lunedì 9 marzo 2020

LYCANTHROPUS di PAOLO HEUSCH

Tra i mostri cari al genere horror, io ho una passione sfrenata per i licantropi o i lupi mannari. Non sono popolari come i vampiri e gli zombi, perché non si adattano a metafore sociali o perché  effettivamente a volte sembrano dei cuccioli a due zampe. Non so, non conosco i motivi per cui queste creature siano sempre state all'ombra di altri mostri.
In realtà la creatura potrebbe esser usata come metafora di una sessualità repressa o di una violenza troppo tempo sopita nel buio dell' Es. Credo che ci siano già arrivati a un'idea simile, per cui non ho scritto nulla di particolarmente innovativo. Scusate.
Nel 1961 esce questa pellicola "Lycanthropus" che narra la storia di un medico caduto in disgrazia e che per questo motivo trova lavoro in un collegio femminile, dove finiscono le ragazze che hanno problemi con la legge.  Durante la notte una ragazza scappa per incontrarsi con il suo amante, un ricco signore legato al collegio. Purtroppo per lei incontra il licantropo che dà il titolo a questo film e finisce malissimo.
La pellicola più che al genere horror è imparentata con il giallo, visto che per tutta la durata del film si indaga su quale possa essere la verà identità del mostro.  La sceneggiatura di Ernesto Gastaldi è assolutamente solida e fornisce vari indizi che par possano incastrare il colpevole, ma ogni volta si deve cominciare tutto da capo.  Trovo davvero ben scritto questo film perché i personaggi sono caratterizzati molto bene. Il guardiano solitario e inquietante, il protagonista che cela un segreto terribile,  la ragazza che indaga sull'omicidio dell'amica per nulla bella bambolina senza spessore, tutti elementi che rendono la pellicola assolutamente piacevole da vedere.
Stiamo prendendo in considerazione un'opera del 1961, per cui dal ritmo non proprio spedito, basato su dialoghi e tentativi di fondere un'atmosfera inquietante al film. Tuttavia la rivelazione dell'assassino,  una sottile perversione che descrive alcune situazioni e personaggi, l'amore che si trasforma in un segreto orribile, rendono questa pellicola davvero interessante.
Paolo Heusch è un nome forse dimenticato del nostro cinema. Non ha diretto molti film, ma alcune delle sue pellicole meriterebbero di essere riviste e considerate. Dovremmo anche rammentare che è stato il primo a girare un film di fantascienza in Italia,  nel 1958 :La morte viene dallo spazio. Un film che racconta di alcuni asteroidi che si dirigono contro il nostro pianeta per distruggerlo. Alterna pellicole di genere ad altre decisamente d'autore, come la bellissima versione cinematografica del capolavoro letterario di Pasolini, Una vita violenta.
In particolare per me ha diretto due film con Totò, che a mio parere sono tra le cose migliori fatte dal notissimo e da me amatissimo comico partonopeo.  Mi riferisco a Il comandante, film amarissimo su un ex pezzo grosso dell'esercito che vive una vita di solitudine e tristezze nel pieno del boom italiano e Che fine ha fatto Baby Totò? Parodia del film di Aldrich con momenti abbastanza inquietanti.
La sua regia in questo film de lupi mannari è solida e precisa, certo aiutata dalla sceneggiatura,  in ogni caso si nota la mano di un professionista e non di uno che si improvvisa regista.
L'opera la trovate su Youtube, in questi giorni potrebbe essere un buon diversivo.


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