venerdì 4 maggio 2012

IL GRANDE CAPO di LARS VON TRIER

Mancava da un po' una bella recensione,ma che dico recensione:ode e venerazione,per quello che reputo insieme ai Dardenne e a Zhang Yimou,la mia sacra triade del cinema moderno.No,vabbè ma quale triade poi c'è la banda Anderson:Paul,quello intelligente,Wes,senza Dori,e Brad.Poi Eastwood,Carpenter,Friedkin della vecchia scuola,e il mio occhialuto preferito:Woody Allen.Insomma questa è più o meno la banda,con l'aggiunta di Neal Marshall,Joe Wright,Edgar Wright,mi sa pure il figlio di Bowie,che sono i nuovi.In Italia?Garrone,ma tranne Gomorra-episodio ottimo,ma a parte.

Insomma però quello che mi fa delirare,quello di cui non mi stancherei mai di parlarne e lodarlo è lui:LARS!
Un vero genio del cinema,e come tutti i veri geni:discontinuo,lunatico,bizzoso,non certamente simpatico o affabile.Tiranno,magari.Meglio.Certamente gigantesco,più grande di qualsiasi grande film.
Cosa mi ha colpito di questo regista tanto tempo fa?Il fatto che come ogni vero artista dovrebbe fare divide il pubblico e la critica.Riconosci subito un suo film,anche se lo vedi dopo anni e già cominciato.Lars domina la materia cinematografica per parlare di sè.E stranamente,scusate la bestemmia,parla anche di me:un megalomane soffocato,anzi che si auto soffoca con dosi inopportune di disistima e plauso alla modestia...Col cazzo!Però non ho nemmeno il talento di Lars,cioè per me si,ma è chiaro:sragiono!Così quando vedo i suoi film mi perdo totalmente nel suo universo e lo sfioro.Non mi permetto certo di mettermi al pari di uno dei pochi,anzi dei due che stimo in maniera violenta:l'altro è Stalin.Anzi sono tre:lars,josif vessarionovic dszusghavili,e Mourinho.Per questi tre la mia venerazione raggiunge livelli clamorosi!
Dopo Mandarley,Von Trier decide di abbandonare la sua trilogia sull'America e si dedica a una commedia.
Una sorta di vacanza,tanto che lui stesso sia all'inizio che alla fine ci tiene a dire che è solo un film,solo una commedia,senza nessuna metafora o sottotesto.Qualcuno magari ci crede pure:vi sta prendendo per il culo.Come del resto fa quasi sempre.Qui però,il tono è leggero e divertito,una parentesi serena,ma solo all'apparenza.Lo vedo come un riuscitissimo intervento che il regista compie sulle sue ossessioni cinematografiche,dove ancore come sempre parla di sè e di cinema,usando una trama brillante e situazioni comicissime.Perchè si ride e anche parecchio.Sarebbe un perfetto brianzalotto il mio Lars,già lo vedo dire ai suoi detrattori:uè,testina toh te vist pistola mola che sun bon anca da fa rid?Perchè i tempi della commedia,le sue regole,sono in qualche modo rispettate e anche svelate .Una sorta di riflessione sul cinema di intrattenimento leggero,ma con le classiche tematiche del Maestro.I dialoghi prendono dalla migliore tradizione della commedia americana,i personaggi sono aarchetipi tipici del genere.usati secondo le modalità richieste da quel tipo di cinema.
Questo quindi uno dei modi di visionare la pellicola.Poi c'è anche un altro.Von Trier da Moralista serio e credibile,come me,quale è cosa fa?Ti parla della disintegrazione dell'individuo,lo smarrimento senza ritorno dell'uomo nella nostra epoca,in cui è più reale e vera una finzione,in cui la negazione dell'Io passa attraverso la forzatura di un individualismo massificato,una società che si basa sulla recita come se la vita fosse un film,e nemmeno bello.Ci dice che l'etica è morta,anzi cosa mai sarà questa cosa?Esplode il suo nichilismo chiaro,limpido,penetrante,violento,radicale,pessimista,militante.Però esposto attraverso la risata.Perchè mentre ridete e vi dico io stesso che è solo una commedia,io vi sto prendendo a pugni in faccia.Violentemente,sadicamente.Il film attraverso la continua tensione dell'attore fallito che cerca di interpretare il grande capo di un'azienda che probabilmente fa informatica-ma la gente mica ne è convinta,sa solo usare paroloni inglesi per dire cosa?-ci parla proprio del cinema e della società Non sono due cose diverse,quando dici :faccio cinema,stai intervenendo sulla vita reale di molti.Ci vuole responsabilità,per fare il regista.Lars a modo suo ce l'ha.
Il rapporto tra l'attore Christopher e Raul è quello tra LARS affermato regista popolarissimo  e stimatissimo,(raul),cinico e manipolatore.E lars l'artista incapace di sostenere la popolarità,il successo,animo candido e disordinato,ma anche umanissimo.Ci sono molti indizi che il film sia una sorta di autobiografia del regista-l'ennesima- sfruttando un genere:un personaggio che parla del Dogma,Christopher che dice alla sua ex :"una volta eri contro gli sfruttatori",citando il suo passato nei Giovani Comunisti-come me!-e così via.Può anche essere letta come denuncia contro la società capitalista in mano a rozzi cafoni-il presidente islandese- e farabutti manipolatori-raul-una visione spietata del mondo degli impiegati,un attacco anti borghese.
Tutto questo:sopratutto una splendida commedia.
La storia è semplice:un attore fallito decide di interpretare il ruolo del Grande Capo in una ditta danese,la quale sta per essere ceduta a un colosso islandese.L'attore darà inzio a una serie di incomprensioni e guai assolutamente spassosi.Finale di un cinismo devastante.

4 commenti:

hetschaap ha detto...

Il grande capo ancora mi manca. In realtà ero molto curiosa di vedere Lars all'opera su una commedia ma al cinema mi passò (non è che ci sia rimasto molto...) e poi non mi è più capitato di vederlo. Ma lo farò. Abbi fede ;-)

babordo76 ha detto...

c'era ieri sera su La7d pensa un po'!
Vale assolutamente la pena

hetschaap ha detto...

Ma io, per scelta, la tv non ce l'ho! Pensa te ;-)

babordo76 ha detto...

fai bene,non sei un'intellettuale farlocca come me!^_^