mercoledì 20 luglio 2016

KIMI TO BOKU- Tu e io di Takashi Kubota

Così una sera, un venerdì sera come tanti, tua moglie è a cena con un'amica e tu a casa, in compagnia della vostra gatta "Mirtilla", decidi di veder un filmetto. Così passi un po' di tempo. Fra le tante opportunità che offre Youtube, ti cade l'occhio su un corto giapponese- 44 minuti, come i gatti in fila per...eccetera eccetera- e ti lasci comprare dall'immagine del tenero gattino. Sarà una commedia, ti dici. In realtà sarà il motivo di tantissimi e fortissimi pianti per i prossimi giorni e si prospetta per i prossimi mesi.


La storia è quella dell'aspirante autore di manga Yamagara Shigeto e del suo gattino, dal loro primo incontro fino al loro distacco. Niente di più.
Eppure sono giorni che sono in balìa di una grandissima malinconia, profonda, per via di codesto corto e sopratutto per le parole, semplici quasi banali, della canzone finale : "Grazie per avermi amato, tu mi hai salvato dalla mia solitudine" Ecco, qui è il gatto che "parla", ma quante volte avremmo bisogno di qualcuno che ci salvi dalla nostra di solitudine? Che giudichiamo anche positivamente perché l'abitudine ti porta a questo. Ecco, invece è così fondamentale aver qualcuno che si prenda cura di noi,  che ci faccia le feste o le fusa quando torniamo a casa o ci vedono assorti e persi in questo immenso cielo grigio di mediocri pensieri quotidiani, o che ci baci e si sieda ad ascoltarci.
Questo piccolo film mette ben in evidenza codesto tipo di messaggio: abbiamo bisogno di dare e ricevere affetto, attenzione, amore. Che sia un essere umano o un animale non importa. Non succedono cose particolari tra il gatto Gin'ougo che sarebbe un modo per dire : via lattea, e il suo padrone. Non ci sono quelle umanizzazioni nei gesti del gatto, ti affezioni in quanto gatto. Certo il racconto è visto dal suo punto di vista, questa cosa potrebbe sembrare ruffiana,ricattatoria, dalla lacrima facile, può darsi e non mi interessa. Lo ripeto: a me del cinema trattenuto, dell'anti retorica,  del commuoversi con pudore, non importa nulla. Perché tanto tieni dentro quel dolore, quella sofferenza, la tieni a bada. Si, mi emoziono, ma un pochino. Tipo quelli che appena versi due dita di vino dicono basta. E allora non bere vino, c'è l'acqua.
Però l'espediente serve per ribadire un pensiero tanto semplice, quanto poco praticato- preferiamo lasciare commenti rancorosi e destronzi sui social che quello si è giusto, sincero, ci fa sentire scorretti e tutte quelle grandi puttanate lì- "ogni essere vivente è importante". Questo valga per chi non ce la fa a comprendere che un animale domestico diviene parte essenziale della tua vita e vi è una sorta di ricambi di sentimenti ed emozioni, primordiali, basilari, ma non sciocche e pleonastiche e per chi si chiude in un rapporto esclusivo con l'animale domestico che gli esseri umani fanno schifo, due atteggiamenti odiosi e detestabili, entrambi.
Mi commuovo per la storia di questo gattino tanto quanto quella di un essere umano. Sono gli esseri viventi che sono importanti e vanno difesi ed amati. Con grossa fatica e tanto dolore, mica è facile, ma bisogna farlo.



Il rapporto che abbiamo con i nostri animali domestici è qualcosa di particolare e difficile da spiegare e far comprendere agli altri. No, in realtà non sarebbe affatto così, se fossimo in grado di provare empatia verso chi è altro da noi. Però mi rendo conto che per alcuni possa apparire sopravvalutato e simbolo di un porre rimedio a una mancanza di capacità di relazionarsi con gli uomini e le donne, ci sta, per alcuni e alcuni è così. Ma anche se fosse? Noi non è che dobbiamo rispettare e tollerare solo le idee e le persone verso cui proviamo simpatia, ma sopratutto verso chi non conosciamo e comprendiamo. Pratica che richiede tempo e pazienza, meglio un "vaffanculo", " ma perché con tutta la gente che soffre.." A dirlo e pensarlo sono sempre quelli che non fanno un cazzo, o se fanno il loro contributo è misero per loro e per la loro causa. Io rispetto chi ama un altro essere vivente, non concordo con certi metodi, prendo atto. Lu o lei hanno trovato in quel modo una piccola felicità, va bene così.  Mi limito solo a far notare che c'è del giusto anche fuori, ma senza creare sensi di colpa.
Perché il rapporto che viviamo con il nostro gatto, cane, cavallo, topo, coniglio, fate voi, è qualcosa di speciale, come è speciale l'amore verso un altro essere umano, quello è sicuramente più complesso e migliore, però sono due tipi d'amore fortissimi.
Kimi to boku mostra bene questo. Mostra come Achille e Mirtilla non siano solo due esseri non umani e quindi inferiori, ma esseri viventi che con la loro presenza ci hanno dato tanto. Achille mi ha insegnato a mostrare un po' d'amore per gli altri, Mirtilla che ogni busta può diventare un nascondiglio prezioso. No, il loro amore non è come quello che provo e che ho in cambio per e da mia moglie. Però io nel loro esser animali, così diversi da noi uomini, avverto un mistero,  una zona che non posso comprender del tutto, che mi spinge a voler pensare che forse c'è altro e oltre rispetto al loro esser semplici cani e gatti e altro tipo di animali. Non so cosa, ma so che è da giorni che mi commuovo profondamente pensando a codesta piccola opera, e che tutto ciò mi pone di fronte a pensieri sulle relazioni, il donarsi agli altri, la potenza dell'emozione e commozione. Tantissime cose.
Grazie a te piccolo Gin'uogo, e grazie a Mirtilla, che mi dorme in braccio.

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