mercoledì 11 dicembre 2013

THE SENTINEL di MICHEAL WINNER

Visto che domenica "io muoro", peraltro amorevolmente assistito dalla mia amica Valentina, causa visione del film MARTYRS, mi sto preparando al lieto evento guardando un po' di horror, giusto per tenermi in allenamento e non svenire alla prima persona squartata eh! Quindi mi son ricordato che da un po' avevo da vedere codesta pellicola diretta da un buon artigiano come Micheal Winner.  Uno di quelli che girava film sulla scia magari delle mode o umori degli spettatori,ma che in alcuni casi anche li ha imposti vedi il suo film più noto: Death Wish- il giustiziere  della notte. Film epocale,leggendario, che ha dato la grande popolarità a uno dei miei attori preferiti: Charles Bronson

Come molti artigiani il nostro Micheal aveva una grande professionalità . Mirava al sodo, non si disperdeva in pleonastici intellettualismi perchè magari rispettava quei colleghi in grado di farlo. Non è Cronenberg, nè Kubrick, così si limitava a fare bene il suo mestiere e a rispettare il pubblico. Donandoti comunque una storia, dei personaggi che suscitino un minimo di empatia e interesse, film che non ti vergogni di aver visto, anche se sai che non sono opere memorabili.
 Si,a me Micheal Winner come regista e uomo di cinema- scrive e produce anche- non è mai dispiaciuto.




The Sentinel è senza ombra di dubbio da annoverare tra le sue pellicole migliori e più riuscite. Tratto da un romanzo di Jeffrey Konvitz- chi è ? Ma se non lo sa nemmeno lui, dovrei saperlo io?- sceneggiato,prodotto, diretto da Winner , la pellicola si riallaccia al filone del sottogenere demoniaco. Prendendo le suggestioni de L'esorcista , Rosemary's baby, e le storie sulle magioni maledette. E fatemelo dire: senza questa pellicola mi sa che pure L'aldilà di Fulci non avrebbe sfruttato certe idee suggestive e a suo modo perturbanti.

Di cosa parla questo film? La storia è quella di Alison, una modella che dopo un brutto periodo di stress nervoso torna al lavoro ed ha una relazione sentimentale con un giovane avvocato :Micheal Lermann. La coppia sembra felice, stanno cercando una casa in cui convivere insieme,ma lei è dubbiosa. Cerca i suoi spazi, è tormentata dal rimorso per il suicidio della moglie del suo amato, e insomma preferisce vivere da sola.
Così si reca in un vecchio palazzo. L'affare è ottimo e lei si sistema lì.



La ragazza è però ancora traumatizzata dalla morte del padre. Un uomo laido,viscido,repellente, e causa del tentato suicidio da ragazzina da parte di Alison. Poichè sorprende l'uomo a letto con due sgradevolissimi mignottoni!
Oltretutto sul lavoro è vittima di dolori e svenimenti, e come se non bastasse tutto questo , anche i vicini di casa sono quantomeno particolari e strani. Anziani ambigui, un coppia di lesbiche descritte con un bigottismo che però era la maniera naturale del periodo,vecchie rintronate, gatte sataniche. Tanto materiale buono per qualcosa di dozzinale e ridicolo,invece la mano del regista e la bontà di una sceneggiatura quanto meno robusta riescono a portare a casa un prodotto decente



Il disagio di Alison ,diventa il nostro. Lei si perde in una solitaria follia, che in mano a grandi autori come Polanski ci avrebbe dato un altro Repulsion, e questo forse è l'unico dispiacere, ma Winner senza strafare , senza improvvisarsi Visionario che mo ti cito Ken Russel e Jodorowsky, si affida ai trucchi del mestiere e sfoggia anche alcuni tocchi di un certo pregio registico. La donna è convinta che vi siano degli inquilini con lei, ma la sua padrona di casa la informa che la casa è abbandonata e ad abitarci ci sono solo la povera Alison e un vecchio prete che passa tutta la sua vita a fissar il nulla dalla finestra.

Chiaro che questa notizia non farà piacere alla ragazza, sopratutto dopo aver pugnalato il cadavere ambulante del padre tornato dall'aldilà per prenderla e portarla via con sè. Ovviamente con il cazzo che ha accoltellato lo spirito di un vecchio porco,ma daje ' nartra mazzata alla sua psiche.





Gli ultimi dieci minuti sono un delirio di corpi deformati, carne marcia, cannibalismo, vecchi dall'inferno, veramente notevole e ben girata. Sicuramente all'epoca erano immagini forti, per un prodotto comunque medio e di massa, mainstream. Ma in quella bella epoca si poteva fare. Si scrivevano film con storie e non citazioni buttate li alla cazzo di cane che fa tanto figo, personaggi non strampalati con dialoghi forzatamente fighi

Questa è una pellicola horror senza grilli per la testa, vuole solo spaventare e intrattenere bene, in modo adulto, il suo pubblico. Non lesina in sangue e violenza, ha dei buon momenti di suspense e sopratutto un validissimo cast pieno di stelle vecchie e in disarmo,ma anche nuovi volti che avrebbero fatto molte cose nel decennio successivo. Da Chris Sarandon, nel ruolo del compagno ambiguo di Alison, a Burgess  Meridith il vicino di casa che nasconde una identità malvagia,ad  Ava Gardner, Eli Wallach, John Carradine, Martin Balsam e gli allora giovani: Cristopher Walken, Jeff Goldblum, Tom Berenger.





Davvero un notevole cast, per una buona pellicola dell'orrore. Da riscoprire



4 commenti:

SHORT STORIES ha detto...

Messo in lista!!!! ;)

babordo76 ha detto...

non te ne pentirai! Nemmeno edgar allan eh!

Napoleone Wilson ha detto...

http://malastranavhs.wordpress.com/2013/01/31/sentinel/

Napoleone Wilson ha detto...

Michael Winner è morto, pochi mesi fa.