venerdì 16 giugno 2017

Ugly di Anurag Kashyap

Devo esser oltremodo sincero: non ho mai approfondito la cinematografia indiana, colpa di quei pochi film che ho visto, su qualche canale come Rai Movie od Iris, e non mi erano piaciuti. Troppo occidentali per me, mi sembrava fossero prodotti studiati apposta per piacere al pubblico estero.
Una considerazione sciocca, la mia, senza ombra di dubbio. Grazie a Netflix, però sto recuperando opera molto interessanti, come questo cupissimo e doloroso film del 2014

Dimentichiamo balletti, canzoni, storie d'amore travolgente, attori e attrici fascinosi, per addentrarci nella tragica realtà di una città come Mumbai. Qui vive la piccola Khali, colla madre- una donna depressa e sconfitta- il nuovo padre, un duro e integerrimo funzionario di polizia, e il desiderio di rivedere il suo vero papà: un tizio che campa sperando di diventare una stella del cinema.
Un giorno il padre passa a prenderla, devono passare la giornata insieme. La piccola è felice.
Però c'è un piccolo problema, il papà deve passare a ritirare un copione da un suo amico che lavora nel mondo del cinema, direttore di casting per una piccola casa di produzione.
La bambina rimane in auto. Dopo poco tempo scompare.
La sua scomparsa riapre vecchie ferite, trasforma le persona in esseri avidi e affamati di danaro, tutti col desiderio di far il grande botto, di vivere una vita migliore, avere successo. La polizia indaga usando metodi violentissimi e tra il commissario e il mancato attore vengono a galla cose brutte capitate nel loro passato.
Un mondo quello descritto da "Ugly", duro, sporco, infame.  Un mondo sommerso dalla violenza, dal dolore, dal senso frenetico di rivalsa, dall'odio e da una povertà a volte estrema. Un mondo dove i bambini scompaiono a dozzine ogni giorno, venduti a indiani e stranieri, o fatti sparire per altre ragioni.In questo inferno la polizia usa metodi feroci, abominevoli, orribili
Tutti i personaggi hanno lati negativi molto evidenti, sono deboli, annaspano in una vita che nega a loro ogni barlume di luce o speranza, divorati dalla fame di denaro facile, sfruttando pure una povera bambina. L'opera mette in scena la lotta senza quartiere di persone che confondono un'indagine con il regolare i conti tra di loro, di uomini che per arricchirsi fanno di tutto, di disperati senza gloria.
Opera implacabile, radicale, dura, ma mai compiaciuta, non vi è traccia di strumentalizzazione o di morbosità.
E questo è il suo punto di forza

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