giovedì 30 agosto 2012

PRIMO AMORE di MATTEO GARRONE

Titolo sarcastico,amaramente e ferocemente romantico,per una pellicola che a mio avviso è tra le migliori ,non solo del regista,ma della nostra morente cinematografia fatta di anemiche pellicole dabbeniste e borghesi.Incapaci di analizzare il malessere,la follia,la crudeltà,in un contesto di benessere materiale,si abbandonano a lezioncine morali inopportune  e noiose.Garrone invece ha il coraggio di girare una pellicola non facile,non per tutti,non consolatoria.Storia vera,reale,e per questo ancora più spaventosa,traumatizzante,perchè nemmeno possiamo nasconderci dietro il solito:ma tanto è un film!Perchè quello che vediamo sullo schermo,già terribile di suo ,qualcuno l'ha subito nella sua vita quotidiana.
Mostri,così li chiamiamo dopo.No?Qualcuno si lamenta,cerca giustificazioni,dice che sono come noi,ma ...ma sono mostri !Sicuramente mimetizzati benissimo tra i tanti tontoloni normali che popolano il mondo.Avranno subito traumi e visti così sono come noi,nel senso:non vanno in giro a fare minchiate.Gente normale,qualcuno potrebbe dire..e dicono poi nei tg.
Alla base c'è un libro:il cacciatore di anoressiche.Alla base c'è uno che ha scritto questo libro e che è in carcere per l'omicidio della sua compagna-quindi anche il finale che per molte sarà liberatorio,in realtà è beffardo e non conclude un beato cazzo-Marco Mariolini,mi pare si chiami.

Nel ricco Veneto Sonia incontra Vittorio ,un piccolo artigiano orafo che gestisce la minuscola azienda paterna con due operai,potrebbe sembrare una storia come tante,(anche se dall'inizio dà segnali inquietanti),se non fosse che l'uomo è ossessionato dalla magrezza,anzi da una magrezza estrema che lui giudica la reale purezza,la perfezione.Così lei in principio accetta di dimagrire,poi si ritrova prigioniera dell'ossessione dell'uomo.
Quello che molti reputano un gesto di salvezza finale della donna,in realtà non cambia nulla-la voce dell'uomo dice che rimarrà sempre con lei-e infatti nella realtà lei è morta,uccisa a coltellate.
L'amore è una malattia feroce e spietata,che anulla la volontà nei soggetti deboli,una guerra dove i rapporti di forza contano come in ogni altro settore.Un film oscuro,lento,fatto di piccole cose ed esplosioni incontrollabili-da manuale la scena del malore di Sonia in discoteca e la crisi al ristorante- certo molti lo abbandoneranno subito:vogliono solo evadere e azione,pazienza.Non interessa a noi.Gli altri,quelli che chiedono al cinema di non trattarli da coglioni perchè figli di operai,ma di farli crescere troveranno una grandissima pellicola ,un film imperfetto ma fondamentale,importante,uno di quelli che ti trascinano in un universo dove la normalità di tutti i giorni nasconde una follia incontrollabile,furiosa,devastante.La solitudine assoluta della vittima e del carnefice rinchiusi in una prigione che dovrebbe essere la cosa più bella che possa capitare nella nostra vita.Implacabile e crudele.
Da vedere assolutamente

2 commenti:

Alessandra ha detto...

D'accordissimo. Un film duro e doloroso, ma in un certo senso necessario.

Ale55andra

babordo76 ha detto...

splendido,assolutamente splendido,necessario,urgente e urticante.Il cinema italiano come dovrebbe essere sempre