amicizia 'al maschile', te lo immagineresti diretto da una donna? Non è 'razzismo', ma una questione di sensibilità (che, essendo una qualità personale è chiaramente soggettiva). Oltretutto, per me Kechiche è un regista fortemente maschilista (opinione opinabilissima e personalissima) come, ripeto, le due attrici protagoniste non hanno mancato di far notare. Oltre che tremendamente presentuoso, come traspare da (quasi) tutti i suoi film.

p.s. anche se a dire il vero non ho visto 'La schivata'. Necessito recupero...

babordo76 ha detto...

ma point break,da chi è diretto?

Si,ma le attrici,attori,ognuno può dire quello che vogliono.
Anche Bjork ha avuto da ridire su Lars,ma mi pare che dancer in the dark sia un film splendido.
Ecco,ripeto io codesto punto lo comprendo,lo capisco,posso arrivar a dire che nel nostro contesto storico ci si possa anche imbastire una critica,ma non la vedo in questa pellicola. Oppure è marginale e non offende la sapiente costruzione di due ottimi personaggi. Descritti con partecipazione ed empatia.

hetschaap ha detto...

Anche io sono rimasta colpita e affascinata da La vita di Adele. L'ho trovato uno di quei film che cresce col tempo, che diventa un po' più bello ogni giorno dopo la visione perché, in qualche modo, ti rimane dentro, con le sue immagini e le sensazioni che ti ha trasmesso.
Perché Kechiche riesce nel difficilissimo intento di farti penetrare una vita (e, in questo senso, mai titolo fu più azzeccato!) e lo fa eliminando totalmente quello che solitamente il cinema ricerca e inserisce: la sintesi. In quest'ottica il film di Kechiche è il trionfo del superfluo di cui ogni vita è fatta. Le lunghe scene a tavola così come le lunghe scene di sesso sono quel superfluo che, solitamente, si sceglie di non mostrare, perché si ritiene che annoi, che non aggiunga valore alla storia, che distolga dal concetto che si vuol far passare. Il regista rivolta e stravolge completamente questo concetto e in questo, per me, risiede la forza e la potenza inusuale di questa pellicola. Perché, così facendo, Kechiche ti fa sentire Adele, ti fa penetrare nel suo modo di sentire, ti spalanca la sua emotività e lo fa in maniera così potente da lasciarti questa sensazione addosso per giorni.
La vita di Adele non è certamente una pellicola facile da capire e da 'sopportare', se mi passate il termine. Ma è una pellicola con cui è necessario entrare in sintonia. Perché rimanere all'esterno non è possibile. Se si rimane all'esterno l'unica sensazione che ci lascerà sarà quella di fastidio e di insoddisfazione.

babordo76 ha detto...

esatto, Valentina ! Proprio quello che ho avvertito vedendo questa meravigliosa pellicola