giovedì 12 gennaio 2017

FLORENCE di STEPHEN FREARS

Il genere biografico è tra i più difficili da realizzare. Si cede spesso alla santificazione non autorizzata del soggetto, si rende più romantica la storia, tutto diventa perfetto, si lascia libera la retorica di farw casini.
D'altronde al cinema chiediamo la "leggenda", non la "verità". Per questo motivo è difficilissimo trovare dei film davvero notevoli e imperdibili in questo campo. Perché a volte si eccede forse in un discorso altro rispetto a quello descritto poco prima: una anti retorica posticcia, che non ci fa conoscere una persona, ma un simbolo.
Come si pone questa pellicola? Come una commedia biografica. La quale cerca un linguaggio popolare, di massa, per far conoscere al grosso pubblico un personaggio davvero esistito e la sua singolare storia.
Florence Foster Jenkins era una ricchissima ereditaria americana, sposata in seconde nozze- dopo la dipartita del primo marito- con un "attore " inglese, che l'ha supportata e sostenuta per tutta la vita.
In cosa consisteva questo "supportare" (cosa ben diversa da sopportare eh) ? La signora aveva una singolare pretesa: cantare arie tratte da celebri liriche, pur essendo stonatissima in modo davvero estremo e totale. Priva di tecnica, di intonazione, nonostante le lezioni di canto e altro.
Lei però non è solo un'appassionata di musica e importante mecenate per moltissimi artisti, i quali quanto pare talora approfittavano della sua manica larga in fatto di elargire danaro a destra e mancina, costei "amava" la musica. Non c'era nulla al mondo, insieme all'adorato consorte, che fosse più importante per ella.
Così ha tenuto alcuni concerti, partendo dal suo locale , il Verdi Club, fino all'esibizione in un posto sacro per la grande musica operistica e classica.

Nonostante sia formalmente una classica e media, pur riuscita e buona, commedia su un personaggio reale ed eccentrico, pur cercando sempre di piacere al grande pubblico, codesta pellicola pone degli interrogativi assai alti e su cui è bene riflettere
Basta la passione, un grande sogno, per supplire alla mancanza di tecnica e talento? Cosa sarebbe stato di Florence se non avesse avuto tutto quei soldi, quel peso come mecenate e la solidarietà vera, sincera, toccante, del marito- che pagava gli spettatori e critica per aver riscontri positivi-?
In fin dei conti vediamo in scena un personaggio dolente, immerso totalmente nel suo folle sogno, e come l'amore e per amore si possa alimentare illusioni pericolose.D'altronde perché negare la felicità a una persona? Perché distruggerle quel suo sogno? La vita è dura per tutti, Florence sente il peso di una malattia, la sifilide, contratta per mezzo del marito a soli 18 anni. Il suo primo marito. Questa malattia le impedisce rapporti con l'attuale consorte e quindi la creazione di una famiglia. Tutto l'amore che potrebbe donare ai suoi figli, li dona a quei bambini capricciosi che sono gli artisti. Che male c'è a darle qualche piccola soddisfazione? Forse c'è. Forse l'arte è cosa seria. Per difenderla si può anche distruggere i sogni degli illusi, sopratutto se apportano solo danni immensi.
Però, ella è stata anche la madre di tutti gli improvvisati e improvvisate che grazie ai reality si son creduti buoni a far qualcosa, a chi si improvvisa politica, ha aperto la strada al fai da te artistico, dove conta solo esserci in quel preciso momento, perché cazzo sto sognando e non mi devi svegliare.
Per cui se un discorso di amore per l'arte ci spinge a esser severi con costei, ecco interviene la nostra natura di esseri umani.
C'è tanto dolore, tanto amore per la musica, Florence ci appare candida, naif, e tanto dolce che le perdoniamo il fatto di rendersi ridicola, di assassinare la musica.

Cosa rimane di questa piacevole pellicola? Sicuramente non un capolavoro, certamente Frears è più portato per pellicole di denuncia sociale, più aspre, ma non se la cava malissimo. Ecco, quello che porteremo con noi è il rapporto tra Florence e St Clair Bayfield, suo marito.
Un legame forte che ha profonde amarezze, lui ha altre relazioni con altre donne d'accordo con Florence che accetta suo malgrado codesta situazione, ma anche una vera e assoluta dedizione.
 Meryl Streep e Hugh Grant sono meravigliosi nel metter in scena i loro personaggi, dietro a certi momenti forse un po' gigioni, c'è un attaccamento totale alla storia e all'essenza dei loro personaggi, di due persone che si sono amate tutta una vita
Ecco, questo rende Florence un personaggio/persona indimenticabile e unico.
Perché ci ricorda una cosa semplice, che nulla ha a che fare con l'arte, questo: in amore è fondamentale difendere, ad ogni costo, la felicità di chi abbiamo accanto.
Spesso lo dimentichiamo



2 commenti:

Babol ha detto...

Hugh Grant l'ho trovato adorabile e perfetto, molto più di Meryl Streep. Sono anche contenta che il film non "incoraggi" a perseguire sogni impossibili ma si limiti a raccontare una storia di sofferenza, amore ed amicizia :)

babordo76 ha detto...

Hugh è un grande. Forse non il miglior attore del mondo, ma in certi ruoli è straordinario. Il film, a mio avviso, è proprio quello che dici tu: non tanto un discorso sul "basta crederci", sogna e cazzate varie. Ma un'opera che parla di cosa si possa fare per amore.