lunedì 4 luglio 2016

I CANCELLI DEL CIELO di MICHEAL CIMINO

Quanto è triste, insignificante, arida, una vita che si ferma solo al successo o insuccesso di un'opera cinematografica. Come se bastasse solo un grande incasso a dar il patentino di opera meritevole.Come se non incassare fosse una colpa da dover scontare tutta una vita. Si, ripetiamolo: il cinema è industria, i film sono prodotti e quindi sotto posti alla simpatica legge del mercato, ma d'altronde questo vale per qualsiasi essere umano nel dorato mondo del capitale. Il profitto prima delle persone, delle idee, dei sentimenti, di tutto. Il mondo presentato in questo immenso capolavoro che va oltre al cinema e diventa leggenda, pur ambientato in un 'epoca passata, è attuale anche e ancora oggi.  Le democrazie occidentali, le terre dei sogni e delle libertà, sono fondate sulla tragedia e la morte degli ultimi, dei dannati della terra, degli ingannati.
Tutto questo è spiegato benissimo in questa opera davvero di rara e struggente bellezza.Perchè ecco cosa conta nel cinema, e non solo per me: La Bellezza. Che sia quella che ci incanta nel veder una scena o una sequenza, il violinista sui pattini è per me il vertice artistico di questa pellicola, sia quella dei personaggi.
Quando da personaggio si diventa persona.
Perchè dietro alla macchina economica ci sono persone che "immaginano". E quando immaginiamo, creiamo storie e quando crei storie, crei dei mondi. Con le loro città, i cittadini, i criminali, e gli eroi. Crei la vita.
E quanta vita c'è in questa monumentale, epica, amarissima, disperata, romantica, epopea americana. Americana fino al midollo, ma di quell'America che piace a me. Quella dei Guthrie, piuttosto che di John Wayne, quella orgogliosa della sua storia, ma che sa di aver una storia fatta anche di tantissime, troppe pagine nera.
Film crepuscolare, epitaffio definitivo per un modo e mondo di far e intendere il cinema, canto del cigno struggente dei sogni di gloria di una generazione, di un mondo, dove gli ideali non sono " è una vergogna, fai girare, ruspeeeee", ma fratellanza e democrazia nel senso più puro e profondo. Un mondo dove gli ultimi sono sempre gli ultimi, ma combattono con dignità, dalla parte del giusto. Dove una prostituta è, prima di tutto, una donna che merita amore. Come lo merita anche lo spietato killer,  un memorabile e indimenticabile Christopher Walken, il suo sacrificio è uno dei momenti più commoventi e dolorosi della storia del cinema
Perché qui si fa la storia. Per quelli che hanno cuore e lacrime da spendere, per chi ha la meraviglia negli occhi e si stupisce ogni volta che vede, in un film, la rappresentazione della vita. Con migliori colori e interpreti, ma al e nel cinema va sempre di scena la vita. Che siano uomini o super eroi, che siano avvocati idealisti come l'eccellente Kris Kristofferson, o il dolente, sconfitto, compagno di studi John Hurt.
Cimino in questo suo capolavoro non mette in scena solo dei personaggi che si incontrano di norma in pellicole del genere. Crea degli esseri umani mai così complessi, totali, contraddittori e veri. Tutti.
Da quelli che compaiono per poche scene, fino ai protagonisti. E tu, spettatore indisciplinato, ti lasci travolgere, ti affezioni, lotti e speri con loro.
Perché questa condanna al capitalismo criminale, dove per "progresso" si stilano liste di uomini da uccidere, dove la vita umana non conta nulla, è prima di tutto un atto di resistenza umana, troppo umana . Una grande epopea di Uomini e Donne in fuga dalla miseria, condannati a esser il nemico da abbattere da chi fa denaro nellla terra del Sogno e delle opportunità.
Ieri come oggi.
Questa pellicola è stata anche l'ultima che ho visto in compagnia dei miei genitori, prima di sposarmi e lasciare la Brianza per Firenze. Alla commozione del film si aggiunge quella dei tanti pomeriggi passati a veder opere memorabili.
Ecco, per questi motivi rispettate Cimino, rispettate questo immenso capolavoro.


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