martedì 7 febbraio 2012

IL DOLCE DOMANI di ATOM EGOYAN

Vista la mia pirlaggine che mi porta a creare porte e buchi spazi temporali che fanno arrossire tutti i viaggiatori del tempo,ero portato a credere che gli anni 90 fossero na mezza minchiata ,cinematograficamente parlando.Poi mi son ricordato che da gajardo puffetto quattrocchi e da torello asmatico di 20 anni,mi lodavo e lovvavo perchè :cazzo io seguo il film d'autore!E infatti mi son venuti in mente i vari film di Mike Leigh,Ken Loach,Zang Yimou,Takeshi Kitano,Patrice Laconte e insomma avete capito no?Ah,si anche tanto Rocco Siffredi e Lussuria Film,che non è Luxuria ohhhh!
Tanto per dire,cosa?Che in quegli anni per me assai noiosi dal punto di vista artistico invece c'erano delle vere e proprie chicche,capito?

Prendete questo film:Il dolce domani.Pellicola del 1997.Avevo 21 anni.Non rimpiango affatto i miei 20 anni,mi son divertito con i miei amici e morta lì,ma cazzo la nostalghia canaglia a 35 anni mi pare ridicola.

Un film che nella sua apparente semplicità e freddezza estetica ,offre in sostanza una profonda riflessione sul tema della morte,dell'elaborazione del lutto,delle famiglie a pezzi,della verità
Davvero fa così bene?Davvero dobbiamo sempre ricercarla?Giusto o codardo dire una bugia per salvare la tranquillità della comunità?Quanta voglia di giustizia c'è in chi cerca di supplire al dolore della perdita dei propri figli con una causa giudiziaria?
Egoyan è un regista che ,come ho già avuto modo di scrivere,ammiro parecchio perchè ha uno stile certamente elegante,persino gelido per alcuni,ma sotto questa forma ti colpisce duramente.
Non ci sono scene madri-ora sia ben chiaro,per me l'uso di esse non sempre significa ricattare il pubblico o cercare la lacrima facile,tuttavia è una soluzione più "aperta"di visione totale del dolore senza freni e veli-eppure quanta sofferenza davvero pesante si avverte nel personaggio di un ottimo Ian Holm?Il rapporto con la figlia,ma sopratutto il lungo dialogo in aereo che l'avvocato ha con un'amica della sua "bambina".Pudore,vergogna,senso di sconfitta,detto con frasi non urlate,piccole incrinature della voce,espressioni di rassegnazione e amarezza.Una bella lezione di cinema,dove si dice molto senza spettacolarizzare o calcare la mano.
Questo personaggio :Mitchell Stevens colpisce lo spettatore per la sua ambiguità-veramente cerca giustizia per i suoi assistiti oppure è una scusa per non pensare al suo matrimonio fallito e alla figlia tossica e sieropositiva?-ma non sono da meno i cittadini del piccolo paese di Sam Dent,nel Canada di lingua inglese,ma mi sa che potrei anche sbagliare eh?Dicevo i genitori delle piccole vittime,quanto si lasciano convincere per avere un risarcimento economico e giudiziario in memoria dei loro piccoli,o per riempire un vuoto con del bene materiale?
Si,perchè qui parliamo della più grande tragedia che possa capitare a qualsiasi persona adulta:perdere un figlio,sopratutto quando è piccolo.D'altronde anche Stevens ha perso la sua figlia,non è morta,ma è perduta per sempre :rancori,lontananze,droga.
Egoyan è bravissimo a non concedere nulla al facile effetto.E volendo con un tema simile sai quanti rallenty sui visi dei bimbi,quante scene strappalacrime.Invece lui sceglie di farti commuovere attraverso la normalità.Sono bambini e non mocciosi pucciosi.C'è quello un po'troppo timido e semiritardato,c'è la ragazzina che vorrebbe fare musica,tante piccole esistenze.La morte porterà a galla anche i rapporti non del tutto sinceri tra gli adulti:l'uomo che detesta i suoi vicini e la sua moglie che lo tradisce con il meccanico del paese-l'unico che non vuole assolutamente cedere alla causa-gli hippy della situazione che non trovano conforto nel loro stile di vita.Anche qui non si cerca la svolta ad effetto,ma si presenta con forza e pudore la loro situazione:guarda queste persone,ma non troppo da vicino,puoi stare male per loro anche a distanza.
Il regista gira benissimo anche la scena dell'incidente-presentato attraverso brevi e significativi falshback-puntando sulla normalità:la gioia dei bimbi,la sicurezza della donna che guida il bus,il padre che segue il pullman dove stanno i suoi figli che moriranno nell'incidente.Poi la morte improvvisa e veloce.

Io lo reputo bellissimo e di un filino sotto al Viaggio di Felicia,che mi strazia ogni volta che lo vedo,non che questo sia di meno eh?Credo che sia una pellicola assolutamente da recuperare,perchè colpisce a fondo,ma senza effetti di sorta,solo con la grande malinconia,rabbia repressa,disillusione,che la vita spesso ci offre.Anche se non chiediamo nulla.
Nondimeno il finale parebbe speranzoso,ma la speranza in un "dolce domani"viene raggiunta attraverso la menzogna:è giusto?

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