mercoledì 30 settembre 2020

SPECIALE FLORENCE KOREA FILM FEST: SESTO GIORNO . MARTEDI 30 SETTEMBRE 2020

 Il remake di un film di To, un'avvincente thriller/black commedy e un horror sulle possessioni demoniache con alcune soluzioni interessanti.


- The Believer

diretto da Lee Hae-young.

Un festival che offre spazio, giustamente, a remake e affini considerandoli operazioni cinematografiche degne di attenzione. Cosa che non verrà mai compresa da una certa parte dei cinefili, ma che per me non è da considerare affatto come il male assoluto.  The Thing era un remake, per esempio. Come sempre è il chi e il come che contano. Che il prodotto sia originale o meno.  Questo preambolo per dire che anche questa pellicola è un remake. Di un film diretto da uno dei miei registi preferiti: Johnny To. Purtroppo non ho visto Drug War, per cui non posso far confronti. Per questo motivo- gatta  che ha deciso di dormire sulle mie gambe permettendo- scriverò alcune cise sulla pellicola coreana, come se fosse un film a parte.Anche se certe atmosfere alla To si avvertono.

Il film è la storia di un onesto poliziotto della narcotici che è ossessionato dalla caccia al misterioso Mr Lee. Un imprendibile e ferocissimo boss del narcotraffico, colpevole anche della morte di una giovane tossica, a cui il nostro eroe era particolarmente legato. Per prenderlo si affida a un giovane, unico sopravvissuto in un attentato in una fabbrica per la produzione di droghe.

Il film è un buon thriller. Nulla di particolarmente imperdibile, ma ha il senso e il gusto dello spettacolo, sa creare personaggi in grado di sfiorare  un certo senso dell'epica. Le sfumature del personaggio principale creano una sottile atmosfera ambigua, sul confine tra bene e male, ma non c'è quella pigrizia attuale in cui non c'è differenza alcuna tra bene e male. Qui piuttosto si indaga sul mezzo adatto per raggiungere un buon fine.. Certo, diciamo la verità: a metà film già si capisce chi è il vero Mr Lee, ma questo non toglie il fatto che l'opera sia assai interessante. Buon cinema d'intrattenimento.




-Hard Day

diretto da Kim Seong-Hun

Opera che ha partecipato, nel 2014, al Festival di Cannes. Narra le vicende  Go Geon -Soo, non proprio uno stinco di santo, il quale investe un uomo uccidendolo sul colpo. L'uomo cercherà di far sparire il cadavere ed evitare grane, ma subito qualcuno comincia a ricattarlo.

Ho apprezzato molto questo film. Credo abbia tutti gli ingredienti per poter piacere a buona parte del pubblico, ed è un altro esempio di come il cinema, inteso come industria, sia in grado di compiere al meglio la sua missione di donare agli spettatori  storie e personaggi capaci di farci dimenticare le grane quotidiane, le brutture del mondo, per un paio di ore.  Kim Seong -hun crea un meccanismo perfetto tra ironia, tensione,  thriller puro. Basti pensare alla lunga scena in cui  Go Geon decide il posto migliore in cui nascondere il cadavere dell'uomo che ha investito, ma l'ha davvero ucciso lui? O c'è un'altra verità?

Ci si affeziona al nostro eroe, si spera che ce la faccia anche perché ha come antagonista, un personaggio che è l'incarnazione del male. Certo i toni da commedia nera stemperano in parte anche la carica violenta e crudele del villain, come sempre interpretato benissimo da  Jo Jin.hung , attore a cui è dedicata la retrospettiva di questa edizione, davvero un grandissimo artista; tuttavia non manca la violenza e le consuete spettacolari scene d'azione.

Per me uno dei migliori film di questa edizione.




- Metamorphosis

diretto da Kim Hong-sun

Ecco il momento horror, cioè quel bellissimo momento in cui so che non dormirà per tutta la notte, causa lo stremizi, cioè lo spavento, dovuto alle atmosfere inquietanti del cinema dell'orrore coreano.

La pellicola in questione fa parte di una categoria del genere che non mi ha mai entusiasmato più di tanto: le possessioni demoniache. A parte qualche pellicola, lo trovo un sotto genere abbastanza tedioso,

Invece con questo film non ci si annoia,  perché il regista pone dei piccoli, ma assai avvincenti, cambiamenti al filone di riferimento. Prima di tutto specifica bene che il diavolo si fa strada in persone abbandonate alla rabbia, al senso di colpa, all'odio.  Questa spiegazione offre una maggior chiave di interpretazione verso il personaggio del prete protagonista. Uomo segnato dal fallimento di un esorcismo, distrutto da senso di colpa. Inoltre la famiglia protagonista si intuisce esser abbastanza disfunzionale, senza dover per forza entrare nel merito e lasciando allo spettatore la voglia di comprender i loro problemi. Principalmente, come capita in molti nuclei famigliari, dovuta a cattivi rapporti con i parenti, in questo caso lo zio prete che ha gettato la vergogna sulla famiglia del fratello.   Il nostro esorcista, quindi, è il tramite/simbolo del male che si insinua nella famiglia protagonista della pellicola, perché la sua presenza è un non rimosso, un argomento scivoloso e doloroso che scatena colpa e rabbia. Una buonissima intuizione.

 Come si manifesta il demonio? Che volto umano avrà?  Ecco l'altra bellissima idea.  Il male prende le sembianze delle persone che conosciamo,  o dei vicini di casa.  Non rimane sempre bloccato in un corpo legato al letto, ma ci confonde e colpisce trasformando le persone da noi amate, in esseri orribili e crudeli. Spiazzandoci, facendoci sentire insicuri all'interno della nostra casa, famiglia, i luoghi più sicuri per molti di noi.

Anche a livello estetico, di pura immagine cinematografica l'ho trovato davvero riuscito.  Suggestiva tutta la scena in cui il padre di famiglia si trova a vagare per la casa del vicino. I cadaveri degli animali, la sporcizia immonda, sia fisica che morale,  l'orrore che si palesa. 

Inoltre non lesina su un certo effetto gore, in particolare nel make -up delle e degli indemoniate/i. 

 Oltretutto è un film di genere che punta a creare uno spettacolo rutilante, anche rozzo in certi momenti, senza voler per forza voler essere il capolavoro del genere o cambiare del tutto le regole del genere.

Un ottimo film medio. Che non è garbato agli spettatori che si sentono critici cinematografici, e nel peggiore dei casi lo sono, incapaci di godersi un film per quello che è,  ossessionati dal mostrare al mondo la loro intelligenza e il loro buon gusto, per gli altri, gli spettatori normali, invece sarà una pellicola di buon intrattenimento.

ps:  non possiamo nascondere i difetti di questo film. Chiari e limpidi, ad esempio spesso si dimenticano di qualche figliolo/a , anzi un fatto assai tragico praticamente passa quasi del tutto inosservato, Tuttavia, forse non lo sapete, ma i vostri genitori non è vero che vi considerano tutti uguali. Per cui la mancanza di un figlio o una figlia si fa sentire, di altri/e no. Una tragica verità svelata, buttata lì, così de botto.

Io vi suggerisco di vederlo come un film di puro intrattenimento, senza rifletterci sopra, godendo dello spettacolo e ridacchiando per le cose sbagliate. 

A me è piaciuto.






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