sabato 28 giugno 2014

GLI AMICI DI GIORGIA di ARTHUR PENN

C'è stato il grande cinema americano. Ed era grande perché narrava storie e sentimenti, a volte con tenerezza mista a malinconia, a volte con maggiore rabbia iconoclasta. Erano altri tempi,sai?
Nati come risposta alla repressione maccartiana, già negli anni cinquanta un certo cinema hollywoodiano non voleva solo regalare sogni in confezioni di lusso,ma darti un assaggio di realtà
E la realtà, è sempre uno stupendo romanzo e un'avvincente sceneggiatura.
Tra i tanti, innamorati delle nuove contro culture e del cinema europeo, c'era anche Arthur Penn. Un grande regista e uomo di cinema, uno di quelli che potremmo definire new hollywood. Insomma uno che ha partecipato alla creazione di quel periodo splendido che comincia nei 50 e chiude definitivamente nel biennio 84 - 86, ( quando i becchini Top Gun e simili sotterrano il grande cinema americano, in nome della grande merda americana).
Questo film : Four Friends. Gli amici di Giorgia, è un po' un addio a quel modo di intendere il cinema.
Cioè non bimbi fin troppo cresciuti, irresponsabili, che pretendono di vivere l'eterna infanzia e adolescenza,senza i problemi legati a quel periodo, per cui una versione anche falsata.
Ma era cinema, quello di Penn, che pretendeva di aver un confronto tra adulti, responsabili, capaci di riflettere su cosa vedevano e partecipare alla visione con la loro intelligenza.
CINEMA INDISCIPLINATO PER SPETTATORI INDISCIPLINATI.
Non nascondersi in generi di intrattenimento,ma esser al centro di storie vero simili, filtrate sempre dal cinema, per analizzare se stessi, i vicini,quello che si vive,le dolci chimere della lotta e la difficoltà di vivere e amare.
Ecco, questo film è un po' questo.
Tre amici e una ragazza, Giorgia, che è al centro dei loro sentimenti. Che sposa uno,ma ha un figlio da un altro e poi alla fine ha questa relazione di tira e molla con il buon Danilo.
C'è amarezza e malinconia, che son celate dietro alle ridicole pretese di libertà e sogno ad oltranza, c'è una tenerissima descrizione della fragilità umana e delle aspirazioni personali.
Vi è la visione dell'america degli immigrati,proletaria, mai a casa loro . Mai completamente americani,sopratutto i padri
C'è il conflitto che vivono tutti i figli dei proletari,spiegare ai padri che non lavorare in fabbrica,ma fare lavori creativi è pur sempre una nobilissima professione.
Nessuno nasce per morire di fatica,al massimo dovrebbe esser la fine dei padroni
C'è la visione dell'america nera, incestuosa,viziosa di certi ricchi
E tanta tragedia e troppo amore
Alla fine c'è un grandissimo film. Da vedere
ps: questo film l'ho scoperto grazie agli amici di Cinefatti. Segno che quando i blog di cinema sono gestiti da bloggers che non ci ammorbano con i loro nickname fashion e sarcastici, con le loro baggianate da presunti autori satirici, con la difesa della merda di genere e le riscoperte di sto cazzo, bè : il blog e l'attività di blogger sono preziosi
Ecco,sti ragazzi meritano di esser pagati. Altri li pagherei,ma con un biglietto di sola andata verso la siberia
Ho letto recensioni che sputtanano certi classici  ( cuoricino sarcastico,lo metto per chi non comprende)

Nessun commento: