lunedì 21 agosto 2017

ORECCHIE di Alessandro Aronadio

Come ben sapete, da queste parti siamo fortemente e giustamente appassionati di cinema italiano. Il quale non è quella cosa brutta brutta tanto descritta da wannabes e altre tragedie umane, o almeno non è affatto messo così male.
In particolare, in questi ultimi tempi le cose sembrano andar davvero bene. Abbastanza bene, dai!
Ci sono autori più o meno nuovi e giovani, che cercano di portare in scena pellicole meno provinciali e sciatte, tra queste opere un posto sul podio delle migliori commedie degli ultimi dieci anni, va senza ombra di dubbio a  Orecchie.

Ammetto di aver provato interesse e simpatia per l'opera,  già a partire dal trailer. Ho un debole per il cinema in bianco e nero, trovo che sia il modo giusto per filmare al cinema. Potente, evocativo, mi porta a giudicar positivamente la pellicola a prescindere.No, Renny Harlin è inutile che giri in b/n, tu no!
Il formato è un formato quadrato che va da 1:1 a un moderno, almeno wikipedia dice così,  1,85: 1.  A molti non piacerò, lo troveranno poco cinematografico e molto televisivo, però a mio avviso rende bene il senso di schiacciamento del protagonista, ma questa è una mia cazzata da cinefilo allo sbaraglio.
Il regista ha partecipato alle sceneggiature di film come : I peggiori, Classe Z, Che vuoi che sia, e ha diretto un film nel 2009,  Due vite per caso. ( fonte Coming Soon), è anche autore di un libro : Lo strano caso del dottor David e mr  Cronenberg: saggio sul doppio nel cinema.
 Quindi un nome da segnare e seguire con interesse, perché fa parte di quella generazione di registi che , seppur rimanendo in ambito di solide tradizioni cinematografiche nazionali, sperimentano linguaggi diversi o rendono più robusta e meno provinciale la commedia italiana

La storia ha una sua unità di tempo precisa: una calda giornata romana, in una città quasi deserta. Un eterno giovane della nostra generazione di ragazzi quarantenni, si sveglia con un fischio all'orecchio. La sua ragazza non è in casa, ma in compenso gli ha lasciato un biglietto con scritto: è morto il tuo amico Luigi, oggi c'è il funerale.
L'uomo non ricorda chi sia codesto Luigi.
In più il problema alle orecchie non lo molla un momento.
Si troverà coinvolto in una serie di episodi assurdi, folli, tra dottori in vena di sadiche burle o che non badano a quanto gli dice il paziente, ( meraviglioso Massimo Wertmuller e ottimo Andrea Purgatori), dovrà affrontare alunni svogliatissimi che però sono piccoli tamarri del rap, per altro colla presunzione di far un concept tratto dallo Straniero di Camus, direttori di giornali che usano la filosofia per dar dignità ad articoli di rara inconsistenza e trivialità, madri eterne giovani col nuovo compagno, artista di strada proveniente dall'est,  e paura di amare o non amare abbastanza, incapacità di aver idee chiare sul rapporto sentimentale colla ragazza, vivere una vita in difesa, guardando con distacco gli altri, per timore di viverla sta vita.

Orecchie, è un ottimo film: fa ridere davvero molto, grazie a un umorismo che rammenta un certo Moretti degli inizi, più surreale in certe cose, un pizzico di Allen, e tanto, buon ,caro, vecchio, lavoro di sceneggiatura.
Parla dello smarrimento dei nostri tempi, di indecisioni, timori infondati, incapacità ad ascoltare oltre quel rumore che abbiamo nelle nostre "orecchie", c'è un bellissimo lavoro fatto sui dialoghi, come l'emozionante monologo finale, ci diverte tanto, cosa sempre buona, e ci fa affezionare ai suoi personaggi: sgangherati, ma umanissimi.
Piccolo film, ma con un ottimo cast che recita in modo eccelso per tutta la durata della pellicola; oltre ai citati Wertmuller e Purgatori, ci sono Pamela Villoresi, Piera Degli Esposti, Milena Vukotic, Rocco Papaleo, Ivan Franek, Silvia D'Amico. Tutti hanno una scena o battuta memorabile, dimostrando la massima attenzione per ogni personaggio.
Fra tutti, però, credo  vada seguito con attenzione, il suo protagonista: Daniele Parisi, che mi ha rammentato un po' Mastandrea, per l'indole romana di sopportare ogni cosa. Bravissimo, assolutamente, eccezionale
Finisco dicendo che secondo me, ocio che la sparo grossa, il film cita anche 7 piani di Buzzati e il fischio al naso di Tognazzi, ovviamente senza diventar così cupo e drammatico, ma potrebbe essere.
In ogni caso. andate a vederlo, vale la pena!


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