martedì 20 agosto 2013

IL CAMMINO PER SANTIAGO di EMILIO ESTEVEZ

Io, come ben saprai, non è che sia una persona equilibrata . Si, ho sbalzi di umori, talora sono sarcastico e pungente,qualche volta intollerabile. Ma sono sopratutto uno, che nei suoi momenti migliori, ama la gente e vuole conoscerla. Non mi servono grandi storie di calzamagliati e mutandari, non mi servono imprese epiche ed eroiche,mi piacciono le storie che parlano di noi, delle nostre vite. Perchè ci trovi di tutto,assolutamente di tutto: è melodramma,tragedia, commedia dell'arte, tutto. E siamo noi. Conoscere una persona ,vuol dire comprendere anche i suoi difetti, non perdonarli, ma non usare termini a caso che possano ferirla o altro. Conoscere bene una persona, vuol dire aver a che fare con un mondo immenso di emozioni, debolezze,splendori e miserie. Siamo questo e non altro. Io credo che nonostante il brutto, le cose squallide,il dolore, noi non siamo nati per soffrire e per concludere con rabbia e tristezza la nostra vita, noi siamo qui per conoscerci e fare questa strada insieme.
Litigheremo, ci ameremo, tutto è possibile, ma noi viviamo negli e per gli altri. Per le amiche e gli amici, che diventano come sorelle e fratelli, anche se non ci incontriamo di persona.
Non è naturale essere soli, e non dico tanto essere scapoli o zitelle,ma soli ..Senza amicizie, senza perdersi e confrontarsi con la gente e tutto quello che consegue.
Mi piacciono i film che mi commuovono, e mi piacciono tantissimi film perchè io mi commuovo spesso. Non so dovrei vergognarmene, ma non me ne frega nulla. Non voglio sprecare il tempo a dar spazio al cinismo e allo stuporismo, mi piacciono questi film fatti di Sentimenti. Sai sono cose un po' sputtanate in questi tempi.





                          


Tom è un oculista che vive una vita agiata fatta di lavoro, partite di golf con gli amici,una vita ordinata e inserita nel sistema. Suo figlio Daniel è all'opposto vuole conoscere il mondo, irrequieto, non trova pace nello stile del padre. Un giorno , durante una partita di golf, Tom viene chiamato da un poliziotto francese: suo figlio è morto.
Una tempesta l'ha sorpreso mentre voleva andare in Spagna nella famosa cattedrale di Santiago . Un pellegrinaggio di 800 km fatto ogni anno da persone di nazionalità diverse.
L'uomo capisce di non aver mai avuto un reale rapporto con il figlio, di non aver mai accettato la sua vita e per questo decide di partire per concludere il viaggio che il ragazzo stava compiendo. Con le ceneri del defunto da lasciare nei punti importanti del pellegrinaggio.


            

All'inizio vuole fare la cosa da solo, ma sarà la strada e il viaggio a fargli capire che non possiamo e non dobbiamo rimanere mai soli. Non è umano, non è accettabile. Così scoprirà che il destino o la vita gli ha dato la possibilità di incontrare alte persone e diventare una sorta di famiglia, di unità, chiamala come cazzo vuoi,ma il nostro dolore terrà compagna a quello degli altri, come le nostre gioie e i passi che faremo.

Non è un film che vuole regalare ottimismo a tutti i costi, non cerca il facile ricatto emotivo, non tenta la strada della scena madre, anche quando potrebbe.

Si tratta solo di un grandissimo film su noi, su noi come esseri umani, come abbiamo bisogno di relazionarci, di vivere intensamente il dolore e come possiamo sopravvivere.

Io non sono pessimista, non credo che dobbiamo per forza stare male e fare del male. Mi piace pensare di essere come Tom e i suoi amici, lungo una strada infinita e vorrei percorrerla tutta con i miei amici e le mie amiche



                   


Un film che affronta anche il tema del lutto, della scomparsa di una persona cara, di rapporti conflittuali tra padri e figli, che dona spazio alla figura paterna descrivendola come è nella normalità.

Ecco io li premierei codesti film. Vale la pena. Così come sono da applauso l'intero cast, tra questi spicca un emozionante Martin Sheen    

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