La questione morale in Italia è niente più che un pretesto intellettuale,un modo per lamentarsi,per sottolineare a parole una distanza con una certa realtà.Essa è invece un atto pratico,concreto,parte da quello che facciamo e come viviamo,dalla critica e dal giudizio che usiamo sugli altri e sopratutto su di noi.Valutando la natura della morale,la sua applicazione,quanto sia legata a una realtà politica o esistenziale,la morale pubblica e quella politica-la prima è una serie di regole ipocrite,la seconda usa anche metodi estremi per arrivare a un fine,e la preferisco-quindi la questione morale è di per sè viva ,forte,complessa,complicata,non è un discorso da salotto dabbenista e perbenista.La facciata da salvare con una finta educazione e vuota vitrù non è assolutamente morale,ma è un ridicolo vizio borghese,nondimeno il lassismo individualista,libertario,liberale con i suoi vizi e atti sconclusionati è deleterio e condannabile.
Nanni Moretti cerca di portare questo tema sullo schermo con un film imperfetto,forse anche bigotto,ma profondamente importante,necessario,urgente,utile.La grande forza del suo cinema migliore qui si espande attraverso varie sottotrame che girano intorno alla figura di un prete:Giulio.
Nell'Italia di metà anni 80 con il sogno rivoluzionario e le sue speranze,illusioni,inganni,ormai al tramonto e quindi un confronto durissimo e spietato con se e con gli altri.A differenza di Salvatores che punta a una commedia dolceamara e al cameratismo che comunque è resistito,Moretti non lascia troppe speranze. C'è l'amico Saverio che si esclude dal resto del mondo,quello finito in carcere forse per qualche parola e slogan di troppo detto e scritto dai compagni,l'intellettuale marxista che si ricicla come cattolico convinto,quindi la vita militante e collettiva è ormai in grossa crisi e abbandono.Rifugiamoci quindi nei sentimenti,nel privato,nella famiglia:questa sacra e santa istituzione,ma anche qui i tempi hanno corrotto e trasformato i rapporti.In fin dei conti degli anni belli e imperfetti delle lotte si son lasciati andare alla deriva le cose migliori e abbiam tenuto un individualismo spicciolo e materialista di soddisfazione del nostro desiderio.Ci è tutto dovuto,tanto poi le cose si sistemano e io,io,io,sono libera e libero di fare questo e quello.Così pateticamente un uomo di sessanta anni si innamora di una di trenta e pretende dal figlio pure il sostegno,il fidanzato della sorella se ne frega di ella e vive perso tra i monti a osservare gli uccelli,l'ex prete sposato e con figlio è vittima dei più banali stereotipi della mentalità famigliarista finto progressista italica.
Il ritratto è impietoso,certo bigotto,ma io mi son rotto i coglioni di tutti i libertari,delle loro idee vuote e inutili,della loro irresponsabilità e quindi pur non condividendo tutto,meglio un Moretti moralista di tanti trasgressori borghesi e patetici.
La pellicola è importante perchè comunque ci spinge a riflettere, a essere attivi e partecipi come spettatori.Questo era il cinema che si faceva una volta,perchè questo deve fare un film:non lasciarti al livello eterno di bamboccio che dice wow per la spielbergata o robaccia simile,ma renderti uomo consapevole e partecipe.Il cinema come arte di massa ,di propaganda,di dibattito non è secondario a quello per puri scopi di guadagno e resiste benissimo.Prova è il successo dei film di Moretti.
Guardando la Messa è finita, mi ritrovo molto nella rabbia e solitudine di Giulio,mi riconosco e quindi la pellicola mi serve per autoanalisi,per riflettere su me e sugli altri.Non è poco.
mercoledì 5 settembre 2012
LA MESSA E' FINITA di NANNI MORETTI
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