Oggi sul suo blog ,la mia amica Lucia descriveva benissimo la fine assoluta del cinema di genere che si affida a uno spentissimo Argento e a una critica/industria cinematografica troppo nostalgica,che si affida un revisionismo della domenica campato in aria ,citando a vanvera trash di qui e camp di là. Bè,questo è il suo bellissimo e importante intervento http://ilgiornodeglizombi.wordpress.com/2012/11/25/dracula-3d/ a parte che a mio avviso Opera è davvero l'ultima grande opera del c'era una volta un grande maestro,il resto è condivisibilissimo.
Ci metterei anche i fabbricanti di capolavori e di poeti del macabro un tanto al chilo,ce li mettiamo?Mettiamoli. Sai una cosa? Noi italiani siamo bravissimi a fare cerimonie,ci manca solo il celebrato. E sopratutto cosa e perchè stiamo celebrando?Una sorta di schizofrenia nostrana,no? Oh ci buttiamo giù vedendo negli altri campioni di opere magnifiche dai quali dovremmo imparare oppure deliriamo di superiorità nostrana e ci inventiamo di film che chiaramente ricalcano il nostro genere.
Tempo fa, da giovane, mi son fatto prendere anche io la mano da questa moda. Il nostro cinema di genere bello e bastardo contro il resto del mondo. E giù contro il cinema e i critici accademici, (critica che poi, come quella ai salotti buoni, trovo a volte stupida perchè evidentemente non si vuol tenere conto che facciano più danni gli improvvisati e i salotti pessimi.Ma questo è chiedere troppo alla gente. Lo sappiamo io e voi,non diciamolo troppo in giro che poi il Nerd mi impazzisce), sostenendo una nostalgia per tempi che non ho vissuto e non mi appartenevano.Anche politicamente, tutte quelle sigle di gruppuscoli che poi di fatto sono state le quinte colonne dell'imperialismo, mi facevano uscire di testa. Vaneggiavo di una rivoluzione del popolo che parte dal basso e senza leadership e della bellezza assoluta del cinema di genere nostrano.
Poi sono venuti quelli che hanno cominciato a pazziare,come si dice a Bolzano, gente che ha intellettualizzato operine di registi per caso, di commedie becere e cretine, di improbabili maestri. Lo spazio libero del blog ,dove ci sei tu e i tuoi gusti, raramente la tua intelligenza. La sagra del perchè si. L'ostinazione a difendere cose che sarebbe meglio rivedere e ridimensionare, parole in libertà,opinionismo selvaggio,commenetarismo a mano armata. Gli effetti nefasti di una eccessiva democratizzazione, che in realtà è dittatura dell'individuo e chiusura in gruppi ben definiti senza il dovuto e voluto dialogo.Anche scontroso e forte,ma legato sempre a un'attenzione verso quello che l'altro scrive.Ora,magari non sembra,ma cari e care i miei e mie polli e pollastrelle, io Vi Leggo e non solo sul blog.Sono molto attento ai vostri interventi,perchè sono tracce di voi,del vostro vissuto ed essere.Certo filtrati dal fatto che scrivendo in pubblico siate costretti a modificare in parte certe vostre parti del carattere.
Quindi eccoci qui da quasi venti anni a celebrare cose vecchie,cose che non meritano molto,e che sono fighe per noi perchè eravamo piccoli, o perchè noi non c'eravamo e chissà che figo. Tutto questo guardare indietro unito a quella banda di criminali che fanno cinema in italia ha portato alla scomparsa definitiva del genere.E non solo,perchè come una sorta di metastasi potente e invincibile ,si è portato via anche il nostro cinema migliore:quello delle Commedie e sopratutto del Neo Realismo.
Colpa delle troppe pellicole prodotte ,badando solo a far cassa senza curare minimamente il prodotto finale,alla fine nessuno ci ha guadagnato.Troppi improvvisati dietro alla macchina da presa,troppi incapaci davanti,troppi assassini a dar colpi al cuore del nostro cinema.
Così mentre in Europa il cinema Danese fa meraviglie,quello inglese riesce a rigenerarsi e quello francese tra pessime americanate e guizzi di genio,avanzano.Noi siamo fermi. FERMI.
Tuttavia,timidamente,come una rondine ferita che cerca disperatamente di portare primavera- speriamo non sia quella araba eh!- ci giunge questa piccola,ma ben fatta pellicola.
Quasi un miracolo,ma di quelli che da soli non bastano a darci fiducia nella nostra industria.
Parliamo di :La Doppia Ora di Giuseppe Capotondi. Film che con estrema lungimiranza è stato presentato al Festival del Cinema di Venezia,la nostra rappresentazione cinematografica più blasonata e seguita. Ottima scelta,perchè la pellicola in questione merita assoluta attenzione .Tenendo conto che il regista debutta con questa opera e quindi è possibile che abbiamo trovato un autore importante .Sarà da vedere come si evolverà il tutto. Il film conquista perchè miscela benissimo diversi generi e senza sbilanciamenti o cadute di stile e tono. Ci piace che un regista al suo debutto e sopratutto che venga dal mondo dei clip usi un metodo di regia attento a dar senso alle immagini,ai volti,ai movimenti,ai silenzi,prendendo tempo.Accompagnandoci a conoscere i personaggi.Prestando attenzione anche a quelli di contorno.Si apre con un suicidio in un albergo che scuote profondamente Margherita l'amica della protagonista Sonia.Veniamo quindi subito immersi in un mondo infelice,fragile,doloroso.Di cuori solitari che cercano compagnia.Infatti Sonia,che viene da Lubiana ed ha un pessimo rapporto con il padre, conosce in un bar per single in cerca di compagnia un ex poliziotto che fa il guardiano di una villa isolata:Guido. Tipo "tenebroso" uno dei tanti che si perdono nella vita e quotidianità che avvolge le anime dei cittadini nelle grandi città.Amore forte e travolgente,fino a quando una sera vengono aggrediti da una banda di rapinatori.
Questa è la prima parte ,molto legata a un certo cinema indipendente , minimale, d'autore che a me piace moltissimo.Potrebbe benissimo continuare così e sarebbe perfetto.Invece?La svolta.Tornata al lavoro , Sonia vede Guido.,Ne avverte la presenza.Poco a poco scende ad alta velocità la scala della follia.Ha grossi problemi sul lavoro e con la sua amica Margherita,la quale si ucciderà.Quindi pensi di seguire un film sulla follia che colpisce una persona quando perde una persona a cui teneva molto e invece..Brusco cambiamento per il gran finale,dove viene ribaltato tutto e si conclude con una fuga a Buenos Aieres da parte della coppia di innamorati e criminali e un uomo che per amore accetta di essere usato e di rimanere solo.Cosa accettiamo per amore?Giusto?Quando un sentimento importante diventa malattia?Poi è vera malattia?Film amarissimo,a suo modo toccante senza strafare in facili melodrammismi ,una costruzione perfetta dei personaggi affidati a due ottimi professionisti:la straordinaria Ksenia Rappaport e Filippo Timi,(il mitico doppiatore di BANE ^:_^),che rendono vivi e credibili i loro personaggi.Opera riuscitissima perchè sa ben gestire diversi registri e toni,senza forzatura.Un felicissimo tentativo di fare cinema diverso,fuori dai consueti canoni,a cui siamo tristemente abituati.
Ha raccolto premi e nomination in diversi festival e quanto pare c'è in giro il remake americano,dovevano farlo nel 2011...spero di no!
domenica 25 novembre 2012
LA DOPPIA ORA di GIUSEPPE CAPOTONDI
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