sabato 15 giugno 2013

OMICIDIO A LUCI ROSSE di BRIAN DE PALMA






Un film strano,ambiguo,obliquo,traversale. Che gioca e rielabora il genere del giallo,per destrutturarlo,ricomporlo,mostrare il trucco e la banalità del genere all'apparenza,ma del cinema in realtà.
Quindi quella che per i molti è un godibile giallo a sfondo erotico,diventa nelle mani di De Palma una beffarda,ironica,amarissima, accusa nei confronti degli anni 80 e di quello che era diventato il "fare film", l'industria cinematografica piegata a una estetica tanto glamour,quanto pacchiana e kitch.
Così prende come eroe Jack, un attorucolo di scarsa esperienza, uno di quelli che vivono alla periferia e ai margini del sogno american-hollywoodiano. Uno di quelli che girerà nella sua vita una manciata di squallidi e pessimi b -movie,sperando che l'onda inquinata del popolan-chic arrivi anche da loro,a intellettualizzare la merda o a inventarsi inni al conformismo basso,applaudendo simpatia  e onesta fittizie, Jack però è nato e agisce in un'altra epoca.
Migliore?No,e De Palma in questo suo sarcastico e pessimista trattato sugli anni 80 del reaganismo imperante,dell'estetismo cialtrone e ridondante, ce lo rammenta.
Così seguiamo Jack che è vittima di un attacco di claustrofobia, mentre gira la scena di un ridicolo film horror-erotico : "Bacio del Vampiro",perde il lavoro e gira alla ricerca di una nuova collocazione. Il grande regista italo-americano pare non aver fiducia nella macchina e organizzazione Cinema: tra riunioni aziendali,improvvisati maestri di recitazione e altro Il nostro povero eroe ,abbandonato anche dalla compagna,pare sul limite della caduta ,ma incontra - inaspettatamente- un amico.
Un altro attore come lui che gli affida una casa ,visto che lui se ne va per lavoro,e gli mostra l'attrattiva: una vicina di casa da spiare , attraverso un potente teleobiettivo,che si spoglia tutte le sere.
E qui troviamo un altro grandissimo tema ,che De Palma scopre e analizza in anticipo su molti altri:l'erotizzazione massificata e forzata,che crea dipendenza ,che ci trasforma in guardoni,che scredita totalmente l'individualità di una donna rendendole tutte uguali,( nel film avviene attraverso una parrucca ,ma nella realtà sono le foto con le posizione plastiche, i movimenti sexy che sono in realtà pezzi di corpo in catena montaggio),questo delirio libidinoso di corpi e sguardi che bruciano in pochi minuti lasciando l'ossessione del "rivediamolo",visto la possibilità offerta dalle vhs o dai dvd.
Una società malata terminale di trasgressioni facilone,vizi "onanistici" privati,decomposizione del piacere per un godimento da fast food. Il tutto sotto una ferrea difesa di un estetismo d'assalto,seppure ridicolo.



Jack scopre che la donna è pedinata da un tizio losco,un indiano,così la segue al centro commerciale e sulla spiaggia,dove il pellerossa scippa la donna.
La sequenza del sottopassaggio è grandissima lezione di scuola cinematografica , con il tunnel che diventa sempre più lungo e la sensazione atroce di perdersi e crollare.

Così De Palma ci mostra come la vecchia scuola del cinema, che è in crisi visto la comparsa di artisti come scott e affini che portano modelli da spot con tutta quella roba laccata,il montaggio frenetico,i fasci di luce pacchiani,ma che piacciono a chi ha gusti pacchiani ,ci mostra come anche in ambito di totale degrado,di videoclip, di spot,di decadenza della profondità del linguaggio cinematografico,si possa rendere anche questa merda profumata e gustosissima.
I rimandi ai classici di Hitchcock,( il primo piano di Jack che guida con la luce uguale a quella che illumina  James Stewart in la donna che visse due volte), i movimenti di camera, il set porno trasformato in un allucinante videoclip di Relax
Somma e summa degli anni 80 così come erano, e non come vorremo che fossero stati.
La trama gialla non è importante,alla fine la donna spiata viene uccisa,ma l'eroe scoprendo che è stato tratto in inganno e recuperando l'attricetta che si spacciava per la vittima, riuscirà ad eliminar il cattivo,che come sempre è una figura amica.
E poi torna sul set a fare il vampiro.

L'opera rimane un prodotto radicale,politico,sul cinema,sul vedere,sul sesso come prodotto massificato. La maggior parte si fermerà all'omaggio di de palma al periodo e giù di :ma che bei tempi,do you remember?
Sto cazzo,ecco la mia risposta

4 commenti:

CineFatti ha detto...

Gli 80 erano belli solo per la musica (ho retro-gusti cafonissimi LOL).
Per il resto, mi ritengo fortunata ad averne visto solo l'ultimo biennio, e per giunta non negli States.
Non che ora mi facciano gola, eh.

Comunque ottima recensione, colle' :)

- Fran

babordo76 ha detto...

sono stati esageratamente pompati e riempiti di reconditi significati,De Palma in tempi non sospetti ci mostra il degrado reaganiano e del cinema patinato,laccato,videoclipparo di quel periodo.Stile che io detesto profondamente

ps: si,la musica hard rock del periodo ,la new wave e certo pop non era male,come certi film. Si deve però dividere,etichettare,catalogare,per non inciampare nel nostalgismo alla cazzo di cane!

Napoleone Wilson ha detto...

Bellissimo thriller, uno dei preferiti del De Palma anni '80. Uno dei suoi titoli cardine per un'intera estetica ottantesca, da egli decisamente plasmata. Basti vedere l'influenza e l'ispirazione tematica e stilistica oltre che naturalmente d'ambientazione, di "Scarface" a "Miami Vice". Che tope e che arrapamenti all'epoca, da adoratore del porno ancora Golden Age ottantesco per la Griffith e la sua Holly, ma io direi soprattutto, la superstratosfericatopfica Shelton.

babordo76 ha detto...

si,lui ha plasmato e giocato con l'immaginario e l'estetica degli anni 80,ma riempiendolo di carica cinematografica raffinata e sovversiva
Per me questo film è un sardonico e beffardo giallo,usato appunto per attaccare quel periodo