Tentacoli in via Craxi
di
Davide Viganò
Bloccata
in mezzo al traffico. Non c’è mattina che andando verso via Craxi qualche
macchina non tenti di ammazzarla, o qualche pedone decida di suicidarsi
gettandosi sotto le ruote del Maggior Eden Sinclair.
Fosse
per lei, la Cassia sarebbe una zona libera e pacifica! Ma Rhona è lontana, vive
da qualche parte, in America, e lei ogni mattina deve lottare contro la fauna
degli autisti e dei folli incoscienti che…
«Abbbella!
E daje!». Un essere diversamente umano sta suonando come se fosse un fottuto
mago della pioggia il suo divino tamburo-clacson! Ride, d’altronde lei è una
donna e una ciclista, niente di meglio per sfogare la sua frustrazione da
avanzo di palestra.
Lei
si ferma sulla strisce pedonali e lo guarda. Questa volta non scapperà. Ne ha
fin sopra i capelli di questi mascalzoni, della gente volgare e maleducata, di
vedere la sua vita sempre messa sotto torchio dai reazionari, da chi la giudica
per la sua vita, per quello che è.
Così
fissa con rabbia il burino dal collo taurino, il viso abbronzato penosamente
con la doccia solare, la catena massiccia d’oro pacchiano.
Vede
le tempie del tizio pulsare, la vena del collo ingrossarsi, la mandibola
spezzarsi, carne e ossa volare in aria e pigramente cascare per terra. Infine
la testa del tipo esplode in mille pezzi come fuochi d’artificio per carnevale.
«allora!! a
fracicona te dai ’na mossa?!»
No,
nemmeno questa volta sono morti. A parte lei, ogni giorno sempre più triste e
demotivata.
Il
suo ufficio si trova all’inizio di via Craxi. I gradini che sale e scende
sembrano sempre più il passaggio verso una ulteriore giornata di mediocrità
spesa come terza assistente al montaggio per un patetico film con un noto
comico televisivo come protagonista.
Ecco:
lei e la moviola. Tutti i giorni, per troppi giorni. Questo è il cinema:
un’industria, da noi quasi in fallimento, che sfrutta a modo suo la pazienza e
la vita delle maestranze. Pensa che nonostante tutto, però, a lei non
dispiaccia affatto come lavoro. Un passaggio su Facebook, una partitina a
Criminal Case, un momento di doverosa noia, mentre l’amore come la pensano gli
eterosauri continua a fare danni cerebrali nella moviola.
«Hai
sentito?». La voce del suo collega, il secondo assistente al montaggio, la
riporta alla realtà (Fanculo a te! Stavo
spaccando la faccia agli automobilisti zombie, insieme a Rhona).
«No,
cosa?». Mica ha veramente voglia di sentire la risposta, ma non è maleducata.
«Stasera
passerà dalle nostre parti un asteroide… Mi pare, o una cometa. Be’,comunque,
sono tutti in allerta. Ho sentito Letta…».
«Chi?»,
domanda sbadigliando lei.
«Il
capo del governo…».
«Oh,
santo cielo! No, per favore niente politica! Che quella ha rovinato l’Italia!».
«Sì,
ma il governo ha fatto sapere…».
«Dai,
non mi interessa! Tra poco finisco e vado a casa. Devo scrivere un post da
pubblicare sul mio blog, l’unica cosa che mi dà una vera e goduriosa felicità».
Asteroide…
Perché no? Che spazzasse via questo governo classista, servo sciocco del
capitalismo, accozzaglia di “destronzi” e “democretini”! Sì, una bella fine del
mondo in cinemascope e technicolor!
Basta
razzisti, omofobi, rivoluzionari tagliagole pagati dal Mossad, basta illusioni,
sciocche speranze nel cinema e nella scrittura. Laura si sente stanca e
demotivata, forse quell’asteroide… Non piangerebbe certo la fine dell’umanità.
Lei girerebbe per una Roma devastata , distrutta, in mano ai morti viventi e ai
banditi, li farebbe a pezzi con la sua motosega e il fucile a canne mozze, come
Ash!
E
poi… booom! Un rumore assordante,
il terreno sotto i piedi che trema violentemente, e lei che, leggera come una
piuma, si ritrova a volare verso il soffitto e poi cadere pesantemente per
terra.
Buio,
silenzio, quanta quiete… Non mi rompete
(si ritrova a canticchiare la canzone dei Banco del Mutuo Soccorso, da quanto
tempo non la cantava! Da quando aveva voglia di vivere e combattere), un rumore
in sottofondo… Cosa? Voci, forse.
