domenica 12 giugno 2016

1992

Ci sono date che entrano nella storia, anni che fanno la Storia. 1848, 1917, 1959, 1968, e infine 1992.  Non so da cosa dipenda, probabilmente rappresentano la classica goccia che fa crollare un vaso, ma in quel periodo succedono dei cambiamenti, più o meno radicali, che travolgono tutti .Perchè la Storia è fatta dalle tante piccolissime storie di uomini quasi invisibili, chi la vive, chi sopravvive ad essa, chi viene sfiorato, ma nessuno ne esce incolume. Da quel momento non sarà più possibile. A volte trionfano le rivoluzioni, e pur portando con esse tragedie immani, è giusto e meglio che sia così.  Il fine giustifica i mezzi, questa cosa non piace per nulla a mia moglie e quindi è sicuramente una cosa brutta, ma io reputo che non si possa cambiare radicalmente un sistema senza farlo crollare, e poi ricostruirlo. Qualcuno sotto le macerie ci rimane. Si spera solo che non  sia troppo o del tutto innocente, ancor di più speriamo di non esser noi o i nostri amici.  Piccole miserie umane. Opportunismi e cinismi a cazzo, vero? Si. C'è anche questa parte.
Però chi se lo dimentica quel 1992? Nessuno. Cosa è stato? Un colpo di stato della magistratura brillantemente superato grazie a un popolo di cazzari che si è affidato a un pessimo guitto e alla sua banda? Un momento totale e assoluto di sanissima voglia di pulizia, etica e morale, che si è scontrato con un popolo di cazzari che si è affidato a un pessimo guitto e alla sua banda? Può la legalità e onestà imposta con la legge e senza che diventi un fenomeno culturale radicato, cambiare un popolo di cazzari che si è affidato a un pessimo guitto e alla sua banda?
Come sempre è difficile dare una risposta chiara e limpida, perché questi eventi cosi grossi e importanti si portano appresso molte contraddizioni, ci sono errori, forzature eppure esiste anche qualcosa di assolutamente buono, di eticamente condivisibile.  Noi per semplificare, cosa d'obbligo nel tempo dei social dove con 4 parole si parla di cose che meriterebbero decenni e decenni di studi approfonditi, dividiamo la storia in vincitori e vinti, eroi e criminali. Va benissimo, ma non è giusto come metodo.
Ricordo la sbornia che ci prese in quell'anno, sembrava che ci dovessimo liberare di una repubblica fatiscente, sostenuta con la repressione delle classi subalterne, collusa con le stragi - dette appunto di stato- gli accordi con la mafia, tante cose orribili. Ci affidammo dunque a Di Pietro e in quel momento facemmo benissimo, assolutamente meno bene sostenerlo come politico,ma è un pensiero personale. Solo che un popolo di cazzari il quale si è affidato a un pessimo guitto e alla sua banda, non pensa alla Rivoluzione. Si accontenta dell'indignazione,  della caciara, di una rivolta ruspante che nasce e muore con il lancio delle monetine. Quelli che urlavano vergogna  a Craxi, più avanti avrebbero scelto Lega e Forza Italia. Tramortiti da quella catastrofe culturale, sociale, politica, morale, che è il berlusconismo
Gli italiani furono contenti di diventare dei clienti e di comprare una serie di prodotti e merce, sotto forma di "programma politico", chiamato senza un pur minimo senso del ridicolo e della misura: miracolo italiano
Sono onesto: in quel periodo ero con Di Pietro e la Lega contro la corruzione della Dc e Psi, poi ho avuto un sussulto di intelligenza e ho compreso che razza di partito fosse quello dei Bossi e affini.
Rimane quel sogno irrealizzabile di un paese diverso, del trionfo della questione morale, di un'alternativa democratica.
Rimane anche la bellissima storiella del complotto americano, inglese, che si affidano al pds e agli ex comunisti per affidargli il paese e toh....non si occupano di Berlusconi, quando nel psi c'erano
uomini in contatto con la cia. Fatela una serie su quelli che credono al Britannia.

