venerdì 26 settembre 2014

FRANCES HA di NOAH BAUMBACH

La cosa fondamentale per esser un vero cinefilo è vedere solo capolavori.  Il cinefilo d.o.c. lo riconosci perché i film che vede- e questo va dall'ultimo diaz e alle minchionate dei super eroi - sono tutti imperdibili e meravigliosi. Ecco,è chiaro che stiamo parlando di gente che non ama il cinema. Perché essendo un'arte prestata all'industria,non sempre sforna capolavori indimenticabili. A volte ci donano dei film piacevoli,buoni,scritti bene, ma che sicuramente non fanno parte dei film leggendari. Questo non vuol dire adagiarsi sul cinema onesto che non vuol dire nulla,ma intrattiene. Assolutamente.  Si tratta di fare film curati, con buoni dialoghi, personaggi ben scritti, piccole opere.
Talora in questa "piccolezza", trovi qualcosa di grande, importante,altre volte no. Io credo che Frances Ha, faccia parte della prima categoria




 Sotto la maschera di una commedia leggera, che segue le logiche del genere indie, si nasconde un buonissimo film amaro e a suo modo molto triste. Per nulla superficiale, almeno che uno non si fermi al metodo e al genere di riferimento,anzi : reputo codesta pellicola tutto sommato anche profonda.
Cosa ci racconta questa opera? La vita. Che non è monocorde o appartiene a una classe sola, ma che è assai complessa,complicata,contraddittoria e appartiene a tutti noi che siamo nella sala d'attesa chiamata "mondo", prima di levarci dalle palle e svanire.



Frances è una ragazza di 27 anni che convive con l'amica Sophie. Vorrebbe vivere un'eterna adolescenza,anche se comprende benissimo che non sia possibile e infatti cerca il suo posto nel mondo. Ma quale sarebbe? Ci danno , forse, fin dalla nascita , che ne so..Un numero? Tipo: " numero 24 tu farai lo scrittore, due matrimoni,muori a 47 anni durante un gioco erotico con tre nane trans", capisci? Sarebbe perfetto. Ti dicono il lavoro,la vita sentimentale, la data di morte e tu sai cosa ti aspetta. Sarebbe facile
Invece la vita non è così, e per la povera Frannie, iniziano i guai.



Arriva sempre un giorno , per tutti, dove il destino - che è tipo il capo della gestapo della tua vita- si diverte sadicamente a rovinarti le poche certezze. Per Frances è quando la sua amatissima Sophie le dice che si trasferirà e sopratutto il fatto che si fidanzi, mentre Frannie lascia il suo ragazzo per stare a vivere con l'amica di sempre, questo porta la nostra eroina a cercare una sistemazione che sarà sempre precaria.
Una generazione precaria sul lavoro e negli affetti,incapace di uscire da una situazione di falsa allegria, di positivismo posticcio e usato come difesa verso una vita che , consapevolmente, sappiamo non ci darà molto.

Frances Ha è questo: un amarissimo, tristissimo, profondo film sulla disillusione. Che sia il campo lavorativo,( e qui apriamo un dibattito: non è che se io nel mio film mi occupassi di gente che per campare lavora in un modo e nell'altro nel campo della cultura,dell'arte,dello spettacolo,io stia solo parlando di figli di papà viziati. Il lavoro creativo è lavoro. Creare è faticoso come qualsiasi altro lavoro. Chiuso dibattito), dove la nostra si sforza di fare la ballerina,ma ottiene solo delusioni, a quello sentimentale,dove regna l'ambiguità totale: lei ama sophie,ma in quale modo come una donna etero ama  una sua amica,alla quale si è molto affezionata ed è diventata punto di riferimento e tranquillità, o come una lesbica. Quindi un vero amore con tutti i nessi e connessi? Non credo sia facile comprenderlo.



Il film mostra gente che se anche sta con altra gente , pare che siano sempre single. Sono storie precarie,o che avanzano per inerzia. Stanno tutti aspettando qualcosa,ma forse nemmeno quello. E non basta qualche serata in qualche bar, pensare di fare una carriera in qualche settore dello spettacolo,  cercare di ristabilire un rapporto di amicizia-amore,che ormai si sta logorando.
Frances attraversa la vita consapevole del fallimento e cerca in un modo umanissimo,tutto suo- ma che in realtà ho da subito trovato anche mio- di stare a galla

Sai quante volte ho riso e ho detto: "wow. ok...Niente, sto bene, eh? Si veramente bene,cioè... " Tantissime.
Vuoi per le mie sciagurate avventure sentimentali, vuoi per i progetti morti prima di nascere. Ottimismo da difesa. Direi,che potremmo chiamarlo così. E meno male che esiste!

Non vedi mai gente superficiale,non ci sono mai party di gente che se la spassa , campando con soldi altrui,ma vedi persone che sono assuefatte al vivacchiare,al relazionarsi stancamente senza perdere il controllo o condividere qualcosa con gli altri, e le serate al bar o nelle feste non hanno nulla di figo e divertente.

Solo Francese attraverso il ballo e la ricerca ostinata di tornare con Sohie,pare avere uno scopo nella vita,ma questa sua missione è discontinua, destinata alla sconfitta.



L'unica soluzione, potrebbe essere, quella di accettare di essere incompleta, inadatta a una vita piena di gioie,dolori,impegni. Frances è sempre al posto sbagliato nel momento tra i non migliori,ma forse l'accettare questo potrebbe darle una mano a vivere decentemente.



Il film deve gran parte della sua riuscita alla straordinaria prova di Greta Gerwig,anche coautrice  della sceneggiatura con il regista, credibilissima e tenerissima nella sua parte. Pregio e limite del film è forse il fatto che il suo personaggio fagocita tutta la pellicola,ma è un piccolo appunto. Perché questa opera è davvero meritevole. Meno superficiale e fighetta di quel che possa apparire,è in realtà un film davvero amarissimo e triste sulla disillusione e l'incapacità di trovare un equilibrio nel mondo.

2 commenti:

hetschaap ha detto...

Secondo me quello che questo film dimostra benissimo è come si possa avere uno sguardo lieve, leggero, su cose anche serie e profonde, ma senza che questo significhi superficialità. Ed è difficilissimo mantenere un tale equilibrio e, nello stesso tempo, far percepire il senso di disfatta che deriva dal non riuscire a vivere in maniera completa la propria vita. Poco importa se questa incapacità è personale o direttamente collegata ad una deriva sociale che non valorizza più nessun tipo di relazione o di impegno nel realizzare qualcosa.

babordo76 ha detto...

esatto,vale. Proprio questo: la leggerezza è apparente. Il resto è la deriva sconsolata verso la fine delle illusioni e di una relazione troppo importante per poterla dimenticare e troppo dolorosa da rammentare