lunedì 12 giugno 2017

TREDICI (13 reasons why)

Le piccole cose ci uccidono. Si, hai presente le battute tanto scorrette quanto divertenti su un compagno di scuola, una vicina, una collega di lavoro. Quelle cose cretine che tutti diciamo e facciamo, pronti a giustificarci con un : " ma stavamo giocando!"
Ed è vero. Stavamo giocando, perché in questa epoca nulla è serio. I moralisti li abbiamo allontanati che i profeti del nulla è vietato sono più fichi, no? Per cui che ci sarà di male a dar del frocio? Nulla, mica lo abbiamo picchiato eh! O a far credere che una ragazza sia una poco di buono? Ma si, dai! Si lamentano, però vanno in giro vestite come puttane. Anzi, ci siamo evoluti: non è il vestito, ma la percezione che colei sia un po' mignotta. E giù a ridere cogli amici, o a togliere pezzi di solidarietà femminile.
Perché, non è cosa che riguarda solo gli uomini. Spesso e volentieri le donne amano scannarsi tra di loro, deridere, offendere, emarginare.  Mica è questione di vagine o peni, no! Ma di un collettivo modo stupido di veder e considerare gli altri.
In questo campo ci è di aiuto la società peggiore tra quelle del mondo occidentale: quella americana. Con i loro rituali di balli, accettazione, gloria sportiva, esser popolari, e tutte quelle straordinarie cazzate che poi noi abbiamo riportato, adattandole alla bisogna ai nostri ideali: la virilità esibita, la donna trofeo, le spacconate al bar.
Non cambia la vittima: sempre uno o una troppo intelligente e sensibile, per poter essere apprezzato/a dalle masse di teste di cazzo.
Hannah, era una di quelle persone. Troppo vulnerabile per non farsi male, circondata da gente che sta male, ma che non vuole accettare i propri limiti e dolori, così con leggerezza alcuni e in modo criminale un bisteccone -coglione tipicamente yankee, fanno tutti molto male alla ragazza. Tutti colpevoli della sua fine.


Lei registra questo suo dolore su delle cassette : 13 atti di un doloroso, moderno, straziante, via crucis. Senza resurrezione finale. Noi conosciamo la sua triste storia attraverso le sue parole e seguendo il co-protagonista: Clay.
Ora, ve l'ho scritto più di una volta: per me il cinema, i racconti, ogni cosa, sono esperienze "sentimentali", se fai in modo che io sullo schermo veda delle persone, hai vinto!
Questo è successo con codesto telefilm, pardon: serie tv.
Il dolore di Hannah era il mio, così come la lotta di Clay per riportare le cose a posto, in qualche modo. Confuso, ingenuo, senza filtri, come i giovani sono.
Vi è una credibile rappresentazione di quel periodo della vita, del sentirsi soli e sconfitti, per cui nascondere il dolore facendo branco e difendendolo ad ogni costo. Anche rimuovendo la verità o cercando di colpire l'isolato di turno.
TREDICI ha dei personaggi scritti benissimo e la cattiveria non è mai ostentata, resa un imbarazzante marchio di " serie tv cinica e cattiva, scorretta che turba i benpensanti con sessso e parolacce a caso", come quella disgrazia ignobile cbe è big little lies. No, qui si mostra un aspetto pesantemente negativo di un certo periodo della vita e di una certa società, ma si è partecipi a tutto questo. Risulta credibile.
Durante la visione, a volte, mi incazzavo con Hannah, vedi che si scriverà Anna, ma a me piace mettere h a caso, perché le dicevo: ma è solo una lista! Ne fanno a migliaia e migliaia, non devi lasciarti travolgere da una simile scemenza. Però, poi, la serie mi portava a rifletter su cosa possa essere per una ragazzina quella cosa. Una ragazza forse anche paranoica, debole, incapace di reggere gli urti della vita, ma anche se lo fosse, che dobbiamo fare? Disprezzarla e abbandonarla? No. Dovremmo capirla.
Però noi viviamo con leggerezza, diciamo che il senso di colpa deve essere superato perché dannoso e inutile,  la punizione cosa legata al passato, una cosa barbara, per cui , ma si! Dai, lasciamo che si rovini la vita di una ragazza. Anche stupida ed egoista perché il suicidio è atto stupido ed egoista, dobbiamo gridarlo forre e con convinzione. Lasci persone distrutte dal dolore, dal non aver fatto abbastanza, quando spesso siamo noi incapaci di chiedere aiuto.
Però, Hannah è giovane. Quel gesto era inevitabile, e non è giusto uccider due volte una persona debole, vinta dal dolore di vivere.
Clay ed Hannah sono bellissimi. Così dolci e arrabbiati, ostinati a non voler far parte di quel carrozzone di apparenze, ipocrisie, falsità, conformismo odioso, che è il mondo a volte. Ma anche gli altri personaggi sono scritti benissimo. Justin è vittima del suo ritenere amico un essere abbietto, vittima della famiglia dove non trova un po' di conforto, Alex dei suoi sensi di colpa del voler esser altro, ma non poter star fuori del gruppo e così via tutti gli altri
Sono come eravamo noi a quell'età, no vabbè io ero già troppo pigro per poter meritare robe melodrammatiche,  non è stata un'adolescenza che valga la pena ricordare e trattenere nel cuore, ma nemmeno ricca di grossi traumi. Mediocre e accettiamola cosi, va.
Comunque TREDICI è anche la storia del dolore della famiglia di Hannah, dell'impossibilità delle scuole di esser presenti sempre e tempestivamente per aiutare tutti gli scolari, però è anche la storia della bellissima amicizia tra Clay e Tony, di una rinascita attraverso il dolore , una storia dove le cose devono andar al proprio posto prima o poi.
Una bellissima storia, per una serie tv che ho amato profondamente

ps: reputo, però, la seconda stagione pleonastica. Almeno in teoria.

2 commenti:

psichetechne ha detto...

Bellissima e viva recensione, che condivido pienamente!

babordo76 ha detto...

Grazie! Sai sono una persona molto emotiva e se vedo una cosa che mi piace parto in quarta ^_^