Stefano Accorsi ha la brillante idea di trasportare questo periodo così turbolento in una serie televisiva. Il risultato è avvincente e ben riuscito. Non mi interessano le polemiche sterili sulla voce della Falco o quelli che a prescindere "Accorsi fa cagare". Questo è il livello sprezzante di chi con la battuta acida e il commento tagliente pensa di aver un'idea delle cose. A noi non riguarda, non ora.
L'idea di base di mischiare realtà e personaggi romanzati è una via di mezzo efficace perché ci rammenta che in tv e al cinema non si fanno cose "reali", ma si porta la rappresentazione del reale. Soggetta alle idee e alle motivazioni di chi mette in scena il prodotto. Sarebbe interessante anche chiedersi se la Realtà è un fatto oggettivo, che esiste nella vita vera oppure ognuno è soggetto a una visione individuale e massificata allo stesso tempo, frutto delle leggi, della cultura, delle contraddizioni e dinamiche di un dato paese o settore del mondo.
In ogni caso la serie conquista per via dei personaggi. Tutti ben rappresentati dall'ottimo cast. Poliziotti, giudici, politici, legaioli, donne di dubbia moralità, figlie di - in tutti i casi che vi piaccia intendere-tutti travolti dai loro desideri, debolezze, da chi non comprende il cambiamento in atto e da chi come Leonardo Notte, lo mette in pratica quel cambiamento. Tutti vivono in un momento post ideologico, di grande confusione e smarrimento, di rabbia senza organizzazione, mostrando la ferocia di un popolo di cazzari che si è affidato a un pessimo guitto e alla sua banda. Dove riesce bene, dunque, è nella rappresentazione feroce e commossa di questa varia umanità. Dove sicuramente possiamo veder una divisione tra buoni e cattivi, ma è sottile. Sofferta.  La ragazza che vuol fare carriera in tv, come simbolo di un paese che non punta sul talento ma sull'esserci - sempre e comunque- che vive nel sogno come unico senso di vita. Un sogno piccolo, di benessere effimero, che non è quello collettivo degli anni 60/70. O il legaiolo Pietro Bosco: uomo di poca cultura, rozzo, eppure in grado di provare sentimenti forti come l'amore e l'amicizia, ma di non saperli gestir bene.
Sono tanti i personaggi principali o secondari da rammentare a futura memoria, ma proprio andando contro il senso individualista, che ha trionfato in modo esasperato dopo quell'anno, non vorrei tanto soffermarmi sui singoli, quanto sulla scrittura collettiva, che degna ogni personaggio, anche secondario, di una grande dignità. E immensa tragedia.  Si evitano gli eroismi, si evita la polemica sterile.
Certo che illusi eravamo! Non successe per caso la vittoria del pessimo guitto e della sua banda: c'erano stati gli anni 80. E se il crollo, purtroppo non sarà mai rimpianto abbastanza. del blocco socialista e degli sgangherati sogni ribelli occidentali, ha avuto un ruolo rilevante nel secolo passato, è proprio questo: aver aperto le porte all'edonismo massificato, superficiale,  dei sogni e desideri della piccola e feroce borghesia e dei capitalisti ebbri del loro potere economico e quindi politico.
1992 ci ricorda l'importanza dei rapporti di forza, e di come abbiamo scelto noi, il destino della nazione
"continuiamo così, facciamoci del male"

2 commenti:

Patalice ha detto...

nel 1992 ero troppo piccola per capire determinati meccanismi... ne sto subendo oggi, nella mia vita da adulta, le conseguenze alquanto nefaste che ha minato il mio presente in modo decisamente bellicoso, pericoloso forse

la serie tv è partita un po' in sordina, ma poi ha preso quota, forse proprio grazie all'interpretazione ottimale di Accorsi, che ha dato un apporto assolutamente splendido al serial, con la sua voce impostata e sempre modulatrice di discorsi belli da essere interpretati

babordo76 ha detto...

io avevo 16 anni nel 1992, ho ammirato il lavoro del pool di Milano, e mi sembrava rivoluzionario che si potesse indagare e condannare la classe politica la potere. La serie , però, ti spiega benissimo una cosa: non si cambia il paese con dei cittadini come i protagonisti di 1992, Non credo che la società civile sia migliore rispetto alla sua classe dirigente