martedì 18 maggio 2021

Le paludi della morte di Ami Caanan Mann

 Ami Caanan Mann è la figliola del leggendario Micheal. Attiva come sceneggiatrice e regista in televisione, gira nel 2011 codesto ottimo thriller ispirato ad eventi reali.


Memore dello stile ruvido e senza fronzoli di Kathryn Bigelow,  Ami firma un'opera cupa, violenta, opprimente. Filmando un ambiente desolato, povero, misero, in cui gli uomini sono più vicini alle bestie che agli esseri umani. In questo contesto di degrado morale, avvengono dei brutali omicidi che coinvolgono delle ragazze.  A indagare due poliziotti profondamente diversi tra di loro, ma che trovano comunque un modo per lavorare bene insieme,  Brian viene da New York, è un cattolico, ha una bella famiglia, si prende cura di Anne una ragazzina appena uscita dal riformatorio. Costei vive una situazione davvero pesante con la sua famiglia, la madre è una prostituta che scatena sulla ragazzina tutta la sua rabbia e la manda via di casa quando riceve i clienti. Nella loro casa passa il peggio del peggio della fuana maschile locale, e la ragazzina è sola di fronte queste cose, ad aiutarla ci pensa Brian.  Mike invece è un detective nato e cresciuto in Texas, dai modi spicci e violenti, come la ex moglie Pam. La donna chiede all'ex marito e al suo socio di darle una mano su alcuni delitti che sembrano identici a quelli su cui indagano i due uomini.


 Tutti i cadaveri sono abbandonati in una zona paludosa dove nessuno vuole entrarci, perché c'è l'altissimo rischio di perdersi e di morirne affondando nel pantano e nell'acqua putrida


Tuttavia i nostri eroi cominciano a indagare a fondo. Questo li porta a scontrarsi con la feccia criminale del paese. Papponi,  spacciatori, uomini violenti di ogni risma.  La visione d'insieme è quella di un posto dimenticato da dio, ad un passo dall'inferno.  Dove a rimetterci sono gli innocenti.


 Opera che suscita attenzione e coinvolgimento grazie alla ottima ambientazione. Un paese della profonda provincia americana,  brutto e squallido, come sanno essere certi paesini di provincia, abitato da persone tanto disperate quanto crudeli.  Sopra a tutto questo brilla il rapporto tra il poliziotto di New York e la ragazzina. C'è tenerezza, amore paterno, attenzione, il desiderio di salvare una giovane vita dal buio totale. Loro due cercano di uscire e non lasciarsi coinvolgere dal male che li circonda, ma è durissima. Non è detto funzioni.


Il resto riguarda una lotta senza speranza per fermare la follia, per impedire che altre giovani donne trovino una morte orribile.  La regista ci lascia intendere che tanta crudeltà e deviazione siano frutto dell'ambiente sociale, che trasforma le vite degli uomini e delle donne, creando vittime e carnefici. Un film per me assai valido, tra i migliori thriller che mi sia capitato di veder.

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