«laura! laura!» Mani che l’afferrano, si
ritrova in piedi. La testa gira, fa fatica a muovere i piedi. Qualcuno la sta
trascinando verso il corridoio.
«Cosa
fai Francesco?», chiede al secondo assistente al montaggio.
E
poi piovono parole, esondazione di frasi, diluvio di risatine isteriche. La
gente in via Craxi è folle! Automobili, camion, gente che salta sui tetti dei
mezzi e canta. Sono tutti nudi e selvaggi. Si abbracciano e baciano e ridono,
bestemmie allegre arrivano fino al Paradiso.
«Un
asteroide ha colpito il governo! Proprio il governo, dove cazzo si ritrovano…
Oh, mio Dio sono così allegro che
nemmeno lo rammento! Be’, spazzato via! Tutti morti! Siamo liberi!», grida
piangendo e ridendo Francesco.
Il
cellulare vibra con insistenza, lei lo estrae con fatica dalla tasca dei
pantaloni. Un messaggio.
Silvia
la informa che il ponte in corso Genova, che lei malauguratamente conosce assai
bene, è pieno di gente in totale e irresistibile delirio.
Ci
sono delle violenze di gruppo sulle ragazze, risse, e sorrisi, abbracci, pianti
di gioia.
In
tutta Roma la situazione è la stessa.
«Cosa
è stato?». Laura è convinta di aver parlato, ma il rumore della bolgia umana
sovrasta la sua domanda.
Francesco
è troppo impegnato a riprendere con il suo smartphone quello che capita e ride.
L’ultima
cosa che farà da vivo.
Da
qualche parte un tentacolo, tanto lungo e largo da oscurare completamente la
via e il cielo, si abbatte pesantemente sulla folla in festa.
«att–», fa per gridare Laura, ma lo
spostamento d’aria la sbatte di nuovo dentro nel palazzo dove lavora. Vede
Francesco e la gente spiaccicata. Poi con un rumore viscido e un odore che le
fa venire in mente le alghe e il putrido che si nasconde in fondo al mare, il
tentacolo si ritira. Lasciando detriti, sangue, ossa, morte, dietro di sé.
La
mano trema e il cellulare continua a cadere, che cazzo di numero ha Silvia? E
mia sorella? Laura è travolta dalla paura. «Tu hai chiamato Cthulhu, tu hai
risvegliato gli Antichi, e ora? Hai paura?», una voce che proviene dalle
tenebre profonde di un tempo dimenticato la canzona sardonicamente. Vero, è
lei… Lei la unica e sola responsabile. Piange, prima con fatica , con la gola
che scoppia e brucia, poi lasciando che le lacrime e la disperazione la
sovrastino…
«aò! e
daje!! te vuoi da’ ’na mossa!?».
L’autista burino dalla faccia cretina di chi non ha mai letto in vita sua, le
sta facendo segno, poco elegantemente, di darsi una mossa.
Si
guarda intorno: Roma è ancora intatta e la gente sempre la stessa. L’uomo
continua a suonare, mentre lei si gode lo spettacolo della sua città e della
fauna disperata, rozza eppur splendida che chiamano “umanità”.
Al
lavoro saluta Francesco, in fondo non è un cattivo ragazzo, e va tranquilla a lavorare
su quella merda di film.
Si
siede, accende il computer, è tutto apposto. Forse riuscirà a recuperare la
speranza perduta nel cinema e…
«Hai
sentito?». Francesco è preoccupatissimo.
«Cosa?»,
chiede sorridendo lei.
«Un
asteroide, si sta…». Una musica strana,come una risata profonda dall’inferno
cosmico si abbatte sulla vita di Laura e dell’umanità. Mentre sugli schermi tv Letta tenta di calmare la nazione.
Così
mi sono accorta che non stavo sognando e che davvero da qualche parte stava
risorgendo un’antica razza di vendicatori crudeli. Nemici che oggi combatto
disperatamente, la mia motosega e il mio fucile. Io contro i loro tentacoli.
Quando
mi chiedono: «Cosa avete sentito, Laura?», io rispondo: «Dopo il boato, con le
orecchie che fischiavano, sentivamo ancora quella musica. Dove fino a un
momento prima si trovava Enrico Letta, capo del governo delle larghe
intese, si apriva una spaventosa
voragine. Dall’enorme cratere si levavano nubi di fumo nero».
ps:buone vacanze io dal 12 al 18 sarò a Roma. Splendida città, splendida gente. La lovvo a manetta
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=13891
qui troverete l'ebook da scaricare gratuitamente !
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